La Val d'Orcia nel senese e poi, sopra di noi il cielo grigio, carico di pioggia sovrasta minaccioso la terra bruna ormai satura d'acqua. Le coltivazioni di girasole lasciate seccare per chissà quale ragione, stonano nel paesaggio cupo ed umido in cui sono immerse. Pioggia, freddo e vento si accaniscono su di noi per tre giorni. In compagnia di alcuni amici sono sceso a Chianciano Terme per un week end lungo perso a rifugiarsi dalla furia di Giove. La visita di Siena e della Val d'Orcia è stata rovinata dalle bizze meteorologiche ma in compenso la nostra fuga si è conclusa tra le braccia di un dio ben più benevolo: Bacco.
Dopo un intero pomeriggio di viaggio in Toscana con soste qua e là, giungiamo a Chianciano Terme quando il cielo si è appena coperto ed ha iniziato a riversare su di noi litri e litri d'acqua come se quest'estate un pò pazza non ce ne avesse regalata a sufficienza. Sabato mattina ci svegliamo di buon'ora ma il cielo non ha cambiato colore. La tregua mattutina è solo un'effimera illusione che ci accompagna fin dentro le mura di Siena. In Piazza del Campo, assieme alle orde di turisti anglosassoni (di gran lunga i più numerosi), ci accoglie nuovamente la pioggia che ci accompagnerà per tutta la giornata. La cittadina toscana ci concede solo di intravedere la sua bellezza poichè siamo ben presto costretti a rifugiarci in un bar per una cioccolata calda. E' da poco passato mezzogiorno quando, sconfitti dalle avverse condizioni meteo, decidiamo di risalire in auto ed avviarci verso la Val d'Orcia in cerca di un agriturismo per affogare in un bicchiere di buon vino accompagnato da un pasto "alla toscana" la nostra frustrazione. Dopo vari tentennamenti giungiamo alle porte di Montalcino ed imbocchiamo una strada sterrata segnalata da un cartello malfermo. Essa ci conduce sulla cima di una collina bruna e spoglia. Il casolare ristrutturato che ci appare dinnanzi promette bene anche se la presenza di un'unica automobile parcheggiata fa temere per una risposta negativa alla nostra richiesta di essere sfamati. Veniamo accolti dal padrone di casa e dalla compagna nella zona giorno dove stanno concludendo il loro pasto. La prima cosa che ci viene consigliata mentre tre bicchieri pieni di prosecco appaiono di fronte ai nostri nasi, è quella di non avere fretta, di saper attendere. Per questo l'oste già mi piace: la fretta è sempre e comunque cattiva consigliera, se poi si parla di cibo... Decidiamo di ordinare un tagliere di affettati misti nell'attesa che venga preparata una grigliata di carne e li accompagnamo con del Rosso di Montalcino della casa. Il proprietario, avendo pasteggiato a Brunello, ha la lingua sciolta e ci racconta di come è capitato qui. Non è toscano. Lui ed un suo socio possedevano un'azienda con circa seicento dipendenti nei pressi di Fabriano ed erano industriali di successo. Nel 2007 col sentore della prima crisi decisero di vendere per una cifra enorme ed impegnarono parte dei guadagni nella produzione di Brunello e Rosso di Montalcino già da loro avviata nel 2003.
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Ora possiedono circa 4 ettari di vigneto ed un paio di uliveto, hanno ristrutturato questo agriturismo nella Val d'Orcia e da quest'estate hanno proposto gli appartamenti in affitto. Ora progettano di costruire un piccolo centro wellness ed acquistare una casa più in basso sulla strada per aprire un ristorante. Gli affari vanno bene e lui sembra molto divertito. E' simpatico nonostante non sia il tipico ristoratore toscano rude e ciarliero. Dopo aver spazzolato i taglieri di affettati e pecorino con miele accompagnati da dell'ottimo pane azimo, siamo già allegri a causa del vino piuttosto corposo. Verso le tre arriva la grigliata e non ci pentiamo certo della scelta, assaporando costine, spiedini e braciole. Finito il pranzo ci resta ancora mezzo bicchiere di vino da tracannare ma il nostro oste ci invita a svuotarlo repentinamente per poi riempire nuovamente il calice di Brunello. Tra chiacchiere e risate concludiamo anche quello e per dessert ci vengono serviti cantucci da pocciare in un liquore di visciole. Dopo il caffè, un pò malfermi sulle gambe, veniamo invitati a far visita alla cantina della tenuta e qui ci viene offerto del brunello "in itinere". Infatti ci viene spiegato che la differenza tra brunello e rosso di Montalcino è la permanenza del primo in barique di rovere per tre anni dopo un anno in botti d'acciaio. In definitiva il brunello è un Rosso di montalcino invecchiato per 5 anni (deve restare un altro anno tra barique e bottiglie). La visione delle botti, l'aroma di vinaccia ed il vino in circolo hanno cancellato completamente la delusione di aver appena intravvisto Siena e di non poter visitare la Val d'Orcia a causa della pioggia. Salutiamo la coppia sicuri di essere stati fortunati ad aver trovato un ottimo luogo dove ripararci e rifocillarci. Un luogo che ritornerà spesso nei nostri racconti come spesso ritornano tutti i luoghi in cui ci siamo trovati a nostro agio.
La giornata di domenica, con una rapida
visita a Montepulciano, ancora inseguiti dalla pioggia, ed un rientro tranquillo tra le montagne di casa, ha poco da aggiungere alle brevi ma intense ore trascorse nella
Canapaccia!
La Toscana mi ha regalato ancora una volta (così come fa sempre quando scendo in questa terra) una splendida accoglienza nonostante le bizze di un tempo inclement, così come aveva fatto la prima volta durante il primo viaggio in bici da Firenze ad Assisi e come ha fatto durante un altro weekend in Valdarno.
Se cercate qualche spunto, potrebbero interessarvi le nostre brevi guide per Visitare la Toscana in un weekend o Scoprire le dieci cose da vedere a Firenze.
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico