Un viaggio in Calabria in bici di tre giorni, seguendo inizialmente la ciclovia parchi Calabria per concludere sul mare di Paola. Incontri, salite, fatica e meraviglia sono stati fidati compagni di un percorso in solitaria attraverso un territorio mai banale.
In questo articolo
Mi accompagna mia moglie in auto all'ipotetico km. 0: in pratica, per chi inizia la ciclovia parchi Calabria, a Laino Borgo. Dopo la prima colazione, procedo a scaricare la bici dall'auto, monto i bagagli e saluto la moglie che fa rientro a casa.
Lungo la Ciclovia Parchi Calabria
1°giorno Laino - Acquaformosa
Parto per l'avventura che mi vedrà impegnato in 3 giorni di viaggio in bici e che mi permetterà di visitare (parzialmente) due dei quattro parchi attraversati dalla ciclovia, parlo del parco del Pollino e del parco della Sila. Salgo in sella, percorro il ponte che sovrasta il fiume Lao dove si pratica rafting e, appena giunto all'altra estremità del ponte, svolto a destra per iniziare la salita che non mi lascerà più quasi per tutta la giornata.
Sono diretto a Laino Castello che, una volta raggiunto, è l'unico borgo popolato di gente. C'è una manifestazione in corso ed essendo domenica in orario pre-pranzo domenicale, la ressa è giustificata. Saranno le uniche persone che incontrerò durante tutta la giornata. Lascio il borgo di Laino Castello procedendo in direzione Mormanno: una breve pausa per uno spuntino rigenerante a base di barretta energetica, foto di rito e di nuovo in marcia per Campotenese. Arrivo giusto per l'ora di pranzo a "La Catasta", hub turistico inaugurato qualche settimana prima. Mi rifocillo all'esterno all'ombra della struttura e riparto appena dopo.
La marcia in direzione Morano Calabro mi concede un momento di respiro visto che, dopo piu di due ore di pedalata e quasi mille metri di ascesa, trovo finalmente un po' di discesa, proprio quello che ci voleva. Arrivato in paese, cerco un bar per prendere qualcosa di fresco, ma è dura trovarne uno aperto (in giro non c'è anima viva). Dopo un po' di ricerca arrivo a un locale aperto dove mi rifocillo di sali minerali per poi ripartire verso Castrovillari, paese dove termina anche la ex-ferrovia Lagonegro-Castrovillari.
Qui trovo alcune deviazioni che offrono la possibilità di seguire la ciclovia da varie direzioni: io che avevo già pianificato la mia, continuo a salire per San Basile, da dove si può osservare il mar Ionio da una parte e il Tirreno dall'altra. Proseguo in direzione Saracena, un tempo Feudo di Saracena appartenne inizialmente ai Duchi di San Marco e ad altri feudatari tra i quali Guglielmo Pallotta e Filippo Sangineto di Altomonte quindi, a partire dalla seconda metà del XIV secolo, alla casata dei Sanseverino. La parte antica è ricca di monumenti che testimoniano la sua storia, inoltre famoso è il moscato di Saracena, un rinomato vino passito.
Proseguendo finalmente riesco a riprendere un po' di fiato, grazie a una discesa in direzione di Acquaformosa, ma la pacchia dura poco perché, per raggiungere la località (finale della prima tappa), mi aspetta un'altra lunga salita.
Il fato decide di aiutarmi: proprio nelle ore più calde, durante l'ultima salita di 10 chilometri, vengo accompagnato da un cielo coperto che causa un calo della temperatura davvero benefico.
Nel tardo pomeriggio sono ad Acquaformosa. La popolazione di questo paese fa parte della minoranza etno-linguistica albanese d'Italia (arbëreshë), presente in tutto il territorio meridionale della penisola. La popolazione custodisce gli usi, i costumi e le tradizioni di un tempo oltre alla lingua e al rito bizantino. La chiesa di San Giovanni Battista, costruita dagli albanesi all'incirca nel 1500, con elementi dell'architettura romanica, protegge importanti e imponenti mosaici a opera dell'artista locale Biagio Capparelli. Il Santuario di Santa Maria del Monte, posto a 1426 m, è annualmente meta di tanti pellegrini e fedeli che, nell'ultima domenica di luglio, accorrono per partecipare alla festa.
Mi sistemo nel b&b che avevo prenotato prima della partenza: una doccia, un riposino, un giretto per il centro del piccolo paese e una cena in un ristorantino con tipica cucina arbëreshe mi ritemprano dalla giornata appena tracsorsa. Al bed and breakfast mi aspetta una meritata nottata di sonno.
Calabria in bici tra i due parchi
2° Giorno Acquaformosa - Bisignano
La mattina dopo, per la prima colazione, mi accolgono i titolari (madre e figlio), persone di un'ospitalità unica che mi fanno compagnia raccontandomi un po' di storia del paese e non solo. Davvero un'esperienza unica.
Terminata la ricca colazione, il cui rimanente mi viene consegnato per uno spuntino durante il viaggio, riparto alla volta di San Sosti, che vanta il primato di essere stato il paese che ha avuto il primo sindaco donna in Italia, Caterina Tufarelli Palunbo in Pisani, sindaco di San Sosti dal 24 marzo 1946. Da qui proseguo per Ferramonti, ex campo di concentramento nel comune di Tarsia, in provincia di Cosenza. È stato il principale (in termini di consistenza numerica) tra i numerosi luoghi di internamento per ebrei, apolidi, stranieri nemici e slavi aperti dal regime fascista. La Riserva naturale Tarsia, che ospita l'omonimo lago, non è lontana. Mi fermo per una foto ricordo e, vista l'ora, decido di sostare anche per il pranzo nel primo ristorantino che trovo proprio sulla riva del lago dove la cucina tipica locale mi regala un'esperienza gastronomica senza eguali. Riparto alla volta di Bisignano dove, anche in questo caso, ho preventivamente prenotato il b&b che mi ospiterà per la seconda notte del mio mini-cicloviaggio. Un motel, che di motel ha solo il posizionamento sulla strada provinciale, che offre camere degne di un hotel stellato, con tanto di servizi annessi e una gradevole piscina a disposizione degli ospiti, peccato non aver potuto usufruirne! Non avevo pensato di aver bisogno di un costume visto che il viaggio prevedeva spostamenti montani.
Mi sistemo in camera dove mi attende un pomeriggio di relax e tanto fresco. In serata scendo al ristorante per la cena e stavolta decido per un pasto da "perfetto sportivo". Basta taglieri con specialità tipiche, seguite da primi abbondanti e secondi spropositati, che tanto mi hanno deliziato in questi giorni. Stasera pasta al pomodoro e rucola con scaglie di parmigiano e un filo d'olio. Ritorno in camera e mi addormento presto (come se per l'indomani dovessi avere una giornata intensa di lavoro, ma sono in ferie) per non partire tardi - i 42° gradi del giorno prima li ricordo ancora molto bene.
In bici in Calabria dal mare alla montagna
3°Giorno Bisignano - Paola
Parto presto, ma non prestissimo con una temperatura mattutina di 25 gradi che, visto il periodo, direi ottimale, ma il sole deve ancora salire. Oggi è l'ultimo giorno del mio viaggio in bici (dovrò pure condividere i giorni di vacanza che mi restano con la famiglia e quindi è giusto rientrare) e devo riportarmi dalla ciclovia sulla costa tirrenica alla volta di Paola. Dalla località in 30 minuti di treno potrò raggiungere la mia famiglia, per cui oggi devo abbandonare i monti del parco del Pollino, scavalcare i monti della Catena Costiera e ritrovarmi sulla costa tirrenica. La partenza è scorrevole per un terzo dell'intera tappa, ma nel secondo tratto mi aspetta un'arrampicata che mi porterà fino a oltre mille metri di ascesa, prima di godere della vista della costa tirrenica. Per scendere a Marina di Fuscaldo, faccio prima tappa in cima alla salita dove trovo un'oasi con aree picnic e, nel bel mezzo di uno spiazzo all'ombra di abeti, una agognata fontana che mi donerà nuova linfa per il resto del viaggio. Adesso sono pronto per la "picchiata" finale fin sulla costa e quindi "mi butto".
Le curve che seguono sono continue fermate per inquadrature panomamiche mozzafiato che svelano le bellezze della costa calabra più a nord. Il verde che mi ha accompagnato per quasi tre giorni, viene sostituito dall'azzurro del mare sottostante e il pensiero che breve, in quell'azzurro ci sarò anche io, cancella ogni mia, seppur gradita, stanchezza. Arrivo fin giù a Marina di Fuscaldo dove, per la prima volta dopo 3 giorni, sono obbligato a percorrere un tratto di statale di circa 7 chilometri per raggiungere la stazione ferroviaria di Paola. Arrivato in città ho una strana sensazione: è finita la libertà di andare perché, per la prima volta, devo frenare in quanto ho un'auto davanti. In stazione, mentre attendo il treno, approfitto del tempo rimasto per fare l'ultimo pasto del mio mini-cicloviaggio. Ho visto tanto in questi tre giorni, ma ho la sensazione di non aver visto abbastanza... forse è la voglia di non accontentarsi mai di conoscere. In molti mi chiedevano con chi affrontavo questo viaggio e quando rispondevo loro che stavo viaggiando da solo, notavo espressioni di stupore misti a espressioni non dette del tipo «ma questo è fuori di testa». Una cosa è certa: ho raccontato a tutti che andavo da solo, ma in effetti ero accompagnato da una più che sicura compagnia, quella di me stesso che, in verità, il viaggio in parte mi ha fatto ritrovare. Buoni cicloviaggi!
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