Quando nel 1888 venne aperta la
tratta ferroviaria Monti - Tempio il biglietto di prima classe del treno costava 4 lire e pochi centesimi mentre quello di terza classe costava appena 1 lira e 60 centesimi: il treno era un mezzo rivoluzionario e finalmente gli abitanti dell'entroterra gallurese avrebbero potuto viaggiare e raggiungere con più facilità la costa occidentale, ma non solo. L'
industria del sughero, in prospera attività nell'area di Calangianus, avrebbe beneficiato del mezzo per trasportare i prodotti verso il mare e il
Continente.
In realtà la tratta Monti-Calangianus-Tempio non registrò mai un grande afflusso di passeggeri: in un'epoca in cui viaggiare era una prerogativa delle persone più agiate, in pochi potevano permettersi l'acquisto di un biglietto del treno. La ferrovia fu comunque un pilastro fondamentale nel grande sviluppo industriale dell'entroterra gallurese del XIX secolo e dei primi decenni del XX secolo e proprio per la sua principale propensione al trasporto merci, la linea non venne mai dotata di motrici diesel.
Nel 1958 il Ministero dei Trasporti attuò un programma di sostituzione con autoservizi di alcune linee ferroviarie ritenute inadeguate per l'epoca e la Monti - Calangianus, dopo essere finita nella lista, venne dismessa. Il tratto Calangianus - Luras, sulla linea Palau-Tempio, è invece ancora oggi ferrato e viene percorso durante la stagione turistica dai
trenini verdi provenienti dalla costa.
La vecchia ferrovia Monti - Tempio iniziava la sua corsa nella stazione di Monti a quota 290 m per poi raggiungere Calangianus a 569 m e proseguire la sua corsa verso Tempio Pausania. Oggi il tracciato della vecchia ferrovia è
in gran parte riconoscibile e percorribile a piedi o in bicicletta. Partendo dalla stazione, a causa di una rete che chiude l'accesso dopo 1 km, si è costretti ad iniziare il percorso seguendo la SP147 (che collega Monti a Telti) verso Calangianus. L'itinerario si snoda per un totale di 26 km.
In attesa che la prima parte, quella tra la statale e la stazione di Monti venga recuperata, il nostro
viaggio in bici lungo questa vecchia ferrovia inizia su asfalto, seguendo per un breve tratto di 1 km la strada principale asfaltata. Dopo qualche minuto in salita si scorge a destra l'imbocco dello
sterrato della vecchia ferrovia che si affaccia sulla SP147. Un sinuoso e ampio tornante dà il benvenuto ai visitatori su questo
itinerario ciclabile in Sardegna. Da subito l'ambiente caratterizzato da vigneti richiama la prestigiosa produzione del
vermentino di Gallura DOCG, una delle eccellenze del territorio.
Le
antiche sugherete dall'aspetto maestoso allietano la vista e rimandano ad un ricco passato, non così lontano. A completare la suggestiva scenografia naturale appaiono le
enormi rocce granitiche della Gallura, quelle che ricordano nell'aspetto animali, oggetti o mostri terribili. Dopo l'ampio tornante sulla vecchia ferrovia si attraversa nuovamente la SP147 per riprendere lo sterrato. Questa parte è di sicuro la più faticosa dell'intero tracciato perché la manutenzione del fondo è praticamente assente ed ha mantenuto in alcuni tratti la presenza del vecchio sedime pietroso. Al nostro passaggio erano presenti delle reti aperte che hanno permesso alle nostre bici di passare. Nel caso si trovi il passaggio sbarrato, consiglio di procedere poche decine di metri sull'asfalto per imboccare sulla sinistra una strada secondaria che si ricongiunge all'itinerario poco più avanti.
Dopo il primo tratto di sedime immerso tra sughere gigantesche, si riemerge sull’asfalto per seguire la strada che corre parallela alla ex-ferrovia poiché un breve tratto della vecchia ferrovia non è stato ancora recuperato e risulta invaso da rovi. . Dopo qualche centinaia di metri il tragitto originario prosegue sulla destra ma la presenza di un cancello chiuso non permette il passaggio con bici cariche. Una scala in legno a cavallo della rete permette invece di proseguire sul sedime a piedi o con la bici scarica. Noi proseguiamo in salita pendente sulla strada, accorciando il tragitto di qualche centinaia di metri. Superato il piacevole tratto su asfalto condiviso con trattori e le poche auto in transito, si accede alla seconda parte del tracciato lungo la vecchia ferrovia, quella
meglio recuperata e manutentata (ci troviamo
in prossimità della casa cantoniera n° 7).
Alcuni cartelli illustrativi lungo il tracciato raccontano la storia della via ferrata, della biodiversità presente e le curiosità che rendono la percorrenza ancora più interessante. Inoltre sui pannelli sono indicate le case cantoniere, le stazioni, gli alberi secolari, le sorgenti e altri dettagli utili in base alle esigenze.
L’
itinerario dell’ex ferrovia Monti – Tempio si inoltra nella vegetazione costeggiando il profilo seghettato del
Limbara, tra passaggi stretti tra le rocce, scorci incantevoli e, se si è fortunati, incontri con tartarughe, volpi, fagiani o altri abitanti di questi luoghi disabitati dagli esseri umani. Lentamente, ma inevitabilmente, si raggiunge il punto più alto del percorso, a
quota 608 m circa, dove si scollina per iniziare la lenta discesa (e poi risalita) in
direzione di Calangianus. Adatto a tutti per la semplicità con cui può essere pedalato, l’itinerario attraversa in un paio di occasioni la strada statale e per questo consiglio la massima attenzione.
Prima di raggiungere la fonte che anticipa l’ingresso a Calangianus, l’itinerario della vecchia ferrovia è stato valorizzato con la presenza di un percorso ginnico e con l’illuminazione per le ore notturne. Alla fonte, dove si trova acqua fresca, si attraversa nuovamente la strada per pedalare l’ultimo suggestivo tratto tra sughere pittoresche fino a Calangianus e al piazzale della vecchia stazione ormai dismessa e rimossa. Terminata la vecchia ferrovia Monti - Tempio in bici noi abbiamo proseguito il nostro
viaggio in Sardegna di 1400 km!
Un'alternativa verso Tempio Pausania in bici
Se si vuole proseguire il viaggio in bici verso Tempio Pausania, prima di imboccare l'ultimo tratto di vecchia ferrovia per raggiungere Calangianus, all'altezza della fonte si può svoltare in discesa a sinistra per ritrovarsi presto su sterrato in direzione della Tomba di Giganti Pascaredda. Su facili sterrati in dolci saliscendi si arriva in prossimità della SS127, la strada statale settentrionale sarda. Invece di imboccarla, attraversala e prosegui verso Nuchis su strade secondarie fino a Tempio.
Calangianus e l’industria del sughero
Calangianus, Caragnàni in gallurese, giace in posizione panoramica su un altopiano granitico che guarda verso le guglie del monte Limbara. La lunga storia di Calangianus inizia probabilmente nell’età del rame, passando per l’epoca romana, il Medioevo e quello che ne è seguito, giunge al 1979, anno in cui entra nell’elenco dei 100 comuni più industrializzati d’Italia grazie ad una prosperosa economia basata sul sughero. Oggi Calangianus, dopo aver superato a testa alta gli anni di crisi economica, in particolar modo del settore industriale, è conosciuta ancora nel mondo come capitale del sughero anche se l’economia del paese sta guardando in altre direzioni: per esempio quella turistica, cercando di valorizzare le numerose attività, in particolare outdoor, praticabili nell’area.
Cosa vedere e fare a Calangianus
Si possono trascorrere diversi giorni a Calangianus, nel cuore della Gallura, visitando siti storici, musei, chiese o camminando (e pedalando!) i sentieri del Limbara o quello della vecchia ferrovia. Io ti consiglio di non perdere assolutamente:
- Museo del sughero - Non si può dire di conoscere Calangianus senza aver visitato il Museo del sughero. Questo sito museale è stato allestito all’interno di un antico convento del settecento, in una cornice davvero suggestiva. Partendo dalla storia di questa attività e proseguendo con l’estrazione del sughero - è incredibile scoprire che solo dopo circa 50 anni gli scorzini (in dialetto bucadori) tagliano sughero utilizzabile - con le numerose lavorazioni necessarie, con l’evoluzione del lavoro da manuale a meccanico, con le tipologie di tappi prodotti oggi... si trascorre almeno un’ora all’interno del museo scoprendo numerose curiosità su questa professione.
- Tombe di giganti di Pascaredda – Queste enormi pietre sono poste in posizione semicircolare e hanno mantenuto, a differenza di molte altre tombe dei giganti della Sardegna, la presenza dell’esedra, lo spazio retrostante caratterizzato da lastroni trasversali sotto i quali venivano posti i corpi dei defunti. La tomba in granito ovviamente non ospitava giganti, ma tutti i corpi dei defunti della comunità. Questo sito, ben conservato, risale ad un periodo compreso tra il 1700-1400 a.C. (epoca pre-nuragica). Nella zona si trovano anche una fonte sacra e un nuraghe.
- Conca Fraicata - Questa sorta di grotta granitica attorno alla quale sono stati costruiti dei muretti per chiudere la cavità e poterla sfruttare come deposito o abitazione, è molto diffusa nell’area della Gallura e anche in altre zone si possono ammirare queste tipologie di edifici. Per visitare la conca fraicata della cittadina, durante la percorrenza della vecchia ferrovia Monti – Calangianus in bici, dopo la fonte puoi deviare sulla sinistra lungo un’impegnativa strada asfaltata che conduce fin sulla statale, a pochi passi dalla conca.
- Vecchia ferrovia Monti – Calangianus – te ne abbiamo già parlato, ma è un must. Un tracciato cicloturistico ed escursionistico per tutti. In bicicletta si possono affrontare anche l’andata e il ritorno in giornata, a piedi risulta molto più impegnativo.
- Sentieri del Limbara a piedi o in MTB – Il Limbara, con le sue varie cime tra le quali spicca il Monte Deu, era considerato sacro dalle popolazioni pre-nuragiche e nuragiche. Questa incantevole montagna è percorsa da numerosi trail e sentieri affrontabili sia in MTB che a piedi. Esiste anche una strada asfaltata che sale verso la cima della montagna (sicuramente percorribile fino a Vallicciola) affrontabile quindi anche in bici da corsa.
- A Calangianus e dintorni operano almeno due artigiani del sughero che producono oggetti con questa materia prima: dai vassoi ai rivestimenti di vasi in ceramica, dai quaderni ai calendari. In particolar modo Antonello e i suoi colleghi, dell'azienda artigianale Persico, negli ultimi decenni si sono specializzati nella produzione del tessuto in sughero con cui possono realizzare tantissime cose incredibili come cinturini di orologi, borse e cappelli.
Per altri suggerimenti ti invito a visitare il
blog Un sardo in Giro di Daniele, viaggiatore e amico di Calangianus!
Cosa mangiare a Calangianus e dove
La ricca tradizione gastronomica della Gallura, dai vini ai primi piatti ai dolci, potrebbe occupare almeno la metà di questo articolo, ma per non confonderti le idee e lasciarti il gusto della sorpresa, ti citerò solo alcune delle specialità assaggiate durante il nostro viaggio in bici in Gallura.
- Ciusonj: sono gli gnocchetti sardi in Gallura. Quelli assaggiati da noi in occasione della Pasca di Natali in Carrera erano fatti a mano dalle signore del paese e conditi con il ragù di cinghiale... una delizia!
- Siati: un dolce fritto con all'interno formaggio morbido che alla cottura si fonde. Vengono serviti con miele.
- Frati Frissi: sono delle gustose ciambelle fritte, morbide e gustose.
- Mazza Frissa: una ricetta semplice ma allo stesso tempo imperdibile, una crema con pasta e semola.
- Minestra ceci e patate servita anche con carne ed erbe aromatiche come l'alloro
A Calangianus si trova un locale chiamato
il Tirabusciò che in base alla stagione cambia aspetto. In estate il bel locale di Francesca e Antonio, oltre a vini locali, serve piatti della tradizione sarda. In inverno il ristorante diventa vineria, la disposizione dei tavoli varia, la stufa scalda l'ambiente e la musica il cuore, le attenzioni e i consigli dei due giovani suggeriscono di provare alcuni dei loro deliziosi stuzzichini accompagnati, naturalmente, da un calice di buon vino e le anche le serate più fredde ai piedi del Limbara diventano speciali.
Dove dormire a Calangianus
Giuliano gestisce un piccolo affittacamere nel centro storico di Calangianus, tra i vicoli in granito, a due passi dalla Chiesa di Santa Giusta e il Museo d'arte sacra. Le stanze, spaziose e tranquille, si sviluppano su due piani e, nell'edificio, possono essere portate anche le biciclette. Il nonno di Giuliano, negli anni '20, fu uno dei tanti italiani ad emigrare negli Stati Uniti in cerca di fortuna. Dopo 12 anni rientrò in Italia e acquistò la casa dove oggi si trova l'
Affittacamere Gallurà. La storia di questo luogo è davvero curiosa, chiedi a Giuliano di raccontartela!
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