Dati tecnici
Cammino di San Benedetto da Subiaco a Montecassino
DETTAGLI ITINERARIO
Partenza/Arrivo |
Subiaco/Montecassino |
Tempo |
4-5 giorni |
Dislivello |
3970 m circa |
Lunghezza |
161 km circa |
Tipologia di strada |
90% asfalto
10% sterrato
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Bici consigliata |
Mountain Bike
Gravel
Bici da viaggio
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VALUTAZIONE
Difficoltà |
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Panorama |
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Files GPS
La traccia GPS che trovi qui è quella da noi rilevata durante il viaggio in cui abbiamo seguito il
Cammino di San Benedetto nella seconda parte da Subiaco a Montecassino. Il percorso è nato da un’idea di Simone Frignani, professore di religione e autore di guide di turismo lento relative a diversi cammini italiani tra i quali anche quello di San Benedetto. Puoi richiedere il gpx della prima parte del percorso ufficiale del Cammino di San Benedetto da Norcia a Subiaco attraverso il
form sul sito ufficiale
Il Cammino di San Benedetto in bici: da Norcia a Subiaco
Nella città di Norcia, luogo natio del santo al quale è stata innalzata una statua nella piazza principale, inizia questo favoloso viaggio alla scoperta di alcuni tra i monasteri più incredibili del mondo, ma non solo. Lungo i 300 km dell’itinerario ciclabile si alternano diversi borghi tra i più belli d’Italia, meraviglie naturalistiche, città antiche e castelli imponenti.
Il primo tratto del percorso si svolge nella provincia di Perugia e da Norcia attraversa i paesaggi che circondano la cittadina di
Cascia fino a salire sul promontorio che ospita la pittoresca
Monteleone di Spoleto, il comune più alto dell’intera regione con i suoi 978 m. Le
tre cinte murarie di Monteleone, e forse la presenza delle numerose chiese, hanno protetto questo avamposto montano di confine per secoli.
Lasciata l’Umbria si entra a
Leonessa, nella provincia di Rieti. Leonessa vanta una chiesa conventuale risalente al XIII secolo e dedicata a San Francesco, una rinomata stazione sciistica e il marchio di qualità del Touring Club, la
bandiera arancione. Da Leonessa il Cammino di San Benedetto in bici scende leggermente di quota raggiungendo il paese di
Poggio Bustone, conosciuto per aver dato i natali a
Lucio Battisti, per un’eccellente produzione di porchetta e per essere l’ultima tappa del
Cammino di qui passò Francesco, itinerario che collega il Santuario della Verna ad Assisi e poi Poggio Bustone.
Il capoluogo della regione della Sabina, con altri due santuari dedicati a San Francesco, è Rieti che si raggiunge nella tappa immediatamente successiva del Cammino.
Rieti sorge a 405 m ai piedi del
Monte Terminillo che svetta oltre i 2000 m.
Più antica di Roma, Rieti è da sempre considerata una città vivibile con i suoi 47000 abitanti. Con il centro urbano alle spalle, dopo aver seguito per un lungo tratto il
torrente Ariana, si giunge in prossimità dell’imponente castello Cesarini, simbolo di
Rocca Sinibalda, dal 1928
monumento nazionale. Il comune è anche parte della
riserva naturale Navegna e Monte Cervia. In un paesaggio idilliaco fatto di verdeggianti colline, fortezze severe e laghi, il cicloviaggiatore sui passi di San Benedetto si avvicina lentamente al minuscolo borgo di
Castel di Tora, uno tra i più belli d’Italia. L’autenticità di questi luoghi incoraggia gli avventori a sostare per godere appieno dell’aria pulita e degli scorci ammalianti. Castel di Tora sembra proprio uno di quei paesini usciti delle favole come per magia... Poco più grande di Castel di Tora e poco più a sud lungo il Cammino di San Benedetto, in bici si entra presto a
Orvinio, 370 anime e il riconoscimento di
borgo più bello d’Italia.
Non si può lasciare Orvinio, nel
parco regionale naturale dei Monti Lucretili, senza prima aver visitato: il castello Malvezzi, ciò che resta della suggestiva abbazia di Santa Maria del Piano in Sabina e, ovviamente il raccolto centro storico abbarbicato ad oltre 800 metri di quota. Siamo quasi giunti a metà percorso, alle spalle abbiamo ormai quasi 140 km.
Dopo il borgo di Orvinio si abbandona la provincia di Rieti per entrare in quella di Roma. Mandela, località già citata da Orazio, sorge a circa 470 m, non distante dal corso del fiume Aniene ed è un luogo tranquillo da attraversare e scoprire in bicicletta...
Da Subiaco a Montecassino in bici
Dal piccolo centro urbano il viaggio lungo il Cammino di San Benedetto in bici continua in direzione di Subiaco dove si ergono i monasteri benedettini di Santa Scolastica, il più antico d'Italia, e quello di San Benedetto o Sacro Speco.
Di sicuro non ti basterà un giorno per visitare Subiaco e tutte le sue meraviglie, incluso il monastero di Santa Scolastica, fondato da San Benedetto in persona.
Il centro storico di Subiaco sorge in posizione panoramica sopra il corso del fiume Aniene, al cospetto delle vette dei monti Simbruini.
Dopo aver visitato i luoghi benedettini di Santa Scolastica e del Sacro Speco, l'itinerario ciclabile continua su saliscendi sterrato nella stretta e suggestiva vallata scavata dal corso dell'Aniene. Questo corso d'acqua, che nei suoi 99 km modella il paesaggio naturale e quello urbano di varie località, basti pensare ai giardini di Villa d'Este e Villa Gregoriana a Tivoli, forma alcune piscine naturali cristalline oltre ad oasi di relax dove è possibile fermarsi per riposare durante le afose giornate estive. Il fiume continua ad essere un fidato compagno di viaggio fino all'uscita dalla gola in prossimità della cascata di Trevi (se il ponte sul torrente è stato ripristinato, non perdere una visita a questo sito naturalistico!).
E' questione di poche pedalate e ci si ritrova a varcare la
provincia di Frosinone.
Trevi nel Lazio non è distante: mentre si sale, si scorge il paese in lontananza abbarbicato su una collina e la prospettiva inganna la vista facendolo apparire proprio ai piedi del
Monte Viglio, il più alto del gruppo montuoso dei Càntari. Trevi, dominata dal
castello dei Caetani, è una località piacevole e ricca di attrattive turistiche tra le quali la Collegiata con l'organo.
Il Cammino di San Benedetto si allontana da Trevi aggirando il borgo e continuando a salire verso Altipiani d'Arcinazzo, frazione posta a 850 m dove, con qualche facile trekking e un po' di attenzione, in primavera ed estate si possono scorgere rarità floreali come l'
orchidea appenninica. Tra pascoli in quota e boschi abitati da lupi, cinghiali e civette si procede in assoluta serenità tra rilassanti saliscendi avanzando verso
Guarcino, storico confine tra lo stato Pontificio e il Regno delle due Sicilie. Appena sotto il centro di Guarcino si riprende a guadagnare metri su sterrato verso
Vico nel Lazio, pedalando tra terrazzamenti coltivati ad ulivi e scorci da lasciare a bocca aperta. Vico, un altro paese arroccato, conta poco più di 2000 abitanti e sorge all'interno del comprensorio dei Monti Ernici.
Dal borgo si può seguire la strada principale verso
Collepardo oppure imboccare la pista ciclabile di recente costruzione che porta a sfiorare l'oasi naturalistica dei Monti Ernici. La ciclabile dispone di aree sosta attrezzate con tavoli e panche e offre un'alternativa nel verde per raggiungere Collepardo, il punto di partenza per salire alla
Certosa di Trisulti. La certosa, gestita attualmente dall'ordine dei cistercensi, si staglia contro il cielo da una posizione estremamente privilegiata. Visitare questo monumento è un po' come attraversare
in punta di piedi più di 800 anni di storia. Il viaggio sulle orme di San Benedetto in bici raggiunge poi
Casamari e
Isola del Liri con la sua caratteristica
cascata cittadina. Montecassino è ormai davvero vicina ma prima di giungervi si attraverseranno altre località: Arpino con l'antica acropoli di Civitavecchia, Roccasecca città natia di Tommaso d'Aquino preceduta dal canyon del Melfa e Castrocielo con il suo "Monacato" e gli scavi dell'antica Aquinum. L'ultima fatica sarà l'ascesa a Montecassino dove
Benedetto da Norcia fece costruire il suo primo monastero e dove il santo morì nel 547.
Il nostro cammino in bici
Durante la prima parte del
nostro #noplansjourney abbiamo deciso di percorrere il Cammino di San Benedetto in bici ricollegandoci al percorso originale, da Norcia a Montecassino, all'altezza di Subiaco.
Subiaco e i suoi monasteri
Subiaco merita almeno una giornata di visita per essere assaporata appieno insieme ai suoi monasteri benedettini. Partendo dalla parte bassa della cittadina si può risalire la strada fino al castello.
Parcheggia la bici e goditi la passeggiata panoramica fino ai piedi del grande
orologio della Rocca dei Borgia.
L'edificio, costruito nell'XI secolo, sembrerebbe essere il luogo natio dei figli del cardinale Rodrigo Borgia, poi divenuto papa Alessandro VI, e dell'amante Vannozza Cattanei. Tra i quattro nati si annovera anche la conosciuta e controversa Lucrezia Borgia... Il centro storico di Subiaco, con scale e scalette, si presta meglio ad essere esplorato a piedi e, se ne hai l'occasione, ti consiglio di dedicare almeno un'ora alla visita. Allontanandosi dalla cittadina si giunge presto al bivio per il Monastero di Santa Scolastica, il più antico tra i monasteri dell'ordine benedettino ancora esistenti. L'edificio, con i suoi
tre chiostri di epoche diverse, è dedicato alla sorella gemella di San Benedetto ed è visitabile gratuitamente con la guida in determinati orari; all'interno è presente anche un'erboresteria dove vengono venduti alcuni prodotti dei monaci.
Dal monastero la strada continua a salire verso il
Sacro Speco, un luogo magico dove si respira profonda religiosità. L'ingresso si può raggiungere direttamente in bici salendo oltre il primo spiazzo o parcheggiando il mezzo nel piazzale più basso prima di affrontare la ripida ascesa e le scale fino all'accesso.
Il monastero, incastonato nella pietra e costruito su differenti piani, è ornato da
colorati affreschi della scuola senese oltre che dalla
statua di San Benedetto del XVII secolo.
Dopo la visita ai due monasteri (Nala e gli altri cani non sono purtroppo ammessi all'interno) ritorniamo sui nostri passi scendendo fino al corso del fiume Aniene affiancato da una sterrata invitante. La strada ci scorta nel cuore della stretta vallata, tra continui saliscendi e avvistamenti di rapaci e caprioli. Lungo la via sono presenti diversi accessi al fiume con spiaggette e la
possibilità di un tuffo o una nuotata nella stagione calda. Trascorriamo la prima notte del nostro cammino cullati
dal suono delle acque dell'Aniene e dal canto rumoroso di una civetta.
La valle dell'Aniene e la provincia di Frosinone
La seconda tappa del nostro Cammino di San Benedetto a due ruote non inizia con il cinguettio degli uccelli ma con il motore di un'auto di passaggio: è domenica e più tardi scopriremo che il fiume è meta ambita dai pescatori. Dedichiamo la solita oretta abbondante a smontare la tenda e caricare le bici prima di ripartire. La strada segue il corso dell'Aniene in un costante saliscendi impegnativo per noi pedalatori stracarichi.
Incrociamo un arzillo biker, Gino il suo nome, sulla sessantina che ci saluta calorosamente, Nala intanto corre libera. Gino, un pensionato romano trasferitosi a Ferentillo nel cuore della
regione geografica della Ciociaria, ci accompagna a vedere la
cascata di Trevi anche se per raggiungerla a piedi siamo costretti a passare su un
ponte crollato per 3/4. Tra chiacchiere e curiosità tra bikers ci offre una stanza al suo paese, ma purtroppo ci troviamo costretti a rifiutare perché Ferentillo si trova a 1100 m, fuori dal Cammino di San Benedetto. Pedaliamo comunque insieme fino a
Trevi nel Lazio dove lui ci saluta per proseguire verso casa.
Il paesino è molto suggestivo e la deviazione per visitarlo è meritata: saliamo al
castello e con il biglietto di 2€ abbiamo la possibilità di salire in cima alla torre.
La c
ollegiata duecentesca e il suo organo non sono da meno, come la
'bomba' del bar all'ingresso del paese. Da Trevi nel Lazio si scende e risale verso
Altipiani d'Arcinazzo: i
rifiuti, soprattutto i copertoni, lungo la strada sono una tristezza ma purtroppo anche una costante del Lazio. La percorrenza è comunque piacevole e ci diverte l'incontro con un
funzionario ONU di Chicago che, dopo una conferenza a Roma sul clima, sta girando i dintorni. Accompagnato dalla moglie si ferma a bordo strada per scambiare due chiacchiere con noi e chiedere informazioni... è entusiasta e vorrebbe portare la moglie in queste zone a pedalare i prossimi anni.
Riprendiamo il Cammino verso
Guarcino e ci salta subito all'occhio la devastazione del vento dei giorni scorsi: alberi spezzati o addirittura sradicati punteggiano l'orizzonte. Dopo una dolce ascesa iniziamo la picchiata verso il borgo, ma i
numerosi motociclisti che hanno scambiato la strada per una pista ci terrorizzano sgasando a ogni curva. Guarcino appare all'improvviso con il convento delle suore e il suo skyline arroccato. Una veloce sosta ci regala un po' di energie che ci serviranno nella successiva risalita a
Vico nel Lazio.
La strada diventa presto sterrata, in mezzo ai pendii ricoperti di ulivi. La luce calda della sera ci bacia mentre la
pendenza inasprisce e
la ghiaia lascia spazio al cemento. I muscoli si tendono allo spasimo, il respiro si fa sempre più affannato e le gambe sembrano voler cedere da un momento all'altro. Dietro l'ennesima curva la strada si addolcisce e Vico nel Lazio appare con le
mura merlate del castello. Proseguiamo sempre in salita, ma ora su asfalto molto più dolce, verso
Collepardo. In cima una
pista ciclabile sulla sinistra, nel mezzo del nulla, attira la nostra attenzione dato che le indicazioni parlano di un'area picnic... luogo perfetto per la notte! La ciclabile è un po' una cattedrale nel deserto ma il bosco e la zona sosta sono perfetti.
Il cielo si infuoca quando il sole scende oltre l'orizzonte e noi ci accampiamo in un altro bellissimo luogo immerso nella natura.
La Certosa di Trisulti e la cascata in paese
Il risveglio è dolce in mezzo alla pineta, ma le temperature ancora fresche del mattino ci fanno tremare. Dopo le solite operazioni di preparazione, continuiamo a seguire la ciclabile ancora per un po' e nei pressi di un campeggio ci dirigiamo in brusca discesa, verso Collepardo, dove ci attende una
super colazione. Il sole ci riscalda ma è soprattutto la salita a far pompare il sangue nelle arterie e far tornare la temperatura corporea a livelli naturali.
La
strada verso la Certosa di Trisulti non spaventa per le pendenze ma incanta per tranquillità e panorami. In poco tempo siamo al culmine inebriati da tanta bellezza. Un po' di relax tra i cavalli al pascolo ci trasmette un gran senso di pace interiore. La strada prosegue in falsopiano fino al gigantesco luogo di culto e noi con lei. Siamo fortunati e la prima visita guidata si svolge a breve conducendoci
tra i segreti e le stanze del monastero. La
farmacia settecentesca è sicuramente il locale più affascinante e suggestivo.
I Cistercensi hanno sostituito i certosini nella gestione del luogo ma ormai resta
un solo monaco, l'abate insieme a qualche lavoratore laico, a presidiare il gigantesco edificio. Riprendiamo la strada che ci gioca subito un brutto scherzo piombando in un canyon dove poi si è costretti a risalire sul versante opposto. Dalla frazione di Civita è una picchiata infinita verso valle: prima è dolce e nel finale si inasprisce. Il Cammino di San Benedetto continua su strade secondarie e sterrate
tra gli ulivi, con qualche rampa davvero tosta. Ormai si è nel fondovalle e si zigzaga in campagna per raggiungere un altro luogo di culto importante: il
Monastero di Casamari. Per evitare il traffico l'itinerario imbocca una via di campagna dove le piogge dei mesi scorsi hanno lasciato ancora qualche strascico.
Ci impantaniamo in un fango argilloso che si appiccica ovunque e impieghiamo un bel po' a liberarci dalla prigione naturale. Questo tratto di percorso che costeggia l'autostrada non è il massimo ma per fortuna presto si entra ad
Isola del Liri, dove la
gran cascata e l'ex cartiera fanno bella mostra di sé. Dal paese, dopo una rampa, imbocchiamo una ciclabile che ci consente di trovare un posto isolato per la notte...
Nel paese di Tommaso d'Aquino
Il vasto prato a fianco della ciclabile si è rivelato perfetto per dormire e ripartire fuori dal traffico al mattino... l'imprevisto è dietro l'angolo però! Il forte vento dei giorni scorsi ha sradicato molti alberi e
uno di questi è caduto proprio sulla pista ciclabile. Non abbiamo altra scelta: o torniamo indietro o solleviamo le bici e lo scavalchiamo.
Nala è già oltre l'albero e ci guarda quasi a chiamarci:
"Allora ragazzi, vi sbrigate che non ho voglia di aspettarvi troppo?!?". Riceviamo il messaggio. Prima stacchiamo il carrellino per trasportarlo separatamente. Alziamo a fatica le bici e il carrellino ma al terzo passaggio Leo mette un piede in fallo e la caviglia si storta malamente.
Leo resta a terra, con la bici addosso e un piede dolorante. Stringendo i denti si alza ma sentirà il dolore tutto il giorno.
Con alle spalle Isola del Liri, ci rimettiamo in sella verso
Arpino, città di Cicerone e di Caio Mario che fu sette volte console. Le strade di Arpino sono ricche di particolari e dettagli curiosi da scoprire, ma ancora più interessante è l'
antica acropoli di Civitavecchia situata a monte del centro urbano.
Con la torre di Cicerone, l'unico arco a sesto acuto ancora presente nell'area del Mediterraneo e le mura ciclopiche, questo borgo incarna la quiete di un luogo sospeso nel tempo. Lasciamo l'antica acropoli spingendo la bici lungo uno sterrato impervio e sassoso di circa 300 m. L'asfalto si inoltra tra vecchie cascine, greggi di pecore e piccole frazioni alternando salite a discese e mettendo alla prova il nostro allenamento.
Dopo
Madonna delle fosse l'asfalto si inasprisce piombando rapidamente fin sulle rive del
Melfa che in questa zona ha disegnato un
suggestivo canyon. Anche qui è purtroppo evidente l'incuria della gente che ha deturpato l'ambiente fluviale con spazzatura di ogni genere... -
benvenuti all'inferno - leggeremo fuori da un negozio con la foto della gola.
Roccasecca, città di San Tommaso d'Aquino, appare all'uscita del canyon tra la folta vegetazione, affacciata sulla pianura ciociara. Nala, che in discesa è rimasta nel suo carrellino, ora può uscire e camminare al nostro fianco annusando qua e là in cerca di qualcosa di interessante. Il nostro passaggio trasmette sempre reazioni positive e anche a
Roccasecca suscitiamo grandi sorrisi. Un anziano signore distinto, seduto nel bar dove decidiamo di fare una pausa, ci vuole offrire a tutti i costi una birra...
beviamo alla sua salute con riconoscenza. L'imbrunire si avvicina a pesanti passi ma non vogliamo comunque rinunciare a
visitare il castello che domina l'abitato. Ci rimettiamo in sella per risalire la strada cittadina. Il maniero cinto da mura è un balcone sulla vallata sottostante e, in questa stagione, il posto giusto dove fermarsi per la notte.
Stasera ci sentiamo dei reali davvero fortunati ad avere una fortezza tutta per noi!
L'ultima tappa di Montecassino
La nostra ultima giornata sul Cammino di San Benedetto ci ha condotto da Roccasecca a Castrocielo prima e Piedimonte San Germano dopo.
Senza particolari dislivelli o difficoltà, sotto un sole brillante di inizio primavera, raggiungiamo la periferia di Cassino da dove imboccheremo la lunga e dolce ascesa fino a Montecassino.
445 metri di dislivello e 8,5 km sono i numeri che conducono all'abbazia benedettina di Montecassino, a 516 m di quota, una salita facile e piacevole da affrontare nelle tiepide giornate primaverili.
La vista può spaziare dalla pianura alle vette ancora innevate d'Abruzzo in un tripudio di colori diversi. Benedetto da Norcia, nel 549, fondò il primo monastero proprio su questa montagna che nei secoli vide terremoti, bombardamenti e ricostruzioni. In questo
luogo simbolico, alcuni secoli dopo la venuta di Benedetto da Norcia, venne redatto il primo documento in volgare italiano. Quasi 1500 anni dopo la morte del santo l'abbazia di Montecassino è entrata a far parte a pieno diritto di uno degli itinerari a piedi e cicloturistici più belli d'Italia, quello del Cammino di San Benedetto.
In bici, per affrontare l'intero percorso di 345 km circa, potrai impiegare da 4 a 15 giorni o più in base al tempo che avrai a disposizione e al tuo grado di allenamento: ad ogni modo ti consiglio di fermarti, osservare, assaggiare, fotografare e gustare il tracciato e tutte le bellezze che lo contraddistinguono lentamente, senza fretta, perché alcuni luoghi non li dimenticherai mai più...
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Spero sia un gran viaggio e tienici aggiornati su come andrà!
Buone pedalate!