Devi partire per il tuo primo viaggio in un paese in cui si parla inglese? Non fidarti troppo dei ricordi scolastici: se vuoi evitare equivoci, fraintendimenti e imbarazzi – che nel caso di una trasferta di lavoro possono anche compromettere lo scopo stesso del viaggio – la cosa migliore è provvedere a un ripasso, magari accelerato, delle nozioni base.
Se non sai a quali fonti didattiche rivolgerti, non andate a tentoni. Un
“cattivo maestro” può apportare più danni che benefici. Quando cerchi dei corsi di lingua, premurati di verificare le referenze dei docenti. Se vuoi andare sul sicuro, consulta questo link, contenente solo contatti di insegnanti di inglese referenziati:
preply.com/it/skype/tutor-inglese. All’interno troverai sicuramente l’offerta che fa al caso tuo.
Se invece la necessità di intraprendere questo viaggio si è palesata all’improvviso e non hai la possibilità di effettuare un corso accelerato di inglese di recupero, non hai altra scelta: dovrai ricorrere a mezzi di fortuna. Un espediente che ti aiuterà sicuramente a limitare i danni è quello di preparare un prontuario di
inglese “da viaggio”, utile per cavartela nelle situazioni più tipiche che possano avere luogo nel corso della tua permanenza all’estero. Una rapida – ma approfondita – consultazione su
Internet potrebbe aiutarti in tal senso, ma per facilitare i tuoi primi approcci abbiamo isolato una serie di espressioni, frasi e locuzioni di base in grado di garantirti quantomeno un primo elementare livello di comunicazione.
Saluti
Se un good morning (formale) non conosce tante varianti, il più semplice hello (colloquiale/confidenziale) ha delle valide alternative, a partire dal non meno utilizzato hi o dal più giovanilistico hey. Non sono pochi, inoltre, coloro che ricorrono a espressioni come “How’s it going?” o “How do you do?”, anche se queste locuzioni, a loro volta, presuppongono un alto livello di confidenzialità tra gli interlocutori. Insomma, evita di rivolgerti con un hey o un “How’s it going?” al tuo superiore, a meno che tu non abbia con lui una forte intimità o non sia lui ad autorizzarti ad abbandonare i formalismi: rischieresti una reazione contrariata.
In aeroporto e in volo
La prima cosa è imparare a distinguere tra booking (prenotare) e buying (acquistare): sono due operazioni contigue ma differenti ed è bene non fare confusione. Un aereo è definito plane o, in maniera più formale, aircraft: in aeroporto troverai spesso quest’ultima definizione.
Un altro termine molto in uso negli aeroporti è gate, letteralmente cancello. In realtà, nel gergo aeroportuale tale vocabolo indica le uscite, intese come gli accessi agli aerei. Pertanto, se ascolti un messaggio come “Passengers holding tickets, please proceed immediately to gate number 20”, sappi che si tratta di un avviso di imbarco, e il numero di gate indica l’uscita presso cui dovrai recarti per salire a bordo del tuo volo.
Ovviamente, dovrai imparare a distinguere fra
departures (partenze) e
arrivals (arrivi). Potrebbe esserti utile anche apprendere che la scritta
restroom indica sia i servizi igienici che i lavabi a essi contigui. Spesso i viaggiatori assidui li utilizzano per cambiarsi d’abito o persino farsi la barba nell’imminenza di un appuntamento di lavoro.
A bordo, ricordati sempre di “fasten your seat belts” (allacciare le cinture di sicurezza). Se vuoi ordinare qualcosa da bere, domanda “May I have something to drink?”, mentre se vuoi sapere se i pasti sono inclusi nel volo la questione che dovrai porre è: “Are the meals included?”. Se desideri sapere se atterrerete in orario, chiedi: “Are we going to land on time?” Infine, se hai bisogno di usare i servizi igienici, la domanda è sempre la stessa: “Where’s the restroom?”.
Alla dogana
La prima cosa che ti chiederanno prima di lasciarti entrare nello stato in cui sei appena atterrato è se viaggi
for leisure (per piacere/vacanza/diletto) o
for work. Se invece sei solo in attesa di una coincidenza, dovrai dichiarare
“I have a connecting flight to (specifica la destinazione)
”. Solitamente ti verrà chiesto anche dove alloggi e per quanti giorni: è una pratica molto comune, soprattutto in paesi dalle regole molto restrittive come Australia, Stati Uniti, Russia ed
Emirati Arabi Uniti. Non farti prendere dal panico è dichiara
“I’ll be here for (numero di giorni del tuo soggiorno)
days, and I’m staying at (nome del tuo hotel)
”. Se risiederai in un domicilio privato, potrai cavartela con
“I’m staying at my brother’s/my sister’s/a friend of mine’s house, in (specifica l’indirizzo dell’abitazione del tuo fratello/sorella/amico).
Tragitto aeroporto-hotel
Per cambiare denaro presso un ufficio cambiavalute: “Where is the currency exchange?” o “Is there a currency exchange?”.
Sai già quale autobus prendere per raggiungere l’albergo? Chiedi “Where is the nearest bus stop?”, quale è la fermata più vicina?
Oppure preferisci un taxi? Alle informazioni domanda “Where can I find a taxi?” Alla parola taxi potrai sostituire la parola cab.
In albergo
La prima cosa è rivolgersi al personale per farsi accompagnare nella camera che hai riservato. “I have a reservation under (tuo cognome)” significa “Ho una prenotazione a nome (tuo cognome)”. Se invece non hai prenotato, non ti resta che tentare la fortuna e domandare “Do you have free rooms?”, avete camere libere?
Durante il tuo soggiorno, potresti aver voglia di richiedere un room service (servizio in camera) o un cleaning service (non solo pulizia, ma risistemazione generale della stanza). Se invece vuoi sapere se la colazione è inclusa nel prezzo, domanda “Is breakfast included”?
Se sei in viaggio per lavoro, quasi sicuramente avrai bisogno di utilizzare il tuo portatile per andare su Internet. Queste le domande che ti serviranno: “How can I access the Internet?” (come posso andare su Internet?), “Is there a password for the wi-fi?” (c’è una password per il wi-fi?).
Infine, una piccola postilla. Molti di noi trascurano il fatto che all’estero le prese di corrente sono differenti da quelle italiane. Per far funzionare il computer avrai dunque bisogno di un adattatore. La domanda da rivolgere è la seguente: “Where can I buy a socket adapter?”.
Seguendo queste semplici indicazioni, dovresti evitare la maggior parte delle problematiche inerenti il primo approccio all’inglese quando ci si trova all’estero. Una volta rotto il ghiaccio e acquisito un minimo di fiducia, tutto dovrebbe risultarti più facile. In linea generale, ti consigliamo di non aver paura di sbagliare: gli errori fanno parte del processo di apprendimento e una volta superati i primi scogli ti accorgerai da solo che comincerai a farne sempre meno.
Ultimi commenti
Spero sia un gran viaggio e tienici aggiornati su come andrà!
Buone pedalate!