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il monte fogliano
luca panebianco
Luogo
Lazio
Stagione
Primavera, Estate, Autunno
Durata
Fuggitivo (1 giorno)
Lunghezza
42 km
Percorso
Ad anello
Dislivello
501 - 1000 m
Difficoltà
Micro avventura
Tipo di fondo
MTB (fuori strada)
 
 
 
Il Monte Fogliano in mountain bike è il principale attore di questa limpida e calda giornata di luglio. Di origine vulcanica fa parte della riserva naturale regionale del lago di Vico e sfiora quota mille metri. È un sito di importanza comunitaria coi suoi boschi di cerro, faggio e castagno. Due sono invece i siti storici che andremo a toccare. Alle sue falde corre inoltre la Via Francigena...

L'ascesa al Monte Fogliano

Come di consueto parto da Vetralla, dall’Albergo Da Benedetta assieme alla gradita guida Stefano Sanapo e a due ragazzini, allievi della sua scuola di mountain bike, assai sprint.
In principio ripercorriamo il tracciato che ho fatto in mattinata con Betty ovvero attraversiamo località Giardino sino ad innestarci sulla Via Francigena in prossimità della fontana ma una volta giunti al campo del Ruzzolole svoltiamo a sinistra e lentamente risaliamo il bosco. Ripercorriamo ancora un tratto della verde dunque giriamo a destra per segnare l’ennesimo sentiero, a volte scavato dalle solite canalette. Primo strappo breve ma intenso quindi prima meritata sosta presso il fontanile di Sant’Angelo per scorta acqua. Interessante puntualizzazione: le acque che sgorgano dalle fontane sono molto fresche e dal sapore decisamente minerale.
fontanile di sant angelo
Pochi metri e siamo al convento Sant’Angelo, fondato in epoca longobarda, purtroppo chiuso. Stefano mi informa che nel parco antistante il convento ogni anno l’otto maggio viene officiata la cerimonia dello sposalizio dell’albero, una festa in ricordo del diritto di possesso del monte da parte di Vetralla su Viterbo sancito addirittura da papa Eugenio IV. In sostanza i vetrallesi devono prendersi cura del bosco e quindi dell’ambiente, altrimenti il tutto passerebbe ai viterbesi.

il faggeto del montefogliano

Alcuni facili pedalate su asfalto dunque altra sterzata a destra su di un acciottolato romano prima e sentiero poi che taglia in verticale il bosco, un incantevole foresta di faggi. Adoro tale tipo di boscaglia in quanto presenta una notevole componente spirituale. Non è perciò un caso la presenza del Romitorio di San Girolamo, risalente al XVI secolo, scavato in un enorme sasso vulcanico ed immerso nel silenzio della maestosa faggeta.
il romitorio di san girolamo
La salita, ostica, non è terminata ed io fra le radici sono in affanno (non ho dissipato la fatica accumulata nei giorni scorsi). Vado di agilità e tengo duro fino al conclamato punto panoramico di Eccedella, un luogo dove la vegetazione si apre e consente la vista sulla piana sino al mare. Un ultimo memorabile segmento di sentiero (e non scherzo) per arrivare alla strada bianca che porterebbe alle antenne sulla cima del monte ma noi invece scendiamo in picchiata sino ad incrociare la strada asfaltata che attraversiamo.
Dopo un primo sentiero piuttosto tecnico attacchiamo la via di mezzo ovvero il tagliafuoco che appunto taglia tutto il versante del monte con vista sul lago di Vico e Monte Venere. La via è un apprezzabile sali scendi tutto pedalabile. Anche la discesa al lago non presenta difficoltà, nonostante ciò foro ma nessuna paura, rapidamente riparo il danno e raggiungo i miei compagni in località Canale. Ivi ci sta l’ultimo fontanile. Il più è fatto.

Il lago di Vico ed il cerchio si chiude

Ritorniamo su strada asfaltata e costeggiamo il lago per svariati chilometri ma solo nel momento in cui ci approcciamo alla riva mi rendo conto della sua estensione e della sua placida bellezza. Ci sono diversi bagnanti ma non mi urtano, ed un ragazzo che pagaia con la sua barchetta. Mangiamo e ci divertiamo esibendoci per scopi fotografici con pose “plastiche”.
acrobazie al lago di vico
La salita finale di giornata si chiama della Polveriera in quanto ci stava una polveriera militare. Non è difficile ma la sento. Ultima piega a destra per continuare a salire inizialmente su strada romana e poi su suolo polveroso fino al triplice bivio. Noi prendiamo a sinistro per scendere lungo la via detta il Bottino. Qui il detto “ti faccio mangiare la mia polvere” è più che mai veritiero. Al nostro passaggio si alzano spesse nuvole color terra che offuscano vista e vie respiratorie. La soluzione è fermarsi a contemplare il panorama per poi scendere in solitaria.
panoramica sulle colline
Tornati nel mondo reale pedaliamo lungo la Via Cassia, attraversiamo località Botte e Cura, ove salutiamo l’indispensabile guida Stefano, per arrivare stanchi, sporchi e felici nel centro di Vetralla. Sono molto soddisfatto, non solo per l’ottima compagnia, ma anche perché ho avuto la comprova della bontà di questo territorio, la Tuscia, dove la bici deve essere promossa come mezzo di scoperta, nel rispetto e nella tutela della sua natura e della sua storia ultramillenaria.
Il Monte Fogliano in mountain bike, come la Via Francigena ed il lago di Vico, sono una vitale e fondamentale risorsa per Vetralla e non solo.
lago di vico

Albergo Da Benedettalogo Bike Hotels Italia

Dormire a Vetralla

copertina albergo da benedettaL' Albergo da Benedetta si trova nell'antica Città di Vetralla, in un punto strategico sull'Antica Via Francigena, tra Viterbo e Roma.
 
 
Ultima modifica: 03 Giugno 2024
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Gotico
Trentino D.O.C., vivo nella splendida conca del Garda, che adoro. Appassionato di MTB e montagna, arte e cultura. Mi diletto ad esplorare il nostro Trentino e non solo dall'alto della sella di una bicicletta ma non disdegno affatto visitare moste e musei d'arte. In una sola espressione: amo la libertà.

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