Le
bancarelle cariche di cibo a malapena sopportano l'eccessivo peso alle quali sono sottoposte, attendono pazienti che l'orda di affamati si riversi nelle strade in cerca di sostentamento nutritivo. Optiamo per un
pasto vegetariano ed a nostra disposizione abbiamo una ventina di vassoi ricolmi di pietanze stuizzicanti dalle quali attingere finchè il nostro piatto non sarà abbondantemente pieno. Si paga
prezzo fisso 10000 kip e si ha la certezza di una
soddisfacente e lauta cena. Ci accomodiamo su una panca di legno dinanzi ad una tavolata grezza e sporca, a disposizione della clientela per ora solo sporadica. Altre due persone hanno anticipato la loro serata in centro a quest'ora così improbabile e siedono proprio prospicenti a noi. Conversano cautamente, a bassa voce quasi per paura di disturbare i pochi avventori del
mercato notturno, il loro idioma è familiare, ma la musica proveniente dalla strada mi impedisce di capire di che lingua si tratti con esattezza. Concentrata su altri pensieri, ascolto solo un paio di frasi e mi rendo conto di trovarmi di fronte a
due italiani. Attendo paziente l'arrivo di Leonardo dalla bancarella con sorriso soddisfatto e piatto gonfio e con sguardo complice intuisce ciò che voglio comunicargli. Strano a dirsi ma di italiani non ne avevamo ancora incontrati, francesi, inglesi, svizzeri e tedeschi, i più viaggiatori di tutti, ma di abitanti del
Bel paese nenache l'ombra. Inevitabilmente cominciamo a chiacchierare del più e del meno, entusiasti di poter finalmente scambiare informazioni e curiosità di viaggio nella nostra lingua. Sono
due viaggiatori brillanti e carichi di energia positiva, amanti della vita ed attratti dal mondo e dalle sue diversità. Maria lavora in
Banca Etica, vegetariana convinta (soprattutto per come vengono trattati gli animali prima di essere macellati, mi spiega), è una fervida sostenitrice del rispetto nei riguardi di tutti i popoli e le loro tradizioni, una specie di antropologa amatoriale insomma.
Vincenzo Cottinelli è un fotografo e non un artista qualsiasi, ma colui che è riuscito a dare un volto a scrittori e letterati come
Tiziano Terzani e
Saramago, ci narra della sua partecipazione al matrimonio di Folco, il figlio di Tiziano Terzani ed altri aneddoti divertenti, mentre Maria ci fà sognare attraverso magici racconti di luoghi esotici come
il Bhutan e l'India. Il tempo scorre come sempre troppo velocemente: è il momento di salutarsi con la promessa di rivederci in
Italia, magari in occasione di una mostra fotografica di Vincenzo Cottinelli...
Bon vojage! Il copertone corre veloce sul liscio asfalto che, come un comodo tapirulan, conduce chi lo desidera a
Chiang Rai, capoluogo della più remota delle
province del nord della Thailandia. Qui svettano verso il cielo terso di dicembre alcuni dei picchi più irti del paese, eppure la città si sviluppa per la sua totalità in pianura. Finora abbiamo rimandato un'importante decisione che a Chiang Rai dovremo prendere: rinnovare il visto thailandese pagando 1900B, una cifra decisamente elevata per le nostre ambizioni da viaggiatori in economia o
varcare il confine laotiano e darci alla macchia tra le aspre montagne come due partigiani del pedale... scelta difficile... bando alle chiacchiere, ora non è affatto importante...dov'eravamo rimasti?
Ah si, torniamo alla carreggiata sulla quale proseguiamo a velocità sostenuta per riuscire a giugere nel centro abitato giusto in tempo per sedare quel fastidioso languorino alla pancia che si sente spesso intorno alle 11, 11:30. Nulla ora occupa i nostri pensieri al di fuori di
un succulento piatto di pad thai con arachidi tritate ed un cucchiaino di zucchero per suggellare nel migliore dei modi questo sodalizio gastronomico... ma come ogni giornata indimenticabile che si rispetti, non può filare tutto liscio. Ho fame, lo stomaco brontola e mi sto indispettendo; una macchia blu mi distrae dai miei pensieri, è questione di un attimo e capisco: inchiodo ed urlo qualcosa di insensato al mio prode compagno di avventure che mi anticipa sulla retta via. Un albero, ho bisogno immediatamente di un albero per appoggiare la bici... lo trovo, imbraccio la mia macchina fotografica e parto alla carica facendo attenzione ad ogni passo per evitare che la mia preda si dilegui con un battito d'ali. Il
martino è lì (meglio conosciuto come
martin pescatore), ignaro del meccanismo di folle eccitazione che ha innescato con la sua semplice presenza a bordo strada. Un invitante spuntino sta sguazzando candidamente nella pozza d'acqua sotto la visuale dell'abile pescatore che sta per sferrare l'attacco decisivo. A quanto pare però anche per il volatile la giornata sta prendendo una brutta piega: proprio pochi secondi prima di piombare sull'ignaro pesciolino ad ali spiegate e becco aperto, bersaglio facile e successo assicurato, due goffi umani si sono avvicinati un pò troppo, rivelandosi e scatenando un
fuggi fuggi generale. Pesce in salvo,
martino seccato a stomaco vuoto, esseri buffi in completo da bici piuttosto appariscenti disperati per l'occasione sfumata nel vento. Incontro lampo unico nel suo genere che ha lasciato un segno fra i desideri da realizzare prima o poi in questa vita.
Questo articolo non vuole e non può riassumere tutti gli splendidi incontri avuti durante i dieci mesi in bici in Asia, ma è soltanto un tributo ad alcuni di essi. Potete trovare altre storie di incontri e di viaggiatori nell'articolo sull'Italian style all'estero in cui narriamo dei giorni ospiti di Carmine in Thailandia.
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