Uno strano individuo con barba e gilet giallo fluorescente avanza nella direzione del Pirellone, pedala con tranquillità, sicuro del fatto di essere ormai arrivato al luogo dell'incontro! Girumin mi appare così, disinvolto e perso nei suoi pensieri, ma pronto ai nostri 5 giorni di viaggio in bici nella Pianura Padana, dalla stazione di Milano alla cittadina Patrimonio UNESCO di Sabbioneta. Dobbiamo ancora presentarci ma già mi ispira simpatia... sarà un buon segno?
Una foto per ricordare l'inizio della nostra avventura in bicicletta alla scoperta della Ciclovia dei tre fiumi, qualche parola scambiata in inglese con gli abituè di Piazza Duca d'Aosta, il suono della trombetta di Girumin e siamo subito in sella. Poche pedalate per salutare la Milano già super indaffarata su via Melchiorre Gioia e siamo catalpultati in un altro mondo, quello della ciclabile della Martesana, uno dei canali più importanti della città... ma non solo! Son quasi le 11 ed incontriamo tanti ciclisti in fase di spostamento/allenamento/divertimento e tante famiglie a piedi... forse la crisi, il fatto che si lavora meno e si ha più tempo per se stessi e le persone per risparmiare sceglie la bicicletta, una scelta più verde e sostenibile oltre che economica. Dopotutto siamo abituati ad uno stile di vita saturo di comforts e tecnologia, rinunciare a qualcosa e re-imparare a vivere ad altri ritmi è assolutamente necessario.
Dalle tartarughe alle ruote d'acqua
Alcune tartarughe non proprio autoctone del canale della Martesana attirano la nostra attenzione: sono 1, 2, 5, 10 ma quante sono? Hanno davvero colonizzato l'acqua di Milano. Il Naviglio, scavato a mano nel 1400, scivola veloce verso la periferia e noi con lui, cullati dalla ritmo lento delle nostre biciclette cariche: ogni occasione è buona per fermarsi, per ascoltare i racconti e le lezioni di Girumin, per fotografare o contemplare. E' questione di una manciata di chilometri e superiamo, uno dopo l'altro, il fiume Lambro (incredibile l'odore pungente di questo corso d'acqua tra i più inquinati del Nord Italia!) e l'autostrada A51, lasciandoceli entrambi alle spalle senza rimorso. (Quanto sarebbe bella una corsia ciclabile al posto della terza corsia dell'autostrada?!)
La ciclabile della Martesana, sembra seguire la linea verde della metropolitana di Milano in direzione Gessate ed io, dopo 26 anni vissuti nella periferia nord orientale della città della moda, non ne sapevo nulla!
Cernusco sul Naviglio, Gorgonzola, Villa Fornaci, Inzago, i cartelli dei paesi e delle località scorrono a lato delle nostre biciclette insieme a scorci suggestivi ed inaspettati che alimentano stupore e sorpresa nei nostri sguardi. Ci allontaniamo da Milano in un crescendo i giri di ruota e pozzanghere infangate...
Lungo la Martesana e poi sull'Adda, il genio di Leonardo da Vinci è bene evidente dal nostro punto di vista privilegiato sull'alzaia. Il sistema delle chiuse per permettere la navigazione del naviglio e, più a nord, il traghetto del grande uomo toscano, sono invenzioni presenti e perfettamente integrate con la Natura che le avvolge. La mitica zattera può trasportare addirittura due automobili da una sponda all'altra... incredibile vero? Ci vorrebbe un Leonardo ogni 100 anni, ma la genialità è cosa più unica che rara!
A Groppello d'Adda (Gròppel in milanese) fermiamo ancora una volta le biciclette: una ruota d'acqua, o meglio una noria, attira la nostra attenzione: mastodontica e restaurata di recente, è situata sulla sponda destra del Naviglio della Martesana e non può passare inosservata agli occhi di chi pedala sulla ciclabile.
Si dice che anch'essa sia stata progettata niente poco di meno che dal maestro Leonardo e la sua funzione sia sempre stata quella di convogliare l'acqua per irrigare i campi delle campagne circostanti.
In bici sullo sterrato lungofiume: si fa sul Serio!
Ancora con gli occhi pieni di piacevoli dettagli, riprendiamo il nostro percorso ciclabile iniziando finalmente a pedalare dall'asfalto allo sterrato martoriato dalla pioggia dei giorni scorsi: pozzanghere, buche e fango non potevano mancare, il pane quotidiano di un buon mountain biker!!! Ci sprchiamo mani, gambe e vestiti ma la gioia dell'esplorazione in bicicletta non ci fa pesare la situazione... anzi! L'Adda non tarda ad apparire al nostro fianco e, proprio spalla a spalla, continuiamo il nostro breve viaggio in bici fin dove nasce la Martesana, a due passi dal villaggio operaio del 1800 di Crespi d'Adda!
La pianura padana è una delle zone più antropizzate d'Italia eppure, sulle rive del Naviglio della Martesana, a ridosso del fiume Adda, sono riuscita a trovare quell'ambiente naturale che difficilmente incontri in altre aree apparentemente più disabitate e selvagge.
Un airone cenerino spicca il volo dall'acqua: il cigolio delle nostre biciclette deve averlo spaventato. A Vaprio, un nuovo ponte pedonale, permette l'attraversamento del fiume Adda, oltre si proseguirebbe sulla ciclabile verso Lecco, che qui appare davvero inquieto, forse la causa è la presenza delle chiuse poco più a monte... non sarebbe divertente caderci dentro!!! Dieci minuti per scattare qualche fotografia e siamo dall'altra parte, all'ingresso del sito Patrimonio Unesco di Crespi.
Il villaggio di Crespi d'Adda appare come congelato dal tempo: i vecchi capannoni dell'industria tessile-cotoniera di fine 1800 sono silenziosi e deserti come sono stati lasciati l'ultimo giorno di lavoro, le case degli operai, allineate perfettamente, hanno cambiato colore ma non forma, la villa-castello dei Crespi domina tutto ciò che un tempo apparteneva alla famiglia. Intorno a noi tutto è avvolto da un'aura misteriosa e ormai legata al passato.
Dal paese, in poche pedalate si percorre il lungo viale alberato che conduce al macabro ma suggestivo cimitero di Crespi, un altro luogo che merita una visita, meglio se in una giornata di sole e non solo se siete appassionati di film horror o di Dario Argento.
A sinistra del cimitero la segnaletica Cai indica una via alternativa per raggiungere Brembate, la nostra meta per questa prima tappa della pianura padana in bici.
Siamo indecisi: la stradina svolta dietro le mura e non sappiamo quanto sia lungo ed impegnativo l'itinerario, ma la giornata è ancora lunga ed anche Alberto concorda nel dire che ad un po' di avventura, non si dice mai di no! La strada diventa quasi immediatamente un single track sterrato che si inoltra nel bosco: la pedalata si fa molto interessante... avanziamo fra la vegetazione fitta con la forcella aperta (almeno chi ce l'ha), cercando di schivare le pietre modellate dall'acqua nel corso degli anni e finalmente spunta il fiume Brembo! Intorno a noi non c'è niente, solo le nostre biciclette ed il rumore del fiume che scorre verso il mare.
Il breve itinerario in bicicletta non è lungo più di 4 km, ma questi ci bastano per riempirci i polmoni del profumo della Natura.
Brembate è sopra di noi, poche centinaia di metri di asfalto in dolce salita e saremo arrivati a destinazione dopo circa 50 km di percorso su ciclabili e strade secondarie della sempre più imprevedibile pianura lombarda. Oggi abbiamo incontrato tre fiumi sul nostro cammino: il Lambro, l'Adda e il Brembo ma siamo solo all'inizio. Come cantavano i Gang "E domani chissà...".
Cosa vedere... in pillole: esplorare in bici la pianura padana è un'idea insolita ma davvero interessante. Lungo questa 1° tappa da Milano a Brembate i luoghi che meritano una visita, seppur veloce, sono tanti: dalle chiuse alla ruota d'acqua progettata da Leonardo da Vinci se amate il genio umano e l'innovazione, alla città di Milano se preferite conoscere la città della moda (e di molte altre cose!), dal villaggio operaio, patrimonio UNESCO di Crespi d'Adda ai suggestivi scorci dei paesi lungo il Naviglio della Martesana.
Che bicicletta usare: l'itinerario ciclabile si sviluppa su strade secondarie, ciclabili e tratti sterrati quindi sconsiglio l'utilizzo di una bici da corsa che comunque potrebbe essere usata sull'85% del tracciato. L'ideale sarebbe viaggiare in sella ad una bici da trekking (gli sterrati sono solitamente strade bianche o sentieri senza particolari ostacoli!) o ad una mountain bike con ruote da cicloturismo.
Dove mangiare: lungo il percorso in bici si incontrano numerosi paesi. Basta una piccola deviazione verso il centro storico per incontrare un bar o un panificio dove acquistare uno spuntino o un pranzo veloce da consumare in riva alla Martesana. Se la giornata è bella, non vale la pena perdere troppo tempo alla ricerca di un ristorante ed un pranzo leggero è la giusta scelta per continuare a pedalare senza fare eccessiva fatica! Ad ogni modo prendetevi del tempo... ma per scoprire i gioielli nascosti dell'itinerario!!!
Dove dormire: noi abbiamo optato per trascorrere la notte nel bed and breakfast Lolly dove i due simpatici gestori ci hanno accolto con simpatia e vera ospitalità.
Che bicicletta usare: l'itinerario ciclabile si sviluppa su strade secondarie, ciclabili e tratti sterrati quindi sconsiglio l'utilizzo di una bici da corsa che comunque potrebbe essere usata sull'85% del tracciato. L'ideale sarebbe viaggiare in sella ad una bici da trekking (gli sterrati sono solitamente strade bianche o sentieri senza particolari ostacoli!) o ad una mountain bike con ruote da cicloturismo.
Dove mangiare: lungo il percorso in bici si incontrano numerosi paesi. Basta una piccola deviazione verso il centro storico per incontrare un bar o un panificio dove acquistare uno spuntino o un pranzo veloce da consumare in riva alla Martesana. Se la giornata è bella, non vale la pena perdere troppo tempo alla ricerca di un ristorante ed un pranzo leggero è la giusta scelta per continuare a pedalare senza fare eccessiva fatica! Ad ogni modo prendetevi del tempo... ma per scoprire i gioielli nascosti dell'itinerario!!!
Dove dormire: noi abbiamo optato per trascorrere la notte nel bed and breakfast Lolly dove i due simpatici gestori ci hanno accolto con simpatia e vera ospitalità.
Ultimi commenti