Le Giudicarie sono un territorio del Trentino occidentale compreso tra il lago di Garda e le montagne del Parco Naturale Adamello – Brenta. Al loro interno spicca la Valle del Chiese, che si estende dalla Sella di Bondo al lago d'Idro per uno sviluppo lineare di circa trenta chilometri. Il seguente percorso ad anello si sviluppa essenzialmente sulla sponda occidentale del fiume Chiese, ad eccezione della prima parte su ciclabile di fondovalle in sinistra orografica. Nel complesso è un giro lungo e impegnativo ma anche straordinario per i panorami e per la completa ciclabilità garantita dall'ottimo stato di conservazione delle mulattiere realizzate in occasione della Prima Guerra Mondiale!
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La torbiera di Boniprati
Si parte da Lodrone, frazione di Storo situata in Trentino poco oltre l'attuale confine con la Lombardia, a 390 m di quota. Lasciando il Lago d'Idro alle nostre spalle ci si innesta sulla pista ciclabile asfaltata di fondovalle diretti a Cìmego (557 m), che si raggiunge dopo circa 13 km di leggero falsopiano.
Si entra nel paese e cominciano le prime dure rampe ma per fortuna è possibile fermarsi alla fontana per riposarsi e fare scorta di acqua. Si riparte e senza indugi si prende la strada in salita, diretti a Boniprati; la pendenza è costante e gli ampi e aperti tornanti permettono di ammirare la Valle del Chiese e le montagne che fanno da cornice al Giro dei Funamboli.
Dopo aver attraversato Castel Condino si sale tra gruppi di baite e prati falciati fino a raggiungere il piccolo altopiano di Boniprati, sede di un'area protetta situata a 1160 m di quota tra il Monte Melino e la Cima Pissola. Il biotopo in questione, denominato Palù di Boniprati, è una torbiera di circa undici ettari alimentata dalle precipitazioni meteoriche e dal contributo derivante dallo scioglimento nivale.
Il fronte delle Giudicarie
Dopo aver costeggiato la torbiera si risale il versante orientale della Cima Pissola lungo una stretta e ripida strada asfaltata che alterna tratti nel bosco a tratti scoperti punteggiati da baite ben inserite nel contesto. Giunti alla malga Table (1637 m) termina l'asfalto e nel silenzio più assoluto si può ammirare un bellissimo panorama sui gruppi del Brenta e del Baldo, sui più vicini Monte Cadria, Cima di Valbona, Dosso dei Morti e Monte Melino.
Quest'ultima cima, che in realtà è una piccola elevazione, rappresentò nel corso della Prima Guerra Mondiale un punto privilegiato di osservazione delle mosse del nemico; all'inizio del conflitto i confini tra Regno d'Italia e Impero Austro – Ungarico si attestavano sulle creste retrostanti – in corrispondenza del Passo di Bruffione – ma nel mese di ottobre 1915 gli italiani riuscirono ad avanzare conquistando questa cima strategica, mentre agli austriaci non restò che indietreggiare verso i forti di Lardaro.
Dalla malga Table inizia una bella strada forestale che aggira la Cima Pissola insinuandosi nella valle – tributaria della Valle di Daone – ove scorre il torrente Ribor, e tra divertenti saliscendi si raggiungono prima malga Clevet e poi, dopo la deviazione per un ex cimitero militare, malga Clef (1721 m). Ahimè non si prosegue in discesa lungo la forestale ma si deve deviare bruscamente a sinistra seguendo le indicazioni per Malga Bondolo.
La sterrata si trasforma in inerbita e con fatica si sale tra i pascoli punteggiati da fioriture gialle e cespugli di rododendro fiorito. Ogni tanto emerge dal fondo erboso l'originale selciato militare, però in condizioni tali da non facilitare più di tanto la progressione. Dopo due chilometri di faticosa salita si raggiunge la Sella di Bondolo (1944 m), valico posto tra il M. Remà e il Cingolo Rosso.
La salita al Passo di Bruffione
Ci affacciamo sulla Valle Aperta in mezzo ad alcuni resti di fabbricati militari ormai sommersi dalla vegetazione. Il panorama spazia dal Monte Bruffione all'omonimo passo, quest'ultimo raggiungibile da una ben visibile mulattiera disegnata sul versante opposto della valle. Quindi, scesi al vicino Pascolo di Malga Bondolo (1830 m) su sterrato perlopiù inerbito, si attraversa il torrente su un bel ponticello in legno e si comincia a salire a zig-zag sulla mulattiera militare. Tra un tornante e l'altro il percorso si trasforma in semplice sentiero, con brevissimi tratti non pedalabili per via del cedimento delle sponde laterali e della folta vegetazione che ne nasconde il fondo. Usciti dal bosco il sentiero si allarga e diventa completamente ciclabile, nonostante il fondo inerbito sia veramente ostico. Superato un passaggio tra due rocce e completato il lungo mezzacosta costellato da muretti a secco, si giunge al Passo di Bruffione (2143 m), dove nel 2006 è stato costruito un piccolo bivacco dedicato a Olivo Fusi e Paolo Pescosta, due alpinisti prematuramente scomparsi. Qui ci troviamo sull'attuale confine regionale tra Trentino e Lombardia, dove un secolo fa – prima della conquista italiana del M. Melino – passava il Fronte della Guerra.
Entusiasmante trail in quota
Questo è il momento che tutti aspettavamo: pedalare su una mulattiera militare panoramica per 11 km a quote comprese tra 1800 m e 2200 m di quota, un po' di qua e un po' di là dal confine regionale. Si comincia con una lieve salita sul versante occidentale del M. Brealone deliziati da una bella vista che spazia dal Passo Crocedomini al Dosso dei Galli dove spicca la mastodontica ex Base Nato.
Il percorso, impreziosito dai vivaci colori del rododendro, diventa leggermente più aereo lungo la breve discesa che conduce al Passo di Brealone (2109 m), alti sulla valle che ospita i laghi di Bruffione. Una volta giunti al passo ci si affaccia sull'alta Val Sorino, distinguendo bene la traccia che ora si andrà a seguire. Si scende per poche centinaia di metri, si risale con morbide pendenze verso il Dosso Trabacù e quindi giù fino al Passo delle Cornelle (2018 m) con vista sul pianoro acquitrinoso che ospita l'omonima malga. Poi bisogna seguire un'evidente traccia in leggera salita che taglia i verdi pascoli d'alta quota fino al non lontano Passo di Val Marza (2110 m).
La discesa conclusiva
Le salite sono terminate per fortuna, ma il divertimento continua! Si entra in Val Bona aggirando il Costone delle Cornelle e perdendo rapidamente quota lungo un sentiero accidentato e tecnico; ma niente paura, perché poco più avanti ritorna compatto e scorrevole. Il veloce rettilineo sul Dosso delle Cavallarie sancisce la fine del lungo e spettacolare sentiero panoramico di 11 km; un percorso da incorniciare, che si conclude con la vista dall'alto del lago d'Idro! Ed ora si deve scendere a Riccomassimo (726 m), prima su una strada cementata e asfaltata, poi su una tortuosa sterrata (strada del Dos del Fò), fino a concludere a Lodrone (ultimi tre chilometri asfaltati) questo giro ad anello estenuante ma sicuramente appagante!
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