Profumo di mare, salsedine che solletica il viso, tramonti infuocati e scogliere che diventano parte dell'immensità marina, le isole Cicladi, in Grecia, sono una destinazione da sogno per chi ama vivere a stretto contatto con la Natura, magari girando in bicicletta. Vieri ha scelto le Isole Cicladi per un viaggio in bici pieghevole: 64 giorni per conoscere queste terre emerse nel profondo, 64 giorni di vita insulare nel cuore del Mar Egeo.
Com'è nata l'idea di organizzare il viaggio alle Isole Cicladi in Grecia con una bici pieghevole?
Dunque, da cosa cominciare? Le motivazioni sono state varie… alcune delle quali credo comuni a molte persone oggi giorno. Provo a condensarle in poche righe.
Inizialmente quella del viaggio: a 31 anni, dopo diversi anni dedicati al lavoro e alla coltivazione di una relazione purtroppo mai decollata, sentivo il bisogno di allontanarmi dalla routine, dalla mancanza di stimoli e da pensieri ricorrenti ormai diventati asfissianti. Nutrivo da molto il desiderio di concedermi egoisticamente un periodo per me stesso, e – insoddisfatto della situazione in cui ero – ho iniziato ad ascoltare più profondamente quello che cuore e istinto mi andavano suggerendo da troppo tempo. Il sibilo leggero iniziale giorno dopo giorno ha assunto le dimensioni di un latrato incontenibile. Alcune letture di viaggio (Bettinelli e Tesson su tutte) e il seguire costantemente esperienze come le vostre o come quelle che raccontate su Life In Travel mi hanno poi aiutato a trovare quel pizzico di coraggio che forse mi mancava e sono state la spinta definitiva che mi ha portato a smettere di rifletterci sopra e semplicemente partire. C’è chi lo ha definito escapismo. Single, con qualche risparmio da parte e con l’estate alle porte, mi sono trovato nella condizione di poter sospendere il lavoro per un po’ e provare a percorrere una strada tutta “mia” verso qualcosa che possa chiamarsi felicità. Non avevo ben chiaro che cosa potesse essere, ma ero sicuro che un mix tra solitudine, panorami nuovi, sana fatica fisica e libertà avrebbero fatto al caso mio. Tutte cose che soltanto camminare e andare in bicicletta sono da sempre in grado di darmi… col vantaggio che con una bicicletta si spazia meglio! Il perché della bici pieghevole ha avuto origine invece dall’idea, nata con un Tour Operator italiano, di costruire in futuro una sorta di cicloturismo alternativo. Storia ancora tutta da scrivere, ho voluto tuttavia cominciare a verificarne la “fattibilità” partendo per la mia avventura con una pieghevole, impacchettandola su un volo per Santorini e intendendo scoprirne in itinere i pro e i contro.
La bici pieghevole è facile da trasportare in aereo e sui mezzi pubblici... e per viaggiare com'è? Dopo averla provata la consiglieresti per un'esperienza di cicloturismo?
Se si è consapevoli di quello che può offrire e quello che inevitabilmente toglie, assolutamente sì! Il ventaglio delle bici pieghevoli è estremamente variegato, le case produttrici sono molte e di diversa qualità. Ho scelto una Brompton, uno tra i marchi più noti e affidabili, e devo ammettere che mi sono trovato meglio di quanto potessi immaginare. Senza dubbio una pieghevole – rispetto alla bicicletta “standard” con cui avevo pedalato due estati fa tra Carinzia e Friuli – perde in performance e comodità di pedalata, ma ha la fortuna di essere incredibilmente maneggevole ed adattabile a qualsiasi evenienza. In ogni momento la si può piegare e trasportare, senza costi particolari, su aerei, navi, traghetti, autobus gonfi di persone e auto anche di piccola stazza. In più occasioni ho sfruttato passaggi in autobus o autostop per raggiungere zone lontane o semplicemente “tagliare” tratti evitabili. Le ruote piccole, inoltre, non precludono la possibilità di caricare borse da viaggio e zaini anche pesanti … usando solo qualche comodo accorgimento.
Con cosa hai equipaggiato la bici per la tua avventura di 64 giorni?
Durante le tratte di spostamento – mai molto lunghe a dir la verità, semplici porto / campeggio e viceversa – fissavo gli spallacci dello zaino ad un pezzo di legno posizionato sotto il sellino, immobilizzandolo quindi con un paio di cinghie. Per esplorare le isole invece mi muovevo più agilmente sistemando sul portapacchi uno zainetto più leggero, un asciugamano, un costume e una bottiglia d’acqua. E poi un marsupio legato al manubrio per avere sempre sotto il naso i pochi oggetti di valore che avevo con me.
Con quanti chili hai viaggiato e ... ci dici tre cose assolutamente da non dimenticare a casa?
Ho scelto la Grecia e le isole Cicladi per la mia prima esperienza in pieghevole proprio perché sapevo che, essendo estate, non avrei dovuto portare con me carichi incredibili: una tenda, un sacco a pelo, un materassino gonfiabile, qualche ricambio per me e la bicicletta e poco altro. Escludendo il necessario, insomma, imprescindibili per me sono stati: un buon libro, un panama per difendermi dal sole e l’amaca… i tronchi di tamerice greca offrono basi d’appoggio meravigliose, soprattutto sotto la canicola d’agosto!
La Grecia, e in particolare le isole Cicladi, sono una destinazione facile da pedalare?
Sapevo che le Cicladi sono isole aride e montuose, ma me le aspettavo più semplici. Nulla di insormontabile, ma la combinazione di pendenze prepotenti (per esempio a Serifos, a Amorgos, o anche i pochi chilometri che dal porto di Santorini si arrampicano vertiginosamente sulla caldera), caldo feroce e vento spietato (il famigerato Meltemi) hanno reso talvolta le pedalate molto impegnative e difficili. Per questo, però, ancora più divertenti… soprattutto quando le salite lasciavano spazio a discese con viste davvero mozzafiato.
Ci racconti tre luoghi che non dimenticherai mai del tuo viaggio?
Non avevo pianificato un vero e proprio itinerario prima di partire. Ad essere sincero non ero nemmeno sicuro di quanto avrei resistito in terra greca. L’idea iniziale era di non perdermi le rinomate Mykonos e Santorini (rivelatesi un po’ troppo turistiche per i miei gusti) e scoprire il maggior numero di isole possibile. Alla fine ho pedalato su 14 isole ed è proprio vero quel che si dice delle Cicladi: tutte diverse tra di loro e una più bella dell’altra. Scegliere tra così tanti luoghi incredibili è davvero arduo compito, ma se devo individuarne tre per me indimenticabili direi:
- Naxos, per la sua varietà – tra spiagge infinite, acque cristalline, valli rigogliose, taverne sulla sabbia, villaggi montani e ruralità ancora tipiche – e gli innumerevoli tramonti verso l’isola di Paros da cui ogni sera era impossibile distogliere lo sguardo.
- Amorgos, un’isola con una energia davvero particolare ed un monastero – quello di Hozoviotissa, gemma bianca incastonata ai bordi di una montagna a picco sul mare – di una bellezza irrazionale;
- Sifnos, nella sua totalità… la mia preferita ! La baia di Kamares, complice il campeggio più ospitale in cui mi sia mai trovato (il Makis Camping, a 50 metri dal mare), per svariati giorni è stata per me come una seconda casa. Spero di tornarci un giorno.
Viaggiare da soli ha vantaggi e svantaggi: per te quali sono stati?
In maniera abbastanza banale risponderei che il vantaggio più grande è il potersi gestire il tempo con estrema libertà e senza dover scendere a patti con nessuno se non con sé stessi, seguendo soltanto i propri impulsi, i propri bisogni, i propri desideri. Era quello che andavo cercando da questa avventura e del resto, quando si viaggia da soli, si è soli unicamente quando si vuole esserlo. Difficilmente trascorre giorno senza aver l’opportunità di incontrare qualcuno di nuovo e stringere amicizie inattese, non soltanto nelle isole Cicladi tra Agosto e Settembre. Ricordo che parlai proprio di questo con un ragazzo incontrato ad Amorgos, un viaggiatore in giro col suo Kayak da mesi col progetto di circumnavigare in tre anni l’Europa intera e quasi mai trovatosi realmente da solo. Ho provato a scrivere di lui e del nostro incontro in un post. Qualche volta, tuttavia, avrei voluto condividere con qualcuno di caro uno dei momenti che avevo la fortuna di vivere; una pedalata ad alta quota, un piatto, una birra, una nuotata in mare aperto, una stellata, un orizzonte diverso… ed è senz’altro questo quello che mi è mancato di più.Dopo questa prima esperienza di viaggio in bici, quale sarà la tua prossima destinazione?
E’ da quando sono tornato che ci sto riflettendo. Ammetto che mi piacerebbe cimentarmi con un’esperienza più impegnativa, lontana e lunga, ma dipende da tanti fattori. Magari in Sud America, magari in Asia. Ancora con una bicicletta pieghevole? Chissà …
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