Il mio primo viaggio in solitaria, in Corsica in bici, non poteva essere effettuato se non in un'occasione speciale ed infatti è stato il mio regalo di laurea. La programmazione è stata a dir poco approssimativa visto che nel pomeriggio di un venerdì mi sono messo a pensare al viaggio (doveva essere realizzabile in una sola settimana, vicino, economico e in un paese dove la temperatura fosse accettabile anche ad inizio febbraio) e la domenica sono partito. Inizialmente l'idea era quella di percorrere un tratto della ciclabile del Danubio: vicina al "mio" Trentino ma certamente lontana dal "caldo" che cercavo... scartata! Altra idea: la Camargue e la costa meridionale della Francia fino a Barcellona (dove sarei andato a far visita ad una zia): troppo distante... non è fattibile!
E allora ecco la lampadina che si è accesa: la CORSICA. In bici è percorribile, è relativamente vicina e la temperatura è un pò più mite che da noi. E poi il mare d'inverno mi ha sempre affascinato (io che vivo in mezzo alle montagne?!?). Ok, scelta la meta, va programmato un pò l'itinerario, almeno di massima. Il traghetto, partito da Savona la sera mi scarica il lunedì mattina a Bastia: da lì, dopo aver montato sulla bici le borse e la tenda, a nord verso Cap Corse, poi le Calanches, con Calvi e tutti i porticcioli della costa occidentale fino ad Ajaccio e Propriano, quindi taglio verso l'interno per rientrare a Bastia facendo visita a Corte ed all'entroterra, che mi attira quasi quanto la costa! In seguito ho dovuto tagliare l'itinerario ad Aullene, durante l'attraversamento dell'isola, ritornando sulla costa a Solenzara, a causa del mio scarso allenamento (avevo percorso solo 300 km prima di partire!). Ho sempre sostenuto e creduto che un viaggio in bicicletta porti a scoprire i luoghi attraversati con un ritmo rallentato, gustando maggiormente il tragitto: se avessi proseguito l'itinerario prestabilito forse avrei potuto portarlo a conclusione ma avrei dovuto "correre", restando tutto il tempo in sella e non mi sarei goduto a pieno il paesaggio, gli incontri...il viaggio! Ed in fondo ciò che conta quando si è in viaggio non è la meta in sè, ma il percorso fatto per raggiungerla!
Dopo aver stabilito più o meno il viaggio che andrò a fare, il sabato è stato dedidcato alla
preparazione della bici e delle borse: come sempre, è stata dura scegliere i pochi abiti da infilare nelle borse, cercando di non dimenticare nulla di importante e pesante, soprattutto pensando alle temperature a cui vado incontro:
guanti, pantaloni e maglia pesanti, antivento e antipioggia, berretto... ma ci starà tutta 'sta roba? Una faticaccia la preparazione: comunque, come disse il Leopardi:
"il naufragar m'è dolce in questo mare..." (forse non si riferiva alla preparazione di un
viaggio...?!?). Dopo qualche anno di
"astinenza" da
raid in bicicletta sono stato ben lieto di organizzarne uno in un giorno e mezzo, anche se è un mini-viaggio e magari non lo completerò per lo scarso allenamento!
Ma veniamo al resoconto tappa per tappa della mia Corsica in bici:
1a tappa: Bastia - St. Florent Km 133
Subito una giornata lunghissima! Dopo aver passato la notte in traghetto ed essere sbarcati alle 7 a Bastia, ho cercato un bar per cambiarmi e fare colazione. Quindi eccomi pronto per questa nuova avventura. L'alba mi accoglie su quest'isola francese.
I primi chilometri sui pedali sono sempre quelli più strani: quel peso sulla ruota posteriore non è una cosa abituale e ci vuole qualche minuto per adeguarsi. Poi tutto diventa più naturale: la salita più lenta, il rapporto più agile, la discesa meno stabile... e sono già fuori Bastia, oltre Erbalunga: il traffico inizia a diradarsi e qualche ciclista di passaggio, dopo uno sguardo misto tra invidia e stupore, accenna un saluto che io ricambio. Non c'è un attimo di sosta, la costa frastagliata ha imposto di costruire una strada che vi si adegui ed è tutto un dentro e fuori, un "mangia e bevi" massacrante per le mie poco allenate gambe. Nel frattempo mi avvicino a Cap Corse e la strada inizia a salire seriamente per effettuare l'attraversamento da est a ovest dell'estrema propaggine. Lasciato sulla sinistra Rogliano, sento un leggero rumore sul posteriore, mi fermo e mi accorgo che è saltata una delle due viti che assicuravano il portaborse al telaio della bici. Sono costretto a proseguire cautamente fino al prossimo paese ed in cima alla salita, ad Ersa, trovo un gentile contadino al lavoro che mi mette a disposizione la sua attrezzatura: in quattro e quattr'otto la vite è sostituita e sono pronto a ripartire in picchiata verso Centuri, non prima di aver ringraziato il buon uomo e dato un ultimo sguardo alla punta nord dell'isola.
A Centuri scendo fino al porto (4 km) e pranzo con una baguette e del prosciutto corso, a fianco di alcuni marinai con il viso bruciato dal sole anche a Febbraio. Dopo poco riparto: nonostante abbia percorso 70 km sono solo a metà strada verso St. Florent. A proposito, diffidate delle distanze segnalate sui cartelli stradali, sono molto approssimative e solitamente lo sono per difetto! Ora la strada più tortuosa e stretta, è praticamente di mia proprietà: ho incontrato circa 10 auto in un intero pomeriggio. Il panorama è spettacolare e per poco, a causa della distrazione, non investo un gregge di capre che attraversa diligentemente la strada. Dopo questa breve sosta forzata riprendo con più vigore la pedalata e lasciandomi alle spalle i paesi di Pino e Nonza, raggiungo sfinito St. Florent al tramonto.
2a tappa: St. Florent - 15 km da Galeria Km 99
Altra giornata tosta. Si parte subito in salita da
St. Florent per giungere, dopo una decina di km, ad un altopiano alquanto brullo. In cima sono accolto da uno spettacolo inconsueto: su uno dei molti picchi rocciosi presenti, uno stormo di gabbiani sta facendo un baccano infernale ed aguzzando un pò la vista mi accorgo che uno di quegli uccelli non è un gabbiano ma un rapace (non so quale, non sono un ornitologo). Fatto sta che il predatore stavolta ha fallito l'attacco e, almeno mi è parso, se ne è andato senza alcun bottino.
Proseguendo la mia strada, dopo questa particolare interruzione, oltrepasso alcuni agglomerati di case (non riesco a chiamarli paesi, sono quattro o cinque case raggruppate) facenti parte del comune di
Santo Pietro ed inizio la discesa che mi porterà al paese di
Ile Rousse. La strada è tranquillissima (avrò incontratosi e no 5 auto) finchè non si raggiunge il termine della discesa, una quindicina di km prima di Ile Rousse. Da qui in poi, fino ad arrivare a Calvi, la strada è piuttosto trafficata anche se c'è un'ampia corsia di emergenza da sfruttare. Arrivato a Ile Rousse mi fermo al porto a mangiare la frutta fresca che avevo acquistato in precedenza ed inizio a preoccuparmi per quelle grosse nuvole che si vedono all'orizzonte.
Reinforcata la fedele MTB, parto verso Calvi, la prossima meta. Ancora una volta non c'è un metro di pianura e la strada continua a salire e scendere. In cima all'ennesimo strappo, al paese di Lumio, si apre all'orizzonte una piana ed un ampio golfo con un paese all'estremità opposta alla mia: che spettacolo! Mi getto a capofitto ed in breve sono a Calvi. Qui la prima cosa che faccio è gettarmi a riposare sulla spiaggia. Nel frattempo le nubi minacciose hanno lasciato spazioad un magnifico sole che mi riscalda. Dopo essermi goduto quest'attimo ed aver fatto scorta di provviste in un supermercato, visito la parte alta della cittadina che offre un delizioso panorama. Poichè è ancora presto, decido di proseguire sulla strada che porta a Galeria e costeggia il mare: se doveste un giorno passare di qui, avendo la possibilità di scegliere se prendere questa strada o quella interna, non c'è dubbio che lo spettacolo che le Calanches mi hanno offerto al tramonto siano un ottimo motivo per scegliere la prima delle due. La strada è strettissima ma non passa nessuno (ora... non oso immaginare in estate!) ed è strapiombante sul mare. Il sole indora le rocce e rende il paesaggio sublime. La mia solitudine accentua ancor più queste sensazioni ed io non posso far altro che restare seduto e godermi lo spettacolo... ma non per molto, visto che devo cercare un posto un pò tranquillo dove montare la tenda. Appena la strada taglia verso l'interno, incrocio un chiosco in disuso e penso che possa andare come riparo provvisorio. Non appena la luce inizia a calare ed io ho terminato di sistemarmi per la notte, appare un ragazzo in motocicletta sceso da una strada bianca che apparentemente non conduce da nessuna parte. In tono tutto sommato cortese, ma perentorio, mi intima di smontare tutto ed andarmene entro 10 minuti. Non ci sono ragioni che tengano ed allora gli chiedo se lì vicino ci sia un posto dove poter andare. Lui mi indica n vecchio castello diroccato in cima alla collina ed io allora mi ci trasferisco utilizzando la luce del frontalino che mi sono portato. Per oggi mi auguro che le sorprese siano finite. Inoltre mi sento di potervi dare un consiglio (per quanto ovvio e stupido sembra essere, io ci sono cascato come un pollo!): evitate accuratamente di piazzare la tenda in una proprietà privata, anche se isolata e trascurata.
3a tappa: 15 km da Galeria - Porto Km 73
Sono solo al terzo giorno di viaggio in Corsica e mi sembra di esserci da mesi. Ormai le strade non mi fregano: dopo una salita c'è sempre una discesa, e arrivati in fondo alla discesa, si ricomincia a salire. La pianura qui non esiste. Oggi, dopo la notte passata in tenda, mi sono svegliato di buon'ora e dopo una lauta colazione a base di pane e prosciutto, ho riordinato le mie cose e sono ridisceso sulla strada dal "castello" dove ero andato a finire. Una volta salito in sella, la direzione è sempre quella: giù, a sud, verso
Galeria, un paesino isolato sul mare, come tanti altri qui in Corsica se non fosse che l'UNESCO ha deciso di proteggere el sue scogliere così come quelle del golfo di Girolata poco più a sud, portando notorietà alla zona e a tutte le "Calanches".
Dopo una breve deviazione per far visita al paese (un pò fuori dalla strada), ritorno sulla retta via verso
Partinello e poi Porto. Dopo un paio di km scopro che mi attende una salita di 11 km (in realtà sono 12!) fino alla
bocca di Palmicella. Le pendenze non sono proibitive ma con 30 kg di bici la fatica si sente. Inoltre, come il più classico degli appuntamenti quando intraprendo un viaggio in bicicletta, ecco la foratura! In salita per di più... e va bè, almeno si riposa un pò. Giunto in cima il vento mi costringe a tenere ben salde le mani sul manubrio ed io stremato, scopro di essere giunto "soltanto" a quota 400 m. Ancora una volta i lavori di allargamento della carreggiata mi costringono a percorrere circa 10 km di discesa sterrata. Il
golfo di Girolata e le mille spiaggette che si alternano alle scogliere sono uno spettacolo suggestivo visto dall'alto della strada. Raggiunto il paese di Partinello si scende in picchiata fino a... risalire per altri 3-4 km prima di poter finalmente riposare nel bellissimo paesino di
Porto.
Oggi ho concluso il mio tragitto in bici piuttosto presto e così mi godrò un pò il "mare d'inverno". Mentre passeggio per le strade deserte del paese, penso alle centinaia di persone che lo devono affollare l'estate e credo di essere fortunato ad avere la possibilità di girare nel silenzio rotto soltanto dallo sbattere dell'acqua sulle rocce.
4a tappa: Porto - Propriano Km 160
Dopo una giornata tranquilla oggi mi aspetta un bel tragitto. Ieri a Porto, passeggiando nei pressi del mare, ho incontrato due "pazzi" spagnoli che come me stanno facendo il periplo dell'isola in bicicletta. Visto che pernotteremo nello stesso hotel, abbiamo fatto due chiacchere. Luis e Tony, di Alicante, stanno facendo un tour di una decina di giorni. Partiti da Ajaccio, sono arrivati a Bonifacio e poi sono saliti all'interno fino a Corte per poi ridiscendere sulla costa a Porto. Termineranno il loro viaggio seguendo al contrario il percorso che ho fatto io finora per ripartire da Bastia. Oggi ci siamo ritrovati alla partenza e dopo la foto insieme e lo scambio di indirizzi, ho fatto loro qualche domanda sul tragitto che porta da Sartene a Corte, scoprendo che si devono scalare tre o quattro colli (1300 m) e che sono oltre 150 km. Caspita, devo aver sbagliato qualche conto, impossibile riuscire a farlo in un giorno con le borse e l'allenamento che ho! Dopo averli salutati ed essere ripartito in direzione Ajaccio, mi chiedo se tagliare il percorso originale o provarci ugualmente. Dopo mille tentennamenti decido per la seconda opzione e visto che per oggi erano previsti "solo" 80 km fino ad Ajaccio, allungo il percorso odierno fino a Propriano. I primi chilometri, tutti in salita, sono uno spettacolo poichè si attraversano le
Calanches di Piana, delle opere d'arte costruite dalla natura nella roccia. Superata Piana devo iniziare ad alzare il ritmo se voglio arrivare prima che sia notte a destinazione.
Passo
Cargese e
Sagone quasi senza accorgermene ed inizio una salita di 7-8 km che mi porterà a circa 400 m d'altezza. Solo quando sono quasi in cima mi accorgo della deliziosa vista che si ha da quassù. Qualche foto e giù in picchiata verso
Ajaccio che sfioro solamente per dirigermi verso
Porticcio. 4-5 km di strada molto trafficata e c'è un'altra scelta da fare: se decidessi di tagliare verso l'interno sulla strada principale, ci sarebbero solo 75 km per arrivare a Sartene, una cittadina 15 km più a Sud di Propriano. Il traffico e la voglia di godermi comunque lo spettacolo della strada costiera mi fanno scegliere ancora il percorso più lungo. Pochi km più avanti incontro un anziano ciclista del posto che in un francese strettissimo mi spiega che... boh!, non ci capisco nulla se non "sur le mer". E allora... sur le mer! Lascio a sinistra un bivio per
Coti-Chiavari, paese che la mia cartina indica sulla strada per Propriano e fidandomi del ciclista continuo a salire e scendere inseguendo gli scogli. Ancora una volta le migliaia di insenature della frastagliata costa corsa mi incantano, nonostante ora esse siano continuamente ounteggiate da piccoli paesini. Sono quasi le 17 e mi dovrebbero mancare una ventina di km a
Propriano ma quando in cima all'ennesima salita mi fermo in un chiosco e chiedo informazioni, i km si dilatano a 40! Sono spaventato, ce la farò prima che l'oscurità mi avvolga completamente? Con tutti i km che ho nelle gambe e quello che mi aspetta nei prossimi giorni non vorrei proprio dover dormire in tenda questa notte. E allora metto da parte la mia adorata macchina fotografica nonostante ci sia un tramonto da favola in mezzo alle nuvole (questo resterà un ricordo scolpito solo nella mia mente), e via senza più soste. Alle 18.30, dopo aver acceso il fanalino posteriore della bici, entro in paese e fortunatamente trovo subito un posto dove dormire. Casualità vuole che l'hotel dove sono alloggiato è proprio quello dove i miei genitori hanno passato qualche notte un paio di anni fa.. Stremato ma soddisfatto guardo il contachiloetri che segna 160 e salgo in camera pensando che domani sarà un'altra giornata epica. Ma almeno so quello che mi aspetta e parto preparato... forse!
5a tappa: Propriano - Solenzara Km 113
Obbiettivo fallito! Non riuscirò a completare il percorso che mi ero prefisso (pre... è un suffisso un pò pesante visto che ho studiato il raid un giorno prima della partenza!). Inizialmente l'idea era quella di passare dall'interno, da Zicavo e Corte per poi scendere a Bastia soltanto alla fine. Oggi ho scelto invece di modificare il percorsoe renderlo più breve e più semplice, non perchè fosse impossibile concludere il tour come era previsto, ma perchè sarebbe diventata una corsa contro il tempo e non mi avrebbe permesso di godere le bellezze del paesaggio.
Ma torniamo a questa mattina: la partenza verso le 7.30 da Propriano è assolutamente necessaria se voglio riuscire ad arrivare stasera a Ghisoni, salendo fino ad Aullene, Zicavo ed il col de Verde. Si parte in direzione Sartene e dopo 3-4 km di salita, dietro una curva spunta un magnifico villaggiosulla cresta della collina, con viuzze strette ed una piazza luminosa, simile a molte cittadine umbre o toscane. Da Sartene ridiscendo sul fondovalle (scopro solo ora che potevo evitare la deviazione per Sartene e relativa salita, ma meglio così, mi sarei perso un bellissimo borgo!) e prendo la direzione di Aullene, verso l'interno dell'isola. La strada inizia a salire, dolcemente ma costantemente. Dopo oltre 30 km di salita mi ritrovo ad Aullene, a 850 m sul livello del mare. Qui mi aspetta la decisione: proseguire verso l'interno e "correre" a Zicavo e Ghisoni completando l'idea originale del tour con passaggio da Corte, oppure rinunciare alla soddisfazione dei passaggi in quota e ridiscendere (dopo aver comunque superato un passo a 1250 m) verso la costa orientale per raggiungere comodamente nella giornata di domani Bastia e concedersi la domenica di riposo? Consulto l'orologio, chiedo consiglio ad un signore del paese gentilissimo che oltre ad indicarmi la via del mare mi racconta un pò di storia del paese ed alla fine dò retta alla testa e alle gambe, senza ascoltare il cuore e mi dirigo verso est, a Zonza e poi verso il mare. Ogni km che faccio sono sempre più convinto di aver fatto la scelta giusta: in fondo attraversare dei luoghi, per belli che siano, senza aver la possibilità di sostare ad ammirare il paesaggio o a discuere (?!?) con la gente locale perchè "sennò diventa notte" è il ritornello che ti ronza sempre in testa, non è certamente lo spirito di un viaggio in bicicletta, basato sulla "lentezza" e la "scoperta" della strada percorsa.
Dopo questa breve (o forse troppo lunga) digressione sul mio conflitto interiore, torniamo al percorso. Da Aullene a Zonza la strada è come sulla costa: scende e poi risale. In paese posso godermi una sosta pranzo degna, consapevole del fatto che oggi non avrò bisogno di accendere le luci sulla mia bici prima di arrivare a destinazione. E poi ora mi aspettano 10 km di salita (500 m di dislivello) per arrivare al col de Bavella (1243 m). Una volta in cima le nubi mi avvolgono ed allora, fatta la foto di rito ed indossata la giubba anitvento, via in discesa per una decina di km. I restanti 20 sono di nuovo u "mangia e bevi" taglia-gambe. Una breve discesa infine mi riporta sul mare a Solenzara, facendomi concludere in un solo giorno la traversata dell'isola da Ovest ad Est.
6a tappa: Solenzara - Bastia Km 115
E dopo tanta fatica e sudore eccomi di nuovo al punto di partenza! Certo, ma se esternamente sono solo un pò più abbronzato, dentro le sensazioni sono completamente differenti. Sei giorni fa non vedevo l'ora di inforcare la bici e partire, scoprire, visitare... Ora sono appagato, soddisfatto, semplicemente stanco. Seduto qui, in un bar del porto nuovo di Bastia, davanti ad una birra a festeggiare, mi scorrono davanti agli occhi le immagini più significative di questo breve ma intenso viaggio: la partenza appena sceso dal battello, il tramonto a St. Florent, le magnifiche strade della costa occidentale, l'eterna salita al col de Bavella ed infine la trafficatissima costa orientale. Tutto fa parte di questo viaggio e tutto rimarrà inciso nella mia memoria, come e più di tutti gli altri vagabondaggi di cui sono stato protagonista, perchè la solitudine accentua i sentimenti: nessuno con cui condividere le esperienze e nessuno con cui "dividerle".
Lasciando da parte i sentimentalismi, torniamo alla tappa odierna: da Solenzara a Bastia la strada è dritta e molto meno ondulata rispetto a quella della costa mediterranea. Ed anche il paesaggio è più monotono. Sicuramente la tappa meno interessante dal punto di vista paesaggistico: se potete evitare questa strada (come d'altronde avrei voluto fare io), fatelo! Per animare un pò la giornata ci voleva il classico imprevisto e così... alla mattina, come sempre, sveglia verso le 7.00 e partenza un'oretta più tardi.
Questa volta, fatta colazione e pagata la camera, parto senza ritirare la carta d'identità. Il problema è che me ne accorgo dopo 60 km di strada. Ed ora che fare? Girarmi e tornare a prendere la carta, costringendomi a percorrere 120 km in più ed a "perdere" una giornata oppure proseguire fino a Bastia, cercare un improbabile bus e tornare indietro, sperando di riuscire a far rientro in città per il lunedì mattina? Sono troppo stanco (voi forse direte pigro) e così opto per la seconda ipotesi. Aumento un pò il ritmo e faccio il mio ingresso a Bastia, concludendo di fatto il mio viaggio ciclistico, verso le 13.30! Il problema è che sabato (oggi) e domenica non ci sono pullman che portano a Porto Vecchio (Solenzara è sulla strada) ed i taxi chiedono una cifra spropositata. L'unica soluzione è lasciare la carta dove sta ed andare alla "gendarmerie" per scoprire se posso comunque tornare in Italia. Con mia sorpresa la gentilissima "vigilessa" che mi accoglie in cinque minuti compila un modulo di smarrimento e dice che con quello non avrò problemi. A far poi tutte le denunce e carte del caso ci penserò una volta a casa. Posso così rilassarmi e con calma cercarmi un albergo, girare un pò per Bastia e... trovarmi qui a scrivere in un bar festeggiando la conclusione dell'ennesima avventura in bici con una bella birra!
A Bastia
E' giunta l'ora di trarre le conclusioni di questa mia "bellissima follia" (come l'ho definita prima di partire). Il viaggio si conclude e la malinconia (come tutti gli ultimi giorni) mi accompagna. Che dire di più: questo viaggio in Corsica in bici, molto meno "esotica" di quello degli USA on the road ed meno "avventuroso"del viaggio in Patagonia in bici , ha sicuramente per me una valenza particolare: in primo luogo perchè è un pò come un regalo di laurea che mi sono voluto fare e quindi rappresenta uno spartiacque nella mia vita, un pò perchè è il primo viaggio "in solitaria" che faccio nonostante abbia sempre espresso il desiderio di provarci prima o poi. Molti mi dicevano:" è malinconico viaggiare da soli, lascia perdere!". Bè, ora posso sicuramente rispondere che non lo è certamente in questo tipo di viaggio, dove si affrontano paesaggi silenziosi ed isolati. Probabilmente lo sarebbe di più se ci si trovasse soli in mezzo alla gente, dove il proprio isolamento verrebbe accentuato dallo spirito di aggregazione tutt'attorno.
Per quel che riguarda la Corsica, mi resta il piccolo rammarico di non aver visto la parte interna: Ghisoni, il col de Verde, Zicavo, Corte; ma sicuramente la costa occidentale e il Cap Corsevalgono tutte le descrizioni positive sentite fino ad ora. E forse le valgono ancor più in un periodo come questo (Febbraio), "fuori stagione". Deliziosi anche i paesi di Aullene e Zonza nell'interno, così come Sartene. Un pò meno interessante, ma questo lo si sapeva già prima, la costa orientale, soprattutto per i ciclisti che si trovano ad affrontare una strada molto trafficata e poco "panoramica". La cittadina di Bastia, per quel che ho potuto vedere in mattinat, è carina: concentrata attorno al porto vecchio, con la cattedrale che lo sovrasta e la cittadella all'interno delle mura in alto.
Orevoire, Corsica!
La Corsica è stata la prima meta dei miei viaggi in bici in solitaria. Dopo l'esperienza dell'isola francese è stata la volta dei
Balcani, un'altra avventura imperdibile per chi ama il viaggio lento!
Anche l'altra anima di lifeintravel, Vero, è stata in Corsica in bici qualche anno dopo la mia esperienza... potete scoprire la
Corsica in MTB a Cargese oppure tutti gli altri articoli dedicati alla
Corsica in bici nell'apposita sezione.
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