Unisciti alla LiT Family
Ciclovia Adriatica: pedalata costiera da Trieste a Leuca
La ciclovia Adriatica è un progetto risalente a qualche anno fa che dovrebbe collegare Trieste, in Friuli Venezia Giulia, a Leuca in Puglia, raccordando tra loro ciclovie e piste ciclabili esistenti e strade secondarie che si snodano lungo la costa adriatica per circa 1500 km. Dico dovrebbe perché ancora non è stato completato. Ogni anno si aggiungono nuovi chilometri di piste ciclabili incrementando il percorso su sede propria e diminuendo le deviazioni sulla fastidiosa e trafficata SS16, ma rimane ancora molto, molto lavoro da fare, anche per quanto riguarda la segnaletica, quasi del tutto inesistente.
Dati tecnici
Ciclovia Adriatica da Trieste a Santa Maria di Leuca in bici
Partenza/Arrivo | Trieste/Santa Maria di Leuca |
Tempo | 20-24 giorni |
Dislivello |
10000 m circa
|
Lunghezza |
1500 km circa
|
Tipologia di fondo: |
ciclovia - misto principalmente asfalto
|
Difficoltà | |
Panorama |
In questo articolo
- Ciclovia Adriatica, una bellissima incompleta
- Partenza e via... da Trieste verso sud sulla Ciclovia Adriatica
- Venezia, la laguna e il delta del Po
- Ravenna e la Riviera Romagnola
- Ciclovia Adriatica: le prime asperità
- Il Conero e la ciclovia Adriatica in discesa
- La costa dei Trabocchi in Abruzzo
- Ciclovia Adriatica verso sud... tanta, troppa statale!
- Si cambia musica in Puglia
- La fine del viaggio lungo la ciclovia Adriatica
- Ciclovia Adriatica in pratica
- Conclusioni sulla nostra ciclovia Adriatica
Ciclovia Adriatica, una bellissima incompleta
Forse è proprio per questa caratteristica di incompletezza e lunghezza che mi sono lasciato sedurre appena Susanna mi ha proposto la ciclovia adriatica da Trieste a Leuca. È lei che scova sempre nuovi itinerari che poi concretizziamo assieme. E poi è sicuramente un modo diverso per conoscere un'Italia dalle mille sfaccettature, anche culinarie, sempre accantonate a favore di sentieri montani, colline e boschi.
Ci informiamo a dovere, leggiamo tutto sui siti dedicati, scarichiamo tracce gps e roadbook e già ci accorgiamo di varie discrepanze tra descrizioni pseudo-ufficiali e tracce gps! Ancora prima di partire ci rendiamo conto che gran parte del percorso dovremo verificarlo e metterci tutto il nostro istinto e intuito, scegliendo di volta in volta il percorso che più ci aggrada tra le molte possibili varianti che ci propone la documentazione estremamente varia in nostro possesso. Sbrigate le seccanti formalità per prendere ferie siamo pronti per la partenza.
Partenza e via... da Trieste verso sud sulla Ciclovia Adriatica
Già alla stazione di Trieste ci imbattiamo nei primi dubbi e andiamo a casaccio, nessun cartello segnaletico ad attenderci. Eppure qui dovrebbero passare anche la ciclovia Adriabike e la FVG2, percorsi che per molti chilometri si sovrappongono tra loro e all’Adriatica. Visto che siamo di casa e i posti li conosciamo benissimo, scegliamo il percorso più breve, ma anche più spettacolare, lungo la SS14, strada costiera triestina che meriterebbe di essere percorsa al tramonto. Soltanto in provincia di Gorizia troviamo i primi cartelli della FVG2 e dell’Adriabike.
Trascuriamo il tratto, per noi stra-conosciuto, da Monfalcone a Grado (invece assolutamente consigliabile), evitando un pezzo di FVG2 e della famosa Ciclabile Alpe Adria, per puntare direttamente a Cervignano e Torviscosa dove ritroviamo per breve tratto la FVG2 e percorsi ciclabili denominati Boscovie che ci permettono di arrivare a Lignano Sabbiadoro in bici. Abbandoniamo il Friuli Venezia Giulia traghettando sul fiume Tagliamento (servizio stagionale) per approdare direttamente a Bibione in Veneto. Seguiamo ora i percorsi ciclabili Giralaguna e I2 e I3 per arrivare a Caorle e Jesolo, incrociando la ciclabile del Sile.
Venezia, la laguna e il delta del Po
A Punta Sabbioni prendiamo il traghetto con trasporto bici per il Lido di Venezia dove troviamo la Ciclovia delle Isole di Venezia E5. Percorriamo tutto il Lido e poi, sempre traghettando, anche l’isola di Pellestrina per poi sbarcare a Chioggia. In estate l’afflusso domenicale di ciclisti rende difficoltoso e lungo il traghettamento e non tutti i traghettatori sono ben disposti nei confronti dei cicloturisti. Soltanto in uscita da Chioggia ritroviamo indicazioni per le ciclabili I2 e I3 che ci porteranno ad attraversare prima il fiume Brenta, poi l’Adige e successivamente tutto il bellissimo Delta del Po, attraverso argini e rami secondari del fiume più lungo d’Italia.
Un piccolo traghetto ci permette di oltrepassare il Po di Levante e continuare oltre Porto Tolle, lungo il Po di Gnocca fino a Goro ormai in Emilia Romagna. Ci siamo lasciati alle spalle un micro (o macro?) cosmo fatto di acqua, verde, sole, animali e purtroppo zanzare, che da solo merita un viaggio.
Qui le ciclabili cambiano denominazione e diventano FE20, FE302, FE30, FE417 e sono ottimamente segnalate. Lo splendido bosco della Mesola precede il Lido e l’ombrosa pineta di Volano, all’interno della quale dicono che si possano vedere cervi e caprioli….ma noi non vediamo nulla. Qui troviamo uno dei pochissimi cartelli della Ciclovia Adriabike. Dopo Volano il sentiero costeggia belle zone costiere selvagge tutto l’opposto dei lidi turistici che seguiranno.
Attraversiamo tutti i lidi e ci dirigiamo a Comacchio per una doverosa sosta. Aggiriamo tutte le Valli di Comacchio pedalando su lunghissimi argini in completo silenzio e, purtroppo, sulla trafficata e stressante SP72, avvistando una moltitudine di nutrie e fenicotteri rosa. Traghettiamo sul Fiume Reno e sulla sponda opposta troviamo il terzo cartello della Adriabike. Tre cartelli in 400 km mi sembrano pochini!
Ravenna e la Riviera Romagnola
Abbandoniamo il percorso delle tracce in nostro possesso e ci dirigiamo direttamente verso la splendida Ravenna per la lunghissima e stressante SP1. Davanti alla stazione di Ravenna troviamo un altro cartello descrittivo dell’Adriabike che qui termina. Seguiamo con qualche difficoltà le indicazioni per la Ciclabile per Cervia che ci fa attraversare la fittissima pineta di Classe e poi quella di Milano Marittima. Un altro piccolo universo di freschi ed intricati sentieri. A Cervia praticamente inizia la famosa Riviera Romagnola ed è impossibile sbagliare strada, basta seguire le affollatissime ciclo-pedonali del lungomare approfittando di minuscoli traghetti per oltrepassare stretti corsi d’acqua. Attraversiamo Rimini, Riccione e Cattolica per abbandonare l’Emilia-Romagna ed entrare nelle Marche a Gabicce Mare. Sin qui siamo stati tormentati dalle zanzare e, nonostante tutte queste rinomate e famose spiagge turistiche, il caldo e l’azzurro del mare, non ci è venuta voglia di un bagno nemmeno per un momento! Tra l’altro, in mezzo agli stabilimenti balneari e gli ombrelloni, il mare quasi non si vede.
Ciclovia Adriatica: le prime asperità
Qui i dati in nostro possesso sono di difficile interpretazione e non troviamo indicazioni, che fare? Ovvio, si sale! Abbiamo davanti la salita di Gabicce Monte e il Parco del Monte San Bartolo, come si può rinunciare? Sarà la prima delle belle salite che affronteremo. Da Gabicce Monte finalmente possiamo ammirare la splendida Riviera Romagnola dall’alto. Percorriamo la Strada Panoramica passando per Casteldimezzo e Fiorenzuola di Focara. Lungo la strada diversi ciclisti con bici a pedalata assistita, vedendoci con borse e cartine, ci affiancano incuriositi per complimentarsi e scambiare quattro chiacchiere…”anche a me piacerebbe, ma…”.
Brevi soste per cogliere ottimi fichi mori ai bordi della strada e scendiamo velocemente a Pesaro che attraversiamo sulle rinomate Bicipolitane, esempio virtuoso per incentivare gli spostamenti in bicicletta. Da Pesaro a Fano, Senigallia e Ancona procediamo sulle ciclo-pedonali del lungomare e spesso sulla SS16 per mancanza di continuità sulle ciclabili. Non esistono indicazioni e siamo costretti ad esplorare i vari sottopassi ferroviari per vedere se lato spiaggia esiste qualcosa di ciclabile. Spesso siamo respinti sulla SS16.
Il Conero e la ciclovia Adriatica in discesa
In lontananza ci appare la seconda salita degna di nota: il Monte Conero. Anche qui le indicazioni sono confuse ed evitano la salita passando nell’entroterra…ma perché mai? Ad Ancona il traffico è intenso e chiediamo ad un vigile urbano le indicazioni per il Conero. “Non avete il navigatore?” ci risponde con candore e ci lascia a bocca aperta e senza indicazioni! A naso saliamo al monumento del Passetto e da lì alla strada del Conero. Sarà questo tratto in uscita di Ancona uno dei più ripidi che affronteremo, per fortuna non lunghissimo. I panorami si aprono vastissimi sul blu intenso del mare e sulle verdi colline dell’interno. Ora sì che vorremmo fare un tuffo rinfrescante, ma siamo a centinaia di metri di altezza sul mare e stiamo meravigliosamente bene!
Poco prima di Sirolo ci fermiamo in un punto panoramico e mi viene la voglia di cogliere dei fichi d’india, con i guanti ovvio! Per fortuna ne ho un paio di riserva perché quelli usati si sono talmente riempiti di spine che non ho potuto più utilizzarli! Facile trovare i fichi d’india belli pronti al supermercato! Dalla splendida Sirolo, ai piedi del Conero, fino a San Benedetto del Tronto percorriamo facili ciclabili e lungomare ma siamo costretti più volte a ripiegare per lunghi tratti sulla SS16. A volte preferiamo proseguire lato mare anche se non ci sono ciclabili e il fondo è ghiaioso e impedalabile, spingendo le bici guadiamo anche un piccolo corso d’acqua prima di ritrovare una pista ciclabile. Non capita tutti i giorni di superare un parallelo geografico con tanto di monumento. Il 43° parallelo in climatologia dovrebbe indicare che a sud di esso inizia il clima mediterraneo e noi siamo proiettati sempre più in questo Sud! Chissà perché la Ciclovia Adriatica va da Nord a Sud e non viceversa? Forse l’idea di “scendere” fa sembrare tutto discesa e quindi meno faticoso?
La costa dei Trabocchi in Abruzzo
A Porto Recanati ci concediamo il primo meritatissimo bagno.
Dopo la solitaria e tranquilla riserva della Sentina e il fiume Tronto entriamo in Abruzzo. Ciclisticamente questa Regione è ben organizzata, nel senso che le piste ciclabili ci sono e si stanno continuamente sviluppando ma la segnaletica è sempre scarsa. Comunque la nostra direzione è sempre il Sud e poco ci cambia. Sono relativamente pochi e brevi i tratti di SS16 che siamo costretti a fare, più che altro in corrispondenza dei ponti sui fiumi. Poco prima di Pineto il caldo e il colore del mare ci “costringe” ad inoltrarci sulla spiaggia deserta per un tuffo rigenerante in un'acqua quasi caraibica.
A Pescara siamo di fronte al Ponte sul Mare, una gigantesca opera ciclo-pedonale assunta a simbolo della Ciclovia Adriatica. Opera tanto monumentale quanto discutibile! L’altezza e la pendenza obbligano i ciclisti a scendere e spingere le bici… e allora a cosa serve? Bella invece l’idea di dividere la pista ciclabile dalla pedonale. Dopo la bella e panoramica Ortona siamo costretti per un lungo tratto a pedalare sulla SS16 prima di trovare uno stretto sentiero quasi invisibile tra un canneto che ci porta alla famosa Via Verde Costa dei Trabocchi.A Casalbordino ci danno indicazioni per evitare la SS16 e ci ritroviamo immersi nel solitario Parco di Punta Aderci sospeso sopra un mare azzurro e sconfinato. Gli stretti sentieri e la boscaglia non impediscono il passaggio delle bici con le borse laterali ed in breve arriviamo al culmine di Punta Aderci. Peccato che più avanti ci aspetta nuovamente la SS16 per salire a Vasto, bellissima e panoramica cittadina.
Ciclovia Adriatica verso sud... tanta, troppa statale!
Il Molise ci costringe a lunghi tratti sulla SS16 e tutte le deviazioni verso il mare si arenano sulle spiagge senza continuità ciclabile. A Termoli una breve ma intensissima salita ci porta al centro storico ad incontrare Jacovitti, o meglio la statua a lui dedicata. Chi di noi non ha mai letto i fumetti di Cocco Bill? Noi ovviamente di una certa età…
Dopo Termoli siamo indecisi se continuare a seguire la costa e le tracce gps oppure se fidarci del Roadbook della Regione Puglia. Scegliamo la seconda opzione, anche per rilassare gli occhi e l’animo con un po’ di verde, dopo tanto azzurro. Subito l’entusiasmo si riaccende e i panorami cambiano. Stradine secondarie praticamente deserte ci sospingono, tra ampi campi, vaste praterie e rari casolari solitari verso verdi alture. Presso il fiumiciattolo Saccione varchiamo il confine tra Molise e Puglia e assurdamente sentiamo la meta più vicina. Siamo completamente avvolti da un gregge di pecore e salutiamo amichevolmente il pastore. Questo, evidentemente burbero e non avezzo ai saluti, si limita ad un cenno della testa e ad un laconico “attenti alli cani”. Da qui in poi troveremo spesso dei gruppi di cani randagi che si limiteranno ad abbaiarci da lontano senza mai crearci problemi.
Si cambia musica in Puglia
In Puglia la musica cambia radicalmente. Splendide stradine solitarie e saliscendi continui, anche ripidi, ci portano alla panoramica Chieuti per poi planare verso Lesina ed il suo Lago. Il roadbook descrive sommariamente il percorso ma non troviamo nessuna segnaletica. Aggiriamo le campagne attorno al lago di Lesina, passiando vicino a Torre Mileto, una delle centinaia di torri di avvistamento sparse lungo la costa pugliese. Percorriamo l’argine del Lago di Varano che rimane quasi invisibile. La salita per Rodi Garganico è impegnativa e ci fa sorgere dei dubbi: come sarà il Gargano?
Qui roadbook e tracce gps differiscono parecchio, ma noi siamo attratti dalla Foresta Umbra, così saliamo a Vico del Gargano e percorriamo la SP144 innalzandoci sul mare del Gargano con panorami sempre più ampi fino all’ingresso della fitta e fresca Foresta Umbra, poi tutto diventa un lungo tunnel verdeggiante. Una breve tappa al Rifugio Sfilzi e poi la discesa e successiva salita verso Monte Sant’Angelo che si affaccia alta sul Golfo di Manfredonia. La discesa verso il golfo è spettacolare e la luce del tramonto amplifica la maestosità del posto.
Anche l’asperità del Gargano è superata e poco dopo Manfredonia ci ricongiungiamo con il tracciato del roadbook e del gps. Il percorso è quasi sempre logico e spesso troviamo delle ciclabili a fianco della strada o sui lungomare. A Bari il traffico è intensissimo e caotico. In fretta e furia fuggiamo letteralmente dalla città lasciandoci alle spalle incessanti clacson strombazzanti e urla dai finestrini delle auto. Da qui in poi ci saranno lunghissimi e noiosi tratti sulle complanari della SS16.
Forse studiando meglio cartine e percorsi è sicuramente possibile trovare alternative più consone al cicloturismo, ma certamente più lunghe. Soltanto dopo Brindisi abbandoneremo definitivamente le complanari per seguire bellissime strade secondarie ed infine la strada costiera mentre nell'entroterra si può seguire la via Traiana Calabra fino a Otranto. Qui gli oliveti si espandono in ogni direzione e ci si sente quasi protetti percorrendo le viuzze tra i muretti a secco che le delimitano. Dopo San Foca è impossibile resistere al richiamo della Grotta della Poesia ed è piacevolissimo tuffarsi in questo pozzo di acqua limpidissima. Dopo Otranto pedaliamo costantemente sui saliscendi della strada costiera che domina il mare del Canale d’Otranto. Lo spettacolare ponte Ciolo sospeso sopra un caratteristico fiordo ci avverte che siamo vicini a Leuca. Infatti, ancora pochi chilometri e in discesa ci appare davanti il Faro di Leuca.
La fine del viaggio lungo la ciclovia Adriatica
Personalmente mi assale la delusione. Siamo arrivati, non vedevo l’ora, era questa la nostra meta ma significa anche che il nostro viaggio è finito, che questa splendida avventura sta volgendo al termine. Non mi godo per nulla l’euforia dell’arrivo. Mi guardo attorno smarrito mentre Susanna scatta foto. L’ulteriore delusione arriva dall’assenza totale di segnaletica. C’è di tutto, dalla Via Francigena alla Via Sallentina ma nessun accenno alla Ciclovia Adriatica, nessuna parola “Fine”…o “Inizio” a seconda di come la si vuol vedere.
Lo smarrimento passa mentre ci fiondiamo meritatamente tra le onde agitate del mare di Leuca e, mentre ci crogioliamo sotto l’ultimo pallido sole della stagione, ripassiamo mentalmente le tappe di questa splendida avventura appena terminata.
Ciclovia Adriatica in pratica
Difficile scrivere un articolo su una cosa che nella realtà non esiste. Sul web si trovano un’infinità di notizie e indicazioni, tracce gps e roadbook come se tutto fosse perfettamente esistente, segnalato e percorribile. Ma non è così.
La prima parte dovrebbe coincidere con il tracciato della Ciclovia FVG2 – ADRIABIKE che attraverserebbe tutto il Friuli, partendo da Kranjska Gora in Slovenia, passando per Koper (Capodistria), e raggiungerebbe Ravenna passando per il delta del Po e le Valli di Comacchio.
Una seconda parte percorre le piste ciclabili più o meno già esistenti sul lungomare della riviera romagnola.
Una terza parte percorre la costa delle Marche, Abruzzo e Molise su piste appena costruite, tratti in costruzione, tratti fantasma, sentieri costieri e parecchi tratti su SS16.
L’ultima parte dovrebbe seguire il Roadbook redatto dalla Regione Puglia che passa in gran parte su strade secondarie e le fastidiose e poco remunerative complanari della SS16.
Il tutto inframmezzato dalle alture di Gabicce Monte e del Monte San Bartolo, del Conero e del Gargano sulle quali esistono molteplici varianti e nessuna certezza.
Nel dettaglio, non sappiamo di preciso com’è la situazione in Slovenia da dove dovrebbe iniziare la ciclovia ADRIABIKE. Soltanto da Koper a Muggia siamo certi che esiste la bellissima Ciclabile Parenzana ottimamente tenuta e segnalata.
In Friuli Venezia Giulia
A Trieste, zona stazione ferroviaria non ci sono indicazioni specifiche e si percorre la trafficata strada Costiera SS14.
In entrata a Monfalcone ben nascosti, nei pressi dello svincolo autostradale del Lisert, in direzione dei cantieri navali si trovano i primi segnali coerenti con le informazioni raccolte. Il tutto fa sperare bene e si seguono fiduciosi le indicazioni per la Ciclovia FVG2 – Adriabike fino a Grado, anche se a tratti la segnaletica non riporta più il simbolo dell’Adriabike. Fino a Grado la pista cilcabile è quasi sempre su sede propria e su strade secondarie anche sterrate.
Da Grado si devono seguire le indicazioni per la FVG1 - Alpeadria fino a Cervignano del Friuli, ma nessuno lo specifica.
A Cervignano nessuna indicazione e si segue la SS14 verso San Giorgio di Nogaro. Soltanto in località Torviscosa si ritrovano indicazioni coerenti col percorso della ADRIATICA / ADRIABIKE / FVG2.
La segnaletica è messa malissimo ed è scarsissima. Lungo lo stesso percorso passa il cammino della ROMEA STRATA e quasi quasi per un pezzo conviene seguire quelli.
A Carlino le indicazioni cambiano ancora: non più FVG2 – Adriabike ma “Boscovia 2” e di volta in volta con numeri diversi secondo denominazioni locali.
Poi lungo ciclabili locali senza nome si raggiunge Lignano e si traghetta sul Tagliamento.
In Veneto
A Bibione si incontrano indicazioni per “Giratagliamento”, “Giralaguna” e “Ciclovia I3” in una confusione totale. Nemmeno le varie tracce gps aiutano molto perché ognuna percorre la sua variante personale. In generale si segue verso Caorle, Eraclea, Jesolo e a Punta Sabbioni si prende il traghetto per il Lido di Venezia. Non si sa perché, sulle isole venete la segnaletica diventa “E5” per poi ridiventare “I3” dopo Chioggia. Sulle isole le indicazioni sono sporadiche ma eventualmente il traffico scarso permette di pedalare anche sulla strada principale.
Dopo il Brenta il percorso diventa confuso. Indicazioni inutili mandano verso la foce a prendere strade sterrate mal tenute con fango e pozzanghere. Meglio percorrere strade secondarie aperte al traffico veicolare per Ca’ Lino.
Dopo l’Adige le indicazioni sono sempre scarse ma almeno corrette. A porto Levante il servizio traghetto è a chiamata (il numero da chiamare è affisso sul guard-rail - 3298607630 ) ed è interrotto dalle 12.00 alle 14.00. Le indicazioni della “I3” continuano a scarseggiare anche dopo Porto Tolle.
Lungo il percorso ci sono alcuni ponti di barche che per le bici ed i ciclisti sono gratuiti.
In Emilia Romagna
In provincia di Ferrara, già a Goro, tutto cambia e le indicazioni sono ottimamente distribuite e coerenti con il percorso e le tracce gps…ma non si trova nessuna segnaletica specifica della ADRIABIKE tanto pubblicizzata né della CICLOVIA ADRIATICA. La segnaletica riguarda soltanto le denominazioni locali. Quindi si seguono rispettivamente le ciclabili FE20 – FE302 – FE30 – FE417 e le indicazioni per il traghetto sul Reno.
Soltanto al Lido di Volano e dopo il traghetto sul Reno si trovano dei cartelli con indicazioni riassuntive sul progetto transfrontaliero INTERBIKE / ADRIABIKE che finalmente danno garanzia che il percorso esiste e di essere sulla strada giusta. A Ravenna di fronte alla stazione, poco visibile, esiste un altro cartello riassuntivo della Adriabike.
In generale l’Adriabike è una delusione nell’organizzazione e divulgazione! Bel progetto solo in teoria, ma segnalato malissimo e per nulla descritto con coerenza in base alla situazione reale e alla toponomastica esistente. I posti attraversati invece sono splendidi esempi di una natura quasi dimenticata e incontaminata.
A Ravenna, in Viale Santi Baldini, si trovano le indicazioni per la bellissima Pista Ciclabile di Cervia. Purtroppo le indicazioni sono scarse e mal posizionate e si rischia di perdersi quasi subito nel traffico.
A naso ci si dirige verso Sant’ Apollinare in Classe e lungo la SS309 si incontra la ciclabile. Si attraversa la Pineta di Classe con indicazioni incerte e con altra denominazione e successivamente la Pineta di Cervia. Ancora non ci sono indicazioni specifiche della ADRIATICA ma il percorso è abbastanza intuitivo e sul lungomare si trovano marciapiedi e piste ciclabili. Più avanti si trovano indicazioni di ciclovia che mandano spesso in contromano su sensi unici ma non ci sono percorsi dedicati alle bici!!! Tra Cesenatico e Cattolica ci sono diversi traghetti sui canali dei porticcioli che per 1 euro fanno evitare deviazioni alla ricerca di ponti.
Nelle Marche
Da Gabicce Mare si segue la SP 44 che sale a Gabicce Monte e sulle colline del parco del Monte San Bartolo. Splendida strada panoramica scarsamente trafficata su pendenze medie del 6% circa.
A Pesaro si trovano le ottime “Bicipolitane” ma le tabelle esplicative non sono immediatamente comprensibili.
Dopo Fano si devono percorrere diversi tratti sulla SS16. Da Falconara Marittima si percorre la brutta Via Flaminia fino ad Ancona. Ad Ancona pseudo-ciclabili sotto ai portici portano verso il centro ad incrociare Corso Garibaldi che si segue in salita su viale pedonale e ciclabile fino al monumento del Passetto. Da qui ancora in salita impegnativa lungo le vie Bainsizza, Podgora, San Michele, Tagliamento fino a incrociare via Isonzo e finalmente proseguire sempre in salita per Via Conero (SP1). Nessuna indicazione di Percorso Ciclabile o Ciclovia di nessun tipo. In alta stagione credo sia una strada molto trafficata. Si percorre tutta la riviera del Conero su pendenze mai eccessive, fino a Sirolo e Numana, dove si ritrovano delle piste ciclabili sul lungomare. Lungo la SP100 si arriva a Porto Recanati. Da qui si alternano tratti lungo la SS16 a tratti sul lungomare fino a Pedaso.
In Abruzzo
Sempre senza alcuna segnaletica dedicata si seguono piste ciclabili locali alternando tratti sulla SS16 fino ad Ortona. Si attraversano belle pinete e punti panoramici. Poco dopo Giulianova, al ponte sul fiume Tordino si trova un cartello che riassume l’intera CICOVIA ADRIATICA. Purtroppo è l’unico che abbiamo trovato ma è illeggibile e molto rovinato. Ci si tiene il più possibile lungomare e a Pescara si supera lo spettacolare Ponte sul Mare.
Ad Ortona esiste una bella pista ciclopedonale che però è cortissima e incompleta. Dovrebbe percorrere il vecchio tracciato della ferrovia adriatica lungo la costa dei trabocchi. Dopo un lungo tratto sulla SS16, a Marina di San Vito, c’è la possibilità di prendere uno sterrato lungomare che però non è certo che prosegua. Qualche chilometro più avanti, c’è la possibilità di abbandonare la SS16 e scendere sulla ciclabile in costruzione della costa dei trabocchi (apertura prevista agosto 2020). Il terreno è sconnesso e disagevole con le borse ma sempre meglio della SS16. Purtroppo si riprende la SS16 ma a Casalbordino si ritrova il lungomare e più avanti si entra nel Parco di Punta Aderci percorrendo sentieri segnati del CAI perfettamente ciclabili anche se sconnessi. Si raggiunge Punta Aderci e successivamente l’asfalto e la SS16 che porta a Marina di Vasto e alla ciclabile che porta in Molise.
In Molise
Inizialmente lungo ciclabili e poi lungo la SS16 si raggiunge Termoli e poco dopo Campomarino.
In Puglia
In teoria si dovrebbe seguire il Roadbook pubblicato dalla regione Puglia ma a nostro avviso è spesso incomprensibile, incompleto e illeggibile anche nelle cartine.
Anche in Puglia la segnaletica è scarsissima e confusa con altre segnaletiche locali. Ci siamo aiutati un po’ con il Roadbook, un po’ con le tracce gps trovate sul web e un po’ chiedendo informazioni alla gente del posto e inventandoci dei percorsi personalizzati.
Fino a Rodi Garganico abbiamo seguito il Roadbook.
Poi da San Menaio siamo saliti a Vico del Gargano e alla Foresta Umbra per la SP528. Le pendenze non sono mai ripidissime anche se la salita è abbastanza costante. L’ultima salita impegnativa ma pedalabilissima porta al panoramicissimo Monte Sant’Angelo e alla spettacolare discesa verso Manfredonia, dove sul lungomare si ritrova una ciclabile che dovrebbe essere segnalata nel Roadbook.
Dopo Manfredonia non siamo sicuri se conviene ancora seguire il Roadbook o è meglio seguire una delle tracce gps. I percorsi si discostano parecchio per poi ricongiungersi a tratti.
Noi abbiamo seguito una traccia gps un po’ più diretta del percorso del Roadbook che però a tratti si sovrapponeva ad esso. Purtroppo questi tratti erano dei brutti sterrati molto sconnessi e fangosi che, se anche portano ad attraversare dei parchi naturali, sarebbe meglio evitare. In altre due occasioni il percorso gps ci ha portato incomprensibilmente in zone di proprietà privata con divieto di accesso, che ovviamente abbiamo dovuto aggirare un po’ a naso. Non so se è meglio affrontare i lunghi rettilinei delle strade provinciali e delle complanari alla SS16 o infilarsi lungo gli sterrati sconnessi e fangosi di certi parchi.
Da Otranto a Leuca abbiamo seguito fedelmente la strada costiera SP358 visto che ad ottobre il traffico era scarsissimo. Delusione totale l’arrivo a Leuca. Tristissimo vedere la traccia gps finire nel nulla sul navigatore, il Roadbook interrompersi al Santuario di Santa Maria di Leuca e non trovare alcun riscontro reale. Soltanto un cartello che indica il termine della Via Francigena! Ma la Ciclovia Adriatica?
Nessun cartello, né all’inizio teorico né alla fine prevista! Qualche sporadica indicazione su cartello turistico marrone, riportante CICLOVIA ADRIATICA e un unico cartello riassuntivo poi niente di niente lungo tutti i quasi 1500 km. Ma allora cosa abbiamo fatto?
Conclusioni sulla nostra ciclovia Adriatica
Abbiamo fatto una splendida pedalata lungo la costa adriatica di questa Italia dalle mille sfaccettature e realtà. Abbiamo sentito una moltitudine di dialetti ed accenti e mangiato le specialità di 7 regioni italiane. Abbiamo patito il caldo del sole del mare adriatico, abbiamo preso il freddo vento di tramontana e la pioggia dello Sperone e fatto il bagno nel mare agitato ed ondoso del Tacco d’Italia…ma tutto questo ancora non si può chiamare CICLOVIA ADRIATICA.
C’è molto da fare per poter trasformare questa bella idea in qualcosa di realmente concreto. Mancano cartelli, indicazioni, ponti. Mancano informazioni corrette e continuità, uniformità nella cartellonistica e coerenza lungo il percorso. Manca un’azione di coordinamento tra le varie realtà locali. Si vedono qua e là degli evidenti e pregevoli sforzi ma rimangono soltanto realtà locali e non vengono imitati. Per esempio il sistema segnaletico della provincia di Ferrara oppure l’ottima idea di separare fisicamente il percorso ciclabile da quello pedonale. Ci vorranno anni per terminare tutto ciò e quando la CICLOVIA ADRIATICA sarà terminata si dovranno già restaurare i primi lavori già realizzati qualche anno fa, come già ci sarebbe bisogno di fare in alcuni punti.
Anche così com’è rimane un percorso, un viaggio, un’avventura assolutamente consigliabile, non facile sia per lunghezza che per le difficoltà oggettive; sicuramente migliorabile nel tracciato, soprattutto per cercare di evitare la SS16 e le sue complanari, ma per farlo si deve dedicare più tempo e curiosità, oltre che fatica, nella ricerca del proprio percorso ideale. Ma nessuno si aspetti una lunghissima e classica pista ciclabile!
Dalla natura alla cultura, dalle lagune ai monti, dalle città ai borghi. Lungo i 1500 km di ciclovia Adriatica non manca nulla e anche il cicloturista più "esigente" troverà pane per i propri denti
- Trieste è facilmente raggiungibile in treno oppure in aereo. L’aeroporto di Trieste/Ronchi dei Legionari è direttamente collegato alla ferrovia per Trieste e dista pochi chilometri dalla Ciclovia FVG2 / Adriabike / Adriatica.
- Il rientro da Leuca è più difficoltoso. Esiste un treno per Lecce da Gagliano /Leuca ma non sappiamo se fa trasporto bici. Da Lecce abbiamo preferito noleggiare una macchina per un giorno con riconsegna in altra località, credo sia la soluzione più veloce ed economica. Altrimenti ci vogliono altri 2 o 3 giorni tra treni e coincidenze.
- Non esiste segnaletica dedicata e ci si può confondere tra le denominazioni delle ciclabili locali.
- Alcuni tratti delle tracce gps “ufficiali” che abbiamo scaricato mandavano all’interno di proprietà private.
- Il Roadbook della Regione Puglia, nonostante l’esempio da imitare, non è sempre ben leggibile ed interpretabile.
- Sono consigliate bici da viaggio o Gravel
- Pedalando principalmente su asfalto, strade secondarie e ciclabili lungo la costa, non si è mai troppo lontani da un paese o da quello successivo e quindi gli alloggi sono frequenti e numerosi.
- In Primavera e già dopo il 15 settembre molte strutture ricettive sono già chiuse, compresi i campeggi, ma sono sconsigliabili i mesi di luglio e agosto per l’affollamento e il caldo. Sconsigliatissimi tutti i campeggi tra Fano ed Ancona a ridosso della ferrovia a meno di non avere un sonno a prova di bomba, o meglio di treno!
- I punti di ristoro e ricovero sul percorso sono molti e non si attraversano mai aree troppo selvagge.
I Siti web consultati sono stati questi:
- http://www.bicitalia.org/it/bicitalia/gli-itinerari-bicitalia/131-bi6-ciclovia-adriatica
- http://www.bicitalia.org/it/percorsi/121-pista-ciclopedonale-pesaro-fano
- http://www.bicitalia.org/it/percorsi/118-pista-ciclabile-dei-tre-ponti
- https://www.bikeitalia.it/ciclovia-adriatica-in-bici-trieste-puglia
- https://www.bikeitalia.it/la-ciclovia-adriatica-da-pescara-a-martinsicuro-in-abruzzo-roadbook
- https://www.alpe-adria-radweg.com/it/
- https://www.adriabike.eu/
- https://adriabike.eu/adriabike/main/seconda/23
- http://www.comune.muzzanadelturgnano.ud.it/index.php?id=47420
- http://www.bicideltapo.it/
- https://www.touringclub.it/itinerari-e-weekend/un-weekend-in-bicicletta-tra-romagna-e-marche-sulla-ciclovia-adriatica
- https://www.destinazionemarche.it/scopri-le-marche-attraverso-le-piste-ciclabili/
- http://www.abruzzoinbici.it/pisteciclabili.htm
- https://it.wikipedia.org/wiki/Corridoio_Verde_Adriatico
- http://www.eurovelo.com/en/eurovelos
Log in con ( Registrati ? )
o pubblica come ospite
Sangioss
Ormai 60enne, acciaccato, ex alpinista, escursionista, cicloamatore da strada e da montagna, cicloturista e cicloviaggiatore. Assieme alla mia compagna Susanna, lavoro permettendo, passiamo parecchio tempo sui pedali e altrettanto a progettare escursioni e viaggi, a volte su percorsi classici e assai noti e altre volte improvvisando itinerari su strade secondarie poco conosciute. Spesso mi chiedo perchè lo faccio...e spesso mi rispondo semplicemente: perchè no!?
Ultimi da Sangioss
- In bici in Andalusia tra sierre, vias verdes e città storiche
- 100 km dei Forti: per i “forti” di gambe ma anche di braccia
- Mozart-Radweg: pedalando tra Austria e Germania sulle note di Mozart
- Gorizia-Parigi in bici! Ma perché?!
- Molise in bici: alla scoperta della Regione che non c’è
- Anello romagnolo tra Reno, Savio e Lamone
Ultimi commenti
Spero sia un gran viaggio e tienici aggiornati su come andrà!
Buone pedalate!