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Visitare Istanbul, la città su due continenti
Ultimo giorno del 2009 e stasera saremo a visitare Istanbul. Dopo una nottata inquieta, ci svegliamo con calma e verso le 9.00 scendiamo in città, a Eskisehir per una colazione a base di formaggio, salame e patatine fritte. Finito questo leggero stuzzichino saltiamo in auto per percorrere i restanti 300 km che ci separano da Istanbul. Usciamo dalla città e dal traffico frastornante e subito veniamo fermati ad un posto di blocco. Il poliziotto zelante ci chiede patente e libretto ma dopo vari tentativi di comunicare con noi rinuncia al suo controllo e ridendo ci fa cenno di proseguire sulla nostra strada. Fortunatamente, o sfortunatamente, essa è una enorme e nuova strada a scorrimento veloce e verso le 13.30 varchiamo le porte di uno dei centri più grandi d'Europa e del mondo, la perla del Bosforo: Istanbul.
Il traffico è caotico e per raggiungere il centro, dopo qualche deviazione non prevista, impieghiamo circa un'ora. Lasciata l'auto poco distante dalla Moschea Blu, è l'ora di cercare una sistemazione per le prossime notti. L'impresa si rivela più ardua del previsto ed alla fine riesce persino a far litigare me ed Ale (non ricordo l'ultima volta che sia successo!). Depositati i bagagli facciamo un giro per la città raggiungendo Sultan Ahmet e Santa Sofia, il cuore di Istanbul. Successivamente scendiamo al baazar delle spezie per un viaggio negli odori d'oriente. La folla ci sovrasta ed asfissia e così ci spostiamo in un vicoletto secondario per sederci, respirare e gustarci un succo di melograno fresco e dolce: la visita di Istanbul con il caos turistico del capodanno si stà dimostrando più faticosa del previsto. Una rinfrescata in albergo e siamo già in strada alla ricerca di un ristorantino dove festeggiare tranquillamente la venuta del 2010. Troviamo un bel locale, ci sediamo davanti ad una birra Efes e a un buon piatto di carne. Ci riconciliamo parlando per qualche ora come si riesce a fare soltanto tra amici speciali. E' già iniziato il nuovo anno e come ogni anno esso porta con se un'ondata di speranza nel futuro che spesso viene disillusa dopo pochi mesi... speriamo non sia così anche questa volta!
Istanbul
Primo giorno dell'anno. Lo trascorriamo interamente nel quartiere di Sultan Ahmet, il cuore della capitale turca. Iniziamo il nostro tour, oggi prettamente turistico, visitando la moschea blu, un edificio che mi ha ammaliato dalla prima volta che la vidi qualche anno fa. L'interno spoglio la rende ancor più imponente di quanto già sia. Lascio ad Ale il piacere della visita al museo di S.Sofia (mi aveva un pò deluso durante la precedente visita ed ha deluso anche il mio compagno di viaggio questa volta!) e nel pomeriggio, dopo una breve sosta per bere un thè, ci dirigiamo al palazzo di Topkapi. La temperatura è piacevole ma un forte vento spira dal mar di Marmara ed il sole è a tratti coperto. La visita ad Istanbul oggi è gradevole ed adoro passeggiarvi con lentezza come in questa occasione: purtroppo anche l'eccessivo affollamento odierno non mi ha fatto assaporare a pieno l'atmosfera vissuta durante il mio primo viaggio. Il sole tiepido che scaldava i nostri volti ci ha consigliato una lunga pausa seduti su un balcone sul Bosforo: un viaggio è fatto di momenti magici e questo, inutile e insignificante, lo è stato.
Al calar della sera ci siamo spostati nel quartiere di Kumkapi per assaporare l'aria dei mercati di pesce presenti sul lungomare e goderci il tramonto. Dopo una sessione fotografica in notturna ancora incentrata su Sultan Ahmet, ci spostiamo per cena nei pressi del ponte di Galata dove ci sediamo di fronte ad enormi barconi-ristoranti da cui scendono valanghe di panini riempiti con del pesce. Anche noi gustiamo il pasto rapido ma prelibato e quindi ci spostiamo al caldo per l'ennesimo thè della giornata.
Già dalla mezzanotte sulla città si è abbattuto un forte temporale e quando ci risvegliamo, la pioggia non sembra voler cessare. Una breve pausa tra gli scrosci ci permette di trasferirci al Gran Baazar, una sorta di centro commerciale stile orientale in cui sono presenti circa 4000 negozi e 30000 impiegati, il tutto su una superficie di 20 ha. Ci siamo persi per un pò tra le sue vie trattando con i commercianti per un paio di sciarpe ed una maglietta e lasciando sfogare Nettuno. Appena la pioggia è cessata per un attimo, riusciamo a raggiungere la Beyazit camii e quindi la Suleimanye camii, chiusa per restauro fino alla prossima estate. Lentamente ci trasferiamo verso il mercato delle spezie dove facciamo un pò di acquisti. E' l'ora del thè! Dopo la classica bevanda ci trasferiamo, sotto un cielo grigio e minaccioso, nel quartiere di Besiktas, nuovamente in Asia, per dare un'occhiata al palazzo Dolmabache, ultima residenza dei sultani. Giungiamo al cancello d'ingresso dove veniamo stoppati da una guardia zelante che ci dice che il palazzo chiude alle 15.00: sono le 15.03! Passeggiamo allora un pò sul lungomare e rientriamo in auto appena in tempo per sfuggire all'ennesimo scroscio di pioggia. Rinunciamo, viste le condizioni meteo, a proseguire lungo il Bosforo e ci immettiamo nel traffico verso Sultan Ahmet dove giungiamo dopo 45 minuti! Ale, alla guida, parcheggia e si rilassa sfinito sul sedile dell'auto confessandomi di aver avuto un attacco d'ansia... non lo biasimo, era un inferno (l'ora di punta sotto la pioggia!). Un thè, qualche cartolina e l'ennesimo souvenir per far passare la giornata: un atteggiamento da turista che non mi piace ma a cui siamo costretti dalle condizioni atmosferiche riservateci durante le ultime ore della nostra visita ad Istanbul
Ankara
La capitale Ankara, l'ultima tappa del nostro percorso. Ci siamo arrivati nel primo pomeriggio dopo un trasferimento sotto la pioggia di 450 km da Istanbul. Ad un certo punto, su un passo a quota 1580 m, anche la neve a bordo strada ha fatto la sua comparsa. La città è insignificante, grigia e cupa come il cielo che la sovrasta. L'unico avvenimento degno di nota nella mezza giornata trascorsa nell'attesa del volo di rientro, ce lo ha regalato il nostro albergo che si è rivelato, dopo un pò dal nostro arrivo, per quello che realmente era: un bordello! Nella stanza a fianco alla nostra, quando siamo rientrati da una breve passeggiata per Ankara, una prostituta urlava di godimento (?!?) mentre l'ennesimo cliente squallido e flaccido la prendeva. Dopo un primo momento di incredulità ci siamo guardati negli occhi e ci siamo messi a ridere ricordando la paura negli occhi del receptionist al nostro prematuro rientro poco prima: anche questo succede solo ai viaggiatori!
Salutiamo la Turchia nella speranza che ci siano ancora altri sogni, viaggi, amori e colori oltre il grigio di questo cielo all'orizzonte!
Durante questo viaggio on the road in Turchia abbiamo avuto modo di visitare altri luoghi particolarmente affascinanti di questo paese del Medio Oriente: la Cappadocia prima fra tutte con le città sotterranee e le valli del sud, Afrodisia e Pamukkale con le bianche piscine di travertino e la valle di Ilhara. Luoghi uno più incantevole dell'altro!
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Leo
ITA - Cicloviaggiatore lento con il pallino per la scrittura e la fotografia. Se non è in viaggio ama perdersi lungo i mille sentieri che solcano le splendide montagne del suo Trentino e dei dintorni del lago d'Iseo dove abita. Sia a piedi che in mountain bike. Eterno Peter Pan che ama realizzare i propri sogni senza lasciarli per troppo tempo nel cassetto, ha dedicato e dedica gran parte della vita al cicloturismo viaggiando in Europa, Asia, Sud America e Africa con Vero, compagna di viaggio e di vita e Nala.
EN - Slow cycle traveler with a passion for writing and photography. If he is not traveling, he loves to get lost along the thousands of paths that cross the splendid mountains of his Trentino and the surroundings of Lake Iseo where he lives. Both on foot and by mountain bike. Eternal Peter Pan who loves realizing his dreams without leaving them in the drawer for too long, has dedicated and dedicates a large part of his life to bicycle touring in Europe, Asia, South America and Africa with Vero, travel and life partner and Nala.
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico