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Caletta salentina
Downwind Photographers
 
 
Cena da amici nei dintorni di Arco, ci si diverte e come sempre in queste situazioni, il tempo scorre più veloce di quanto sembri ed è già ora di correre alla stazione di Rovereto per saltare sull'Espresso che in sole 13 ore mi condurrà nel settore più romantico della Puglia: visiterò il Salento. Si corre come dei disperati per arrivare in tempo, dopotutto gli orari del sito di Trenitalia sono affidabili ed invece scopriamo che il treno era partito da poco al nostro arrivo... grrrr, ci ritento domani! Il giorno successivo giungo alla stazione di Trento con mezzora di anticipo e biglietto già comprato (ben 49,90€) ed obliterato ed attendo di iniziare la ricerca del mio posto nei numerosi vagoni...
 
Il treno è partito da Bolzano e riparte da Trento puntuale come un orologio svizzero. Sono stanca e ho dormito poco le scorse notti così non mi risulta difficile appisolarmi e, nonostante i ripetuti attacchi di panico dovuti alle urla dei controllori nel cuore della notte (ne passeranno ben 6), continuerò a riaddormentarmi senza alcun problema pensando e ripensando a visitare il Salento!
Il viaggio è lungo, ma fra due chiacchiere scambiate con il vicino di posto,un pisolino e una passeggiata lungo i corridoi intasati di valige di ogni forma e dimensione per raggiungere il bagno, in 13 velocissime ore mi ritrovo alla stazione ferroviaria di Lecce. Il paesaggio pugliese è prettamente agreste con sconfinati campi coltivati a pomodori, carciofi ed insalata. Agrumeti si alternano a piccole zone boschive e il tutto assume una colorazione unica.
I miei compagni di avventura mi stanno già attendendo all'entrata dell'edificio e, carica come un mulo da soma, barcollo verso di loro con un sorriso a 67 denti! Si parte a tutta velocità (vigili non me ne vogliate!) verso... il centro di Lecce, la capitale salentina per eccellenza. Il centro storico di Lecce, un'accozzaglia di adorabili vicoletti che sfociano nella piazza del Duomo, è un esempio di “piazza chiusa” alla quale si accede da un'unica via: il risultato è quello del viaggiatore ignaro che cammina guardandosi intorno da una vietta all'altra fino a giungere all'ampiezza della piazza dove non può evitare di esclamare ohh per la sorpresa.
La maggior parte delle abitazioni e dei monumenti cittadini sono costruzioni barocche (in particolare gli interni delle numerosissime chiese che manifestano un'ampollosità artistica eccessiva a mio parere con navate ricche di quadri ornati da minuziosi particolari dorati ed affreschi interessanti ma anche di difficile interpretazione) e, oltre che risultare agli occhi dei visitatori, intriganti ed intrigate, trasmettono un senso di esagerazione nell'espressione stilistica quasi stancante. Questo è il mio punto di vista naturalmente, ma è senza alcun dubbio una valutazione personale e soggettiva.
Nonostante questo, Lecce è una città splendida con la statua di Sant'Oronzo, santo patrono, nell'omonima piazza e i resti ben conservati dell'anfiteatro romano, la chiesa di Sant'Irene, alcuni scorci cittadini fioriti e curatissimi, le chiese che spuntano ovunque come funghi, i negozi di oggettistica realizzata con la cartapesta, il carattere solare e vivace dei salentini. Sicuramente uno dei periodi migliori per visitare questa zona della Puglia è la primavera dove la temperatura è alta, ma non eccessiva e si possono sfruttare tutte le ore del giorno per gli spostameni e le visite, noi lo abbiamo fatto anche se i 28° si sentivano ugualmente sulla testa! Torniamo a Lecce: il centro è delimitato da antiche porte e dinanzi a quella posta a sud, un anziano signore vende cappelli ed occhiali da sole, la pelle del viso è bruciata da sole, ha pochi denti e uno sguardo curioso rivolto al mondo. Mi avvicino e cerco di rubare uno scatto, lui se ne accorge e mi sgrida scherzosamente, poi indossa uno dei suoi cappelli e si mette in posa a lato del suo carretto delle meraviglie per una foto! Lasciamo l'abitato e ci dirigiamo verso San Cataldo sul litorale adriatico, conosciuta per essere la spiaggia dei leccesi, la statale a due corsie è poco trafficata essenso ancora bassa stagione turistica e numerosi spericolati in bicicletta ci si avventurano in direzione del mare. S. Cataldo si trova fra il Parco naturale Bosco di Rauccio a nord e il Parco Naturale Le Cesine con un'oasi WWF a sud. Optiamo per questa seconda possibilità e, una volta raggiunto l'ingresso del parco adiacente alla strada provinciale, decidiamo di esplorarlo seguendo la stradina prima asfaltata e poi sterrata che si inoltra fra uliveti e campi rossi di papaveri. Qui non circolano auto, ma solo ciclisti del posto, noi camminiamo per quasi un'ora senza giungere al mare e così decidiamo di tornare indietro alla macchina e riprendere la nostra strada verso sud. Incontriamo il paesino di S. Foca che offre al viaggiatore una bella spiaggia di sabbia bianca, un mare cristallino e una gelateria lungomare niente male. Oltrepassiamo i laghi di Alimini dove è possibile addentrarsi nella natura solo attraverso un percorso pedonale e cicloturistico e da dove iniziano ad alternarsi tratti di scogliere rocciose e fiorite dominate da vecchie torri d'avvistamento e piccole baie sabbiose. La strada costiera è un susseguirsi di curve e l'autista non può certo distrarsi più di tanto per ammirare il paesaggio circostante, fortunatamente un piccolo falcoide ci taglia la strada volando in picchiata verso la limpidezza marina, così anche il nostro compagno di viaggio al volante ha avuto un piccolo premio per la sua perseveranza alla guida! Da San Badisco di Otranto, pochi km sopra la città, continuiamo verso sud saltando Otranto (già visitata gli scorsi anni, ma assolutamente da non perdere!) ed entrando in località Castro suddivisa in zona fortificata e zona marina. La prima giornata è stata intensa e intrisa di emozioni positive. Domani si procederà nella scoperta dei tesori del Salento inoltrandoci ancora più a sud e tenendo come punto di sosta per le prossime notti proprio la cittadina di Castro.

Per continuare a seguire le nostre avventure nel Salento potete saltare alla pagina riepilogativa Viaggio nella Puglia più lontana. Buona lettura!

 
 
 
Ultima modifica: 20 Gennaio 2025
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Vero

Correva l'anno 1983: anch'io vidi per la prima volta la luce del sole estivo e sorrisi.  Nel 2007 ho provato per la prima volta l'esperienza di un'avventura a due ruote e, da quel momento, non ne ho potuto più fare a meno... nel 2010 sono partita con Leo per un lungo viaggio in bicicletta nel Sud Est asiatico, la nostra prima vera grande avventura insieme! All'Asia sono seguite le Ande, il Marocco, Il Sudafrica e Lesotho... e il #noplansjourney...

Se non siamo in viaggio, viviamo sul lago d'Iseo!

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