Le Orobie, catena montuosa che abbraccia le quattro province di Bergamo Lecco Sondrio e Brescia, hanno la fama, soprattutto sul lato valtellinese, di essere molto selvagge e poco frequentate. Questo è il caso della Val Belviso, valle che si trova nella zona più orientale della catena a soli dieci chilometri in linea d'aria dal Piz Tri e che custodisce un trail in quota tra i più belli mai fatti!
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Còrteno Golgi e la salita di Bratte
E' una fresca mattinata di metà giugno, il cielo è terso e noi scalpitiamo per la voglia di esplorare la Val Belviso con la mtb, incuriositi da ciò che ci aspetterà. Partiamo da Còrteno Golgi (925 m) attraversando gli stretti vicoli lastricati che diedero i natali a Camillo Golgi, premio nobel per la medicina nel 1906. Riempite le borracce affrontiamo da subito saliscendi impegnativi fino a Fucine, località da cui è possibile raggiungere le Valli di S. Antonio (Brandet, Campovecchio) e la loro Riserva Naturale Regionale Sito di Importanza Comunitaria. Noi invece proseguiamo dritti, con lo sterrato che si sostituisce all'asfalto e procediamo a fianco del torrente Ogliolo sino alla colonia di Aprica. Qui svoltiamo a sinistra e ci accoglie tra le sue braccia una cementata non impossibile ma comunque duretta che ci conduce dopo alcuni tornanti a Bratte Basse e Bratte Alte (1470 m).
Le piste da sci di Aprica
Ora ci aspetta la parte più dura dell'intero percorso, ovvero due chilometri su sterrati di servizio degli impianti sciistici di Aprica a fianco delle piste di Baradello...una vera tortura! Ma per fortuna il panorama è così bello che ci dimentichiamo ben presto del male alle gambe! La prima parte pedalata di questo lungo itinerario (e anche l'ultima, durante il rientro) si sviluppa in provincia di Brescia, mentre la restante parte, ovvero quella preponderante, si svilupperà all'interno della provincia di Sondrio. Infatti proprio ora stiamo entrando nelle Orobie Valtellinesi! Si scende per un centinaio di metri sino ad intersecare le piste di Palabione sotto il Rifugio Valtellina e si prosegue su salita abbordabile fino alla malga Magnolta (1945 m), ove ha inizio il tratto più spettacolare dell'itinerario.
Passo del Venerocolo: single trail spettacolare
Con un panorama che spazia dalle cime innevate dell'Alta Valtellina fino al gruppo del Bernina passando per la zona del Col d'Anzana in MTB, entriamo nella selvaggia Val Belviso su strada forestale, che ben presto si trasforma in sentiero a mezzacosta, preparato ottimamente per la fruizione in MTB: 13 km in alta montagna che coprono un dislivello contenuto (500 m circa), grazie alla natura primordiale di mulattiera militare che, in quanto tale, conserva pendenze costanti. Sovrastati da cime prossime ai tremila metri (M. Gleno, M. Torena) e con il lago artificiale più grande delle Orobie sotto di noi (lago Belviso), procediamo su mulattiera super-panoramica affrontando alcuni passaggi adrenalinici ma non eccessivamente pericolosi, ottimamente attrezzati con catene per salvaguardare l' incolumità degli escursionisti. Successivamente affrontiamo diversi tratti pianeggianti che si insinuano nelle vallette laterali, dove la neve può persistere anche fino a tarda stagione. Saliamo dolcemente in un ambiente sempre più selvaggio e solitario – dove la frequentazione escursionistica è limitatissima – caratterizzato da pendii erbosi tappezzati da rododendri. Aggiriamo il M. Frera ed entriamo nella conca denominata Foppo Alto, sotto le pendici del M. Telènek e del M. Sellero le cui acque di sorgente sgorganti dalle rocce, unitamente alla neve di scioglimento, generano cascate gradevolissime alla nostra vista. Dopo qualche facile saliscendi affrontiamo quattro impegnativi tornanti ravvicinati fino ad entrare in un ambiente caratterizzato da rocce rossastre di natura ferrosa, sotto i contrafforti del M. Venerocolo (2590 m), chiamato anche M. Tre Confini in quanto punto di separazione delle tre province di Bergamo, Sondrio e Brescia. Qualche decina di metri in falsopiano anticipa l'arrivo al punto più elevato dell'escursione in mtb, il Passo del Venerocolo posto a quota 2314 m sul confine con la provincia di Bergamo. E proprio in provincia di Bergamo, a poche decine di metri dal passo, è presente il semi-ghiacciato lago del Venerocolo (2293 m).
Discesa in picchiata
Ora ci aspetta la seconda parte, la discesa in Val di Campo sino al lago Belviso coprendo un dislivello negativo di circa 800 m. Il sentiero iniziale è ripido, tecnico e con diversi tornanti stretti e smossi che invitano alla prudenza. Ogni tanto ci si può perfino divertire surfando sulle chiazze di neve che coprono il sentiero e qui gli scatti fotografici non possono mancare! Soggettivamente non è un bel sentiero pedalabile e divertente, ma anche questo aspetto fa parte dell'avventura! In seguito il sentiero si congiunge ad una strada sterrata sassosa che scende alla malga di Campo (1822 m). Ci troviamo in un luogo magnifico, un pianoro occupato dalla malga e dai pascoli per il bestiame, sul limitare del bosco e al cospetto del M. Torena. Tornante dopo tornante, la ripida e sassosa sterrata a prova di braccia ci permette di giungere sulle sponde del lago Belviso (1485 m), un invaso lungo più di due chilometri sbarrato da un'impressionante diga alta 138 m che permette l'accumulo di cinquanta milioni di metri cubi d'acqua.
Un finale poco rilassante
Dopo una sosta al sottostante rifugio Cristina (1260 m), situato sotto il muro della diga presso le baite San Paolo, scendiamo velocemente al ponte Ganda (915 m) su strada prevalentemente asfaltata, oltre il quale ci metteremo il cuore in pace in quanto, per rientrare a Còrteno Golgi dovremo risalire al paese di Aprica (1181 m), raggiungere la colonia sempre su asfalto e immetterci sulla prima parte di percorso effettuato in mattinata, chiaramente non facendoci mancare nemmeno un saliscendi!
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