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Via Francigena in bicicletta: da Londra alla Toscana
La parola Champagne richiama cene romantiche a lume di candela, oppure cerimonie eleganti, o magari momenti speciali a cui brindare... Allora che ci faccio in un Centro di Igiene Mentale in questa zona della campagna francese resa famosa in tutto il mondo dal pregiato vino con le bollicine? E perché mi ritrovo a far la coda per la mensa in compagnia di tanti amici per così dire... originali? Beh, probabilmente, considerato la mia ricerca talvolta esasperata di sempre nuove avventure ed esperienze in lungo e in largo per il mondo, e la mia naturale idiosincrasia verso l'ordinario, il conformismo, la sicurezza del già visto, vissuto, organizzato, probabilmente dicevo, questo è il posto più consono per me in questo momento...
Tutto è cominciato da Londra circa 10 giorni fa. O forse un po' di mesi prima quando ho deciso di percorrere il pezzo che mi mancava di Via Francigena in bicicletta, cioè quello da Canterbury a Camaiore in Toscana (da qui 2 anni fa avevo già fatto in solitaria il resto fino a Roma, ma questa è un'altra storia...). Sono solo poco più di 2 mesi invece che conosco Jane, studentessa Cinese, in Italia da circa un anno per un corso di pittura, e totalmente inesperta di montagna, outdoor, avventura e soprattutto... bicicletta!
Le ho offerto di accompagnarmi per scherzo, aspettandomi un rifiuto educato oppure una risatina compassionevole come fanno tutti... e invece lei ha accettato! Probabilmente all'epoca senza capire bene a cosa andasse incontro e quali fossero tutte le difficoltà di un viaggio del genere per un principiante assoluto.
In breve tempo ha comprato la sua prima bicicletta e tutta l'attrezzatura base e ha cominciato un piccolo piano di allenamento per affrontare un po' meglio per lo meno l'aspetto fisico, se non quello tecnico e di equipaggiamento che un tale viaggio in bici richiede. In realtà col tempo ha cominciato a capire che probabilmente aveva un po' sottovalutato la cosa e soprattutto che intraprendere una tale avventura con qualcuno che si conosce da così poco tempo, potrebbe essere un bel salto nel buio... E di questo anch'io ho cominciato a preoccuparmi sul serio...
Invece, dopo la prima settimana un pò traumatica, alla fine tutto è andato nel migliore dei modi e questa è l'ennesima dimostrazione che con la volontà si può raggiungere qualsiasi risultato (quasi). Ovviamente ho dovuto dare una regolata a quello che sarebbe stato il mio chilometraggio normale ed il mio stile di viaggio, ma alla fine, ci siamo pedalati insieme 1700 km, di cui buona parte sterrati e sentieri, cercando di seguire il più possibile il percorso ufficiale dei pellegrini a piedi anche se sensibilmente più lungo e faticoso della via asfaltata più diretta.
Abbiamo pedalato tutti i giorni, a parte uno a Besancon in cui, dopo la rottura del cambio, abbiamo dovuto aspettare l'arrivo del pezzo nuovo. Il percorso della Via Francigena in Inghilterra e in Francia è generalmente ondulato e con piccoli ma continui dislivelli, talvolta molto bruschi. La difficoltà spesso però è data dopo la pioggia dalla presenza di fango argilloso che rende difficile la progressione nei tratti fuori strada.
Partiti da Londra, ci siamo pedalati subito i primi 100 km di Pilgrim Way, l'antica via che facevano già nel Medioevo i pellegrini per recarsi a Canterbury, vero inizio ufficiale della Via Francigena. Da Roma infatti, nel 990, l'arcivescovo Sigerico descrisse e annotò in 79 tappe il suo viaggio di ritorno verso la cattedrale di Canterbury. Da allora queste tappe e questo percorso sono serviti di riferimento per i pellegrini che in seguito decisero di seguirne le orme.
Attraversiamo quindi campagne eleganti e sconfinate praterie tagliate "all'inglese", luoghi dove non è difficile immaginarsi nobili a cavallo praticare la caccia alla volpe. Nell'imponente cattedrale di Canterbury riceviamo personalmente la benedizione ufficiale del parroco con tanto di imposizione della mano sulle teste... e finalmente da qui parte la Via Francigena vera e propria.
Arrivati al porto di Dover, incorniciata dalle famose "bianche scogliere", prendiamo il traghetto e attraversiamo La Manica fino a Calais.
Ora siamo in Francia, da qui in poi solo bici, nessun altro sgarro alla regola! La campagna francese è meno "precisina" di quella inglese ma non meno affascinate. In molti tratti del percorso non si incontra una persona, una casa, un bar. Ci si trova a pedalare per ore e ore in un deserto agricolo, circondati solo da rotoballe e campi sconfinati.
Anche il tempo sembra sospeso e per giorni e giorni non si può fare affidamento nemmeno su eventuali negozi di biciclette, quindi l'unica possibilità è incrociare le dita e continuare a pedalare, sperando che il piccolo kit di strumenti che ci portiamo dietro sia sufficiente a riparare i problemi meccanici più comuni. Arrivati nello Champagne, i campi di grano lasciano il posto a vigne immense, geometrie di filari che ricordano quelli che siamo abituati a vedere anche nella mia Toscana. Qui finalmente ci concediamo un paio di meritati brindisi, i pellegrini moderni non sempre devono vestire il cilicio.
Con la Svizzera sono arrivate le montagne e le vere salite, che hanno culminato con quella fino ai 2470 m di altezza del Passo del Gran San Bernardo, dove un ospizio storico e caratteristico offre da secoli ospitalità ai viandanti. Arrivati in Italia, dove molti cominciano la loro Francigena fino a Roma (questo tratto della VF è infatti ben più frequentato del precedente...), per noi è invece subentrata la malinconia del viaggio che sta finendo, anche se mancano ancora centinaia di chilometri prima di arrivare all'effettivo termine. Qui comunque il paesaggio cambia continuamente, si passa dalle montagne e i castelli della Valle d'Aosta alle piatte risaie e i cascinali della pianura padana. E infine l'Appennino che comincia a profumare di casa.
Ho volutamente evitato di portare la tenda, che talvolta mi ha accompagnato in passato nelle mie scorribande nel mondo. Questo perchè, nello stile del pellegrinaggio classico, volevo approfittare il più possibile di ostelli, parrocchie, conventi e strutture municipali convenzionate con la Via Francigena che in genere, memore dei precedenti Cammini verso Santiago, sono i luoghi dove più si può socializzare con altri pellegrini o comunque si riesce ad avere uno scambio culturale che rende questa esperienza un po' diversa dal semplice trekking in autonomia o campeggio solitario on the road. Ogni tanto abbiamo anche approfittato della gentile ospitalità della gente del posto, utilizzando il Couchsurfing oppure la rete degli amici della VF. Da segnalare per esempio l'ostello di Tugny-et-Pont, un'isola di salvezza nel nulla, aperto solo di recente.
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Ultimi commenti
Spero sia un gran viaggio e tienici aggiornati su come andrà!
Buone pedalate!