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Bologna - Palinuro in bicicletta | Pineto - Atessa 4° tappa
Scritto da Roberto Farina
La mattina inizia con una consulenza tecnica del gestore sulla migliore strada da percorrere. Lui vuol farmi scendere fino a Teramo, ma poi si rende conto che mi porterebbe fuori strada, e conviene che il percorso che avevo pianificato è migliore. Percorso inizialmente semplice, tutto pianeggiante fino a Francavilla medie di 20-22 km/h sempre vento contrario. Dopo Francavilla inizia la salita, prima morbida poi a Tollo salita da 200 m in 3 km. A metà salita mi fermo prendo fiato mangio e riparto. A Tollo tutte le case espongono bandiere turche alle finestre, penso ad un gemellaggio. Una persona si affaccia alla finestra, e con la scusa di chiedere informazioni chiedo anche il motivo delle bandiere, la consueta rievocazione storica delle battaglie tra le popolazioni locali e turchi invasori.
Tappa 4 da Pineto ad Atessa
Tappa da: Pineto ad Atessa (Contrada Piana Matteo)
Partenza ore: 8.45
Arrivo ore: 15.30
Percorsi: 93 km
Media oraria totale: 13 km/h
Media oraria in marcia: 17 km/h
Ascensione totale: 819 m
Partenza ore: 8.45
Arrivo ore: 15.30
Percorsi: 93 km
Media oraria totale: 13 km/h
Media oraria in marcia: 17 km/h
Ascensione totale: 819 m
Da Tollo ad Orsogna con la Maiella sulla destra una lenta lunga e inesorabile salita che non mi lascia mai un attimo né per la pendenza né per il calore 430 m in 15 km. Non c’è un albero solo campi di grano mietuti e qualche olivo, non un po’ d’ombra. Mi fermo ad un distributore di benzina per raffreddarmi e riposarmi chiedo un po’ d’acqua e il benzinaio mi indica il rubinetto, ma mi consiglia anche di aspettare a mettermi sotto se non voglio scottarmi. Ha ragione, la fretta ed il caldo comunque mi fanno anticipare i tempi e nonostante l’acqua sia ancora calda mi inginocchio e mi bagno tutto. Salgo in bicicletta e riparto. Ho il problema di mangiare ancora, mi sono già spazzolato i due panini che mi hanno dato in albergo. A Orsogna mi fermo in un giardinetto pubblico che guarda sulla vallata, vicino alla statua di Padre Pio che qui regna in ogni piazza.
Mentre mi sgranocchio una barretta energetica, prenoto l’agriturismo che mi ospiterà questa notte, e chiedo se devo fare della salita per raggiungerli, mi dicono ovviamente no. La cosa si rivelerà essere la solita bugia. Da Orsogna salgo ancora un poco e poi comincio la discesa che mi porta prima a Casalino e poi sulla provinciale per Atessa. Durante la discesa, che faccio a 40/50 km/h, un caldo opprimente mi obbliga a bere continuamente. Sembra di correre dietro ad un gigantesco asciugacapelli che ti spara addosso tutto il suo insopportabile calore, manca quasi l’aria. Bevo tanto che nonostante le ricariche fatte resto nuovamente a secco. Ad una casa colonica, che fa anche da macelleria a km 0, mi fermo e chiedo acqua. Il ragazzotto che mi apre la porta mi fa entrare in casa e mi riempie sacca e borracce. La mamma intenta a tagliare il peperoncino mi offre un caffè che rifiuto cortesemente. Resto a parlare con il ragazzo, anche lui assieme al fratello ciclista dilettante, e dopo la solita doccia riparto, o perlomeno ci provo.
Un colpo di pedale e sono lungo disteso a terra. Il ghiaino per terra ed il rapporto corto che avevo in quel momento mi hanno tirato un brutto scherzo. Per fortuna niente di rotto ne per me ne per la bicicletta, solo qualche graffio sulle gambe. Risalgo e con più attenzione riparto. La caduta mi stimola l’attenzione, e la strada, non proprio liscia, mi suggerisce di liberare l’ammortizzatore della bici. Da qui in poi non lo bloccherò praticamente più. La bici è molto più morbida, le buche e i sassi si sentono molto meno. Ringraziano sentitamente braccia collo e anche parti basse che cominciano a dare qualche problema all’inguine. Arrivo sulla provinciale e come suggeritomi prendo la strada per il mare. Anche qui il vento è insopportabile, forte, contrario e caldo. Sulla Provinciale di Atessa mi fermo a chiedere in un bar indicazioni più precise. Nessuno sembra conoscere il posto... finalmente una barista esce dal retrobottega e mi dà le indicazioni giuste. Tra le varie informazioni mi dice che mancano circa 6/7 km e sono tutta salita. Maledico quella dell’agriturismo. Non posso e non voglio far niente, ormai accetto la mia croce e mi avvio. Dopo i primi 2 km di provinciale pianeggiante svolto a destra, vedo in fondo la prima salita mi metto l’anima in pace, scalo i rapporti e mi preparo ad affrontarla. Piano piano la faccio tutta, arrivo ad un bivio, giro a sinistra e salgo ancora. Il cartello all’incrocio indica 1500 m non tantissimo, in macchina, dopo 2 km comincio a preoccuparmi in quanto non vedo strutture che possano anche vagamente assomigliare ad un agriturismo, e non vedo nemmeno persone.
Trovo una anziana signora senza denti, tutta curva, intenta a fare qualche cosa nel cortile di casa. Mi fermo e le chiedo informazioni. Mi capisce, ma mi risponde in una lingua a me sconosciuta. Riesco solo a capire dai suoi gesti che sono sulla strada giusta e che devo pedalare ancora. Obbedisco e mi rimetto alla ricerca dell’agriturismo. Finalmente lo vedo e lo raggiungo. Un viottolino (Ruelle) sterrato mi fa arrivare alla struttura. Mi accolgono un paio di cani sonnacchiosi. Appoggio la bici e vado verso quella che sembra la reception. Non c’è nessuno, vedo un giardinetto con una fontanina, prendo una borraccia e mi avvio alla panchina per riposarmi. Mentre cammino sento la voce di una ragazza che mi chiama, mi giro e mi avvicino.
Non c’è bisogno che le spieghi chi sono, i miei abiti parlano da soli. Le chiedo scherzando se imbrogliano così tutti i clienti, lei mi risponde altrettanto scherzosamente che è stata una piccola bugia di sua madre. Mi dà la chiave della stanza e ritorna a riposare immagino. La stanza non è male, arredata in maniera spartana ma funzionale, il Wi-Fi funziona bene, la pulizia lascia a desiderare, ragnatele e un po' di polvere ovunque regnano sovrane.
Gli interruttori delle luci sono messi nelle posizioni più impensabili, dietro il letto, sotto il livello del materasso, dall’altra parte della stanza.
Mancano i saponi cortesia, c’è solo un sapone liquido per le mani che facendo di necessità virtù uso per tutto. Per fortuna il condizionatore funziona bene, è indispensabile, i muri della casa sono roventi in quanto non protetti da nessun albero. Anche per questo resto in camera tutto il tempo tanto fuori non c’è nessuno con cui parlare, ma c’è qualcuno che si diverte con il phon di prima. Alle 7.30 esco per la cena che non è ancora pronta e mi chiedono di aspettare fino alle 8 in quanto c’è anche un’altra persona. Non c’è problema non ho tanta fame. Resto fuori a fare qualche foto al panorama delle colline circostanti e a capire come sarà la strada di domani, la tappa che considero la più impegnativa. Fuori nel cortile un gruppo di motociclisti si sta organizzando per la serata. Arrivano le 8 vado di sotto nella sala da pranzo e aspetto la mia cena. Un bel piatto di pasta fatta in casa, acqua e farina, con sugo di pomodoro, un’insalata e una bistecca non bellissima, ma buona. Un buon bicchiere di Montepulciano e poi a letto.
La ragazza di prima fa tutto, gestore, cuoca e cameriera, un po' impacciata, ma simpatica e disponibile. Durante la sera pianifico la nuova tappa, trovo un albergo il cui nome mi ispira “Il cortile dei gelsi” a Duronia, lo prenoto e quella sarà la mia prossima tappa, speriamo di arrivarci, domani devo raggiungere quota 1081 m a Castiglione partendo da qui a 160 m.
Prosegue il viaggio di Roberto da Bologna a Palinuro in bici: alcune disavventure, altri piacevoli momenti e qualche imprevisto dell'ultimo minuto! Se ve la siete persa, tornate indietro a leggere la terza tappa oppure continuate il viaggio in bici con Roberto pedalando fino a Duronia nella quinta tappa.
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Roberto Farina
Lavoro come ricercatore all'Enea e nel tempo libero cerco di andare in bicicletta. Ho cominciato tardi questa attività quando i capelli erano già brizzolati, facendo esclusivamente MTB con lo scopo di vedere posti che in auto erano irranggiungibili e a piedi richeidevano troppo tempo. La passione si sta ampliando ed adesso comincio anche a fare dei percorsi più lunghi con tratti anche su strada.
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Spero sia un gran viaggio e tienici aggiornati su come andrà!
Buone pedalate!