La pista ciclabile della Valle dei laghi collega Torbole (o Riva del Garda), adagiata sul lago di Garda, al lago di Toblino, luogo suggestivo grazie alla presenza del suo affascinante castello. Chiamato anche Finlandia d'Italia per la presenza importante di laghi e bacini alpini, il Trentino vanta paesaggi lacustri molto amati soprattutto dai viaggiatori tedeschi e olandesi e alcuni dei più conosciuti sono senza dubbio quelli presenti nella vallata. Facile, piacevole e in buono stato di conservazione, la ciclabile della Valle dei laghi corre per circa 27 km attraversando paesaggi votati alla viticoltura, borghi pittoreschi e la frana più grande dell'intero arco alpino delle Marocche di Dro.
Pista Ciclabile Valle dei laghi: in bicicletta sotto la rocca di Arco
Dal lungolago di Torbole inizia un viaggio in bici alla scoperta della valle dei laghi, una delle aree del Trentino meno promosse a livello turistico. La pista ciclabile della Valle dei laghi vera e propria comincia appena oltre il ponte sul fiume Sarca che, da li a poco, termina il suo viaggio nel lago di Garda. Una deviazione permette di raggiungere, in meno di 2 km, Riva del Garda, cittadina famosa per la sua fortunata posizione e per i numerosi eventi legati all'outdoor come il Bike festival.
Si pedala in piano verso Arco, verso nord. Lo sperone roccioso sopra il quale svetta l'imponente
rocca è inconfondibile.
La Paganella, all'orizzonte, a inizio primavera, è ancora spruzzata di bianco, ma le gemme sugli alberi della valle sono già spuntate. La ciclabile della Valle dei laghi attraversa le zone coltivate a susine, le
rinomate susine di Dro, poi, implacabile, continua seguire il corso turchese del fiume Sarca. Prendeti del tempo per
percorrere in bicicletta questa piana, le attrattive sono molte e ben variegate e varrebbe la pena fermarsi ogni poche pedalate per immortalare un paesaggio o qualche dettaglio curioso.
Poco prima di arrivare a Ceniga, per esempio, si riesce a scorgere in lontananza Castel Drena, una fortezza medievale adagiata in posizione panoramica.
Il ponte di Ceniga
Giunti a Ceniga, paese vivace e caratteristico, imbocchiamo una deviazione che in pochissimi minuti conduce al ponte romano sul Sarca. Beh, diciamoci la verità, il ponte fu un ponte romano ormai secoli fa ma poi venne distrutto da una piena del fiume e, successivamente, devastato, una seconda volta, dagli austriaci. L'attuale ponte di Ceniga è comunque suggestivo e ha almeno 100 anni. In estate, talvolta, capita di vedere qualche ragazzo del paese esibirsi in tuffi acrobatici volteggiando in aria fino a toccare le fredde acque del Sarca. Durante la nostra visita a metà marzo un tedesco di mezza età, dopo essersi seduto sulla spiaggetta di sassi con lo sguardo perso all'orizzonte, ha iniziato a levarsi i vestiti per poi tuffarsi nell'acqua gelida di fine inverno... che coraggio!
La salita cementata delle Marocche di Dro
Salutiamo il pittoresco ponte di Ceniga e torniamo a percorrere la strada secondaria che conduce fuori dal paese dove riprenderemo la
ciclabile. Le indicazioni sono ben visibili e la giornata, tipicamente primaverile, è perfetta per
pedalare in libertà. Fa quasi caldo, il termometro di una farmacia segna i 25°C, la dolce carezza del sole sulla pelle bianca appena risvegliata dal lungo inverno è piacere puro.
Oltrepassiamo degli ampi vigneti che sembrano cingere
Castel Drena, immobile a distanza di sicurezza dalle nostre ruote. Un sottopassaggio e poi una lavagnetta scritta con i gessetti a lato della pista ciclabile: la scritta dice "
Bike and Wine bar", sicuramente un modo interessante di invitare chi utilizza la bicicletta a degustare i vini tipici... sono tentata di fermarmi, solo per dare un'occhiata, solo perchè il sole è ancora alto e ho voglia di godermi la giornata in bicicletta il più lentamente possibile! Decidiamo di non sostare, di proseguire, avremo altre occasioni per fare una pausa. I luoghi della
grande frana, la più grande non solo del Trentino ma di tutto l'arco alpino, le
Marocche di Dro si estendono davanti a noi: la
pista ciclabile Valle dei laghi in parte le attraversa, sfiora i grossi massi con diffidenza, senza fidarsi, come se questo
luogo dall'aspetto lunare e maledetto non fosse ancora del tutto immobile.
Il tracciato inizia dolcemente a salire, il cambio scatta rendendomi la pedalata più agile, tutto sembrava presagire la fine dell'ascesa, ma l'ingenuità alimentava i nostri pensieri. In poco tempo raggiungiamo la
centrale idroelettrica di Fies e decidiamo di improvvisare una pausa prima di riprendere il nostro
viaggio in bici.
Una rampa spaventosa di cemento ci coglie impreparate: il cambio scivola veloce, la catena quasi cade, i muscoli si tirano in uno sforzo imprevisto. Il 20% di pendenza della ciclabile di cemento ci da ufficialmente il benvenuto fra le Marocche di Dro, biotopo protetto, deserto di massi nel verde Trentino. In mountain bike si può affrontare un gran numero di salite apparentemente impossibili: la fatica è tanta, ma almeno ci si riesce.
Il paesaggio che ci circonda è disabitato, la pista ciclabile sempre più bella, sempre più immersa nella Natura, sempre più... in salita!
Si sale, non c'è dubbio, si sale in buona compagnia: due papà arrancano dietro di noi tirando il carrellino carico. Le mamme, più leggere, svolazzano in pole position ridacchiando con lo sguardo fisso sui loro uomini.
La scena ci diverte, la salita un po' meno!
In picchiata verso Pietramurata
Tutte le salite, prima o poi, finiscono e quella delle
Marocche di Dro, lungo la
pista ciclabile valle dei laghi, termina all'inizio di una discesa divertente che porta a
Pietramurata. I papà spariscono risucchiati dal vortice di curve e curvette, io tocco i 45 km/h ma poi rallento per non rischiare di perdere le borse o di ribaltarmi. Sbuchiamo a poche pedalate dal paese che raggiungiamo poco dopo. Pietramurata è un borgo grazioso, frazione della più grande Dro, conosciuta dalla sottoscritta per essere la sede lavorativa di una cara amica.
Il
fiume Sarca è placido e lento nel suo scorrere inarrestabile, guidiamo la bicicletta su un lungo rettilineo che finisce nella parte già ombreggiata della valle. I colori accesi si smorzano, la temperatura scende di qualche grado, è tempo di rimettersi la felpina! La ciclabile valle dei laghi svanisce a
Sarche dove un cartello indica Trento a 19,4 km dritto sulla strada che, poco dopo, inizia a costeggiare il
lago di Toblino o Comano Terme a 10, 5 km a destra seguendo i tornanti che salgono e che permettono di congiungersi alla
nuova ciclabile del Limarò.
Questo tracciato è parte della Guida agli itinerari ciclabili del Trentino: scaricala gratuitamente!
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