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Viaggiare in bici, un'immersione nel mondo
Scritto da Anna.mb
Muoversi in bicicletta è andare a passo lento, che è anche il passo di chi incontro lungo la strada: mi sento poco invadente e un po' meno turista, la mia fatica in salita un po' si accorda alla loro. Sono sì una privilegiata, a poter essere qui in Marocco libera in viaggio, ma la precarietà del mio mezzo e il silenzio delle due ruote mi rendono più discreta ai loro occhi, non superiore ma veloce o lenta come loro, al ritmo di quel che mi circonda.
Faccio fatica a fotografare quel che vedo, in particolare le persone: un po' perché mi sembra di rubare loro qualcosa, e un po' perché sento che la fotografia, così come ogni racconto come questo, sarà sempre una falsificazione e un'interpretazione di ciò che vivo.
Gli odori, di cibo spezie carne e di villaggi o persone, quelli non li posso fotografare: mi lascio contaminare perché mi rimangano addosso.
C'è una bellezza quasi commovente, a tratti aspra e dura, nei volti delle persone e nei paesaggi delle vie secondarie che percorro. A un tratto compare un mercato a cielo aperto. Il delirio. Donne uomini artigiani frutta oggetti asini cavalli carretti camioncini riversati in strada. Provo a lasciarmi andare a un po' di coraggio e mi siedo al tavolo di un bar, in strada, in mezzo ad orde di uomini che ovviamente mi guardano. Devo essere una ben strana visione per loro. Incrocio bambini in bicicletta che mi inseguono per un pezzo, per sfida o per gioco, qualcuno mi lancia dei sassi e mi costringe ad andare a passo d'uomo, ma sono bambini e non c'è da aver paura.
E c'è il maestro del villaggio che pensa a loro. Incrocio lo sguardo di donne bellissime con il velo colorato chine sui campi; con loro mi lascio andare in ampi sorrisi. Incontro uomini di tutte le età in strade in mezzo al nulla sterrate dissestate che vanno a piedi chissà dove, oppure sui muli e coi cavalli carichi di carretti e di cose, o ancora seduti o che sbucano da un albero. Non sono mai sola. Un uomo mi ferma per strada: voglio darti una cosa mi ha detto, senza preamboli o introduzioni. Scende dalla macchina e tira fuori dal bagagliaio un melograno, che qui sono grandi come grossi pompelmi e io ne avevo gran voglia da un po'. Infinita salita e un ragazzo mi vede, affaticata e pesante: sorridendo si piazza dietro la mia bici e mi spinge correndo, il tempo di finire la rampa infinita.
Mi fermo in un bar a bere l'ennesimo the alla menta della giornata. Gesto abituale che prende un altro sapore: cameriera e gestore me lo offrono senza nulla spiegare. Una donna mi vede e mi chiede di pranzare con lei e i suoi figli: comunichiamo a gesti, non c'è lingua comune ma solo sguardi e carezze, bontà che traspare dalla sua mano che mette sul cuore - come a volermi rassicurare che sì, mi posso fidare.
Atti di gentilezza gratuita e senza un senso, che danno un senso più grande a questo viaggiare.
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Anna.mb
"Pedala e guarda avanti", ti dicono per insegnarti ad andare in bici. Forse allora devo ancora imparare: pedalo e guardo di lato, per incontrare volti, storie, natura, nuovi orizzonti... per poi cercare di dare forma a quelle emozioni scrivendo.
Ultimi commenti
Tutte le bici elettriche necessiterebbero comunque di una regolamentazione per l'uso in montagna , visto che la continua evoluzione le porta ad assomigliare a moto da fuoristrada piu che biciclette.
(Full disclosure: I'm the author of GpsPrune)