Unisciti alla LiT Family
Set up bici da viaggio: come siamo partiti per #backtothewest?
Questo è un articolo per feticisti quindi, se non ti ritieni membro della categoria, puoi soprassedere sulla lettura e passare alla successiva pubblicazione. Sono trascorsi un po’ di giorni dalla nostra partenza per la Georgia, nel viaggio che ci riporterà a Occidente, e vorrei condividere con te il setup di viaggio mio e di Vero, semplicemente per darti uno spunto per le tue prossime avventure.
Perché ti dico come siamo equipaggiati e come abbiamo allestito le nostre Trek 920? Boh, forse per puro narcisismo oppure perché credo possa essere utile condividere qualsiasi esperienza. Anzi, se ti va, mi piacerebbe conoscere anche il tuo setup preferito, magari scrivicelo nei commenti qui sotto.
Premetto che praticamente in ogni viaggio cambiamo qualcosa del nostro equipaggiamento e di come lo trasportiamo. In linea di massima però il setup da viaggio resta pressoché lo stesso quando si tratta di lunghe percorrenze mentre sul breve e sul tecnico ricorriamo a volte a setup ibridi o al bikepacking.
Setup Trek 920 di Leo
Partiamo da me e iniziamo con la bici. La Trek 920 che l’azienda ci ha dato l’anno scorso ha subìto nel corso del tempo alcune lievi modifiche: abbiamo cambiato i copertoni montando un WTB Ranger dietro e un Maxxis Rambler davanti, entrambi tubeless da 2”. La scelta di un copertone un po’ più tassellato dietro e uno un po’ più scorrevole davanti è data dall’esigenza di avere una buona tenuta sia in salita che in discesa su sterrato, ma allo stesso tempo non essere troppo lenti sull’asfalto che presumibilmente solcheremo in abbondanza. Il tubeless è una premiere per noi in viaggi così lunghi: ho usato spesso sulla MTB i copertoni senza camera d’aria, ma non li avevo mai montati sulle bici da viaggio… al termine di questa avventura ti saprò dire cosa ne penso!
L’ultima modifica, la più sostanziale, alla mia bici, è stato il cambio della guarnitura. Sono passato dal 28-42 montato di serie sulla 920 a un 22-36 decisamente più agile. I chili da lockdown e l’età che avanza mi hanno suggerito questo upgrade (o downgrade a seconda dei punti di vista).
Per quanto riguarda invece il trasporto dei bagagli, il mio setup è ormai collaudato. La grande novità di quest’anno, almeno all’inizio, è il fatto che sarà Vero a trasportare il carrellino di Nala dato che è molto più allenata di me. Senza i 17 kg del Croozer logicamente tocca a me accollarmi il peso maggiore dei bagagli e quindi tenda, materassino, sacco a pelo e stoviglie sono finiti sui due portapacchi che ho montato, anteriore e posteriore. Sì, perché viaggerò con un setup classico con 4 borse da bici, le ormai solite Crosso Dry Bag. Da 60 l dietro e da 30 l davanti (il volume è indicato a coppia).
Insieme a queste avrò la tenda fissata sul pianale del portapacchi posteriore e infilata in una borsa a tubo economica, ma impermeabile. Un’altra borsa a tubo da 5 l è attaccata sul pianale del portapacchi anteriore e contiene un po’ tutti gli attrezzi che ci potrebbero servire per le riparazioni della bici, anche se la speranza è quella di avere una borsa inutile.
Sul manubrio monto la borsa Roswheel della serie Tour in cui riesco a infilare giusto giusto la mia reflex.
In un ultimo assalto alla Decathlon per acquistare una maglia in pile leggera, ho anche deciso di prendere un borsello top tube a pochi euro dove infilare gli oggetti di primo utilizzo: il multitool, la pompa e una camera d’aria oltre al portafogli (che però dovrò spostare alla prima pioggia, dato che non è una borsa waterproof).
Come vedi, un assetto decisamente standard, con cui mi trovo bene e che non credo modificherò se non per esigenze particolari durante il viaggio. Sul manubrio ho ancorato un supporto per la GoPro Hero 8 e uno per la luce frontale Magicshine RN3000 che userò anche come lampada in tenda.
Setup Trek 920 di Vero
Vero ha deciso di sperimentare un po’ di più in questo viaggio, anche e soprattutto perché, come ti ho già accennato, sarà lei all’inizio a trasportare il carrellino di Nala.
Già qui c’è una grossa novità perché l’amato Croozer è andato in pensione, devastato dai chilometri di sterrato e sentieri dei 12000 km del Noplansjourney. Al suo posto Vero tirerà un più leggero (11kg) Burley Trail Wagon, di cui ti daremo le impressioni appena lo avremo usato per un po’. Nala di certo sarà un po’ più stretta, ma cercheremo di farla divertire e correre il più possibile prima di lasciarla nel Burley!
Oltre al carrellino, Vero ha deciso di adottare un assetto ibrido. Ha montato il portapacchi posteriore con le borse laterali Crosso Expert da 66 l dove tiene la gran parte dei suoi bagagli mentre all’anteriore ha tolto il portapacchi per installare delle gorilla cage di Topeak su cui ha alloggiato delle fork bag di Columbus da 3 l. In queste due borse ha infilato le cose più pesanti: cavi per PC e tecnologia varia, cibo e il fornelletto.
Sul manubrio ha fissato la borsa manubrio Sweetroll della Revelate Design da 18 l in cui trasporta il materassino, l'organizer con dentifricio, spazzolini e accessori da bagno, il telo da bagno e la giacca a vento.
Per custodire la macchina fotografica e gli oggetti di prima necessità infine ha deciso di usare un marsupio impermeabile da 5l della Vision (prodotto usato più nella pesca che nel cicloturismo), all’interno del quale ha infilato un’imbottitura a compartimenti per proteggere l’attrezzatura.
Sul manubrio, un woodchipper che ha sostituito la piega da corsa classica montata sulla Trek 920, ha installato il supporto per la luce Bontrager Ion Pro RT mentre sul portapacchi posteriore, come me, ha installato la Bontrager Flare RT (Vero però dovrà trovare una soluzione e spostarla perché con il carrellino è piuttosto inutile lì dov’è!).
Sulla pipa infine c’è l’attacco per il Garmin Montana 700 che ci guiderà sui sentieri di #backtothewest insieme a Komoot, su cui abbiamo precaricato una traccia di massima almeno per i primi 1000 km.
Entrambi abbiamo 3 portaborraccia fissati agli occhielli disponibili sul piantone e sul tubo obliquo del telaio, con due borracce in alluminio e le altre quattro in plastica, da 750 ml. Tutte le borracce sono rivestite da un copriborraccia in cotone realizzato dalla mitica Attilia, mamma di Vero, per mantenere caldo (o fresco in estate) il liquido all’interno.
Bene, in definitiva questo è il nostro assetto per il viaggio di quest’inverno. Percorreremo strade asfaltate, sterrate e qualche sentiero se il meteo ce lo permetterà. Niente di estremo, tra Georgia, Turchia e… chissà, forse qualche altro paese nei dintorni. Ti aspettiamo sui social e sul podcast Storie a Pedali se vorrai seguire le nostre peripezie.
Log in con ( Registrati ? )
o pubblica come ospite
Commenta per primo.
Leo
ITA - Cicloviaggiatore lento con il pallino per la scrittura e la fotografia. Se non è in viaggio ama perdersi lungo i mille sentieri che solcano le splendide montagne del suo Trentino e dei dintorni del lago d'Iseo dove abita. Sia a piedi che in mountain bike. Eterno Peter Pan che ama realizzare i propri sogni senza lasciarli per troppo tempo nel cassetto, ha dedicato e dedica gran parte della vita al cicloturismo viaggiando in Europa, Asia, Sud America e Africa con Vero, compagna di viaggio e di vita e Nala.
EN - Slow cycle traveler with a passion for writing and photography. If he is not traveling, he loves to get lost along the thousands of paths that cross the splendid mountains of his Trentino and the surroundings of Lake Iseo where he lives. Both on foot and by mountain bike. Eternal Peter Pan who loves realizing his dreams without leaving them in the drawer for too long, has dedicated and dedicates a large part of his life to bicycle touring in Europe, Asia, South America and Africa with Vero, travel and life partner and Nala.
Ultimi da Leo
- Portaborracce alternativi per viaggiare
- Intervista a Alberto Murgia: a Capo Nord in inverno
- Gonfiare le gomme? Scegli la pompa giusta! Guida completa per ciclisti
- Orso del Pradel da Andalo in MTB
- Cosa sono le eSIM e vanno bene per viaggiare?
- Bosnia e Serbia in bici: anello di 400 km 'attorno' alla Drina
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico