Dal parcheggio ci dirigiamo verso l'inizio del percorso circolare che permette di camminare lungo tutto il perimetro del lago. Un numeroso gruppo di turisti attraversa il piccolo ponticello di legno alla sinistra dell'imponente hotel Lago di Braies, così le nostre indecisioni sul lato dello specchio d'acqua da percorrere sono subito sedate: ci catapultiamo a destra ritrovandoci al cospetto di una grossa scultura in legno rappresentante un camoscio.
Inizia da qui il nostro percorso verso il
Rifugio Biella, sulle montagne venete. Il cielo è grigio, ma non ci scoraggiamo, abbiamo molta strada da percorrere e la giornata è ancora davvero lunga. La prima parte del sentiero costeggia il lago cristallino e dai colori vivaci (a me personalmente ricorda moltissimo il
lago di Tovel sia per il contesto paesaggistico che per le tonalità di colore) sulla sponda destra e lo sterrato procede quasi costantemente in maniera pianeggiante a parte qualche lieve strappetto.Le indicazioni poste sul lato sud del periplo, ci spingono a seguire la
traccia n° 1 e così, inerpicandoci lungo una stradina bianca, ci lasciamo pian piano il lago alle spalle. Fortunatamente nessun'altra persona segue il nostro passo e in breve ci ritroviamo completamente soli a tu per tu con la natura, regina incontrastata del luogo. Arbusti, conifere e rododendri sono la cornice di questo maestoso paesaggio, oltre ovviamente alle numerose vette rocciose che sembrano perdersi fra le nuvole: sono le
Alpi di Sennes e di Braies. Spesse radici ci attraversano la via catturando tutta la nostra attenzione per evitare di inciampare. Saliamo velocemente ed il bacino smeraldo alle nostre spalle è sempre più piccolo e fiabesco. Percorriamo un tratto un po' esposto dotato di piccoli gradini di legno presso il quale è posta una bizzarra panchina per osservare tutta la vallata sottostante, una sosta è ovviamente d'obbligo! Si continua inevitabilmente l'ascesa passando addirittura un nevaio invernale ancora resistente al calore estivo. Siamo in quattro e tutti nessuno escluso mettiamo alla prova la nostra mira racimolando un po' di neve e formando delle insidiose palle di neve da lanciare in testa ai nostri compagni di escursione. Il paesaggio è spoglio, tipico d'alta montagna, dopotutto ci troviamo quasi a 2000 m e si continua a salire; un tratto attrezzato con funi metalliche ci permette di superare una parete rocciosa a scaloni facendoci spuntare su un altopiano vastissimo.
La segnaletica ci rammenta che dobbiamo procedere sulla destra dove si erge il massiccio della
Croda del Becco, mentre, poco più a sinistra, si staglia orgogliosa la vetta della
Croda Rossa, 3146 m di roccia dolomitica! La stanchezza inizia a farsi strada tra le file del nostro gruppo, le gambe barcollano e lo stomaco inizia a contorcersi per la fame. Decidiamo di giungere al Rifugio prima di iniziare a divorare le provviste faticosamente trasportate fin qui. Non manca molto, ma gli ultimi tratti sono i più duri, fortunatamente la presenza inizialmente sonora e poi visiva di una marmotta grassoccia, ci distrae dalla stanchezza. Ed eccoci finalmente alla
Porta Sora al Forn dove il sentiero si divide conducendo i più intrepidi sulla cima della Croda del Becco, mentre i più stanchi ed affamati al poco distante Rifugio Biella, nelle dolomiti venete! Discendiamo veloci quest'ultimo pezzo che ci separa dalla nostra meta giornaliera, il
Rifugio Biella a 2327m, gestito dal Cai di Treviso con a disposizione 45 posti per gli avventurieri della montagna.
Il tempo atmosferico nel frattempo è migliorato: il sole è tiepido ed è un piacere sdraiarsi sull'erba fresca ad assaporarne il tepore. Mangiamo abbondantemente e riposiamo un po' prima di rimetterci in marcia. Il panorama è a 360° sulle
Dolomiti di Sennes e Fanes, semplicemente splendido. Ci abbiamo impiegato circa 3 ore a giungere fin qui, ma per scendere fino al parcheggio ci metteremo molto meno. Durante la discesa, nei dintorni del tratto attrezzato, scorgiamo un camoscio per nulla intimorito dalla nostra chiassosa presenza, che arrampicato su un tratto veramente scosceso stà candidamente pasteggiando. Ritorniamo al lago di Braies in metà del tempo e optiamo per un pediluvio ristorativo nelle gelide acque dello specchio alpino. Dopo il primo terribile approccio, la sensazione di piacere fisico è immediata e rigenerante. Godiamo della pace di questo luogo così turistico, ma ancora incontaminato. Terminiamo il giro seguendo la riva non ancora percorsa, il sentiero risale in parte un costone della montagna a strapiombo sull'acqua incremento i metri di dislivello percorsi oggi, che alla fine risulteranno circa 1400. Un'escursione ricca di sorprese e visioni dolomitiche di ragguardevole bellezza che richiede un bel po' di allenamento e preparazione fisica, ma che concede all'avventore enormi soddisfazioni.
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