L’Appennino tra Piacenza e la Liguria mi piace moltissimo: per questo appena riesco scappo dalla pianura e mi dirigo verso sud. Oggi ho pensato di fare un anello in bici che passa in un territorio affascinante, in cui si possono ascoltare – a distanza di pochi chilometri – tre dialetti: il Piacentino, il Genovese e il Parmense.
Dalla Val Trebbia alla Val d'Aveto
Il bello del viaggiare in bicicletta è anche questo: apprezzare le cose che col viaggio motorizzato si perdono; il silenzio, i suoni della natura e – in questo caso – la parlata delle persone che cambia da luogo in luogo.
Il giro parte da Marsaglia, alta Val Trebbia: si va verso Sud percorrendo la strada di fondovalle per una trentina di chilometri, poi si imbocca la salita che sale al passo Fregarolo, a quota 1203 m. Dopo il valico si scende in Val d’Aveto, una valle ricca di castelli (e resti di antiche fortificazioni), flora e fauna, e si va verso Chiavari scollinando il passo della Forcella. La Val d'Aveto venne anche visitata da Ernest Hemingway che passò da queste parti ben due volte e rimase molto colpito dalla bellezza dell'area.
Dopo il passo della Forcella, si lascia la strada principale per scendere dalla bellissima strada secondaria che passa per il paesino di Acero. Arrivati a Borzonasca si torna nuovamente a salire verso il passo Ghiffi. A metà salita si trova “La Taverna del nonno”, agriturismo con piatti buonissimi e in cui si può pernottare nel caso si voglia dividere in due il giro.
Il nostro itinerario cicloturistico prosegue verso il passo del Bocco, a quota 956 m. Il valico fu protagonista di una mitica cronoscalata durante il Giro del 1994. Si pedala poi sulla salita verso il rifugio Monte Penna (altro posto consigliato per ristoro), il passo del Chiodo, il Passo del Tomarlo, e la grande discesa verso Santo Stefano d’Aveto e Marsaglia, punto di inizio del percorso in bicicletta.
Che giro!
Che profumi!
Che piatti deliziosi!
E’ questo il modo di pedalare che preferisco.
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