Natura, storia, tradizioni secolari: un mix di assoluto interesse per il viaggiatore a due ruote curioso di carpire i segreti che le montagne della provincia di Lecco situate tra la Valsassina e la Val Varrone celano. Questo percorso ad anello in MTB permette di godere di panorami sul lago di Como, sulle Grigne e sulle vette più rappresentative delle Orobie Occidentali, nonché di attraversare luoghi legati ai conflitti mondiali e alpeggi tuttora vivi e funzionali. E non dimentichiamoci del rifugio, collocato strategicamente in posizione intermedia, quale punto di ristoro e di riposo dopo una lunga e appagante ascesa.
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Il Pian delle Betulle
Partire in salita è sempre un dramma; non si riesce mai a trovar subito il ritmo giusto, la frequenza cardiaca è ballerina e il fiato inesorabilmente corto. Bisogna solamente adattarsi, partire molto piano e sperare che dopo qualche chilometro le cose migliorino. E in genere va così! Si parte da Taceno (507 m) e dopo tre chilometri di salita asfaltata lungo la strada di collegamento tra Valsassina e Val Varrone si giunge a Margno; qui si gira a destra su strada secondaria per altri due chilometri fino a Crandola Valsassina (780 m) dove finalmente il fondo diventa naturale e il traffico è completamente assente. Siamo diretti al Pian delle Betulle, che per la precisione si trova 700 m al di sopra delle nostre teste! Si sale regolari all'interno di un bosco di betulle che ogni tanto si dirada per concederci uno sguardo sulla valle che ad ogni pedalata pare sempre più in basso. Tornante dopo tornante la salita si fa più erta e una sosta è d'obbligo per riprender fiato. Una volta riempite le borracce alla fontana dell'Alpe Grasso si prosegue su fondo lastricato e molto ripido per poco meno di un chilometro, giungendo finalmente al Pian delle Betulle (1485 m), località peraltro raggiungibile più facilmente da una funivia con partenza dal paese di Margno...opzione che però noi non contempliamo!
Verso il Larice Bruciato
Lasciando alle nostre spalle il M. Muggio, il M. Legnone ed il M. Legnoncino, ci dirigiamo verso sud-est seguendo la bella sterrata che attraversa i prati del pianoro. Dopo un breve tratto pianeggiante si sale verso l'Alpe Ortighera (1512 m), da cui si intravvede un piccolo spicchio del lago di Como compreso tra Bellano e Menaggio. Quattro tornanti ci consentono di guadagnare quota rapidamente sotto la cima del Cimone di Margno (1801 m) e la sensazione di aver macinato sino ad ora mille metri di dislivello si fa più concreta quando vediamo sotto di noi le piccolissime abitazioni dei paesi della Valsassina. Giungiamo all'area pic-nic del Lares Brusà (1708 m) osservando le prime nubi tumultuose che stazionano sulla Grigna Settentrionale.
I panorami sulla Conca di Biandino
Da questo valico la sterrata cambia versante e prosegue in discesa sotto la Cima d'Olino sino all'omonima bocchetta (1640 m). Sotto di noi a sinistra la boscosa ed incassata Val Marcia, tributaria della Val Varrone, il paese di Premana – famoso per la commercializzazione di lame e di attrezzature sportive da montagna – e il M. Legnone (2610 m). Lasciato a sinistra lo sterrato diretto al vicino Rif. Ombrega, si prosegue in salita su sterrato più sconnesso fino ad un piccolo fabbricato (presa dell'acquedotto), oltre il quale bisogna portare la bicicletta per circa dieci minuti su ripido sentiero fino alla Bocchetta di Agoredo (1825 m), la quale ci catapulta di nuovo in Valsassina. Si prosegue a mezzacosta verso est evitando tutti i bivi e restando in quota; il sentiero, completamente pedalabile a meno di un brevissimo tratto a spinta iniziale, aggira il Pizzo Cornagiera su percorso costantemente in leggera discesa e panoramico sulla sottostante Conca di Biandino e sul dirimpettaio Pizzo dei Tre Signori (2554 m) ormai avvolto dalle nubi. In breve si raggiunge la cappella votiva al Laghitt (1930 m), località che deve il suo nome ad una piccola pozza d'acqua presente in un'esigua conca.
Su sentiero più tecnico si scende in pochi minuti al Böcc dol Ratt (1815 m) – bocchetta posta duecento metri sopra la seicentesca chiesa della Madonna della Neve –, da dove la prosecuzione comincia a divenire più ostica: infatti il sentiero prosegue sulla Sponda di Biandino non garantendo praticamente alcun passaggio pedalabile.
Dopo una ventina di minuti di cammino con la bici al proprio fianco si perviene ad un bivio e seguendo l'alternativa facile si giunge al Rifugio S. Rita (2000 m) dopo circa mezzora tra tratti pedalati e a spinta. Il rifugio si trova sullo spartiacque tra Val Varrone e Val Biandino (tributaria della Valsassina) in posizione panoramica sulle montagne circostanti, tra cui il già citato Pizzo dei Tre Signori.
Il rifugio sorge accanto all'antica baracca di fine Ottocento – inizio Novecento che ospitava i minatori impegnati nell'estrazione del minerale ferroso nel comprensorio minerario dell'alta Val Varrone.
Discesa in Val Varrone
La discesa in Val Varrone avviene esclusivamente su strada sterrata. All'inizio si presenta ripida e smossa fin nei pressi del Rifugio Casera Vecchia di Varrone (1675 m), poi segue l'andamento della valle alternando tratti ripidi a tratti più morbidi a fianco del torrente Varrone. Stiamo pedalando su un percorso storico che prende il nome di “Strada del Ferro” (perché utilizzata sin dall'antichità per trasportare a valle il minerale ferroso estratto dalle viscere della montagna), chiamato anche “Strada di Maria Teresa” (perché risistemata durante il periodo dell'impero asburgico adattandola al passaggio dei carri) e ancora “strada militare” (nell'ottica dei piani difensivi della Prima Guerra Mondiale).
Lungo la val Varrone esistono ancora diversi alpeggi per la monticazione del bestiame, come l'alpe Casarsa (1183 m). Altri ormai sono diventati nuclei abitativi per seconde case, ma con la caratteristica del mantenimento delle tipologie architettoniche preesistenti.
Alternando tratti sterrati a cementati si perviene, dopo più di dieci chilometri di discesa dal rifugio, all'area industriale/artigianale di Giabbio di Premana, dove la strada ritorna asfaltata. La breve salita di due chilometri fino alla Sella di Piazzo (913 m) anticiperà la chiusura dell'anello, rigorosamente in discesa.
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