Seduto su un prato a godermi un tiepido sole e la brezza serale nei giardini botanici di Christchurch, finalmente libero dall'incombenza di chiudere le valige e imballare la bicicletta, ripenso agli ultimi due mesi, ai ricordi di viaggio, e a ciò che ne rimane...
...nulla, in fondo. E tutto! Questa è la grande contraddizione che un viaggio nasconde. Ed è anche il principale punto del dibattito che anima suoi amanti e detrattori.
Alla fine di
questi due mesi (ma potrei dir anche di quest'anno ormai agli sgoccioli) non ho in mano nulla: non ho un futuro più solido, non ho un lavoro stabile, non ho una ragazza, non ho una famiglia e non ho certezze. Non ho un conto in banca a sei cifre e non guido l'ultima auto che la mercedes o la bmw hanno lanciato (non ho nemmeno idea di quali esse siano a dire la verità!). Ma ho accumulato (oltre a 90 gigabyte di foto) un'infinita serie di ricordi, amicizie, incontri e
magiche visioni di questo nostro splendido e maltrattato globo. E nessuno me lì potrà portar via, nessuno potrà cancellarli (a meno di un'amnesia: sarebbe la cosa più devastante che potrebbe succedermi!).
I ricordi, dunque:
la prima immagine che mi salta alla mente è quella del tassista all'aeroporto che per farmi risparmiare mi ridirige dove si trovano gli shuttle bus. Quindi il bellissimo ostello di Auckland con persone simpatiche e calorose (dall'allegra receptionist tedesca al brasiliano in cerca di lavoro... e fortuna); e ancora... la ricerca della bicicletta sotto un cielo grigio e una pioggia fastidiosa; la prima giornata in sella, lunga più di ciò che chilometri e cronometro dicono. Il rilassante primo bagno nelle piscine termali di Miranda. La coppia di italiani che preoccupati si fermano per soccorrermi mentre sto riposando a bordo strada sulle colline tra Tauranga e Rotorua.
La
potente e straripante forza della natura che si mostra incontenibile nelle aree termali attorno a Rotorua. L'isolata e nervosa strada sterrata verso il
lake Waikaremoana. I primi due
ciclisti viaggiatori di una serie infinita incontrati sulle strade neozelandesi: una coppia svizzera in giro per un anno su due ruote. Il diluvio, il primo, tra Waikaremoana e Wairoa.
Napier, le orchards e l'art decò. Le interminabili colline tra a Esk valley e il lake Taupo. Il
Tongariro National Park e l'incredibile incontro con una coppia di...miei vicini di casa (o quasi)! La 42nd Traverse con due olandesi che ritroverò a Dunedin e Mt. Cook. La
Whanganui river road e gli insediamenti di Gerusalemme, Atene e Corinto. Il
monte Taranaki coperto dalle nuvole e lo splendido ostello di mt. Egmont village con il proprietario ex-ciclista che ha percorso il paese da nord a sud in 15 giorni. Il
Queen Charlotte track in MTB ed il sound percorso in barca. La coppia di belgi, Didier e Angelique, che incontrerò più e più volte tra Nelson e Punakaiki. Il kayaking nell'
Abel Tasman National Park. Il Nelson Lakes N.P. sotto l'ennesimo diluvio e la rinuncia a percorrere la Rainbow valley. Murchinson e la tappa assieme a due tedeschi. La
West coast, da Westport ad Haast passando per le pancake rocks, magici laghi e i ghiacciai Franz neweph e Fox. I milioni di sandflies, insetti del tutto simili a zanzare ma molto piu` aggressive (non pungono, mordono). La pioggia insistente per giungere ad Haast. L'Haast pass ed il lake
Wanaka. L'Aspiring National Park, il Rob Roy glacier con un sole splendido ed i kea a volarci attorno. Queenstown e l'incontro con Kazoumi, giapponese
ciclista ambientalista. I Mavora Lakes ed il vento fino a Te Anau.
Il
Milford sound, prima sotto il diluvio poi con un sole estivo. La costa meridionale ed i due canadesi incontrati a Napier (loro hanno fatto la Rainbow valley, che invidia!). Invercargill e la strana coppia italo-austriaca tutta calma e grandi mangiate. La
Catlins coast, Curio bay ed i pinguini dagli occhi gialli.
Dunedin, l'otago peninisula, gli albatross ed il generoso ciclista che mi riporta sulla retta via quando mi perdo alla periferia della cittadina. La Taieri gorge railway. L'
Otago central rail trail, forature, rotture di catena e l'incontro con Elizabeth, 70enne ciclistapodista che negli ultimi due anni ha percorso circa 6000km a piedi e 10000 in bicicletta! Il
vento ed il Lindis pass dove un ciclista in allenamento mi tiene il passo e mi offre da bere per sfuggire la calura. La tappa più disastrosa ed "eroica" del viaggio, da Omarama a mt. Cook village a 6-8km/h controvento e sotto il diluvio. Il tentativo di asciugare la tenda la sera stessa ed il risveglio in un anfiteatro di vette e ghiacciai svelati con la dipartita delle nuvole. Il monte Cook, una presenza forte e costante per un paio di giorni. L'incontro con l'olandese lasciata ferita sull'Otago central rail trail (caduta a causa del vento). Il
lake Tekapo e l'incontro con Andy, australiano volante. L'Arthurs pass, uno sfizio da togliermi.
Kaikoura, una navigazione tribulata, balene e delfini. Christchurch, i preparativi per il rientro e... molto, molto altro ancora.
Questo è quel che resta: nulla per voi che leggete (e di ciò vi chiedo perdono), un mondo intero per me che scrivo. E scrivo anche un pò per non dimenticare, perché è vero che i ricordi non si cancellano, ma è anche vero che con il tempo si coprono di polvere. Quest'articolo servirà più a me che a voi come spugna per spolverarli ogni tanto, magari aiutato da un pò di immagini.
Grazie della pazienza... e perdonatemi, per una volta ho scritto più per me che non per gli altri (in realtà credo di farlo sempre, ma a volte lo maschero meglio)!
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Ultimi commenti
Spero sia un gran viaggio e tienici aggiornati su come andrà!
Buone pedalate!