Si parte subito dopo una colazione scadente, ma efficace. Finalmente tutta discesa, fino a Porto Recanati o quasi.
Nell’enfasi della discesa non guardo troppo i cartelli e la solita ansia da “sbaglio strada” e conseguente risalita mi assale. Finalmente arrivo a Osimo Stazione e capisco che è tutto giusto. È buffo vedere a Osimo stazione tutti quegli edifici che ho già visto su street viewer quando cercavo alberghi e strade, sembra un dejà vu.
Tappa 3 da Osimo a Pineto
Tappa da: Ospedaletto ad Osimo
Partenza ore: 8.30
Arrivo ore: 16.30
Percorsi: 128 km
Media oraria totale: 15km/h
Media oraria in marcia: 17 km/h
Ascensione totale: 339 m
Partenza ore: 8.30
Arrivo ore: 16.30
Percorsi: 128 km
Media oraria totale: 15km/h
Media oraria in marcia: 17 km/h
Ascensione totale: 339 m
Proseguo la strada con un po' di saliscendi e chiedo ad un ciclista ulteriori indicazioni per Porto Recanati piccola salita ancora e poi giù fino al mare per pedalare fino a Pineto. Lungo tutta la strada ho una brezza che allevia il calore, ma che mi fa affaticare in quanto è di ¾. Mi fermo al solito distributore per fare il pieno di acqua e una doccia rinfrescante. Proseguo. Chiedo ancora acqua da raffreddamento ad un ragazzo che sta annaffiando gli ulivi, mi avverte che è fredda, ascolto il suo consiglio e faccio attenzione nel bagnarmi. Meno male, mi fossi messo sotto il getto subito avrei rischiato un collasso. A Civitanova mi fermo a mangiare, vedo un signore che dopo aver parcheggiato l’auto e lasciato scendere la moglie comincia a guardare nella mia direzione. Dopo una serie di titubanze scende dall’auto, mi si avvicina e mi chiede che giro sto facendo. Lui, fisico asciutto e nervoso, si capisce che di bicicletta ne ha fatta parecchia e ad un certo punto mi confessa che è andato da solo da Civitanova a Lourdes in 8 giorni e mezzo, 1800 km, un mito per me. Arrivo finalmente a Roseto, telefono all’albergo per chiedere se hanno posto. Ce l’hanno. Mi indicano la strada e mi dicono che non c’è salita. Credo loro e risalgo in bici.
Arrivo a Pineto e seguo le indicazioni, cerco via Stati Uniti; mi compare subito dopo una curva una salita da far invidia al Pordoi. Scalo i rapporti e di santa pazienza mi metto a pedalare e scalare la strada maledicendo l’albergatrice che non mi aveva detto la verità. Per fortuna la salita è breve, 500 m e in fondo al viale trovo villa Arlini, una bellissima casa padronale stile '800 con un giardino ben tenuto e con una vista splendida su mare e colline circostanti. Entro, l’ambiente è bello, semplice e tranquillo, il proprietario una persona molto alla mano, trova subito empatia con me e mi racconta le sue avventure ciclo-goliardiche fatte con gli amici da Pineto a Pietralcina. La sera ceno. Per primo uno sformato di verdure molto buono e ben presentato per secondo un triste arrosto di tacchino. La signora, a fine cena, mi offre una specie di crescentina marchigiana fatta di pasta di pane e accompagnata da prosciutto crudo. Mi offre anche la possibilità di restare una notte ancora. La crisi evidentemente la stanno sentendo. Anche la mia crisi mi spingerebbe a restare un giorno in più e godermi la spiaggia poco lontana e l’area marina protetta, resisto e le dico che deciderà all’indomani mattina.
Vi siete persi la seconda tappa del viaggio in bici di Roberto da Bologna a Palinuro? Fate un salto indietro e leggetela qui! oppure continuate a leggere l'avventura nella quarta tappa da Pineto a Atessa
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