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Perché il Mia Women Ride 2021 è stato un successo

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Esattamente una settimana fa mi incamminavo in direzione di Milano, alla volta della Mia Women Ride, salutando la località di Ponte San Pietro dalla sella della mia bici carica. La mente sgombra da cattivi pensieri, il cuore leggero, il sorriso stampato in volto: per tutta la durata della pedalata verso il capoluogo sono apparsa così - spensierata e serena - a coloro che mi incontravano sulla strada.

Se hai già avuto esperienze di questo genere saprai che, le caratteristiche sopra descritte, sono gli effetti collaterali tipici di chi sta per vivere una nuova avventura a due ruote. Ed è stato così. 

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Tralasciamo la giornata di avvicinamento, i fiumi e i canali seguiti e catapultiamoci direttamente a Milano, il luogo dì partenza della prima edizione della Mia Women Ride. 

Mia Women Ride, un'onda spensierata 

Milano. La città lombarda meta dei miei sabati sera da sedicenne dell'hinterland, questa volta, mi è sembrata più bella del solito. L'aria ancora calda di settembre, il cielo terso di un autunno non ancora arrivato, le nuove ciclabili e il profumo di pane e briosche nei vicoli del centro mi hanno accompagnato fino all'Arco della Pace dove un centinaio di donne stavano attendendo con entusiasmo l'inizio di un viaggio - per molte forse il primo di una lunga serie- che le avrebbe condotte dalla città della moda a quella di Romeo e Giulietta, l'ammaliante Verona.pedalando in compagnia

Ferrivecchi, bici da città, pieghevoli, velocipedi appena acquistati e una mamma con il carrellino. Gioia e un pizzico di timore, forse quello di non essere all'altezza dell'avventura o di non riuscire a pedalare per tre giorni consecutivi.

Poi il via, dopo l'immancabile foto di rito, e tutto è diventato più leggero, più naturale. Il manubrio è l'unico possibile proseguimento delle braccia, i pedali quello delle gambe e coordinati permettono di andare lontano. Molto lontano!

Un'onda di capelli al vento, caschi colorati e pantaloncini a pois ha sfilato verso la libertà di una nuova esperienza condivisa. Nessuna ha corso - non esisteva alcuna classifica - nessuna ha giudicato, nessuna si è sentita a disagio. ll flusso di donne in bicicletta è scivolato dolcemente verso le strade secondarie che l'avrebbero condotto all'arrivo della prima, seconda e terza tappa. Romano di Lombardia. Desenzano del Garda. Verona.mia women ride partenza

C'è chi ha deciso di partecipare per non pensare ai problemi familiari, chi per curiosità, chi per ritrovare se stessa, chi per capire quale strada seguire, chi per pedalare in compagnia...

Ci sono state forature, ci sono stati piccoli inconvenienti, ci sono state alcune cadute. C'è chi ha perso la strada, c'è chi ha dormito sotto le stelle e chi in un alloggio riparato, c'è chi ha bevuto una birra in più e chi si è lasciata stregare da un gelato alle 10 del mattino, c'è qualcuna che forse non pedalerà mai più (ho scritto "forse"!) e chi ha dato il via a una proficua carriera da cicloviaggiatrice.

Mia Women Ride, la strada risponde 

Sono partita per questo viaggio da Milano a Verona con un po' di scetticismo. Giorno dopo giorno, per tutti i giorni della nostra vita, combattiamo per un'uguaglianza sociale che non raggiungiamo mai. Nascere donna talvolta, significa lottare contro i mulini a vento. È faticoso, forse più di quello che ci si aspetterebbe. Eppure, spinta dopo spinta e con qualche acciacco in più, qualcosa abbiamo conquistato, anche se la strada è ancora molto lunga e in salita.

Con questa premessa mi sono posta una domanda: "Perchè partecipare a un'avventura dedicata solo alle donne? Perchè supportare un evento tutto al femminile quando credo fortemente nell'inclusività?". Il mio spirito curioso mi ha sempre guidato in passati dilemmi e anche in questo caso mi sono detta:"Perché no? Partecipo, guardo e, solo dopo aver avuto un'esperienza diretta, potrò avere un'idea più chiara!" 

Le risposte, come spesso accade, sono arrivate dalla strada.gravel sul garda

Tante delle partecipanti al Mia Women Ride non avevano mai vissuto un'esperienza minimamente simile a quella di un viaggio a due ruote. Organizzare un bagaglio, pedalare per più giorni consecutivi, condividere la giornata, saper accelerare o rallentare all'occorrenza, tutto è stato una grande novità. lago di garda miaApprocciarsi a un'avventura del genere in punta di piedi è normale, ma poterlo fare nell'occasione perfetta, dove ogni cosa è stata posizionata nel posto giusto per far filare tutto liscio è una fortuna per pochi. Chi ha affrontato il Mia Women Ride senza alcuna esperienza pregressa, ha trovato un contesto accomodante e sicuro dove poter dare risposta a dubbi e perplessità, dove potersi controllare con altre donne, dove fare nuove amicizie - eh sì, credo siano nate delle amicizie splendide e durature in soli tre giorni -, dove poter fissare il primo tassello di questa nuova esperienza di vitagruppo mia

Anche per me, in fin dei conti, è stata una situazione nuova: nonostante avessi già viaggiato con un'amica anni fa, avessi già trascorso sotto le stelle centinaia di nottate fredde e calde, avessi pedalato per mesi consecutivamente, non avevo mai sperimentato quel dolce senso di sicurezza nel disporre le bici in circolo e dormire all'interno - come in un luogo incantato, a dimensione anche di donna - solo con materassino e sacco a pelo (qualcuno di mia conoscenza ha già previsto i reumatismi in un futuro prossimo!) ed è stato indimenticabile.notte sotto le stelle miaSarebbe stato possibile tutto questo in un gruppo misto di persone sconosciute? Secondo me no!gruppo spritz mia women ride

Prima di tutto perché decine di queste donne non si sarebbero sentite pronte o adeguate a partecipare: purtroppo in tante situazioni siamo ancora influenzate da un senso di inferiorità inesistente, una sensazione dettata dalla persistente disuguaglianza sociale. 

elena bike boobs

In secondo luogo, il confronto sarebbe stato più superficiale e meno proficuo. Avrebbe finito con il prevalere il sentimento di inadeguatezza e disagio di chi non ha mai sperimentato qualcosa e viene catapultato in un mondo dove gli altri hanno un livello di conoscenza e preparazione già avanzato. ramonaTalvolta l'idea di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato inibisce la creatività e la voglia di mettersi alla prova, imbavagliando quel bisogno innato di cambiamento.verso il garda mia women ride

Dopo aver partecipato al Mia Women Ride credo che un evento di questo tipo fosse davvero necessario. La strada per un'inclusività diffusa è ancora lunga, ma lo step iniziale verso l'evoluzione è la consapevolezza di potercela fare (You can do it girl!) e, come ricorda Manuela Mellini nel proprio libro "La strada si conquista - Donne, biciclette e rivoluzioni": 

«La bicicletta per le donne non è mai stata solo un mezzo di trasporto, ma un veicolo con cui portare avanti battaglie, sfidare le convenzioni e tratteggiare la via per la propria emancipazione.»

A volte per compiere il primo passo ci vuole solo qualcuno come noi che ci tenga la mano e ci aiuti a posizionare bene il piede sul pedale, poi è tutta discesa!

Il Mia, per molte, è stato proprio quel primo passo!

 
 
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Vero

ITA - Correva l'anno 1983 quando ha sorriso per la prima volta alla luce del sole estivo. Da sempre col pallino per l'avventura, ha avuto la fortuna di girare l'Europa e l'Italia con i genitori e poi, per la maturità, si è regalata un viaggio in 2 cavalli da Milano verso la Russia. Al momento giusto ha mollato il lavoro senza alcun rimpianto per volare in Nuova Zelanda dove ha viaggiato per cinque mesi in solitaria. Nel 2007 ha provato per la prima volta l'esperienza di un viaggio in bici e, da quel momento, non ne ha potuto più fare a meno... così, dopo alcune brevi esperienze in Europa, nel 2010 è partita con Leo per un lungo viaggio in bicicletta nel Sud Est asiatico, la prima vera grande avventura insieme! All'Asia sono seguite le Ande, il Marocco, il Sudafrica-Lesotho e #noplansjourney. Se non è in viaggio, vive sul lago d'Iseo! Carpediem e buone pedalate!

EN - It was 1983 when he smiled for the first time in the summer sunlight. Always with a passion for adventure, she had the good fortune to travel around Europe and Italy with her parents and then, for maturity, she took a trip in 2 horses from Milan to Russia. At the right moment he quit his job with no regrets to fly to New Zealand where he traveled for five months alone. In 2007 she tried the experience of a bike trip for the first time and, from that moment on, she couldn't do without it ... so, after some short experiences in Europe, in 2010 she left with Leo for a long cycling trip in South East Asia, the first real great adventure together! Asia was followed by the Andes, Morocco, South Africa-Lesotho and #noplansjourney. If he's not traveling, he lives on Lake Iseo! Carpediem and have good rides!