Quello di Andrea La Rosa e Dario la Rosa, in arte Pablo Dilet, è un progetto ecosostenibile, ma anche un viaggio nella storia, che ha portato alla riscoperta di un prestigioso circuito per auto... in bicicletta: quello della Targa Florio.
La memorabile corsa automobilistica, una delle più conosciute al mondo insieme alla Mille Miglia, si è disputata per 61 edizioni a partire dal 1906, anno di fondazione della gara. Oggi, grazie ai due giovani, il tracciato della Targa Florio attraverso le Madonie potrebbe tornare a vivere come un percorso cicloturistico per scoprire lentamente questo angolo di Sicilia.
Breve storia della Targa Florio
La competizione Targa Florio nacque nel 1906 e prese il nome dal suo ideatore, Vincenzo Florio, un palermitano di ricca famiglia affascinato dal nuovo mondo delle automobili. L'avventura della Targa Florio durò fino al 1961, anno della riconversione della gara in rally.
Questa competizione automobilistica divenne fin da subito molto popolare tra gli appassionati, in particolar modo per la durezza del tracciato - si diceva che solo arrivare alla fine del circuito fosse un'impresa colossale - ma, nonostante questo, non mancò la partecipazione di alcune donne nel corso dei decenni: la prima fu Madame le Blon nel 1906, in veste di meccanico del marito Hubert, altre si susseguirono dagli anni '20 in poi e tra i nomi più celebri da ricordare si trova anche quello di Ada Pace, detta Sayonara.
Nel 1977, in seguito ad un grave incidente durante la 61° edizione, la Targa Florio venne sospesa e poi soppressa.

I tracciati in bicicletta
Secondo le indicazioni dei circuiti Targa Florio esistono tre differenti itinerari: il più breve, quello proposto da Dario e Andrea di 72 km, il medio di 108 e il lungo di 148 km.
Entrambe le alternative più lunghe seguono prima i 72 km del percorso breve per poi allungarsi sulle strade delle Madonie.

Dario La Rosa e suo cugino Andrea ci narrano di come l'itinerario breve, un continuo saliscendi tra gli incantevoli borghi del Parco delle Madonie, sia ideale per il cicloturismo.
Da affrontare lentamente per godere appieno delle meraviglie del territorio siciliano, il percorso della Targa Florio ha il suo inizio presso le ex tribune di Cerda, in provincia di Palermo per... ma lasciamo che sia Dario (che avevamo già intervistato per chiedergli di Libertà) a raccontarci meglio il tracciato della straordinaria gara automobilistica:

"L'itinerario è principalmente naturalistico e si snoda all'interno del Parco delle Madonie. È tutto su asfalto a parte un piccolissimo tratto dove una frana per ora impone di percorrere la deviazione suggerita su sterrato. Si sviluppa su strade statali poco trafficate in un continuo sali e scendi.
Si attraversano alcuni comuni molto belli. Scillato, ad esempio, è famoso per l'acqua. È un paese che si sviluppa in lunghezza, i vecchi mulini seguono proprio la fiumara ed è possibile sentire l'acqua che scorre sotto le strade. A Collesano, invece, c'è il museo della Targa Florio, una gara che ha più di cento anni. È stata tra le prime e più importanti al mondo. Ogni bar o locanda ha una storia a sé, si attraversano paesini piccoli dove ancora le tradizioni sono forti.
A Cerda, da dove si parte, c'è una famosissima coltivazione di carciofo, quindi andando in aprile, ad esempio, potrebbe essere interessante fermarsi per assaggiare le pietanze di questo ortaggio. Lungo il percorso si incontrano tanti rapaci ed una vegetazione che cambia con le stagioni, ci sono boschi e radure. È davvero un percorso vario. 72 km per un dislivello di 1.500 metri."



Oltre alle iniziative per la promozione della Targa Florio che in futuro dovrebbero essere organizzate annualmente (e alle quali si potrà partecipare!), il percorso è libero e affrontabile tutto l'anno. Non ti resta che saltare in sella e iniziare questa nuova avventura siciliana in bicicletta!
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