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Tunnel du Parpaillon: due giorni in bici sulle Alpi Francesi
Le Alpi francesi in bici erano da tempo nel mirino delle nostre ruote e finalmente siamo riusciti a trovare la congiunzione astrale perfetta per affrontare un anello di due giorni che includesse la salita al mitico tunnel du Parpaillon e quella asfaltata al col de Vars. Un percorso entusiasmante in un ambiente aspro e selvaggio, tutto da esplorare, proprio come piace a noi.
In questo articolo
Le nostre fatiche in terra d'Oltralpe iniziano con il lungo viaggio per raggiungere i piedi delle vette transalpine. Lasciate le sponde del lago d'Iseo giungiamo nei pressi di Briançon a tarda sera. Dopo una fresca nottata nel van, completiamo l'avvicinamento a Saint-Marcellin, piccola frazione di Vars già in quota (1600 m), scelta come punto di partenza di questo anello di due giorni sulle Alpi Francesi in bici.
Alpi Francesi in bici: antipasto con il col de Valbelle
Sistemate le bici, agganciato il carrellino di Nala e controllati borse e bagagli, siamo pronti a pedalare sulle strade alpine francesi.
Si inizia in discesa, ma la festa dura poco. Un chilometro scarso sulla strada secondaria che si stacca a destra, poco prima del cimitero, e siamo subito con il naso all'insù. L'asfalto è ancora buono, le fronde degli abeti ci riparano dal sole e il ritmo della freschezza mattutina è allegro. Ci troviamo nel dipartimento delle Alte Alpi, ai margini del Parc naturel régional du Queyras.
La strada sale, sempre asfaltata, con pendenze non troppo impegnative e concedendo qualche attimo di respiro in alcuni tornanti. Si guadagna quota seguendo la Route du Forest fino a un bivio dove si trovano le indicazioni per il Col du Vallon da un lato e Risoul dall'altro. Seguiamo quest'ultima indicazione lasciando la salita più impegnativa e iniziando a pedalare sulla ghiaia. Ancora qualche metro di dislivello positivo ci conduce in quota a mezzacosta.
Aggiriamo il versante con agilità mentre di fronte a noi si stagliano, in lontananza, le alte vette del parco nazionale des Écrins che superano i 4000 m. Un falsopiano nel bosco ci conduce alla prima rapida e breve discesa verso Risoul. Lasciamo andare le bici mentre di fianco a noi camminatori e bikers si dilettano sui sentieri che disegnano una fitta rete nei boschi.
La picchiata è breve e illusoria. Ai margini più alti del centro abitato, da cui partono decine di cabinovie e funivie per le vette del consorzio sciistico, riprendiamo la salita. Il fondo, sempre sterrato, è comunque in ottimo stato, ma le pendenze si fanno sentire. Serpeggiamo tra le conifere che qui lottano per non soccombere alle praterie d'alta quota. In cinque chilometri si sale dai 1900 m circa di Risoul ai 2389 m del col de Valbelle.
La strada non è delle più entusiasmanti dal punto di vista paesaggistico dato che si attraversa un'area fortemente modellata dagli impianti sciistici. Oltre alle funi e ai piloni si incontrano un paio di invasi per la neve artificiale. Giunti in quota però lo spettacolo è notevole e la sosta al valico è d'obbligo sia per tirare fiato che per godersi la vista a 360°. Il Monviso e le Alpi Occidentali si stagliano a Oriente.
Picchiata verso Embrun e notte a La Chalp
Inizia al col de Valbelle la prima lunga picchiata di questo nostro giro delle Alpi Francesi in bici. Giunti sulla spianata del colle, teniamo la destra per iniziare a scendere nella valletta sottostante, ma prima di risaltare in sella alziamo lo sguardo al cielo incuriositi da un'ombra strana ed enorme che ci ha superato. La planata e la sagoma sono inconfondibili: un grifone, seguito da altri due, passa e supera il crinale sparendo subito oltre l'orizzonte.
Salutiamo il maestoso rapace e ci gettiamo sulla divertente sterrata, fermandoci sulle sponde di un ruscelletto per il pranzo al sacco: poco più avanti è possibile, se non si ha del cibo, sostare al Pra Rond, una baita dove si può mangiare e dissetarsi. Con lo stomaco pieno e i muscoli rinvigoriti dalle energie incamerate, ci gettiamo a capofitto nella discesa che poco più avanti entra nel bosco. Il fondo in ottimo stato e la larga carreggiata invitano a mollare i freni e godersi la velocità.
Una sosta nei pressi di una fontanella su un tornante è provvidenziale per riposare le mani e far raffreddare i dischi dei freni sovraccaricati di lavoro. Lo sterrato lascia presto spazio all'asfalto e man mano che ci si abbassa di quota la temperatura cresce. Un bel traverso a mezzacosta ci permette di ammirare la valle della Durance in tutta la sua bellezza. In lontananza il lago di Serre-Ponçon si staglia, prosciugato a causa della siccità che anche qui, nel cuore delle Alpi, stringe nella morsa bacini e corsi d'acqua.
Lasciamo la cittadina di Embrun più in basso, passando appena sopra alla frazione di Saint-André d'Embrun e attraversando la strada D39 che più tardi ci condurrà verso il col du Parpaillon. Appena oltre l'attraversamento ci gettiamo sotto la pergola salvifica dell'Auberge La Grand-Ferme per sfuggire alla canicola pomeridiana. Una limonata e due ore più tardi, con le temperature in leggera flessione, riprendiamo la strada, nuovamente in salita. Per tornare sulla D39 imbocchiamo una stretta e breve sterrata per poi metterci il cuore in pace e prendere un ritmo dolce, ma costante che ci possa far raggiungere Crévoux e La Chalp entro sera. Poco oltre, sulla nostra mappa, è indicata un'area camping libera che sembra perfetta per la sosta, ai piedi delle ultime rampe verso il tunnel du Parpaillon.
La strada è poco trafficata e a ogni chilometro è presente una tabella ciclistica che indica la distanza percorsa, la pendenza chilometrica e la quota. Con svariate soste all'ombra, giungiamo ai piedi dell'abitato di Crévoux, ma rinunciamo ad attraversarlo per proseguire sulla strada verso La Chalp. Ancora uno strappo, un paio di tornanti ed entriamo tra le belle case in pietra del piccolo La Chalp. In fondo a questo tipico borgo alpino, immersa nei pascoli d'alta montagna (dai 1000 m a cui eravamo scesi siamo risaliti ai 1650 m) incrociamo la Petite Fringale, una baita-ristorante che capita a fagiolo. Non ci facciamo sfuggire l'occasione di assaggiare due piatti tipici di montagna francesi: entrambi ottimi!
Quando ormai il sole si è nascosto dietro le montagne e l'aria d'alta quota inizia a farsi frizzantina, lasciamo il tavolo per percorrere l'ultimo chilometro pianeggiante e raggiungere il prato dove piazzeremo la tenda. Il paesaggio è idilliaco e in men che non si dica la nostra casa odierna è montata sopra al ruscello in secca. Stanchi, ma appagati ci infiliamo nei sacchi a pelo, consapevoli che anche domani ci sarà da guadagnarsi la pagnotta.
Tunnel du Parpaillon, che meraviglia il colle!
Il risveglio all'alba in quota è sempre magico e l'area di La Chalp è incantevole: le alte vette che ci circondano s'illuminano d'oro mentre finiamo di imballare la tenda e preparare le bici. Risaliti in sella, dobbiamo affrontare ancora un paio di chilometri d'asfalto prima di iniziare a toccare con le nostre ruote lo sterrato della ciliegina sulla torta di questo percorso ad anello in bici nelle Alpi Francesi: il col du Parpaillon.
Presto raggiungiamo i 1860 m, estrema quota a cui si spinge l'asfalto. Una fontanella in legno è perfetta per rimpinguare le ormai scarse scorte d'acqua prima di affrontare le ultime fatiche di quest'ascesa spezzata in due giorni. Passato un ponte in legno, la carrabile ci sputa subito in faccia la polvere del suo fondo in brecciolino. Per fortuna siamo soli nella fatica e nell'ascesa, anche se durerà poco. Il col du Parpaillon infatti, come tante altre strade d'alta quota nelle Alpi Occidentali, è percorribile con i mezzi a motore e quindi fra poco, quando l'ora si farà più umana, ci sarà da combattere con il traffico anche qui.
La strada si inerpica decisa, senza esitazioni. Il bosco lascia presto spazio ai pascoli d'alta quota. Le marmotte ci accompagnano incessantemente con i loro fischi d'allarme. Il fiato si fa corto, la pedalata si appesantisce e la quota aumenta. Le Alpi Cozie si mostrano in tutta la loro maestosità e man mano che si sale, lo sguardo si allunga sempre più lontano.
Il colle del Parpaillon è un valico che si trova a 2783 m, ma noi fortunatamente dobbiamo spingerci "soltanto" fino a 2643 m, proprio sotto l'altura. Qui si manifesta davanti a noi il tunnel du Parpaillon, una galleria di 520 m che unisce le Alte Alpi alle Alpi dell'Alta Provenza. Il traforo fu ideato a fine XIX secolo (a partire dal 1891, la strada realizzata dal genio militare venne conclusa nel 1911) e svolgeva un ruolo strategico anche come collegamento con l'imponente fortificazione di Tournoux situato nella valle dell'Ubaye.
Salutiamo il dipartimento di Embrun e ci tuffiamo nel tunnel gelido e buio, stando attenti a non impantanarci nel fango che a fine luglio si accumula sul fondo. Appena emersi dalle tenebre, un altro magnifico panorama sulle Alpi Francesi ci si pone d'innanzi facendoci esclamare, nuovamente esterrefatti, davanti all'imponenza della Natura.
Valle dell'Ubaye e col de Vars
Inizia proprio qui la nostra pedalata nel dipartimento delle Alpi dell'Alta Provenza, che a sud si spingono fino alle gole del Verdon e a ovest raggiungono il parco naturale regionale du Luberon. Noi ci accontenteremo di solcare la valle dell'Ubaye, ma prima ci sarà da affrontare un'infinita discesa.
Salutiamo i numerosi motociclisti che si fermano per la classica foto ricordo in vetta e ci gettiamo a capofitto. La strada è molto più scassata e accidentata su questo lato e siamo soddisfatti della scelta di percorrenza fatta. Sobbalziamo sui tornanti e con la scusa di goderci i paesaggi siamo spesso fermi per riprendere fiato e far riposare le mani affaticate sui freni. Ci si infila in una vallata che ricorda più le infinite distese nordamericane piuttosto che gli arcigni e ristretti panorami alpini. Siamo estasiati.
Un alto ponte in legno segna la fine del limitare prativo e l'inizio di quello boschivo. Sfruttiamo un accesso comodo al torrente per rinfrescarci un po' visto che l'arsura si fa sentire anche in quota. Nala sguazza nell'acqua come un'anatra e noi ci facciamo una doccia gelata.
La strada prosegue veloce e molto più scorrevole nel bosco, fino a raggiungere una piccola cappella dedicata a Sant'Anna. Lo sterrato finisce qui e lascia di nuovo spazio all'asfalto mentre la discesa prosegue anche oltre Le Belvédère de Sainte-Anne fino a infilarsi nella vallata e raggiungere La Condamine-Châtelard, paesino di poche case dove è possibile ristorarsi e trovare qualche locale dove sfamarsi.
Abbiamo raggiunto le sponde de L'Ubaye e imbocchiamo la strada principale verso sinistra. In poche pedalate raggiungiamo l'ampio parcheggio ai piedi del complesso di fortificazioni che prende il nome di Fort de Tournoux, un immenso forte costruito sulla parete rocciosa soprastante a partire dal 1843.
La nostra lenta e dolce risalita è già iniziata e prosegue lieve fino a Saint-Paul-sur-Ubaye dove ci concediamo una pausa per far riposare Nala (sì, vabbè, la scusa è quella: in realtà il riposo è soprattutto per noi!????) e per dissetarci un po'. Mancano gli ultimi otto chilometri per raggiungere il col de Vars (2108 m): tutti asfaltati e non troppo pendenti, ma la stanchezza inizia a farsi sentire dopo due giorni di salite e discese quindi affrontiamo l'asperità con calma e senza fretta.
Il sole inizia ad addolcire i suoi raggi mentre noi superiamo quota 2000 un'altra volta. La luce radente ci accompagna, dipingendo ombre lunghe e sinuose sui pendii di abeti che fiancheggiano la strada serpeggiante. La sera si avvicina quando valichiamo il passo e ci gettiamo a capofitto verso Vars, meta finale del nostro anello sulle Alpi Francesi in bici. Il paesaggio è ancora una volta idilliaco. Passiamo il laghetto Napoleon al fianco del quale sorge l'omonimo rifugio e in men che non si dica ci troviamo nella frazione di Saint-Marcellin dove ci aspetta il van lasciato il giorno precedente.
Si chiude così un anello affascinante tra Alte Alpi e Alpi dell'Alta Provenza, nella Francia orientale. Non possiamo che ringraziare gli amici Mery e Luca che sono stati d'ispirazione per questo percorso che rientra senza dubbio tra i più affascinanti intrapresi quest'anno.
- Il panorama sul parco Nazionale des Ecrins
- La strada del Tunnel du Parpaillon e l'ambiente strepitoso in cui serpeggia
- Il forte di Tournoux
- Il col de Vars
- Come raggiungo Vars? Vars può essere raggiunta in auto dal passo del Monginevro da nord passando per la valle della Durance oppure dal colle della Maddalena da sud, seguendo poi la valle dell'Ubaye
- L'itinerario è segnalato? L'itinerario non è segnalato, quindi consigliamo di scaricare la traccia GPS.
- Sono presenti fontane o fonti d'acqua in generale? Lungo l'itinerario sono presenti fonti d'acqua nei paesi oppure sfruttando i torrenti d'alta montagna. Consigliamo comunque, ogni volta possibile, di riempire e disporre di almeno un paio di borracce.
- Com'è la qualità delle strade dell'itinerario? Il percorso si svolge su strade asfaltate o sterrate. Non sono presenti sentieri e risulta quindi adatto anche a gravel con coperture dai 35mm in su
- Lungo il percorso è possibile dormire in struttura a Vars, Risoul, Saint-Andre-d-Embrun e in altre località. Noi abbiamo dormito in tenda in un'area picnic a La Chalp: posto suggestivo e altamente consigliato.
- Cosa mangiare lungo l'itinerario? La cucina tradizionale alpina in Francia è ricca e varia. Formaggi, carne e patate sono tra le pietanze più comuni.
- Dove mangiare lungo l'itinerario? Lungo l'itinerario nei vari paesini si trovano numerosi ristoranti e locali. Personalmente ti consigliamo il ristorante La Petite Fringale a La Chalp.
- Turismo Alpi Alta Provenza: portale turistico della regione dell'Alta Provenza
- Turismo Alte Alpi: il portale turistico della regione delle Alte Alpi.
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Leo
ITA - Cicloviaggiatore lento con il pallino per la scrittura e la fotografia. Se non è in viaggio ama perdersi lungo i mille sentieri che solcano le splendide montagne del suo Trentino e dei dintorni del lago d'Iseo dove abita. Sia a piedi che in mountain bike. Eterno Peter Pan che ama realizzare i propri sogni senza lasciarli per troppo tempo nel cassetto, ha dedicato e dedica gran parte della vita al cicloturismo viaggiando in Europa, Asia, Sud America e Africa con Vero, compagna di viaggio e di vita e Nala.
EN - Slow cycle traveler with a passion for writing and photography. If he is not traveling, he loves to get lost along the thousands of paths that cross the splendid mountains of his Trentino and the surroundings of Lake Iseo where he lives. Both on foot and by mountain bike. Eternal Peter Pan who loves realizing his dreams without leaving them in the drawer for too long, has dedicated and dedicates a large part of his life to bicycle touring in Europe, Asia, South America and Africa with Vero, travel and life partner and Nala.
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico