fbpx

Unisciti alla LiT Family



In bici in Andalusia tra sierre, vias verdes e città storiche

Scritto da
Vota questo articolo
(3 Voti)

Da poco hanno collegato Siviglia, capoluogo dell’Andalusia, con un volo diretto dall’aeroporto di Trieste e Susanna mi propone di approfittare di questa nuova tratta aerea per un tour in bicicletta. Così, incuriosito, cerco di informarmi sulle attrazioni ciclistiche della regione. Si sa che l’appetito vien mangiando e quando i miei occhi si posano su nomi come Sierra Morena, Pueblo, Transandalus o Ruta del Agua, la mia fantasia è già in volo immaginando deserti e meseta, cavalieri e mandrie in scenari da film western o fumetti di Tex Willer.

Life in Travel Diaries
Sono disponibili i Life in Travel diaries, libri fotografici con tanti racconti di viaggio scritti dai cicloviaggiatori per i cicloviaggiatori. Puoi acquistarli singolarmente, in bundle o abbonandoti al piano Esploratore della LiT Family. Che aspetti? Salta in sella con noi!

06 Ruta del Agua

Raccogliamo informazioni, studiamo percorsi, imballiamo le bici per il volo verso il capoluogo dell'Andalusia e partiamo alla scoperta di questa regione.

Giorno 1 - Un inizio infuocato

Nonostante sia la fine di settembre e da noi i primi accenni autunnali si siano già fatti sentire, appena scendo dall’aereo mi ritrovo sopraffatto da una calura opprimente e schiacciante mentre Susanna apprezza questo prolungamento di un’estate già infinita. Assembliamo le biciclette all’ombra afosa della pensilina dell’aeroporto e puntiamo direttamente verso nord riservandoci la visita di Siviglia per gli ultimi due giorni.

01 Aeroporto Siviglia

Ci accoglie una periferia polverosa e grigia nonostante un cielo terso e azzurro, un contrasto inatteso. Lungo stradine secondarie e una sterrata che affianca una ferrovia, attraversiamo alcune cittadine dalle caratteristiche case bianche. Tengo già d’occhio le fontanelle perché il sole picchia inesorabile e ho bisogno di acqua, possibilmente fresca.

Attraversiamo il fiume Guadalquivir, che non ci impressiona, e Alcalà del Rio e iniziamo un altro lungo sterrato polveroso. Mi preoccupo! Se domani il sole sarà ancora arrabbiato come oggi potrei rinunciare! Non ce la faccio a pedalare con 36-37 gradi infuocati!!

02 Guadalquivir

Arriviamo a Guillena, meta della prima breve tappa, senza aver apprezzato troppo né panorama né evidenti attrazioni delle cittadine attraversate.

L’oscurità arriva tardi portando la frescura notturna e la vita sociale. Con il buio la sonnecchiante Guillena sembra risvegliarsi e diventa una cittadina movimentata. Parecchia gente e una moltitudine di bambini affollano strade e parchi fino a tardi.

La piccola stanza dove alloggiamo invece continua ad essere soffocante e stenta a rinfrescarsi. In questa prima giornata mi sento sconfitto e sconfortato dal clima e dalla mancanza di allenamento mentre Susanna sembra sempre a suo agio.

Giorno 2 - La Ruta del Agua

Alle 7 di mattina è ancora buio pesto ma la temperatura è molto fresca e piacevolmente indossiamo un giubbettino. Iniziamo a pedalare alla luce dei lampioni. Oltre a noi soltanto qualche pedone mattiniero e dei netturbini che ramazzano a mano le strade.

03 Ruta del Agua

Troviamo il cartello della Ruta del Agua, percorso ciclo-escursionistico che si snoda serpeggiante lungo la sponda destra orografica della Rivera de Huelva. La strada sterrata, chiusa al traffico veicolare, corre alta sulle sponde del lungo lago artificiale e dai belvedere ci offre panorami mozzafiato.

Il buio si dissolve e sorge un sole addomesticato da un velo di nuvole sfilacciate. Questo e il leggero salire di quota rende la pedalata piacevole e godereccia. Dopo molti chilometri, nei quali incontriamo soltanto giocherelloni coniglietti selvatici, attraversiamo su una diga il rio Rivera de Huelva e iniziamo una salita decisa attraverso pascoli e allevamenti di tori e maiali.

04 Ruta del Agua

05 Ruta del Agua

07 Ruta del Agua

Avevamo già notato delle locandine di corride e pensavamo fossero soltanto ricordi di tempi passati, invece veniamo a sapere che attraverso una legge del 2013 le corride sono state dichiarate patrimonio culturale e quindi protette. Come avremo modo di constatare, ogni cittadina ha la sua Plaza de Toros, più o meno grande, e le sue Fiestas de Toros.

Presso il lago del Serrano la Ruta del Agua termina e su asfalto raggiungiamo El Ronquillo dove ci aspetta un ottimo bocadillo de Jambon iberico, più comunemente un panino al prosciutto!

08 Tori

09 El Ronquillo

Fino a Santa Olalla del Cala è tutta statale asfaltata sotto a un sole nuovamente rabbioso. Per fortuna il traffico è inesistente e troviamo qualche albero dove sostare e riposare all’ombra. Il Castello di Santa Olalla del Cala ci invita già da lontano ma purtroppo non è visitabile. Anche questa cittadina sembra deserta, strade vuote, negozi chiusi e serrande abbassate. Tutto si anima troppo tardi per noi, stanchi e desiderosi di fresco e di riposo.

11 Santa Olalla del Cala

12 Santa Olalla del Cala

Giorno 3 - Via de la Plata

Anche oggi partiamo con il buio cercando di sfruttare la frescura mattutina. Incrociamo un sovrapporsi di sentieri ma la nostra intenzione è quella di seguire il “GR48 – Sendero de Sierra Morena” e/o il Transandalus, dei quali troveremo soltanto un paio di indicazioni e saremo costretti a seguire la traccia pianificata da casa.

13 El Real de la Jara

Alla luce delle pile frontali attraversiamo un cancello per il bestiame che richiudiamo alle nostre spalle. Immediatamente veniamo circondati da diversi cani ringhianti di varie taglie. Evitiamo di risalire in bici e con cautela attraversiamo la proprietà di loro competenza. Passo dopo passo avanziamo lentamente mentre i cani da una parte abbaiano e dall’altra arrivano ad annusarmi addirittura i gomiti. Senza preavviso, come se avessimo oltrepassato un confine invisibile, i cani smettono di abbaiare e se ne ritornano indietro. Rimontiamo in bici e ci sentiamo sollevati dallo scampato pericolo.

Mentre albeggia la traccia ci porta a sbattere contro un altro cancello, questa volta chiuso con un lucchetto e con tanto di segnale di pericolo. Dalle staccionate intuiamo che potrebbe essere un recinto per tori.

Che fare?

Tornare indietro ed affrontare un’altra volta i cani?

Non ci pensiamo nemmeno!

Vagabondiamo tra l’erba su tracce incerte che costeggiano le staccionate fino ad arrivare a pochi metri da una strada asfaltata, separati da questa soltanto da una recinzione di filo spinato. Non troviamo altra soluzione che scavalcare. Sentendoci dei furfanti, scavalchiamo con prudenza passandoci le bici ed i bagagli da una parte all’altra. Spesso penso che alla nostra età dovremmo essere più ragionevoli e cauti e non scadere in queste ragazzate riprovevoli!

14 Via de la Plata

Riguadagnato l’asfalto, sul quale passa un tratto dell’Eurovelo 1, in breve raggiungiamo la ciclabile che ci porta a Real de la Jara. Ci inoltriamo lungo la Ruta Cicloturistica Dehesas de Sierra Morena, splendido percorso attraverso i pascoli di questo Parco NaturaleIl tracciato coincide con Il Cammino di Santiago – Via de la Plata e incontriamo parecchi pellegrini/camminatori.

Trattandosi di un cammino qualche tratto lo dobbiamo fare spingendo le bici a mano. Superiamo mandrie di cavalli e greggi di capre in un susseguirsi di saliscendi rossastri intrisi di aromi animaleschi e speziati. Verso la fine (o l’inizio) del cammino arriviamo ad Almadén de la Plata direttamente all’arena della Plaza de Toros. Il paese è simile agli altri di questa regione: bianche case basse, decorate con contorni ocra o amaranto. Il tutto a formare un candido contrasto con il panorama circostante riarso e brullo.

15 Almaden de la Plata

Per fortuna facciamo scorta di acqua e cibo perché per i lunghi chilometri successivi non troveremo nient’altro che pascoli deserti e natura incontaminata. Ci affacciamo sul Arroyo de la Calzadillas e un panorama sconfinato ci si apre davanti. Potremmo essere ovunque, in qualche prateria del Texas o qualche savana africana. Se una banda di indiani urlanti, armati di frecce e “bastoni tonanti”, ci circondasse cavalcando i loro mustangs, o se scorgessimo alte sopra la vegetazione delle teste di giraffe maculate, non ci stupiremmo minimamente.

16 Arroyo de Cazadillas

17 Arroyo de Cazadillas

Al ponte sul Rio Viar, che sembra un vasto lago, iniziamo una sfiancante risalita sotto ad un sole nuovamente aggressivo. Le soste all’ombra diventano frequenti. Alla fine di questa lunga tappa raggiungiamo Cazalla de la Sierra, candida cittadina con un centro pedonale curato e una grande e particolare chiesa risalente al XIV-XV secolo costruita in più stili architettonici.

18 Rio Viar

19 Arroyo de Cazadillas

20 Cazalla de la Sierra

Giorno 4 - Via Verde Sierra Norte de Sevilla

Questa mattina partiamo tardi con il sole già alto ma non ci preoccupiamo viste le temperature decisamente gradevoli. I cupi pensieri del primo giorno ormai sono svaniti e tutto appare più semplice e piacevole anche se le terre che attraversiamo si rivelano spesso aspre e selvagge.

Imbocchiamo un tratto del Camino Viejo de Navalvillar che coincide con il ben più lungo Transandalus che attraversa tutta la Sierra Morena. Più avanti ci innestiamo sulla Via Verde de la Sierra Norte de Sevilla, una vecchia ferrovia mineraria dismessa sulla quale confluiscono diversi tracciati ciclopedonali.

21 Via Verde Sierra Norte de Sevilla

Procediamo su pendenze irrisorie, ma costanti, sopra vecchi ponti ferroviari che si affacciano sulla sottostante Rivera de Huesna. Una breve galleria ci fa sbucare a San Nicolas del Puerto e con una deviazione scendiamo alle acque verdastre e limacciose del Arroyo de los Parrales e al vecchio ponte romano.

Ripresa la Via Verde passiamo attraverso il Cerro de Hierro, antico centro minerario per l’estrazione del ferro. Poco dopo il tracciato della vecchia ferrovia termina e con più difficoltà seguiamo delle tracce finché sbuchiamo sulle ampie distese di pascoli di El Rebollar. Un susseguirsi di sterrate di terra rossastra, che mutano in un giallo creta e in un grigio polveroso, ci sospingono al belvedere del Mirador di Puerto Robledo, dove la vista spazia su una serie infinita di boschi e colline che si perdono in lontananza.

23 Mirador Puerto de Robledo

Constantina, sovrastata dal suo Castillo, si lascia piacevolmente attraversare e, anzi, invita ad una sosta ristoratrice prima di intraprendere la lunghissima, ondulata, solitaria e panoramica sterrata per il lago artificiale Embalse de Retortillo. Dopo tanto sterrato ritrovare l’asfalto fa piacere anche se le salite continuano a perseguitarci fino a Hornachuelos, situato già nella provincia di Cordova.24 Constantina

25 Sierra de Hornachuelos

Giorno 5 - 6 - Cordova

Quando si pianifica da casa non si riesce ad immaginare perfettamente quello che è in realtà il terreno sul quale si pedalerà. Dopo pochi chilometri di asfalto ci ritroviamo su un sentiero sconnesso e duro, più adatto alle MTB che a bici cariche di bagagli. Almeno il vasto panorama rende giustizia al tracciato.

Cominciamo a scorgere da lontano lo scenografico Castello di Almodovar del Rio, cittadina che raggiungiamo troppo presto per poter partecipare alla pittoresca festa della Patrona Vergine del Rosario ancora in allestimento. Ormai in pianura ci dirigiamo verso Cordova seguendo una strada sterrata che costeggia un canale. Troviamo molti cartelli di divieto di accesso ma essendoci altra gente non ci preoccupiamo troppo.

26 Cerro del Loco

27 Cerro del Loco

28 Almodovar del Rio

Il lungo canale e la sterrata terminano e veniamo risucchiati dalle ordinate ciclabili che dai sobborghi ci permettono di superare indenni il traffico periferico di Cordova, dove meritatamente ci fermiamo un giorno per riposare e fare i turisti.

30 Cordova

31 Torre Calahorra

32 Mezquita

Giorno 7 - Via Verde de Campiña

La mattinata inizia con la sorpresa di una gomma a terra. Facciamo un veloce inventario e scopriamo che forse siamo scarsi di camere d’aria di riserva e toppe, visto i lunghissimi sterrati che ci attendono e le precedenti forature. A un distributore riusciamo a trovare delle bombolette ripara gomme da moto e ce le facciamo andare bene.

33 POnte Abbas Ibn Firmas

29 Canal del Guadalmellato

Con animo più tranquillo lasciamo Cordova lungo la sponda sinistra del Guadalquivir. Imbocchiamo la Via Verde de Campiña, una lunga linea ferroviaria trasformata in ciclo-pedonale. Niente a che vedere con le ciclopedonali cittadine, si tratta di uno sterrato polveroso che attraversa piacevoli praterie, pascoli e canneti su pendenze minime in uno scenario sconfinato. Dalla parte opposta della vallata, solcata dal Guadalquivir, scorgiamo le alture della Sierra de Hornachuelos attraversata nei giorni precedenti.

34 Via Verde de Campina

35 Via Verde de Campina

Vastissimi, solitari e per noi inconsueti panorami ci accompagnano fino ad Ecija, la città delle torri.

36 Via Verde de Campina

37 Ecija

Giorno 8 - Camino de Pasion

Dalla bella Plaza España di Ecija ci addentriamo in un dedalo di sensi unici per poter riprendere la Via Verde de Campiña. Quasi sempre su sterrato la lunga ex-ferrovia ci porta a Fuentes de Andalucia. Ci sembra strano, ma dopo tanti giorni l’aria si è decisamente raffrescata e nuvoloni neri minacciano pioggia.

38 Via Verde de Campina

Dopo Fuentes de Andalucia non troviamo più le indicazioni della Via Verde de Campiña ma seguiamo il Camino de Pasion e/o il Camino de Fuentes de Andalucia. La lunga statale SE226 abbandona Fuentes in direzione ovest.

Sferzati da un insistente e sfiancante vento contrario, non incontriamo anima viva per chilometri e chilometri. Pascoli e campagne si propagano a perdita d’occhio in ogni direzione.

L’unica presenza umana sono dei piccoli roghi accesi per bruciare le ultime stoppie e lasciati ardere incustoditi. Gli ultimi chilometri per Carmona sono ancora su sterrato polveroso.

39 Camino de Fuentes de Andalucia

40 Camino de Fuentes de Andalucia

41 Camino de Fuentes de Andalucia

La salita alla bella cittadina è faticosa ma siamo ripagati da un caratteristico accesso attraverso possenti mura risalenti ai tempi dei cartaginesi e romani. Mi piace pensare che abbiamo ricalcato a tratti il percorso fatto anticamente da Annibale con i suoi elefanti. Facciamo in tempo a sistemarci in un caratteristico hotel che già inizia a piovere a dirotto.

Ci vengono i brividi ad immaginarci sotto questo diluvio negli ultimi chilometri, fradici e impiastricciati di scivoloso fango: l’abbiamo scampata per un pelo!

42 Carmona

43 Carmona

Giorno 9 - Via Verde de los Alcores

La mattinata è soleggiata anche se non ancora calda. Sotto di noi un mare di nuvole, adagiate sulla pianura percorsa ieri, che già iniziano a dissolversi. Un vero spettacolo. Ci sembra un buon auspicio iniziare la giornata così.

Gironzoliamo un po’ per Carmona prima di scendere a valle ormai quasi sgombra di nuvole. La Via Verde de los Alcores è un altro ex tracciato ferroviario sul quale correva lo storico “Tren de los Panaderos”, il treno dei fornai, che trasportava appunto i fornai ai mulini di Alcalà de Guadaìra per macinare il grano raccolto.

44 Via Verde Los Arcoles

45 Via Verde Los Arcoles

Non avevamo preso in considerazione che la pioggia di ieri avrebbe reso fangoso il percorso sterrato. Incerti, proseguiamo incoraggiati soltanto da qualche breve tratto percorribile più facilmente. Dopo un po’ il fondo migliora definitivamente e come gli antichi “Panaderos”, piacevolmente arriviamo ad Alcalà de Guadaìra, la città del pane. Dopo tante cittadine pigre e sonnolente Alcalà de Guadaìra ci sorprende con il suo traffico disordinato e i suoi palazzoni.

46 Puerta Verde de Alcalà de Guadaira

Il suo centro pedonale però è un’oasi gradevole e tranquilla. Passando sotto al castello in stile almohade, che sovrasta un quartiere bianchissimo, imbocchiamo la ciclabile Puerta Verde de Alcalà de Guadaìra lungo la sponda del rio omonimo. Aggiriamo il caratteristico mulino de Realaje ancora ben conservato e per questa tranquilla pista ciclabile non abbiamo nessuna difficoltà a raggiungere la periferia di Siviglia presso l’Università Pablo Olavide.

Il centro del vivace capoluogo dell’Andalusia è facilmente raggiungibile lungo una ordinata rete di ciclabili cittadine.

47 Plaza de Toros Sevilla

Giorno 10 – 11 - Siviglia

Smessi i panni da cicloturisti ci impegniamo a fare i turisti per il tempo che ci rimane prima del volo di rientro.

Tra una “paella” e un “rabo de toro” non resta che recarci al negozio Kanina Bike presso il quale avevamo prenotato il servizio di smontaggio e imballaggio delle bici e transfert.

48 Sevilla Triana

Troviamo gente solerte e competente che in meno di un’ora ci risolve il problema dell’imballaggio e ci porta al vicino aeroporto per il rientro a casa.

L’attesa è lunga ma abbiamo tempo per riordinare emozioni e sensazioni che questa terra, al contempo arida e severa ma anche sorprendentemente accogliente ed entusiasmante, ci ha saputo regalare.

  • Il centro storico di Siviglia e i suoi monumenti ed edifici
  • Il centro storico di Cordova, la Mezquita, la Torre de Calahorra
  • La selvaggia Rivera de Huelva e la Ruta del Agua
  • I pascoli del Parco della Sierra Norte de Sevilla e del Arroyo de Calzadillas
  • Il Cerro de Hierro e il Mirador Puerto del Robledo
  • La via verde de Campiña
  • Ecija e Carmona altrettanto attraenti ma turisticamente meno frequentate.
  • Ci sono molti voli diretti per Siviglia, tra questi uno da Trieste con Ryanair.
  • I collegamenti per il centro di Siviglia avvengono con autobus che non trasportano bici, nemmeno imballate, oppure con taxi che bisogna prenotare e specificare il trasporto bici.
  • Non esiste un deposito bagagli in aeroporto e non abbiamo trovato nessun albergo, B&B o Casa Rural disposta a tenerci gli scatoloni per imballare le bici se non a fronte di un pagamento di 5€ a scatola al giorno. La soluzione per il ritorno è stata abbandonare gli scatoloni e rivolgerci al negozio Kanina Bike che offre, su prenotazione, un ottimo servizio di assistenza bici, fornitura scatola, smontaggio ed imballaggio bici e trasporto all’aeroporto a prezzi ragionevoli.
  • L’itinerario da noi percorso è stato ricavato raccordando itinerari segnalati già esistenti con tratti non segnalati studiati a tavolino. Un paio di brevi tratti a spinta potrebbero essere evitati. Sconsigliati i primi chilometri dopo Santa Olalla del Cala per evitare cani e filo spinato.
  • Si trova acqua (assolutamente necessaria) soltanto nelle cittadine. Dato il caldo e due tappe piuttosto solitarie e lunghe è meglio fare scorta appena possibile.
  • Lo sterrato percorso ci è sembrato molto più lungo del 60% risultante ma il fondo è sempre stato ben pedalabile anche nel tratto meno agevole.
  • L'unica salita lunga e faticosa si trova una ventina di chilometri prima di Cazalla de la Sierra. Le altre salite sono tutte più brevi e meglio pedalabili.
  • La cittadina meno facile da attraversare è stata Alcalà de Guadaìra.

I nostri alloggi e ristori

Lungo la Via de la Plata e il Camino di Santiago si trovano diversi ostelli e Casa Rural a prezzi contenuti. Non credo che ci siano problemi per il campeggio libero ma molte zone sono recintate.

Noi abbiamo alloggiato qui:

  • Guillena: Hostal Bar Frances, accolti amichevolmente ci hanno trovato anche un posto sicuro per le due bici all’interno del ristorante. Camera afosa e soffocante ma prezzi onestissimi.
  • Santa Olalla del Cala: La Posada del Caminante. Bella casa tipica dove poter sistemare le bici e cucinare.
  • Cazalla de la Sierra: Hotel La Posada del Moro, splendido hotel ricavato da una dimora tipica, a pochi passi dal centro.
  • Hornachuelos: Vivienda Rural Casa Bonita, tipica casa con terrazza panoramica.
  • Cordova: Pension Los Arcos, in un palazzo tipico con bellissimo patio interno, dove abbiamo parcheggiato le bici, a pochi passi dal centro storico.
  • Ecija: Alojamento Turistico La Casa en el Centro, splendido palazzo tipico con ampio patio interno, praticamente in centro.
  • Carmona: Hotel Servilia in uno splendido palazzo storico.
  • Siviglia: Hotel Reyes Catolicos, senza alcuna particolare attrattiva. Ci hanno fatto mettere le bici in sala colazione. In pochi minuti a piedi si raggiunge tutto.

Poche le possibilità di ristorarsi tra una cittadina e l’altra per cui, almeno in due tappe, è consigliabile acquistare dei viveri nei negozi. I piatti tipici sono semplici ma saporiti a base di patate, verdure, carne di maiale, coda di toro (specialità) o manzo. Il prosciutto Iberico (Jambon) è una prelibatezza con un sapore ineguagliabile. Con il caldo è molto piacevole il Salmorejo, una zuppa fredda di pomodoro tipica della zona.

Imperdibile l’ottima birra Cruzcampo servita dappertutto a temperature glaciali a prezzi irrisori. In ogni cittadina ci sono diversi bar che offrono una buona scelta di tapas (assaggini) o platos per tutti i gusti a prezzi contenuti.

Attenzione agli orari: aprono tardi ed è difficile se non impossibile trovare qualcosa aperto nei Pomeriggi, ahimè, proprio quando la sete e la calura si fanno sentire.

 
 
Scrivi qui quel che pensi...
Log in con ( Registrati ? )
o pubblica come ospite
Carico i commenti... Il commento viene aggiornato dopo 00:00.

Commenta per primo.

Sangioss

Ormai 60enne, acciaccato, ex alpinista, escursionista, cicloamatore da strada e da montagna, cicloturista e cicloviaggiatore. Assieme alla mia compagna Susanna, lavoro permettendo, passiamo parecchio tempo sui pedali e altrettanto a progettare escursioni e viaggi, a volte su percorsi classici e assai noti e altre volte improvvisando itinerari su strade secondarie poco conosciute. Spesso mi chiedo perchè lo faccio...e spesso mi rispondo semplicemente: perchè no!?