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Karakorum Highway: in viaggio dal Pakistan alla Cina toccando i 4.693 metri

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1200 chilometri di asfalto tra le montagne più alte del mondo, la Karakorum Highway è una delle strade più sognate dai viaggiatori a piedi, in bicicletta, in moto, in autostop! Dal Pakistan alla Cina, in viaggio sulla Karakorum Highway che, dal 1978, anno in cui venne terminata, racconta la storia di centinaia di lavoratori che persero la vita durante la costruzione e degli innumerevoli viaggiatori che la percorsero e la percorrono ancora oggi in tutte le stagioni e con qualunque mezzo di trasporto.
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La Karakorum Highway

 
Sono secoli ormai che l'uomo sogna di raggiungere le nuvole: giorno dopo giorno, il sogno si è trasformato in una forte ambizione che, in tempi moderni, è sfociata nella costruzione di opere architettoniche sconsiderate ed esagerate come grattacieli, torri, impianti... La Karakorum Highway fu terminata interamente nel 1978 e divenne la strada asfaltata più alta del mondo. 1200 km uniscono la città pakistana di Havelian a Kashgar, in Cina, 1200 km fra pareti scoscese, cime ghiacciate per tutto l'anno, fiumi e torrenti impetuosi, paesaggi incontaminati che mozzano il fiato. Il territorio attraversato dalla Karakorum Highway è uno dei più selvaggi del mondo, la strada raggiunge l'altitudine di 4693 metri una volta al passo Khunjerab, quando il fiato si fa corto, l'aria frizzante punzecchia la pelle ed il sole brucia le gote senza remore alcuna. Senso di pace, di libertà assoluta, di scoperta e indipendenza, la Karakorum Highway si ricollega all'antica Via della Seta percorsa in tempi antichi da viaggiatori di ogni sorta, da briganti, da mercanti, da vagabondi, da schiavi, da eserciti ed oggi anche da autostoppisti e cicloviaggiatori.
 

I viaggiatori sulla Karakorum Highway

 
Con la costruzione della strada più alta del mondo, sono stati molti i viaggiatori ad avventurarsi in Pakistan per percorrere la Karakorum, una via di comunicazione che necessita continuamente di interventi e manutenzione soprattutto durante e dopo la stagione monsonica (che coincide con i mesi di luglio ed agosto!). Viaggiatori a piedi, cicloviaggiatori, gruppi organizzati ed alpinisti... con la Karakorum Highway infatti, si è creato un accesso facile alle zone di Gilgit e Skardu, le due località più importanti per iniziare le spedizioni sulle montagne del nord del Pakistan, dove si trovano 5 degli 8000. In questo nostro viaggio virtuale fra le montagne del Karakorum incontreremo diversi viaggiatori e vedremo insieme il loro punto di vista, le esperienze e le emozioni vissute sulla mitica strada... Percorrere la Karakorum Highway a piedi è davvero impegnativo: il sole è caldo, il ghiaccio e la neve o l'acqua riflettono i raggi solari, l'aria è rarefatta ed il respiro diventa faticoso, la strada sale verso le montagne addentrandosi in luoghi desolati, ma non per questo meno suggestivi. Lo zaino sulle spalle a volte fa incespicare, pesa e le goccioline di sudore scorrono, dapprima con lentezza, poi sempre più velocemente, dal collo alla fine della schiena seguendo un ritmo costante.  A volte ci si scoraggia perchè per lunghi minuti non passa nessuno disposto a darci un passaggio fino ad un villaggio, altre volte la Natura allieta il nostro incedere con alcuni scorci indimenticabili. Sulle due ruote non si fa certo meno fatica: le borse pesanti tirano il nostro mezzo indietro e la pedalata è sempre più lenta ed incostante. L'acqua per fortuna non manca mai: basta avvicinarsi ad un torrente per rinfrescarsi ed abbeverarsi con quella che ci sembrerà l'acqua più buona mai bevuta prima. Il peso della tenda sul portapacchi si sente ma la gioia di poter dormire sotto un cielo stellato in un luogo dove l'inquinamento luminoso non esiste, annulla ogni fatica! I locali sono sorpresi di vedere stranieri che fanno l'autostop da queste parti, ma la curiosità li invita a fermarsi... i viaggiatori sono considerati stranieri finchè non dimostrano la loro umana, ma non scontata, predisposizione al rapporto con coloro che incontrano, la loro determinazione nel voler conoscere, senza giudicare, ciò che è diverso dal quotidiano, lo straniero si trasforma in una persona comprensiva, autentica, in un amico.
La condivisione di esperienze con altri viaggiatori e lo scambio di sguardi, sorrisi e poche frasi sgrammaticate con chi abita un luogo attraversato, un luogo esplorato..., renderanno questo viaggio indimenticabile!
 

Into the wild lungo la Karakorum Highway

 
Ci troviamo sulla strada più alta del mondo, a cavallo fra Pakistan e Cina, a ridosso di alcune delle vette più impervie e desiderate. Partendo da Havelian a 867 metri di altitudine, in Pakistan, o se si preferisce da Islamabad, la Karakorum Highway inizia il suo percorso in direzione nord verso Abbottabad e Mansehra dove i paesaggi sono ancora distese verdeggianti punteggiate da piccole cittadine. La civiltà è ancora presente e ben radicata. Le colline si alternano a montagne spoglie. I villaggi ed i terrazzamenti coltivati attirano l'attenzione con le loro armoniose forme ed i loro colori brillanti. 124 km separano Mansehra da Besham, ma il fiume Indo, compagno di viaggio fedele e guida, è già apparso alla vista 30 km fa. Il cammino costeggerà per parecchi chilometri il suo corso fino a raggiungere il cuore del Karakorum. Dopo Besham il paesaggio si trasforma: i picchi aguzzi ed impervi che ci accompagnavano ad Oriente, appaiono anche ad Occidente ed i piccoli villaggi si trasformano in abitati minuscoli. Il Nanga Parbat con i suoi 8125 metri, la montagna del destino, la montagna di Messner e di molti altri alpinisti, ci scruta dall'alto quasi volesse mostrarci il suo volto più severo. 131 km separano Besham da Sazin e poi ancora 200 km fino a Gilgit, la capitale dei territori del nord del Pakistan e la porta d'accesso alla valle dell'Hunza. Cascate, fiumi, torrenti, rocce, la Natura regna sovrana in questa parte di mondo così selvaggio. Il rumore di piccole frane, di sassi che ruzzolano lungo le pareti scoscese, dell'acqua inarrestabile spaventano, ma è anche questo il fascino della Karakorum Highway. A Gilgit, quando anche l'omonimo fiume si getta nelle acque dell'Indo, quest'ultimo crea una grande ansa proprio là dove si uniscono le catene del Karakorum, dell'Himalaya e quella dell'Hindukush. Prima di giungere fin qui, lungo il corso dell'Indo si notano tante testimonianze del passato: stupa buddisti, pietre o semplicemente graffiti lasciati dai commercianti, dai viaggiatori e dai pellegrini che anche qui, come lungo la Via Francigena, passarono a migliaia. Il piccolo paese di Chilas si può raggiungere percorrendo una valle laterale alla Karakorum Highway ma è necessario essere in possesso di un permesso particolare. A Chilas gli abitanti sono sunniti conservatori e la figura della donna non è considerata come tale purtroppo... Nel 2016, con la fine dei lavori di costruzione della diga di Diamer-Basha, Chilas ed altri villaggi dell'omonima valle saranno sommersi dall'acqua per sempre e non potranno più offrire ai viaggiatori quegli splendidi scorci sul Nanga Parbat. Dalla KKH si diramano numerose altre valli che, avendo tempo, sarebbe davvero emozionante visitare. Stradine inaspettate conducono a laghi turchesi o verde smeraldo, dietro una curva spunta una montagna ricoperta da ghiacci perenni, dopo una salita, ci si ritrova improvvisamente catapultati nella vita di villaggi ospitali ed accoglienti. Le vette del Rakaposhi e del Diram precedono l'arrivo a Bul Das dove la Sumair valley si stacca verso sud in un sussegguirsi di prati e montagne. Si costeggiano ghiacciai e fiumi fino all'Attabad Lake che si può anche attraversare in barca. La KKH è tortuosa ed incantevole: a Passu, che si trova a ridosso della lingua dell'omonimo ghiacciaio, vive una piccola comunità di ismailiti che ogni mattina, svegliandosi, ha il più bel scorcio sulla Cathedral Ridge.
Viaggiando sulla Karakorum Highway si giunge poi in prossimità di Dih dove si valica il passo di Khunjerab, il punto più alto dell'intera strada. I 50 km che anticipano il valico attraversano il Khunjerab National Park, un paradiso in terra che ha ancora protegge specie a rischio di estinzione come il leopardo delle nevi e la pecora di Marco Polo. Dal Pakistan alla Cina, dall'altopiano ai pascoli punteggiati di yak. Il nome del più alto valico della Karakorum Highway deriva dalla parola Wakhi, che significa Valle del Sangue ed indica anche la lingua di alcune popolazioni dell'area del Pamir. In Cina il paesaggio muta, ma non drasticamente: la KKH costeggia il confine con il Tagikistan continuando a serpeggiare fra le vette più alte del mondo passando dal lago di Karakul e dal monte Muztagah. La lingua cambia, i volti cambiano, ma il senso dell'ospitalità è sempre lo stesso.  Viaggiando sulla strada più alta del mondo si legge "Karakorum Highway, ottava meraviglia del mondo" e forse, dopotutto, è veramente così...
 

Dove dormire e come

Per i viaggiatori che solitamente prediligono il viaggio avventuroso con notti in tenda, trovare un alloggio non sarà affatto un problema: la Natura sarà la vostra casa temporanea! Di notte può far freddo, ma con il giusto equipaggiamento si possono evitare tutti i problemi legati al freddo ed all'ipotermia. Certo, per dormire in tenda dovrete trovare un luogo adeguato, spostato rispetto alla Karakorum Highway o magari nel giardino di una casa (dopo aver chiesto il permesso!). Se deciderete di praticare campeggio selvaggio, fate in modo di nascondervi bene perchè potrebbe essere considerata una pratica illegale (soprattutto in Cina!). Non dimenticatevi mai di viaggiare all'avventura ma sempre in sicurezza. Per chi viaggia leggero o con lo zaino e si trova impossibilitato a trasportare una tenda, lungo la Karakorum Highway o nelle valli laterali si trovano alcune guesthouse o alberghetti oppure, nei villaggi, potrete chiedere ospitalità direttamente alla gente del luogo che spesso, con molto piacere, deciderà di ospitarvi.
 

Libri sulla Karakorum Highway

 
Sulla strada asfaltata più alta del mondo, sulla Karakorum Highway, di libri ne sono stati sicuramente scritti molti... noi ve ne vogliamo consigliare qualcuno:
  • Karakorum Highway '97 - Un viaggio tra il Pakistan moderno e quello tribale di Annelies Hafner e Mauro Sabbadini, un libro fotografico sulle genti e i luoghi della Karakorum Highway
  • Human Records On Karakorum Highway di Ahmad Hasan Dan
  • Pakistan. Karakorum Highway di Cristina Gambaro 
  • Le notti stellate del Karakorum di Dusan Jelincic
  • Dove va il vento quando non soffia - Una spedizione da record nel Karakorum inquieto di Dušan Jelinčič
Voi ne conoscete altri da suggerirci?!?
Prima di mettervi in viaggio sulla Karakorum Highway informatevi su permessi speciali per visitare valli laterali, come per esempio quella di Chilas, e sui visti e scadenze. Il sito ufficiale del turismo pakistano è anche in italiano (tradotto da google) e potrebbe darvi utili spunti di viaggio, quello del governo cinese è anche aggiornato con eventi e festival.

 

 
 
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Vero

ITA - Correva l'anno 1983 quando ha sorriso per la prima volta alla luce del sole estivo. Da sempre col pallino per l'avventura, ha avuto la fortuna di girare l'Europa e l'Italia con i genitori e poi, per la maturità, si è regalata un viaggio in 2 cavalli da Milano verso la Russia. Al momento giusto ha mollato il lavoro senza alcun rimpianto per volare in Nuova Zelanda dove ha viaggiato per cinque mesi in solitaria. Nel 2007 ha provato per la prima volta l'esperienza di un viaggio in bici e, da quel momento, non ne ha potuto più fare a meno... così, dopo alcune brevi esperienze in Europa, nel 2010 è partita con Leo per un lungo viaggio in bicicletta nel Sud Est asiatico, la prima vera grande avventura insieme! All'Asia sono seguite le Ande, il Marocco, il Sudafrica-Lesotho e #noplansjourney. Se non è in viaggio, vive sul lago d'Iseo! Carpediem e buone pedalate!

EN - It was 1983 when he smiled for the first time in the summer sunlight. Always with a passion for adventure, she had the good fortune to travel around Europe and Italy with her parents and then, for maturity, she took a trip in 2 horses from Milan to Russia. At the right moment he quit his job with no regrets to fly to New Zealand where he traveled for five months alone. In 2007 she tried the experience of a bike trip for the first time and, from that moment on, she couldn't do without it ... so, after some short experiences in Europe, in 2010 she left with Leo for a long cycling trip in South East Asia, the first real great adventure together! Asia was followed by the Andes, Morocco, South Africa-Lesotho and #noplansjourney. If he's not traveling, he lives on Lake Iseo! Carpediem and have good rides!