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Israele, le vie del Signore sono finite - terza parte (il Millino)
Scritto da Mag
Giovedì 1 luglio 2010 – gg 261
Giornata tranquilla, seduti su una panca vicino alla scala che scende verso la cripta dove sarebbe stata seppellita la vergine Maria veniamo avvicinati da un connazionale con una fotografia mano. -“Volete vedere la foto? L’ho scattata a Medjugorje.” -“Veramente ne farei volentieri a meno, però se insiste?” … insiste !! -“Non vede niente?” -“Cosa devo vedere? c'è il suo faccione, è un po' buia, avrei usato un pochino di flash, è composta male e l'orizzonte è storto!” -“No dico, non vede niente di strano? non vede quella sagoma sfocata sullo sfondo che sembra un uomo con una tonaca? ... è Gesù Cristo che si è materializzato nella mia fotografia.”
Ecco, lo sapevo, dobbiamo smetterla assolutamente di sederci in prossimità di luoghi sacri, sono infestati da matti invasati in preda ai loro deliri, e come se non bastasse si sentono pure in dovere di comunicarli al prossimo. Comunque contraddirlo potrebbe essere pericoloso, decido pertanto di dargli un po' di corda: -“ Ma sì, ha ragione, è proprio Nostro Signore, lei è il prescelto, la mano di Dio si è posata sulla sua persona, ha già comunicato l'evento alla sua diocesi? -“Dice davvero?! Io l'ho detto solamente al mio parroco ed al mio gruppo di preghiera.” -“No, non basta! Lei deve andare in Vaticano, alla Santa Sede, deve parlare col Papa, questo è un miracolo, è un segno, potrebbe essere importante.” Improvvisamente non si cura più di noi, con il suo rosario in mano comincia a pregare, ovviamente cogliamo l'occasione per andarcene. Seguono 40 mininuti di cazziatone di Sabri: non dovevi prenderlo in giro... Vero, ma quanto mi sono divertito!!
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Sabato 3 luglio 2010 – gg 263
* Poiché, le forti e potenti famiglie ebree, si fidano e fanno affari solo con altri ebrei è indispensabile per entrare nel giro essere uno di loro.
** Il famoso quartiere ebraico ortodosso fuori dalle mura di Gerusalemme da non visitare assolutamente di sabato.
*** Anche l’ultimo.
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Domenica 4 luglio 2010 – gg 264
* I manifesti sono l’equivalente del giornale « quotidiano » che da queste parti non si usa e gli abitanti del quartiere attingono le notizie da questa specie di dazebao con il quale tappezzano i muri delle case.
** Gli abiti variano a seconda dalla provenienza geografica.
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Lunedì 5 luglio 2010 – gg 265
Gironzolando senza meta per le viuzze tortuose del quartiere arabo, spesso ci si sente dire dalla gente:-“It’s close !”( la strada è chiusa !) ma questa affermazione si rivela essere quasi sempre falsa. All'inizio non ci facevamo caso, ma oggi dei bambini che stanno giocando con pistole e fucili di plastica si avvicinano per chiederci una foto. Dopo aver posato per noi, quando ormai è il momento di salutarci ecco rispuntare il solito tormentone:“It’s close !” Bravi ragazzi, fate bene a giocare alla guerra, così vi portate avanti! Ma adesso voglio una spiegazione a questa continua bugia. Improvvisamente da scalmanati diventano silenziosissimi, la risposta è ovvia, e potevamo arrivarci da soli, semplicemente non vogliono scocciatori (cristiani) nelle strade che non fanno parte del percorso espressamente turistico. La cosa strana invece è un'altra: sono bastati 90 secondi passati a parlare con un bambino per far sbucare fuori dal nulla due poliziotti in borghese che a loro volta ci hanno interrogati sull'accaduto. Corpo di mille balene, da queste parti non si è mai soli, e pensare che noi siamo soliti conversare con gente della peggior risma; una volta ci capitò perfino di intrattenerci alcune ore con un alto prelato. Dovremmo forse prestare più attenzione? Ma no, chi se ne frega!! Anzi vado subito a comperarmi una maglietta con la scritta “Free Palestine”. Adoro Gerusalemme, sono tutti così aperti e disponibili al dialogo, mi meraviglio che non vadano tanto d'accordo. Durante la nostra permanenza in Ladakh, nell'arco di un mese avrò parlato con dieci persone, qui invece devo scacciarli a bastonate. Non fanno eccezione i musulmani che lavorano nelle piccole botteghe del souk; per esempio dopo il solito racconto di ingiustizie* inflitte loro dagli ‘invasori’ l’ometto baffuto che sta imprimendo la sopra citata scritta sulla mia T-shirt , si sente in dovere di mettermi al corrente di un complotto segreto secondo il quale, i ‘sionisti’ dovrebbero procreare e moltiplicarsi fino al raggiungimento dei due milioni di unità**e a quel punto saranno pronti per invadere nuove terre e creare il ‘grande Israele’. Subito dopo mi rassicura dicendomi che non ci riusciranno mai, verranno ovviamente spazzati via dalla collera di Allah; fino ad allora comunque, noi cristiani possiamo stare tranquilli… solo dopo verrà il nostro turno. Bene! Dormirò più sereno stanotte!
* Il soggetto in questione sostiene che, nonostante da generazioni la sua famiglia viva in questa città, ora risultano tutti essere residenti temporanei e per tanto possono essere scacciati in qualsiasi momento.
**Nel 2010 Israele ha circa 7.000.000 abitanti, di cui 1.400.000 ebrei ortodossi. Tardo pomeriggio dell'ultimo giorno ed è il momento delle riflessioni; mentre torniamo verso il nostro appartamento ripenso a tutte le cose accadute da quando siamo arrivati in Israele ed alla luce di tutto ciò mi sorge spontanea la domanda: Gerusalemme rappresenta un mirabile esempio dei più sottili equilibri teologici, religiosi e sociali nel quale tre grandi fedi monoteiste convivono ‘pacificamente’ o è l'ennesima prova che le religioni che dovrebbero unire i popoli in realtà li dividono? Non lo so, però chi decise di creare dal nulla uno stato ebraico proprio nel cuore del mondo islamico forse ebbe l’intuizione geniale/diabolica di trasformare un proprio problema*** nel problema di un rivale.
*** Già prima della seconda guerra mondiale alcuni stati europei avevano una mezza idea di liberarsi dell'ingombrante presenza dei giudei, qualcuno aveva pensato di mandarli in una remota zona della Russia asiatica, altri pensavano invece alla sconfinata pampas argentina, altri ancora volevano eliminarli e basta. Quel signore che ha avuto quest'ultima idea però, come tutti ben sanno, non sopravvisse alla grande guerra; furono pertanto gli inglesi (insieme ai loro alleati) a doversi occupare di questa spinosa questione. Fu allora che, forse per caso, forse perché negli ultimi decenni molti di loro si erano già trasferiti in queste zone o, semplicemente per ragioni politiche qualcuno decise che l’ex protettorato britannico di Palestina fosse il posto ideale. In quel momento un Imam mi mette un volantino in mano che cita testualmente: “il Corano è la trascrizione completa ed esatta della parola di Dio…” vorrei quasi fermarmi e dirgli che ho sentito dire la stessa cosa 5 minuti prima da un rabbino riguardo alla Torah e altri 5 minuti prima da un prete riguardo al Vangelo, ma mi trattengo dal farlo. Tanto alla fine, come molte altre favole, anche queste diventano vere se ci credono tutti.
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Martedì 6 luglio 2010 – gg 266
All’aeroporto di Tel Aviv*, la solfa ricomincia: ancora prima del check in si fanno i primi controlli; i bagagli da imbarcare passano sotto a raggi x e occasionalmente vengono perquisiti mentre noi subiamo il rituale interrogatorio: -“ La valigia contiene armi o esplosivi ?” Chiede la ragazza in divisa (anche piuttosto carina) e io non posso fare a meno di rispondere in maniera spiritosa; -“Attendete qui un attimo per favore, dice la soldatessa, portandosi via i nostri passaporti.” -“Ecco!!”, replica Sabri, “Sei il solito cretino, lo sai che questi non hanno senso dell'umorismo.” (…Segue cazziatone…) dopo pochi minuti la soldatessa è di ritorno: -“Mr. Mag, è libero di andare; lei invece Ms. Sabri, dovrebbe rispondere a qualche altra domanda.” Prendo il mio zaino e mi allontano ridendo, guardando Sabri che con una faccia da funerale si toglie le scarpe e si fa perquisire; appena prima dell'imbarco avviene il minuzioso controllo dei bagagli a mano ed io per evitare un possibile ‘allarme bomba’ avevo messo la conchiglia tibetana in una scatola nella parte superiore del mio zainetto in modo di non dover smontare tutto per farla ispezionare. Con grande stupore mi accorgo invece che la borsa passa sul nastro senza destare il benché minimo sospetto; l'addetto ai raggi x sta chiacchierando con una collega e non guarda lo schermo. “… Aaannamo bbene, proprio bbene !”
* L’aeroporto di Tel Aviv ( forse il più sicuro del mondo) è raggiungibile da Gerusalemme con minibus che parte dalla fermata che sta davanti alla porta di Jaffa. Ogni info presso l'ufficio informazioni turistiche.
Il racconto del viaggio in Israele di Mag e Sabri è giunto al termine ma se volete leggere la prima parte o la seconda del loro viaggio in Israele potete fare un salto indietro...
Se preferite viaggiare nell'estremo Oriente leggete il racconto del viaggio in Cina di Mag e Sabri... buona lettura!!!
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