Un risveglio lento, da cicloviaggiatore. Le operazioni di routine richiedono un po' di tempo, soprattutto oggi che è il primo giorno di viaggio vero. Il rodaggio delle manovre più elementari - infilare il sacco a pelo in quella sua custodia sempre troppo piccola, sgonfiare il materassino, smontare la tenda – richiede sempre qualche giorno. Cesenatico attende il nostro arrivo ed anche oggi sarà in notturna.
Ferrara è la città delle biciclette, tante che in centro si deve fare attenzione a non essere investiti da casalinghe sfreccianti verso il primo supermercato o pensionati che pedalano pensando già alla carta giusta da giocare alla prima partita a briscola al bar. Una colazione abbondante, uno sguardo al dispositivo GPS e si parte verso sud-est. Una strada secondaria, un'auto a tutta velocità ed una curva piuttosto stretta: la fortuna questa volta ha voluto che non fossimo trascinati per metri e metri ma solo sfiorati... all'autista di quella freccia argentata fischieranno tutt'oggi le orecchie per il numero di insulti che gli abbiamo rivolto!
Questa scarica di adrenalina pura è un episodio isolato nel tranquillo incedere su strade secondarie, argini e piste ciclabili della bassa pianura... seguiamo le indicazioni del sentiero 106 che ci fa evitare il traffico ma rallenta notevolmente il nostro avanzare già cauto. Il tempo vola, noi un po' meno e così giungiamo a Ravenna quando il tramonto è già pronto a mandare a dormire il sole.
Una breve sosta e la ricerca della ciclovia adriatica ci fanno perdere ancora minuti preziosi. Il percorso verso l'Adriatico è compiuto ma la pineta di Classe è un dedalo di strade e sentieri in cui si perdono anche le indicazioni del percorso verso Cervia (peccato... la ciclovia Adriatica merita di meglio!). Finiamo col percorrere un single trail splendido ma poco adatto ai 30 kg del nostro bagaglio, uscendo dalla pineta a ridosso di un canale costellato di trabucchi che all'imbrunire si attivano calando ed alzando le reti.
La suggestione del luogo ci fa dimenticare gli oltre venti chilometri che mancano per raggiungere la nostra meta e aspettiamo il calar del sole fotografando il paesaggio, ottimo esempio d'integrazione tra uomo e natura. Si accendono le luci e si spinge sui pedali mulinando le gambe come stantuffi per raggiungere l'orizzonte sempre fisso in fondo ai lunghi rettilinei sterrati. Lido di Classe, lido di Savio, il deserto di Milano Marittima d'ottobre, Cervia, le sue saline, l'Adriatico. Riusciamo a ritrovare, solo grazie alle precise indicazioni di un passante, la pista ciclabile che ci porta fino a Cesenatico dove ancora una volta nel buio della notte perdiamo la strada. Ma ormai la meta è raggiunta e un passaggio sulla sabbia non poteva mancare prima di tuffarci nel letto sfiniti da una giornata lunghissima ed intensa...
Vuoi vedere la mappa di #transitalia, leggere altri racconti o scaricare le tracce GPS? Dai un'occhiata alla mappa del nostro viaggio in bici!!! Se te lo sei perso, puoi leggere il racconto della prima tappa da Mirandola a Ferrara o proseguire con la terza tappa da Rimini a Le Balze di Verghereto.
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