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Di qui passò Francesco: da Viamaggio a Sansepolcro
Scritto da Girumin
Si parte subito in salita, una recinzione di filo spinato rende difficile agganciare il sentiero. Ci muoviamo nel bosco fra salite e discese, il fango e le foglie cadute complicano un po' le cose, in qualche punto bisogna prestare attenzione e piantare bene i piedi. Ricordo che questo tratto non è mai stato facile da percorrere con il carrello, è più comodo da percorrere con lo zaino. Il carrello però si prenderebbe molte rivincite sullo zaino nel resto del percorso...
Lungo il Cammino Di qui passò Francesco molti cartelli indicano direzione e tempi di percorrenza precisi al minuto, ci lasciano un po' perplessi, a noi non interessa seguire una tabella di marcia così accurata, però cominciamo a non trovare sempre corrispondenza con i tempi di percorrenza indicati e i nostri tempi di cammino.
Incuria e Natura
Proseguiamo lungo una strada sterrata in buono stato, probabilmente è percorsa da mezzi da fuoristrada. Una normale auto avrebbe qualche difficoltà.
Al margine di una curva ci sono una decina di copertoni d’auto abbandonati, purtroppo l’abitudine di buttare i rifiuti al margine della strada non è ancora passata di moda. Eppure per arrivare fin qua bisogna conoscere la strada e percorrere un bel tratto anche solo dal paese più vicino. Insomma, bisogna essere convinti di farlo. Questa cosa da molto fastidio, soprattutto in una zona di montagna bella come questa. Purtroppo però il timore di dover spendere qualche euro per smaltire correttamente i pneumatici spinge qualcuno, più furbo degli altri, a buttare i rifiuti lungo il bordo delle strade.
Così la pubblica amministrazione dovrà spendere un bel po' per mandare fin qua qualcuno che recuperi le gomme e le smaltisca. Se poi pensiamo che su questo itinerario passano anche molti stranieri faremo l’ennesima magra figura anche nei loro confronti.
Montagna e Montecasale
Il tempo si è messo bene, non ci sono nebbia e nuvole basse, è una bella giornata di gennaio che ci consente di godere del paesaggio. Arriviamo al bivio de “La Spinella”, qui potremmo andare diritti lungo la strada principale oppure piegare verso Montecasale passando dal paesino di Montagna, Montagna è il nome del paesino. È un punto in cui prestare attenzione perché la strada principale è ampia e invoglia a seguirla, stando sulla principale si arriva comunque a Sansepolcro, ma lo si fa in gran parte su asfalto e non si passa da Montecasale. Svoltiamo a sinistra, attraversiamo il torrente che incrocia il percorso e ci dirigiamo verso Montecasale.
Le ghette le abbiamo ancora addosso e per passare il torrente sono molto utili, ruscelli e pozzanghere non mancano neppure oggi.
Se partite in inverno per questo cammino non dimenticatele. Arriviamo a Montagna, facciamo due chiacchiere con un signore che abita nel paese e ci conferma la strada, le indicazioni non mancano, ma neppure incroci e frecce in direzioni diverse.
Il tratto che va verso Montecasale è forse uno dei più originali di tutto il cammino, si sale leggermente e si curva verso destra in salita aggirando un ampio avvallamento con una parete di roccia leggermente scoscesa. Dall’alto si rivede Montagna sullo sfondo di un paesaggio quasi alpino, con un profondo avvallamento che ci separa dal paese.
Arriviamo a Montecasale, anche questo è un punto molto significativo sul percorso, uno dei luoghi che il cammino unisce. Anche qua è possibile pernottare, c’è un nuovo ostello per ospitare i pellegrini. Ci riposiamo per lo stretto necessario, visitiamo velocemente, timbriamo la Credenziale e ripartiamo per il sentiero in discesa. Potremmo seguire l’asfalto, ma preferiamo il sentiero. Il sentiero è ripido e chiede attenzione, non è pericoloso, ma chiede attenzione, sono cadute diverse piante e rendono difficile il passaggio. Manca ancora un po’ di strada per arrivare alla meta di oggi e sappiamo che l’ultimo tratto è sulla strada asfaltata. Chi percorre l’itinerario con una bici carica non potrebbe passare su questo sentiero, da Montecasale dovrebbe scendere lungo l’asfalto.
Il Cammino... in bicicletta: dove passare e dove no
Solitamente gli itinerari vengono proposti ai camminatori, ma spesso si indicano le alternative per i ciclisti. Si tratta di alternative “garantite”, quelle che ogni ciclista, con preparazione ed equipaggiamento adeguati possono seguire. Queste alternative offrono una visione d’insieme, magari nel corso della tappa ci sono piccoli tratti che sarebbero percorribili in bicicletta, ma il tratto precedente e successivo non lo sono. Per cui chi scrive la guida tiene in considerazione partenza, arrivo e punti principali, ma talvolta è costretto a indicare delle varianti che magari tagliano tratti piacevoli.
Nella tappa di oggi il primo tratto da Viamaggio non è percorribile in bici, lo potrebbe fare forse un buon atleta con un’ottima bici da montagna, ma senza carico. I tratti di mulattiera sono piacevoli da percorrere su due ruote, ma il tratto che va dal bivio “La Spinella”, passa per Montagna e arriva a Montecasale chiede preparazione ed equipaggiamento di ottimo livello. La guida indica per i ciclisti una valida alternativa.
Cena faidate
Arriviamo all'asfalto e acceleriamo il passo. Passano pochissime auto, ma stiamo sulla sinistra e accendiamo le torce frontali. Stasera siamo presso un’affittacamere dove possiamo cucinare e ne approfittiamo molto volentieri. Il nostro anfitrione ci ha detto che lascerà pasta e sugo per cucinarci la cena. Incontriamo un supermercato aperto, non ci contavano, ne approfittiamo senza esitare. Non abbiamo pranzato, ci siamo limitati a uno spuntino molto veloce come facciamo sempre nei cammini invernali e ora la fame si fa sentire. Non perdiamo tempo e ci lanciamo a comprare qualcosa, ci serve qualcosa per uno spuntino/aperitivo veloce, per cenare e per domani. Succo di frutta, minestrone, salame, formaggio, pane e un paio di sacchetti di mandarini.
I mandarini in cammino sono un bene prezioso, pesano un poco nello zaino, ma dissetano, non lasciano rifiuti da portarsi in giro e “vanno giù bene”: si trangugiano sempre volentieri. Il minestrone è il cibo ideale del camminatore quando si ferma, è liquido e facile da cucinare, disseta e reintegra. Ricordiamo che c’è già la pasta, ma l’idea di un doppio primo piatto non ci dispiace affatto. Arriviamo a destinazione, oltre alla pasta e al sugo il nostro anfitrione ci ha lasciato qualche fetta di panettone, cioccolato e torrone. Ottima accoglienza! Partiamo con il minestrone da assimilare lentamente per aiutare lo stomaco a farci stare tutto, abbiamo scelto un minestrone di verdure classico, passiamo poi alla pasta e poi ci rendiamo conto che salumi e formaggi saranno il pranzo al sacco del giorno dopo. I mandarini no, quelli cominciamo a mangiarli perché vanno assimilati poco per volta, a cena, a pranzo e nelle varie soste. In cammino è bello isolarsi un po' dal mondo per vivere una dimensione diversa, senza bisogno di chiudersi in una clausura, magari evitando di accendere la televisione se ci si trova in una camera d’albergo… Ma stasera c’è “Balla coi lupi” l’eccezione è ammessa.
Ci mettiamo quindi comodi per goderci il filmone. Avendolo già visto non è poi così grave se, di tanto in tanto, ci si assenta per un attimo di riflessione ad occhi chiusi…
Girumin conosce piuttosto bene il Cammino Di qui Passò Francesco, è la terza volta che lo percorre ma ogni Cammino dopotutto è diverso dal precedente e sarà differente dal successivo. Vi siete persi la prima tappa da La Verna a Viamaggio? Niente paura, potete tornare a leggerla in un click!
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Girumin
La mia voglia di camminare parte dall’esigenza di vivere il rapporto con la natura. Ho avuto la fortuna di camminare su lunghi percorsi e di viaggiare in diversi paesi, anche meno conosciuti dal turismo tradizionale e ho vissuto alcune esperienze internazionali.
Sono forse stato inesorabilmente spinto dall’istinto naturale che porta a muoversi, a esplorare e a conoscere. Attratto dal bisogno di esserci in prima persona, di arrivare da qualche parte con le mie gambe. Qualche volta ho cercato di giocare con idee meno consuete e magari non sempre garantite.
Penso che il viaggio non sia solo andare lontano geograficamente, ma sia l’occasione per provare ad affrontare le cose in maniera diversa. Spesso per trovare il nuovo basta guardare le cose da un altro punto di vista.
Apprezzo la tecnologia più recente, ma anche le tecniche tradizionali e credo più nella voglia di fare che nella strumentazione più sofisticata.
Partendo da questa idea mi piace preparare un viaggio anche con le mani, per i lunghi cammini ho realizzato dei carrelli per portare il bagaglio e ho fatto qualche giretto con una Graziella e un carrello, ho poi sistemato una vecchia bici da uomo e ho costruito un altro carrello. Cerco idee nuove, ma esploro tecniche del passato come i bastoni di legno.
Nel corso del tempo ho raccolto molti appunti su equipaggiamento, abbigliamento, abitudini, tecniche ed esperienze varie che ho inserito in un libro scritto per la casa editrice “Terre di mezzo”.
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Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico