L'anno scorso ho fatto la mia prima esperienza di cicloturismo: ho avuto questa idea di cercare di percorrere l'Appia Antica in bicicletta come facevano gli antichi romani, in particolare seguendo le orme di Orazio e Virgilio nella loro discesa in Puglia che venne in seguito narrata anche in un famoso libro. Durante questa mia avventura, giusto o sbagliato, ho deciso di non portare con me gps e cartine per rendere quanto più reale la cosa. Ho intrapreso il viaggio da solo, un po' perché non avevo nessuno che conoscessi disposto a seguirmi, un po' perché essendo la mia prima esperienza ho reputato giusto farla in solitudine per capire a pieno se stessi, i propri limiti, le proprie risorse, senza contare sull'aiuto di nessuno.
Avendo solo 5 giorni a disposizione, ho deciso di fare la variante Traiana dell'Appia antica in bici che, non appena arrivata a Canosa in Puglia, scende piu o meno sul lungomare, a differenza dell'altro itinerario che superata la Campania resta nell'entroterra.
Cercando di percorrere l'Appia antica come ai tempi dei romani
Ho comprato una normalissima bici da città con 21 rapporti con 240€ , due borse laterali da 15lt piu una centrale da manubrio piccolina, piu una tenda decathlon tutto per 65€, un caricabatterie solare da internet a 15€, ho preparato le borse e sono partito...
ROMA - TERRACINA | 1a TAPPA
Chilometri percorsi: 108
Partenza: h 7.00
Tempo totale: 8 h 30 min
Spesa: 15 €
Chilometri percorsi: 108
Partenza: h 7.00
Tempo totale: 8 h 30 min
Spesa: 15 €
Decido di iniziare presto la mattina la mia avventura, un po' per godermi il centro di Roma senza traffico (per questo decido anche di partire da Ponte Milvio) e un po' perché sono pieno di dubbi e perplessità dovuti alla mia inesperienza: la capitale all'alba è qualcosa di spettacolare, non ci sono aggettivi per descrivere tale bellezza e ciò mi da una grande determinazione.
Passo il Circo Massimo ed entro nella zona dell'Appia Antica in bici, meta del mio viaggio: all'improvviso è come essere catapultati indietro nel tempo di 2000 anni senza accorgersene. Il parco della via Appia Antica è un posto meraviglioso che andrebbe assaporato centimetro per centimetro e lo consiglio a tutti gli amanti della storia e non. L'unico neo è che, a mio avviso, dovrebbe essere una zona totalmente interdetta al traffico. Invece, anche se raramente, ci sono automobili che transitano in zona: molto molto male... ma io sono stracarico.
Riesco ad ammirare comunque cose splendide come Le catacombe di San Callisto e di San Sebastiano risalenti ai primi secoli del cristianesimo che sono mantenute benissimo, la chiesa del "quo vadis", lo splendido mausoleo rotondo di Cecilia Metella e la grande Villa dei Quintili. Arrivo al sottopassaggio all'altezza del G.r.a dove si trova il ceppo che commemora le tre religioni monoteiste.
Appena passato il G.r.a., c'è un lento ma constante degrado che fa finire la via antica in un tratturo fangoso, rifugio di senzatetto, incolta e pieno di escrementi ovunque, e cosi arrivato all altezza di Frattocchie prendo la trafficatissima via Appia.
Inizio una bella arrampicata da 0 a 435 mt s.l.m. per arrivare a Genzano, passo la zona di Bovillae che al tempo dei romani era una specie di zona residenziale piena di ville per ricchi delle quali non c'è quasi piu traccia: che sensazione di potenza! Sembra che non mi possa fermare nessuno, passo per Albano e poi per Ariccia e mi mangio un gran panino con la porchetta: "Dovere!" mi dice il negoziante dove lo compro.
Superato Genzano inizio la discesa verso l'agro pontino, per un bel tratto seguo l'antica Via Appia, poi mi perdo in stradine secondarie di terra battuta, ma chiedendo riesco ad arrivare a Cisterna di Latina.
Qui inizia il più lungo rettilineo che abbia mai visto in vita mia: 45 km che collegano Cisterna a Terracina! Il tempo non è un granché e tira un brutto vento: mi armo di santa pazienza e me li faccio fermandomi ogni tanto a fotografare ciò che di antico mi offre la strada.
Arrivo a Terracina con la consapevolezza di aver sbagliato qualcosa nella scelta della sella ma ormai, come disse qualcuno, il dado è tratto! Giusto poco prima che si scateni un forte temporale estivo, riesco a montare la mia tenda su un tratto di spiaggia lontano da persone ed esco solo per comprarmi la cena, felice della mia esperienza.
Quando la testa è forte il resto del corpo è indistruttibile!
Pensiero del giorno
TERRACINA - CASERTA | 2a TAPPA
Chilometri percorsi: 133
Partenza: h 09:00
Tempo totale: 9h 30min
Spesa: 15€
Chilometri percorsi: 133
Partenza: h 09:00
Tempo totale: 9h 30min
Spesa: 15€
La mattina mi alzo e inaspettatamente sento un dolore acuto al ginocchio, infastidito prendo un antinfiammatorio e parto.
Ci sono tre varianti che entrano ed escono da Terracina: io passo sotto al Tempio di Giove Anxure. La strada, nonostante costeggi il mare, (la vera Appia Antica costeggia le montagne e passa da Itri, ma il paesaggio costiero non poteva essere ignorato ) è un continuo saliscendi che mi fa riappacificare con la mia coscienza per non essere andato nell’entroterra. Sperlonga e il mare sono stupendi: mi tufferei ogni istante per rinfrescarmi perchè oggi il brutto tempo ha lasciato spazio a un gran caldo, ma in tutta sincerità ciò non mi dispiace. Il morale alle stelle compensa col dolore al ginocchio, sento che posso farcela, sorrido e vado avanti. Formia, la città di Cicerone, è molto grande e caotica. In città si riprende il percorso originale della via Appia. In questa zona sorgevano probabilmente delle antiche ville che i signori ricchi romani utilizzavano come ville estive.
Minturno (Minturnae per i romani) è un bel paese sulla collina (la città originale si trovava piu a valle) e passandoci è possibile visitare i resti dell'acquedotto romano molto ben conservato. Tra Lazio e Campania si trova anche un sito archeologico (comprensorio archeologico) molto bello e ricco di reperti ma come molte cose Italiane è tenuto in maniera quanto mai discutibile: i reperti sono disposti alla rinfusa, ci sono salcune tabelle esplicative, pochi posti per rilassarsi...
Faccio un giro all'interno (appena mi vedono alla cassa provano a parlarmi inglese, scambiandomi per un qualche strano turista) per scattare qualche bella foto, appena prima di riposarmi un'oretta al fresco di un albero.
Sinuessa (antica e importante città romana costruita a difesa della via Appia), all'altezza del fiume Garigliano, segna il confine tra le due regioni e mi dispiace dirlo ma si percepisce nettamente il distacco. Dopo quache pedalata incontro la baia Domiziana che ha sommerso molte rovine. Ancora qualche chilometro e raggiungo Mondragone che non ha affatto un bell'aspetto, la gente mi guarda in maniera distaccata e il mio morale non può che risentirne.
Continuo sulla costa, ma a un certo punto, prima di Castel Volturno, un po' per le manifestazioni di immigrati, un po' per incoscienza, devio su una strada solitaria e desolata verso l'entroterra, in mezzo ai campi. Scorgo ovunque caseggiati abbandonati e non vedo l'ora di arrivare al paese successivo che si chiama Cancello Arnone, onestamente è la prima volta che lo sento.
Le gambe vanno abbastanza bene anche perchè l'itinerario è tutto piatto come una tavola, non posso dire la stessa cosa per la sella che ormai sembra fatta di lamette!
Passo Grazzanise, poi la caotica Capua (l'antica Casilinum) e arrivo a Santa Maria Capua Vetere (l'antica Capua) dove c'è una bellissima zona archeologica, segno tangibile dell'importanza di questa area in epoca romana. A Santa Maria, appena entrato in città, passo sotto l'arco di Adriano e pedalo in direzione dello splendido anfiteatro, secondo solo al Colosseo. Proseguo per la vicina Caserta dove arrivo stanco ma felice e mi fermo da amici.
Ieri non pensavo di fare quello che ho fatto oggi, domani farò quello che non penserei di fare oggi
Pensiero del giorno
CASERTA - VALLESACCARDA | 3a TAPPA
Chilometri percorsi: 145
Partenza: h 08.00
Tempo totale: 12h 30min
Spesa: 55€
Chilometri percorsi: 145
Partenza: h 08.00
Tempo totale: 12h 30min
Spesa: 55€
La mattina parto da Caserta col solito dubbio che mi assale "ma quasi quasi me ne torno a casa!" ahahah mai!!!. Esco dalla città orientandomi, non so come, e passo tutte le cittadine limitrofe che sembrano centri del Medio Oriente per quando sono caotiche.
La gente mi guarda quasi come fossi un marziano, la cosa mi fa sorridere mentre ammiro l'Appennino di fronte che si avvicina troppo rapidamente per essere ignorato. Ancora qualche pedalata ed inizio a salire verso Arpaia, risalendo la valle Caudina (valle caudinum), dove i romani subirono una pesantissima sconfitta inflitta dai Sanniti. Mi lascio definitavente la pianura alle spalle.
Strada facendo incontro un venditore di bici che mi conforta dicendomi che una volta arrivato in paese la strada fino a Benevento sarà poi una passeggiata, ma alla fine mi lancia una frase sibillina: "Dopo incontrerai l'inferno".
Prima di arrivare a Benevento, girando in una piccola traversa sulla sinistra ho varcato l'ingresso della città dal ponte Leproso attraverso l'antico accesso a Maleventum. Visito i resti romani come il teatro e l'arco di Traiano e poi decido di ripartire vista la lunga e tortuosa strada che ancora mi attende.
Prima di trovare la strada giusta mi perdo intorno alle colline e faccio 18 km in piu del dovuto e, onestamente, mi arrabbio con me stesso: l'unica cosa buona è l'incontro con vari ciclisti che si accostano a parlarmi ed è molto gratificante quando ti incitano...
Uscendo dalla città la strada è in continua ascesa. Comincio a pensare che non avrò abbastanza tempo per raggiungere Candela (FG)...
Supero bei muri intorno al 14/15% per arrivare al passo di Mirebella (antica Aeclanum): i muscoli dopo i vari strappi diventano tesi, forse anche per colpa del caldo, ma la mente è ancora lucida e mi fa chiedere la giusta strada all'ennesimo ciclista incontrato. Per la seconda volta mi viene risposto che stò sbagliando strada pedalando verso Ariano Irpino, invece che nella direzione opposta e ancora una volta allungo l'itinerario di 10 km e 1h ca.
I sentimenti e le emozioni sono molteplici: incazzato, depresso, invincibile, determinato... è anche questo il bello della bicicletta.
In questo tratto di strada non vedo tracce della vecchia Regina Viarum. Attraverso l'A16 su consiglio di un benzinaio che mi indica la strada giusta e mi dice che non manca molto, ma non mi confida che la via è tutta una salita costante... arrivano le 20:30.
Il primo intento era quello di fermarmi in un boschetto ma senza il necessario da mangiare non sarebbe stato opportuno. Affamato, mi faccio coccolare in un albergo a Vallesaccarda con il proprietario che mi offre cena e camera a 45€ convincendomi facilmente.
Durante la cena (buonissima e abbondante) parlo con questo signore anziano del mio viaggio in bici e lui conferma che la Trevico citata da Orazio (libro 1 cap 79: "Incipit ex illo montes Apulia notos ostentare mihi, quos torret Atabulus et quos numquam erepsemus, nisi nos vicina Trevici") non dovrebbe essere il paese attuale molto più in alto ma esattamente il luogo dove mi trovo e visto che anche io ho avuto ristoro in una locanda per adesso lo scopo del mio viaggio è superato appieno.
Da oggi in poi ogni volta che mi lamento che nn riesco a fare una certa cosa, non sarà mai vero!
Pensiero del giorno
VALLESACCARDA - CANOSA DI PUGLIA | 4a TAPPA
Chilometri percorsi: 108
Partenza: h 08.00
Tempo totale: 08h 30min
Spesa: 8€
Chilometri percorsi: 108
Partenza: h 08.00
Tempo totale: 08h 30min
Spesa: 8€
La mattina riparto abbastanza ristorato e con le indicazioni precise datemi dall'oste la sera prima non mi posso più perdere. Devo andare verso Scampitella, un paese a solo 7 km di distanza, ma quando ormai penso di aver visto tutto mi trovo di fronte "muri" al 20-22% che quasi non riesco a salire neanche a piedi!
Arrivato al paese ridiscendo verso la zona industriale e mi trovo nuovamente faccia a faccia con un muro per andare a Lacedonia.
Onestamente queste zone non hanno niente di particolare da vedere: sono molto ventose e con salite aspre che mi capita sempre piu frequentemente di fare scendendo dalla bici. A Lacedonia proseguendo per l'entroterra avrei seguito il tracciato originale della Via Appia Antica in bicicletta mentre, scendendo verso il mare un po' per necessità e un po' per mancanza di tempo, vado verso la variante. Dopo l'ennesimo saliscendi arrivo a Rocchetta, in provincia di Foggia, dove mi rifocillo e proseguo verso Candela (FG).
Da Candela come per magia l'Appennino finisce lasciando spazio ad una campagna arida e pianeggiante come una tavola da surf che arriva diritta fino al mare. Le gambe iniziano ad essere affaticate e vedendo le montagne alle spalle è come respirare una boccata d'aria fresca.
Seguendo semplici e deserte strade provinciali fino alla ss93 piano piano arrivo a Canosa dove mi aspettano alcuni amici che non è mai stato così piacevole vedere.
Come diceva una volta un mio istruttore, finche senti dolore e fatica vuol dire che la mente ragiona ancora
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