La Val di Fiemme, dove inizia il nostro trekking, è una delle valli più affascinanti del Trentino. L'escursione da Malga Vallazza a Cima Juribrutto è un classico invernale, ma può essere percorsa anche durante le altre stagioni. Da Trento prendiamo l'A22 del Brennero in direzione di Bolzano. La seguiamo per circa 35km fino all'uscita di Egna-Neumarkt che imbocchiamo sulla destra. Da qui proseguiamo percorrendo la SS48 e attraversando vari paesi fino a raggiungere Castello -Molina di Fiemme, entrando così nell'omonima valle. La statale giunge fino a Predazzo e continua ad attraversare la valle in direzione del passo Rolle. Prima di inerpicarsi per i tornanti che accompagnano al valico, in località Paneveggio (poco dopo il centro visitatori del Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino), la strada si dirama sulla sinistra in direzione del Passo Valles. (Prima di mettervi in viaggio in inverno lungo questa statale, assicuratevi di non imbattervi in qualche manifestazione sportiva di particolare interesse e rilievo, come per esempio la Marcialonga, onde evitare noiose e lunghe code lungo l'unica carreggiata percorribile) A circa tre tornanti dal Passo, troverete sulla destra un parcheggio e sulla sinistra tre edifici che identificano la Malga Vallazza, chiusa durante la stagione fredda.
Dati tecnici
Trentino Alto Adige - Pale di San Martino
DETTAGLI ITINERARIO
Partenza/Arrivo |
Malga Vallazza |
Tempo |
4-5 ore
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Dislivello |
750 m |
Lunghezza |
8 km |
VALUTAZIONE
Difficoltà |
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Panorama |
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Foto
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Calziamo le ciaspole e siamo pronti alla fatica che ci attende. Il termometro segna -11°C ma non ci spaventiamo e con i guanti alle mani, il berretto di lana in testa e la giacca a vento ben allacciata fin sopra il mento iniziamo la nostra escursione. Il cielo è veramente nuvoloso, ma la sfera solare si intravede, celata dietro il cupo manto degli stratocumuli sopra di noi. Costeggiamo la malga Vallazza a 1935 m sulla sinistra e prendiamo il sentiero 611 che entra quasi immediatamente in un bel folto bosco di latifoglie, spoglie ma imbiancate dalle recenti nevicate. Il sentiero è impossibile da individuare, ma prima di noi, molti sciatori o amanti delle ciaspole hanno lasciato svariate tracce che ci impediscono di perdere il senso dell'orientamento. Fin da subito, si sale rapidamente fra gli alberi ,che a ritmo scandito dalla velocità del nostro passo, ci scaricano addosso una fresca spruzzata di neve farinosa. Questo primo tratto è abbastanza breve ma molto pendente (ce ne accorgeremo ancora di più durante la discesa, affrontando il pendio seduti sulla nostra “padella”) e la fatica non si fa attendere. Fortunatamente uscendo dal bosco, il percorso si fa più lineare e pianeggiante e il panorama alle nostre spalle è gia superbo con il maestoso gruppo delle Pale di San Martino con cima Vezzana (3192 m) che svetta oltre le nubi, mentre alla nostra destra si ergono il Monte Moiazza, il Monte Civetta e il Monte Pelmo. Ai lati del tracciato, la neve dipinge quadri astratti dalle mille sfumature bianche, azzurre e grigie e con i primi raggi del sole filtrati furtivamente dal corposo nuvolame ad illuminarli, meriterebbero di venir esposti al Louvre. Ricominciamo a zigzagare allegri lungo il costone innevato dal quale vediamo già spuntare la cima Juribrutto. Il grado di pendenza del sentiero è ancora alle stelle e i tanti passaggi di persone antecedenti al nostro, hanno reso la traccia davvero scivolosa. Tentare un fuoripista è possibile, ma doppiamente faticoso per la quantità elevata di neve presente che ti spinge verso il basso. Nonostante tutto, grazie ad un gelido vento, il cielo si stà aprendo e il sole inizia a far splendere tutte le vette circostanti. Con un ultimo sforzo, in circa un'oretta e un quarto (con molte soste fotografiche!), raggiungiamo una prima cimetta circa 200 m sotto la cima Juribrutto dove un cartello indica la deviazione verso i laghi omonimi a 30 minuti. Noi ci sistemiamo su due grosse e panoramiche rocce che spuntano dalla neve per ammirare l'incredibile paesaggio di tutta la catena delle Pale di San Martino e del Lagorai. Il cielo è ormai completamente terso, punteggiato solo a tratti da qualche nuvoletta dispettosa ed oltre il Lagorai, assume delle tinte rosate che rendono quasi mistica la visione dell'intera catena montuosa. Mangiamo veloci perchè il vento è pungente, ricalziamo le ciaspole e affrontiamo la prima parte della discesa correndo a perdifiato, inciampando di continuo e ribaltandoci nella neve. La seconda parte del sentiero è più battuta e cosi ci dilettiamo in coraggiose discese a cavallo della “pentola” di plastica (meglio conosciuta come “sottochiappa”) che abbiamo pazientemente trasportato finora nello zaino. Con le ciaspole ancora ai piedi, ci aiutiamo nella discesa, improvvisando improbabili derapate che ci vedono continuamente a faccia in giù. In circa mezzora, raggiungiamo nuovamente Malga Vallazza dove un'ultima estrema lotta a palle di neve vede concludersi l'escursione.
Molte altre escursioni nelle Dolomiti ed in generale sulle Alpi sono consultabili sulla mappa dei trekking. Due percorsi che vi consigliamo sono il trekking nel gruppo delle Pale di S. Martino e la traversata del gruppo del Lagorai in più giorni: la Translagorai.
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico