fbpx

Unisciti alla LiT Family



Parco Nazionale del Gran Sasso in bici | Da L'Aquila a Rocca di Calascio 13° tappa

Scritto da
Vota questo articolo
(2 Voti)
Lasciamo L'Aquila per ritornare in terreni a noi più consoni, quelli montuosi del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. Oggi si sale fin lassù dove le nevi hanno imbiancato per la prima volta quest'anno le cime: Campo Imperatore sarà il culmine della nostra parabola odierna che si concluderà a Santo Stefano di Sessanio e Rocca Calascio dove svetta la fortezza leggendaria, protagonista di film e vicende.
Life in Travel Diaries
Sono disponibili i Life in Travel diaries, libri fotografici con tanti racconti di viaggio scritti dai cicloviaggiatori per i cicloviaggiatori. Puoi acquistarli singolarmente, in bundle o abbonandoti al piano Esploratore della LiT Family. Che aspetti? Salta in sella con noi!
 
 

La pista ciclabile fantasma

Lasciamo L'Aquila digerendo una colaziona pantagruelica sulle erte rampe che conducono verso la cava di S. Giacomo. Questa strada secondaria ci permette di evitare il traffico anche se soffriamo non poco le prime pedalate. Giunti nei pressi della cava ci stupiamo nel vedere una pista ciclabile con tanto di segnaletica verticale ed orizzontale: splendido, direte voi... sì, ma questo percorso si trova in una zona frequentata esclusivamente da cacciatori e per di più in montagna. In tre o quattro chilometri (questa la lunghezza del tracciato ciclopedonale) sulla strada che affianca la ciclabile saranno passate sì e no un paio di auto. Uno spreco di soldi pubblici triste e beffardo, visto che molto probabilmente quei chilometri realizzati verranno anche venduti per fare numero e farsi belli dai politicanti di turno.
Proseguiamo verso Aragno ma poco prima di entrare in paese imbocchiamo un percorso che ci porterà ad attraversare un'ampia e suggestiva spianata coltivata prima di tuffarci in una discesa brusca su Camarda. Da questo punto in avanti saremo con il naso all'insù per un bel po' di chilometri.
pista ciclabile l aquila abruzzo

Caccia al cinghiale

Subito la salita si fa impegnativa e salutiamo un paio di escursionisti che camminano di buona lena. Affrontiamo un tornante e ce li ritroviamo davanti sorridenti: il sentiero taglia la strada e a piedi sono stati più rapidi di noi... sono dei fulmini! Prima di raggiungere il piccolo borgo di Filetto il sole caldo ci costringe ad una sosta per levare la maglia pesante. Mentre siamo indaffarati, giunge veloce una panda 4x4 da cui scende trafelato un cacciatore stagionato: libera i cani e si apposta sul ciglio della strada. Non passano più di quattro o cinque minuti che sentiamo il primo sparo. Faccio in tempo a voltare lo sguardo per vedere e sentire il cinghiale braccato che attraversa la strada velocissimo... il cacciatore non esita e spara anche sulla strada. Il cinghiale urla di dolore ma sparisce nel bosco: non so come sia andata a finire, ma di certo questa scena non mi farà amare di più i cacciatori (sia chiaro, non ce l'ho con la categoria in generale ed abbiamo visto con i nostri occhi la devastazione causata dai cinghiali nei pascoli appenninici, ma sparare sulla strada mi sembra un po' eccessivo!).
chiesetta gransasso

Campo Imperatore in bici

Dopo questo intervallo, riprendiamo a salire ed a Filetto ci concediamo una sosta nell'unico bar aperto: troviamo altri cacciatori che in una lingua per noi incomprensibile, discutono del bottino giornaliero. Noi ci facciamo preparare due panini abbondanti e chiediamo informazioni sulla strada (anche questa è una strada secondaria verso Campo Imperatore). Le previsioni del simpaticooste non sono delle più rosee, ma non ci scoraggiamo e riprendiamo a pedalare: il sole ci accompagna e da qui in avanti non incontreremo più nemmeno un'auto fino a quando raggiungeremo la SS17bis che attraversa il Parco Nazionale del Gran Sasso. In bici saliamo lenti e ci gustiamo il panorama, fermandoci per pranzo al pian di Fugno.
Seduti, ammiriamo le nuvole che corrono veloci e a tratti ci svelano lo splendido scenario del Gran Sasso. La strada, più in alto, sale a tornanti e di tanto in tanto vediamo un'auto arrancare in lontananza.
Rifocillati e riposati riprendiamo la salita e superiamo i tornanti che prima sembravano lontani e inarrivabili. Non manca molto e la neve fresca a bordo strada accompagna la nostra ascesa fino al valico a quota 1780 m. Una breve e rapida discesa e ci troviamo nella piana da cui si stacca la salita verso Campo Imperatore: nonostante il vento, ci concediamo una sosta ed una reciproca pacca sulla spalla per aver raggiunto anche questo luogo spesso ammirato in fotografia.
campo imperatore

Santo Stefano di Sessanio e la Rocca

Il candore della neve appena scesa ci fa pedalare in un mondo ovattato che abbandoniamo solo più tardi risalendo il dolce pendio verso Santo Stefano di Sessanio. Non avremmo mai pensato di attraversare il Parco Nazionale del Gran Sasso in bici con la neve ma ci rendiamo conto dell'inverno che avanza a grandi falcate quando oltrepassiamo il lago di Racollo completamente ghiacciato. Ad una curva vediamo tristemente una vacca che è caduta in un grosso scarico ed incapace di risalire è morta assiderata... ci consoliamo della sua triste fine pensando che forse sfamerà qualche lupo in difficoltà per l'inverno. Anche la discesa verso il bel borgo di Santo Stefano è divertente e panoramica ed in lontananza si vede già la nostra meta odierna, la rocca di Calascio. La torre che dominava Santo Stefano di Sessanio è crollata durante il recente terremoto e ha stravolto il profilo del paese che rimane comunque una meta obbligata se si passa da queste parti: è un piacere camminare tra i suoi vicoli ed annusare la storia delle persone che hanno vissuto qui centinaia d'anni fa.
Riprendiamo la bici per coprire gli ultimi chilometri della tappa odierna, raggiungere Calascio e da lì risalire fino al borgo abbandonato di Rocca Calascio lungo una strada tortuosa ma breve. Il Rifugio della Rocca è l'unico segno di vita nel borgo e decidiamo di concederci una notte nella camerata di quest'albergo diffuso, ricavata all'interno di un edificio freddo ma davvero suggestivo, restaurato egregiamente.
E' già tardi e dover spingere la bici carica sui gradoni che conducono alla nostra stanza è un dolce supplizio. Decidiamo di lavarci e rifocillarci prima di fare un'incursione notturna per visitare la Rocca di Calascio e la chiesa di Santa Maria della Pietà.
La solitudine e il cielo stellato lontano dall'inquinamento luminoso a cui siamo abituati ci regala un finale di giornata da favola... ci ce lo fa fare di ripartire?
rocca di calascio
Per scoprire tutte le tappe di #transitalia e scaricare le tracce GPS dai un'occhiata alla mappa del nostro viaggio in bici oppure continua a viaggiare in bici per l'Italia tornando alla tappa n° 12 da Ascoli Piceno a Pagliaroli... a breve ti racconteremo anche la quattordicesima tappa da Rocca Calascio a San Valentino in Abruzzo Citeriore.
 
 
Scrivi qui quel che pensi...
Log in con ( Registrati ? )
o pubblica come ospite
Carico i commenti... Il commento viene aggiornato dopo 00:00.

Commenta per primo.

Vero

ITA - Correva l'anno 1983 quando ha sorriso per la prima volta alla luce del sole estivo. Da sempre col pallino per l'avventura, ha avuto la fortuna di girare l'Europa e l'Italia con i genitori e poi, per la maturità, si è regalata un viaggio in 2 cavalli da Milano verso la Russia. Al momento giusto ha mollato il lavoro senza alcun rimpianto per volare in Nuova Zelanda dove ha viaggiato per cinque mesi in solitaria. Nel 2007 ha provato per la prima volta l'esperienza di un viaggio in bici e, da quel momento, non ne ha potuto più fare a meno... così, dopo alcune brevi esperienze in Europa, nel 2010 è partita con Leo per un lungo viaggio in bicicletta nel Sud Est asiatico, la prima vera grande avventura insieme! All'Asia sono seguite le Ande, il Marocco, il Sudafrica-Lesotho e #noplansjourney. Se non è in viaggio, vive sul lago d'Iseo! Carpediem e buone pedalate!

EN - It was 1983 when he smiled for the first time in the summer sunlight. Always with a passion for adventure, she had the good fortune to travel around Europe and Italy with her parents and then, for maturity, she took a trip in 2 horses from Milan to Russia. At the right moment he quit his job with no regrets to fly to New Zealand where he traveled for five months alone. In 2007 she tried the experience of a bike trip for the first time and, from that moment on, she couldn't do without it ... so, after some short experiences in Europe, in 2010 she left with Leo for a long cycling trip in South East Asia, the first real great adventure together! Asia was followed by the Andes, Morocco, South Africa-Lesotho and #noplansjourney. If he's not traveling, he lives on Lake Iseo! Carpediem and have good rides!