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Alpe di Villandro
Downwind Photographers
 
 

Da Trento si percorre l’autostrada del Brennero A22 (o in alternativa la SS12) in direzione di Bolzano fino a Chiusa (circa 90km) dove si esce dalla strada a pedaggio seguendo poi le indicazioni verso il paesino di Villandro. Una volta giunti presso l’abitato, è necessario seguire la strada che continua a salire con larghi tornanti verso l’Alpe di Villandro. Nel periodo invernale è vivamente consigliata la presenza di gomme da neve e/o catene a bordo da utilizzare in caso di emergenza. Il punto di partenza dell’escursione si trova nel parcheggio della malga Gasserhütte a circa 1744m (a pagamento), ma per chi volesse percorrere un tratto di escursione in più o per chi, come noi, non fosse dotato di gomme da neve e l'alternativa di salire motorizzati fino a 1744m risultasse improponibile, c’è la possibilità di sostare a circa 1450m nel primo parcheggio di un hotel (di cui mi sfugge il nome) in direzione proprio della malga di Gasserhütte.

Dopo aver effettuato un comodo parcheggio a lisca di pesce, si è pronti a partire con scarponi da montagna ai piedi e ciaspole in spalla. Il primo tratto da percorrere, partendo da 1450m, è sulla strada asfaltata (la stessa che seguireste anche in automobile per salire a 1744m) e già fin dalle prime centinaia di metri la vista può spaziare dal gruppo delle Odle ai Corno Bianco e Corno Nero passando per il massiccio dello Sciliar e il Sassolungo. Si continua a camminare su asfalto fino ad un altro parcheggio sulla cui destra diparte un sentiero ancora percorribile tranquillamente con gli scarponi (ma affrontabile anche con le ciaspole ai piedi) che segnala la malga Gasserhütte a circa 15 minuti. Il sentiero sale abbastanza rapidamente costeggiando inizialmente la strada e poi perdendosi un po’ di più nel sottobosco. Alla malga Gasserhütte ci sono due possibili alternative: la prima è quella di seguire la battutissima pista per slittini rischiando di incorrere in discesisti non poco spericolati talvolta con bambini al seguito, oppure prendere un sentiero quasi per nulla tracciato che troverete alla destra della pista da slittino al quale si accede inizialmente tramite un cancelletto di legno. Questa seconda opzione è senza dubbio la preferibile con le ciaspole ai piedi e, oltretutto, è la meno frequentata e ci conduce in breve tempo alla deviazione per l’albergo Almgasthof Rinderplatz a 1788m. Da qui proseguiamo su un’ampia traccia per poi, dopo circa un chilometro, svoltare sul sentiero di destra, seguendo le indicazioni per il Rifugio Stöfflhütte. Attraversando boschi di pini spruzzati di bianco ed ampie distese innevate ci si sente completamente immersi nella natura ormai in letargo e semplicemente voltandoci, possiamo ammirare la maestosità e l’imponenza dei gruppi dolomitici alle nostre spalle,che si stagliano cosi fieri verso il cielo. In certi punti del percorso il vento sferza con violenza la neve fresca depositata al di fuori delle piste battute dando l’impressione di trovarsi nel mezzo di una leggera “tempesta” di neve. L’ultima parte del percorso, prima di intravvedere in lontananza il rifugio, è forse la più impegnativa per le pendenze ma di certo non per la percorribilità; e poi eccolo finalmente lo Stöfflhütte adagiato sopra di noi a 2057m. Sembra così vicino, ma ci mancano ancora almeno 25 minuti di buon ritmo nelle gambe per varcarne la soglia. L’arrivo al rifugio è ovviamente una soddisfazione dopo la fatica, non così eccessiva, ma abbastanza marcata durante i tratti ventosi, ed un buon piatto di canederli in brodo con un bicchiere di vino rosso sono un giusto epilogo all’escursione. La discesa al parcheggio è rapida e non presenta particolari difficoltà, solo il continuo lusso di poter contemplare le montagne che iniziano a tingersi dei colori del tramonto. Fate attenzione agli spericolati che scendono il sentiero raggiungendo velocità inaspettate in sella al loro slittino.

L'Alpe di Villandro concede splendidi panorami sui gruppi dolomitici essendo piuttosto isolata nel mezzo di essi. La stessa cosa vale anche per l'escursione al Corno Bianco ed il trekking al corno del Renon. Per altri itinerari a piedi consultate la mappa dei trekking.

 
 
Ultima modifica: 03 Giugno 2024
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Vero

Correva l'anno 1983: anch'io vidi per la prima volta la luce del sole estivo e sorrisi.  Nel 2007 ho provato per la prima volta l'esperienza di un'avventura a due ruote e, da quel momento, non ne ho potuto più fare a meno... nel 2010 sono partita con Leo per un lungo viaggio in bicicletta nel Sud Est asiatico, la nostra prima vera grande avventura insieme! All'Asia sono seguite le Ande, il Marocco, Il Sudafrica e Lesotho... e il #noplansjourney...

Se non siamo in viaggio, viviamo sul lago d'Iseo!

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