La Panoramica delle Vette è la strada carrozzabile più alta del Friuli Venezia Giulia e con i suoi sette chilometri sul filo dei duemila metri, è una di quelle vie montane che tutti dovrebbero conoscere e percorrere almeno una volta nella vita, in bici, a piedi, a cavallo o con qualsiasi altro mezzo. Io stesso mi sono chiesto: “Ma perché vengo a sapere della sua esistenza solo ora?”.
Il panorama della Panoramica delle Vette in Carnia stupisce ed emoziona anche la persona più distratta e razionale. L’indifferenza non è contemplata, spazio alla suggestione e alla contemplazione della natura e dell’infinito lungo questo itinerario gravel/MTB tutto da gustare.
Nuova salita, nuova eccezionale prospettiva.
Parto dalla struttura che mi ospiterà in queste due epiche giornate di bici in Carnia, il Dolomiti Village, fra i paesi di Ravascletto e Comeglians, nel cuore della regione montuosa. È la prima volta che mi cimento in bici in questo distretto alpino, lembo nord–occidentale del Friuli Venezia Giulia.
Ciò che subito percepisco è un piacevole senso di straniamento, di dolce vertigine. La Carnia infatti permane ancora selvaggia e questa sua inconsapevole bellezza la rende attraente, affascinante. La regione, per certi versi al momento solo sfiorata dal turismo di massa, va scoperta con calma, senza eccessiva fretta, per gustarla e comprenderla.
Scendo pochi chilometri lungo la statale 465 sino a Comeglians, uno dei primi comuni d’Italia ad aver avviato un nuovo tipo di ricettività: l’albergo diffuso. Svolto a destra e dopo alcuni metri di pianura, attraversati una breve galleria ed un piccolo ponte, inizia la salita al monte Crostis. Ad ogni chilometro circa è posizionato un cartello (vedi foto) che riporta la distanza dalla quota massima e la pendenza. Si taglia l’abitato di Mieli, la frazione di Noiaretto che rimane sulla sinistra, sino a giungere a Tualis con le sue case affrescate (900 metri circa).
Da qui continuo sulla strada denominata ‘Panoramica delle Vette’. Precedentemente esisteva una mulattiera, detta ora ‘strada vecia’, che raggiungeva i pascoli e malga Crostis. Usata anche per approvvigionarsi di legna, oggi è il sentiero Sat 151. L’attuale strada nasce per questioni militari. Alla soglia della Grande Guerra la posizione strategica del Crostis aveva giustificato la presenza di presidi militari e di artiglieria sul monte. La carrozzabile prese la sua forma definitiva in epoca fascista fra il 1940 – 42.
L’ascesa, sempre su asfalto, vede pendenze anche comprese fra il 10 e il 14%. In realtà non vi sono ‘muri’ ed i tratti pendenti sono brevi e diluiti nel complesso dell’ascesa. Le cose cambiano a tre chilometri e mezzo dalla vetta. Si esce dall’anonimo bosco di conifere per aprirsi al meraviglioso panorama sull’arco alpino; allo stesso tempo la strada si aggroviglia con una serie di tornanti lungo la dorsale montana e in questo tratto le pendenze si fanno sentire. A un chilometro dalla sommità molla un attimo ma subito torna a salire sino finalmente alla quota massima, circa 1900 metri. L’ascesa totale si attesta sui 1500 metri: niente male.
Panoramica delle Vette: cosa vuol dire panorama
Voltandomi, nel traguardare il Canale di Gorto ovvero la valle di Ovaro si vede la pianura friulana e laggiù, all'orizzonte, pure la laguna di Grado. Proseguo in discesa lasciandomi sulla destra il rifugio Chiadinas e la malga Crostis. A questo punto inizia il famoso sterrato di circa sette chilometri che con delicati sali e scendi si attesta pressappoco a quota 1900 metri. La strada è ben manutentata, tanto che vedo passare senza difficoltà apparente due ciclisti con la bici gravel.
Aperto verso sud, verso il massiccio dello Zoncolan, dove i percorsi in MTB nel comprensorio dello Zoncolan sono moltissimi, il mondo mi appare meraviglioso, anzi, mi permetto di usare un termine assai abusato: mozzafiato. Mi sembra di volare, ed i problemi, i pregiudizi e le falsità si fanno lontani. Sono nella limpidezza, nella lieve brezza, nel silenzio, fatta eccezione per il passaggio di alcuni veicoli (unica nota negativa dal mio punto di vista, il permesso di transito consentito agli automezzi).
Purtroppo non conosco il nome delle vette ma ne riconosco i gruppi: a destra le Dolomiti Friulane sino a quelle Venete (individuo il Pelmo), davanti a me le Alpi Carniche con lo Zoncolan e le Prealpi Friulane, a sinistra le Alpi e Prealpi Giulie.
Il dolce epilogo: la discesa.
Come si evince dalle foto non potevo chiedere una giornata migliore a questo mio giro in bici sulla Panoramica delle Vette. Il sole scende lento ad ovest dunque mi devo apprestare a scendere. Presso i ruderi di casera Valsecca (metri 1871, parcheggio sul tornante) inizia la discesa asfaltata. Da notare la presenza di una fontana.
La strada precipita velocemente nel bosco (attenzione quindi al passaggio delle vetture) e dopo una serie imprecisata di tornanti arrivo alle porte del paese di Ravascletto. Di qui in un attimo lungo la statale sempre in discesa giungo al Dolomiti Village. Nonostante io abbia affrontato il percorso con una mountain bike, il giro non presenta alcuna difficoltà tecnica ed è possibile affrontarlo anche con una bici gravel o una adventure bike senza problemi; bisogna solo prestare attenzione al dislivello... ed al panorama!
Curiosità: nel 2011 era previsto il transito della quattordicesima tappa del giro d’Italia. Nonostante la messa in sicurezza grazie ai numerosi volontari e l’enorme presenza dei tifosi sul tracciato, la sera prima della tappa ci fu l’annullamento del passaggio, causando numerosi malumori. Anche grazie a questo fatto di cronaca la ‘Panoramica delle Vette’ in bici vive la sua odierna fama.
Dolomiti Village
Dormire a Ravascletto
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