Escursione MTB in Alta Valtellina che per i meno allenati, per chi ha poco tempo o per chi ha altri obiettivi racchiude in sè due possibili itinerari. Il primo potrebbe essere partenza da Santa Caterina - Forni - Rifugio Branca e ritorno ai Forni dal Sentiero Glaciologico-Santa Caterina.
Il secondo in sostanza sarebbe il tratto del giro del Confinale da poco sopra i Forni al parcheggio Niblogo.
Partiamo!
Ma partiamo... da Santa Caterina rimanendo sulla sinistra idrografica del Frodolfo direzione Rifugio Forni. Sono poco meno di 5 km su strada stretta ed asfaltata. Questo tratto è a pagamento per le macchine ma in piena stagione è comunque piuttosto trafficato, soprattutto di domenica. Ci sono strappi importanti e mentre il Tresero veglia su di noi capisco perchè la gente di montagna parla poco: alcuni strappi tolgono il fiato e quando le pendenze si fanno più morbide si è rapiti dal paesaggio. Arrivato al Rifugio dei Forni (2150 m circa) mi fermo a far colazione con una bella fetta di torta ai mirtilli. Sono il primo della giornata.
Appena fuori dal rifugio prendiamo la sterrata a destra segnavia numero 530.
Rifugio Branca in MTB
Il cartello indica un'ora per gli escursionisti. La strada è ben battuta e ci troviamo subito di fronte il Ghiacciaio dei Forni e una parte delle “tredici cime” (il concatenamento delle tredici cime, tutte al di sopra dei 3000 m, sul filo di cresta immersi nei ghiacciai è molto ambito dagli alpinisti). La salita è impegnativa e per 20 metri buoni mi piego fino quasi a mordere il manubrio per via della pendenza. Dopo un paio di tornanti ad aver comodamente spinto la bici eccoci al Rifugio Branca (2490 m). La vista da qui è spettacolare. L'aria ancora di più. Ora possiam scendere dalla via di salita oppure prendere il Sentiero Glaciologico basso. Dietro il rifugio parte un sentiero che ci fa dapprima attraversare un ponticello rinfrescati dai getti dell'acqua impetuosa e poi scendere al laghetto di Rosole. Scendiamo giù per l'ampio sentiero numero 524 fino a un ponticello di legno. Attraversiamo il ponte e il sentiero diventa single track. Davanti a noi si mostra la dorsale che va dalle Cime dei Forni, Mazina al Monte Confinale.
In questo tratto è bellissimo vedere le enormi rocce levigate dal ritiro del ghiacciaio (bellissimo visivamente) ma con una front si alternano pezzi molto scorrevoli che sono emozionanti da pedalare ad altri a spinta: è un continuo sali e scendi dalla sella. Dopo aver sceso dei caratteristici scalini in sasso arriviamo all'ampio parcheggio e, subito oltre, al bivio poco sopra il Rifugio Forni. Se devi far rifornimento d'acqua questo è il momento buono. Questa volta prendiamo la sterrata ad ovest segnavia numero 555. Due ripidi tornanti ci tagliano subito le gambe. Ignoriamo sulla sinistra un cartello che ci indica Ables, Confinale, Cavallaro e continuiamo ancora per un tratto sull'ampia jeeppabile.
Secondo tratto del Giro del Confinale
A quota 2320 m circa svoltiamo sulla sinistra (segnavia 527) su ampia carrareccia che ci da l'idea che da li in poi sarà quasi tutto piano, veloce e facile. Non sarà così... Le baite di Pradaccio di Sopra sembra stiano osservando il Tresero per come sono disposte. In breve siamo alle Baite dell'Ables dove dobbiamo stare attenti perchè la strada, così bella, battuta e percorribile, ci guida tra le baite e poi ci porterebbe a scendere a Santa Caterina. Invece, pochi metri prima, dobbiamo imboccare un sentiero sulla destra che si vede salire su per pratoni. Il sentiero è sconnesso e ci aspetta un pezzo a spinta o in portage. Attraversiamo un alpeggio con le mucche e nonostante il filo elettrificato sia posto in basso, l'attraversamento con la MTB è comunque scomodo. Per riassumere, riesco a prendere la scarica elettrica ben due volte. Ora, bisognerà attraversare una valletta con terreno cedevole. Una scivolata in questo punto non è consentita. Attenzione!!!! Con bici al seguito sono sempre noiose queste vallette. Una volta superata mi chiedo chi caspita mi abbia messo in mente di far sto famoso giro del Confinale (aggiungendo a questa traccia quella della Val Zebrù e Val Cedec, il giro è completo!)!?? Ci saranno altre vallette dal genere da superare? Ma il tempo di farmi queste due domande e il sentiero si fa pedalabile. Pedalabile in un bellissimo bosco. L'inconfondibile Reit, abbiamo già percorso la Pedemontana, si mostra e, man mano che ci avviciniamo a Niblogo, è sempre più imponente. È ipnotico guardar la bellezza delle montagne locali. Dalle baite di Confinale il sentiero ridiventa carareccia e in pochissimo tempo si è già a Baite Cavallaro. La vista spazia dal Tresero all'abitato di Bormio alle cime della Valdidentro e - afa permettendo - è visibile perfino la diga di San Giacomo di Fraele. Ora inizia una bellissima e piuttosto lunga discesa fino a raggiungere Pradaccio. In questo tratto si passa vicino a baite caratteristiche, ben curate ed esteriormente senza eccessivi sfarzi moderni. E anche oggi uno scoiattolino dal manto bello rosso illuminato dal sole che inizia ad abbassarsi verso l'orizzonte, appare all'improvviso sul sentiero non sentendomi arrivare per poi scappare su una pianta e in breve scomparire nascosto tra i rami. Ora possiam decidere se far un tornante in più per collegarci direttamente al ponte delle Tre Croci e in breve essere a Niblogo, o far un tornante in meno, 1 km verso nord-ovest per addentraci leggermente nella Val Zebrù e far un piacevole pezzo in discesa in un bosco di pini. Naturalmente noi scegliamo la seconda opzione.
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