La Daunia.
La Puglia: chilometri e chilometri di spiagge… e le montagne? Quando si pensa alla Puglia vengono in mente soprattutto il mare e le spiagge, c’è invece anche un territorio di montagna meno famoso, ma interessante da scoprire: la Daunia.
Un territorio meno conosciuto, ma ricco di tradizioni, che chiede di essere un pochettino cercato per offrire il meglio di sé.
Una terra di montagna. Montagna in cui hai sempre davanti a te un’ampia visuale: nelle giornate più limpide si può vedere il mare a chilometri e chilometri di distanza.
Ogni montagna ha le proprie caratteristiche, le peculiarità di questa zona sono proprio gli orizzonti molto vasti, vedi il paese “vicino” che sta però dall’altra parte della valle...
Monti Dauni, dove non ti perdi mai i tramonti
Diversamente dalle valli strette qui non ti perdi le albe e i tramonti. Quando passo in zone come questa mi vien da pensare a coloro che hanno prodotto i primi manuali di topografia, credo che abbiano preso come riferimento zone così.
In pianura non è facile avere buoni riferimenti, in pianura non vedi molto lontano, fra le valli chiuse dentro fra le montagne non vedi molto lontano, invece qui tutto ciò che hai davanti si distingue bene. Coloro che hanno misurato per primi il territorio con la tavola pretoriana lo hanno probabilmente fatto in zone come questa, dove si distingue bene tutto ciò che ci si trova davanti.
Se ti metti a giocare con carta e bussola puoi determinare bene l’angolo della direzione verso il campanile del paese sull’altro versante della montagna.
Con un buon binocolo puoi vedere chi sta alla finestra del paese davanti a te anche se dista qualche chilometro. Puoi comunicare con le bandiere in alfabeto morse o semaforico e risparmiare sulla bolletta del telefono. È vero… non è certo un sistema molto comodo…
Dove si trova la Daunia?
Dove si trova la Daunia? In Puglia… Prova a guardare la carta geografica. Nell’angolo in alto a sinistra della Puglia. A Nord trovi il Molise e il Gargano. A Ovest trovi la Campania. A Sud la Basilicata. Non so… forse non è ben chiaro che ci sono le montagne. Io l’ho imparato a mie spese quando sono andato da La Verna ad Altamura a piedi nel 2011. Sono arrivato a Castelnuovo della Daunia, dopo centinaia di chilometri fra le montagne mi sono detto che finalmente le salite e le discese erano alle mie spalle… Invece no!!! La piana di Castelnuovo della Daunia mi aveva confortato, ma dopo pochi chilometri ho ben capito che le salite non erano finite. Tutto nella norma.
Salita sostanziosa su asfalto, giornata calda, terribilmente calda e la delusione dell’ennesima salita dopo aver pregustato la lunga pianura, convinto che le montagne fossero finite… Stavo seguendo il nuovo percorso “Con le ali ai piedi” che parte da Poggio Bustone per arrivare a Monte Sant’Angelo.
A suo tempo era una nuova via tracciata da Angela Seracchioli. Si unisce alla via “Di qui passò Francesco” che va da La Verna a Poggio Bustone, un itinerario ciclabile e non tracciato unendo i luoghi in cui ha vissuto San Francesco. Ovviamente esistono altri modi per arrivare da queste parti, ci si può arrivare in aereo, in treno, in nave, in automobile, ma si può arrivare anche a piedi o con un viaggio in bicicletta, non scartate queste eventualità, hanno un basso impatto ambientale.
Daunia… Forse non tutti sanno che… La Daunia è un territorio poco conosciuto, ma le strade della storia sono passate di qua! Ci passa il percorso “Con le ali ai piedi”, ma ci passa anche la Via Francigena del Sud, quella percorsa dai pellegrini che partivamo da Roma per andare verso Gerusalemme.
Ci passa la via Micaelica, ci passa la via Traiana (un itinerario di cicloturismo da non perdere!)... Non è poco! Nella storia è stato quindi un luogo di passaggio, ma vale la pena fermarsi e guardarsi intorno.
Faeto dove si parla ancora il franco-provenzale
Il viaggio sui Monti Dauni parte da Faeto dove ci accoglie il sindaco e ci accompagna a gustare i prodotti tipici della zona.
A Faeto si alleva il maiale nero di Faeto e noi ne gustiamo subito i salumi… Al maiale di Faeto è dedicata una sagra: la sagra del maiale di Faeto!
Lo so che i vegetariani e i vegani mi stanno maledicendo, ma per gli onnivori e i carnivori può essere un appuntamento interessante.
All’ingresso del paese c’è la tenda accoglienza per coloro che in questi giorni vivranno le proposte organizzate dai comuni della zona per l’evento “Montidauni da scoprire”. Tre giorni di eventi fra i comuni di Faeto, Celle di San Vito e Castelluccio Val Maggiore. Tre piccole isole che spiccano fra i monti.
Sapete quali sono i criteri minimi per formare un paese?
Ci devono essere: una casa, una chiesa e un’osteria. Quando ci sono questi tre elementi minimi il paese è fatto.
Qualcuno dice che è necessario anche un cimitero, mai credo che possa anche essere condiviso fra più paesi.
Le ragazze del “Gruppo di azione locale” ci accompagnano nella visita, ci mostrano i luoghi più significativi e ne raccontano la storia. La chiesa, la croce nella piazza, l’orologio meccanico che funziona con un sistema di contrappesi. Un capolavoro del settecento che funziona ancora oggi, anche se solo pochi sanno farlo funzionare. Sarebbe interessante sapere come si regola un orologio a contrappesi. Magari non interessa a tutti, ma a me interesserebbe imparare a regolare un orologio a contrappesi, magari prima o poi provo a costruirne uno…
No, meglio di no, ho già una lista fin troppo lunga di cosa de costruire e so già che una sola vita non mi basta, rinuncio all’idea dell’orologio a contrappesi, peccato!
Gruppo di azione locale. È un po' strano questo acronimo. Da una parte sembra un po' cruento, dall’altra invece può essere letto come un invito energico, come una forte esortazione ed è in questo modo che voglio interpretarlo.
Il tema principale della giornata è la lingua francoprovenzale. È interessante questa caratteristica della zona perché tiene viva una tradizione nata addirittura ai tempi di Carlo D’Angiò. Provo a ricostruire le cose e raccontarle come le ho capite io, spero di non allontanarmi troppo dalla verità altrimenti verrò redarguito e accusato di revisionismo storico. Io sto sul generico, così evito di correre grossi rischi.
Tanti anni fa… c’era la guerra, un tempo era normale che ci fossero delle guerre in Italia. C’era quindi una delle tante guerre in giro per l’Italia. Carlo, (Carlo d’Angiò…) chiamiamolo così per familiarità, ha mandato un bel po’ di soldati da queste parti per frenare l’avanzata degli arabi. I soldati di Carlo hanno fermato gli arabi e quindi Carlo ha concesso loro le terre di questa zona, loro ci hanno vissuto e hanno quindi diffuso la lingua francese.
Di padre in figlio, di figlio in nipote, la tradizione della lingua francese è stata portata avanti e quindi ancora oggi il dialetto locale riunisce in sé molto della lingua francese. Le ragazze del Gal mostrano passione per la loro tradizione ed è forse la passione la cosa che più aiuta a sostenere un’idea. Oggi si sta riscoprendo molto il valore della tradizione, ma non è facile farlo. Loro ci stanno provando e a noi fa piacere essere coinvolti in questa speranza. La visita prosegue nella scuola dove le ragazze ci parlano della lingua franco-provenzale, ci propongono un gioco in cui inventare e interpretare una storia con alcune parole da loro preparate. C’è chi ha scritto un dizionario sul franco-provenzale, un lavoro di un certo pregio, soprattutto se consideriamo che si tratta di una lingua parlata da un migliaio di persone. Quando abbiamo ormai raggiunto una certa padronanza dell’idioma… torniamo verso la piazza dove la festa è nel pieno dell’euforia.
La festa del villaggio... è un'idea!
Si suona, si canta e si balla. È una vera festa in piazza, coinvolgente ed entusiasmante. Sembra proprio che tutto il paese sia in piazza. Un gruppo folcloristico di un paese vicino anima la festa in piazza. Tutti abbigliati nell’abito tradizionale. C’è il valore della festa, c’è il valore della tradizione, c’è il valore della voglia di divertirsi e di stare insieme. La festa del villaggio, non è una descrizione, è un concetto, è un’idea. L’idea che la gente si ritrovi in piazza, che sia lì per chiacchierare e ballare in amicizia e simpatia. È l’idea che ci si possa ritrovare senza chiudersi fra quatto mura o dentro un display. Ci sono molti buoni motivi per farsi un giretto sui Monti Dauni, ma questo è uno dei più importanti.
Un buon motivo: la festa del villaggio. Non è una cosa vecchia, non è una cosa superata, non è una cosa fuori dal tempo. Oggi la festa del villaggio non è solo un piacere, andrebbe considerata una necessità.
Finita la festa ci fermiamo per cena in un ristorante di Faeto dove gustiamo i prodotti tipici locali.
Ultimi commenti