Come già ho sottolineato in altri articoli, la fotografia di paesaggio è quella che ritengo più varia e divertente tra le varie branche della fotografia naturalistica. Questo è soprattutto dato dal fatto che in natura siano presenti una varietà infinita di ambienti ed ognuno di esso abbia caratteristiche differenti dall'altro. Non solo, anche uno stesso ambiente, fotografato in istanti della giornata diversi o in stagioni differenti, assume variegate e peculiari caratteristiche che in un altro periodo non possiede. In questo articolo cercherò dunque di effettuare una breve e non esaustiva panoramica dei possibili ambienti in cui ci si trova a fotografare, cercando di evidenziarne le principali caratteristiche che si dovrà tenere in considerazione per ottenere scatti suggestivi ed originali, ricordando sempre che nella fotografia non esistono regole rigide e precise al di là degli aspetti tecnici e quindi la fantasia e la sperimentazione devono rientrare nel bagaglio personale di un buon fotografo.
Per semplicità e necessità di sintesi di seguito suddividerò le considerazioni sugli
ambienti del paesaggio in tre grandi sezioni, ognuna delle quali presenta al proprio interno innumerevoli altre categorie di paesaggio a cui si potrebbe dedicare un intero articolo. Gli ambienti principali a cui dedicheremo la nostra attenzione in seguito sono:
- la montagna,
- il paesaggio costiero
- la pianura
Oltre alla localizzazione un paesaggio può essere molto diverso a seconda del meteo che domina su di esso:
pioggia, sole, nebbia, vento, neve trasformano completamente un paesaggio. In relazione alle condizioni atmosferiche si deve considerare come gli ambienti si ripresentino simili a se stessi (mai uguali!) con una ciclicità data dall'alternarsi delle
stagioni, cosa che deve essere tenuta in considerazione per poter ottenere scatti originali e insoliti anche da un ambiente molto conosciuto e fotografato.
La montagna
L'
ambiente montano, quello a me più caro, rappresenta un enorme catino da cui attingere fotografie di qualità e suggestive. Il passaggio più complicato in questo caso, come spesso capita nella fotografia, è quello di trovarsi
al momento giusto nel posto giusto. Partiamo dal dove: non è difficile intuire che per ottenere buoni scatti di paesaggi montani si debba salire...e faticare. Solitamente ottime
fotografie panoramiche si ottengono dalle vette o dai rifugi che possono essere utilizzati come ottima base d'appoggio. Dal punto di vista tecnico, si può giocare con un
primo piano che contestualizzi l'immagine, dando l'idea dell'imponenza dello sfondo. Uno scatto dal basso verso l'alto rende ancor più l'incombenza del paesaggio mentre dall'alto si ha una maggiore luminosità e freschezza. Più si sale e più il cielo diviene intenso (aumentano i raggi UV e la luce polarizzata). Per quanto riguarda il quando: come sempre, fondamentale risulta essere
la luce.
Alba e tramonto, con luce radente, sono sicuramente i momenti più propizi per
fotografare un paesaggio ed è per questo che spesso è utile, anche se non sempre possibile, trovarsi in alta montagna nelle prime ore del mattino o nelle tarde ore pomeridiane. Sfruttiamo quindi i rifugi trascorrendovi qualche notte e perché no, gustandoci l'ottima cucina che solitamente offrono. Per le fotografie di paesaggio in genere e nello specifico per gli scatti in montagna, l'obiettivo di gran lunga più adatto è il
grandangolo con il quale si può rappresentare al meglio la vastità e la grandiosità dei massicci montuosi. Capita di avere dominanti blu all'interno di scatti in alta montagna che possono essere aggiustate impostando una temperatura colore leggermente più alta del solito (solitamente io lavoro in post-produzione impostando valori attorno a 5500°), anche se a volte esse non danno fastidio ed anzi enfatizzano l'ambiente. Quando scattiamo con luce radente (alba e tramonto) esponiamo per il cielo (esposizione spot o semi-spot) oppure sottoesponiamo di uno stop circa l'intero fotogramma (esposizione media pesata).Cerchiamo di tenere sempre un diaframma chiuso e se necessario utilizziamo il
treppiede che dovremo trasportare con noi nonostante faremo volentieri a meno del suo peso aggiuntivo sulle nostre spalle.
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Il mare e la costa
Gli
ambienti costieri hanno sempre avuto un certo fascino su di me, probabilmente perché essendo nato in mezzo alle montagne, li considero qualche cosa di esotico e diverso dalla routine. In questo senso quindi la mia esperienza a riguardo è limitata ma comunque si possono individuare delle linee guida da seguire per ottenere degli scatti discreti. Ancora una volta fondamentale risulta essere la luce. In questo caso tra l'altro saremo facilitati dal fatto che non dovremo fare chilometri di salita su sentieri impervi per raggiungere paesaggi affascinanti. Le ambientazioni più fotogeniche solitamente sono situate su coste rocciose mentre più monotone risultano le chilometriche spiagge sabbiose che attraggono tanti villeggianti estivi anche se da qualsiasi paesaggio con la fantasia è possibile ricavare ottime immagini. Rispettiamo sempre la regola dei terzi e cerchiamo di includere un primo piano importante che interrompa la monotonia della linea d'orizzonte dello specchio d'acqua. A causa della differente luce che spesso ci si propone dinnanzi (sfondo luminoso e primo piano scuro) risulta utile l'utilizzo di un filtro digradante o, in mancanza di esso, una
doppia esposizione (possibile sia on-camera che in post-produzione). Nel caso di incertezza dell'esposizione corretta operiamo un
bracketing (argomento che prima o poi approfondirò) scattando un fotogramma esposto correttamente ed altri due con + e - 1 stop di esposizione. Usiamo tempi lenti ma non troppo (1/30"-1/6" circa) per immortalare le onde del mare dando loro un effetto mosso che rende più dinamico lo scatto oppure allunghiamo ulteriormente i tempi (oltre 1 secondo) per ammorbidire il paesaggio creando un effetto "nebbia" sul mare.
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Pianura e deserti
Forse gli ambienti meno banali ma anche più difficili da immortalare con originalità si trovano in
pianura e nei molti
deserti presenti sulla Terra. In questo caso a dominare sarà lo spazio, l'immensità del paesaggio e la vastità su cui spazia lo sguardo. Per rendere queste sensazioni nel nostro fotogramma dovremo cercare di inquadrare buona parte del cielo ed esporlo correttamente. Un cielo completamente terso non è mai un soggetto interessante e quindi è meglio trovare qualche elemento che attiri lo sguardo (nuvole, rocce, vegetazione...). Teniamo l'orizzonte basso oppure alziamo il nostro punto di ripresa salendo su una collina, sul tetto di una casa o di un'auto... Ancora una volta gli obiettivi più indicati sono i
grandangolari con cui si può immortalare la vastità del paesaggio, cercando di riprendere in dettaglio un primo piano che si integri con lo sfondo portando lo sguardo a seguire linee precise verso l'orizzonte. Nel deserto l'eccesiva luminosità diurna impone scatti nelle prime ore del giorno o al tramonto quando le ombre si stendono lunghe e sinuose sulla sabbia o sulle rocce. Uno dei fattori più importanti perchè una buona fotografia colpisca l'utente a cui è destinata, è la sua atmosfera. Nella fotografia di paesaggio questa è data dalle particolari
condizioni atmosferiche in cui si scatta. Non esistono condizioni migliori o peggiori di altre e si possono ottenere fotografie eccezionali con qualsiasi meteo. La
nebbia o la
foschia rendono il paesaggio più ovattato e misterioso, dando un maggior senso di profondità e spazio. Scattiamo con uno o mezzo stop di sottoesposizione per accentuarne la densità (se essa non è eccessiva) e rendere la sensazione fredda che essa trasmette. Anche
pioggia, neve o
ghiaccio possono rivelarsi un soggetto fotogenico. Per rendere l'effetto dinamico abbassiamo i tempi di scatto mentre se vogliamo mantenere il dettaglio teniamoli veloci e chiudiamo il diaframma il più possibile. Le gocce di acqua sui particolari, se risaltate da qualche raggio di luce, creano un effetto molto piacevole ed originale se accompagnate da un dettaglio interessante del paesaggio. Le nuvole di un temporale sono spesso imponenti e minacciose: per risaltarne questo effetto cerchiamo di contrastarle il più possibile con un primo piano luminoso e definito. Facciamo attenzione ad esporre correttamente le zone di luce ed ombra effettuando anche delle doppie esposizioni se necessario.
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L'elenco appena affrontato di ambienti non è assolutamente esaustivo e completo ma aiuta a dare un'idea di come sia vario e esteso il panorama della fotografia di paesaggio. A prescindere dallo specifico ambiente e dalla situazione in cui ci troviamo restano valide le indicazioni generali date nell'articolo relativo alle basi della fotografia di paesaggio.
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico