Questi due circuiti con partenza da Vetralla, cittadina di modeste dimensioni sulla via Cassia, a 70 km circa da Roma, possiedono un valore aggiunto, che può diventare (per qualcuno lo è già) un apprezzabile volano economico che si basa sull’esplorazione gentile del territorio.
Questa risorsa si chiama Via Francigena, una via di fede, spiritualità, silenzio e ricerca interiore. L'antica via nel Medioevo univa Canterbury a Roma. Dal secolo scorso è stata riscoperta da coloro che si mettono in cammino, a piedi e in bici. Un vero viaggio nel cuore dell’Europa, nella natura e nella storia...

Il percorso verde sulla Via Francigena
Il primo circuito che propongo, tutto nel bosco alle pendici del Monte Fogliano, è il cosiddetto percorso verde. La mia compagna Betty mi ha accompagnato con una city e – bike fornita dall’Albergo Da Benedetta. Da evidenziare, a proposito, che in autunno partiranno proprio come bike sharing con una promozione turistica a livello comunale.
Il percorso verde, chiamato anche Troscioni, è il più semplice, sia come fondo che lunghezza, circa 10 chilometri, di un lotto che comprende tre tracciati: il verde appunto, l’azzurro o San Girolamo, di difficoltà media e lungo circa 20 chilometri, ed infine il rosso o Passo del Nespolo, indicato come difficile, di circa 30 chilometri. Questi percorsi hanno in comune la partenza, presso la fontanella lungo la Via Francigena, inoltre, a volte, si sovrappongono e intersecano. La cartellonistica è semplice e chiara.
Il percorso verde svolto in senso antiorario è davvero alla portata di tutti. Da Vetralla ci spostiamo in località Giardino quindi eccoci alla fantomatica fontanella. Da qui prima seguiamo la Via Francigena in bici, pedalando al limitar del bosco con la campagna, e poi entriamo direttamente sull'itinerario.
Le strade e i sentieri sono polverosi e le pendenze modeste.
Il borgo di Vetralla
Il secondo circuito lo eseguo in solitaria in quanto più lungo ed impegnativo. Parto dal ristorante da Benedetta e salgo nel centro storico di Vetralla. Noto con piacere i fasti di un tempo; ne sono testimoni per esempio le tante fontane.
Vetralla fu addirittura sede papale ed è nota pure perché da qui papa Eugenio III nel 1145 proclamò la seconda crociata. Una chiesa in particolare attira la mia attenzione, San Francesco, di stile romanico, ricostruita nel XII secolo, magnificamente affrescata al suo interno e con una cripta a tre absidi del VIII secolo. Sfortunatamente la città da tempo vive un certo stallo, infatti pochissimi sono i negozi lungo la via principale. Aggiro il centro concependone l’arroccamento e il suo attuale stato di salute.
In bici nella Tuscia fra le necropoli
Mi dirigo in località Mazzocchio passando da asfalto a sterrato ad asfalto ed affrontando una salitella breve ma erta. Svolto a destra e mi insinuo nella macchia mediterranea, stando attento ai numerosi rovi ed alle piante spinose. La strada rovinata da qualche canale risulta comunque sempre praticabile.
È un bosco caldo ed odoroso, con le cicale che rumoreggiano come solo loro sanno fare. Terminata la selva corro lungo un breve tratto di asfalto quindi svolto a sinistra per scendere e guadare con facilità un ruscello. La salitella che ne segue è un attimo gravosa e sconnessa ma deliziata dalla sorprendente e massiccia presenza di farfalle.
Ritorno alla luce circondato dai campi coltivati sullo sterrato bello quanto polveroso. Presso un’azienda agricola giro a destra attaccando il boschetto.
Il territorio di Vetralla era già abitato in epoca etrusca allora di lì a poco giungo alla necropoli di grotta Porcina. Dopo un'attenta perlustrazione mi rendo conto che l’unica possibilità per proseguire consiste nello scendere dalla bici per spingerla in salita nell’imbuto fra i tumuli. È un passaggio breve quanto obbligato.
Avanzo sulla strada bianca e poi a sinistra sull’asfalto fino al vincolante attraversamento dell’Aurelia, altra arteria viaria fondamentale. Presto la giusta attenzione seguendo poi una strada dritta sempre fra campi coltivati e prati appena tagliati. A volte incrocio addirittura dei trattori; questo per dire che sinora non ho incontrato nessuno, fatta accezione ovviamente per gli abitanti di Vetralla.

Gli eucalipti ai miei lati sono il preambolo del salto spazio temporale che vado a vivere. Dall’era attuale scendo di livello in una sorta di giungla selvaggia, primitiva, attraversata da un rio.
Sento rumori di animali e, improvvisamente, alla mia destra compare la necropoli di Norchia, avvinghiata dalla vegetazione, con le sue tombe databili al IV secolo a.C.
Mi chiedo: ma sono in Italia? O piuttosto in una foresta tropicale alla ricerca di civiltà scomparse e tesori, sulla scia di Indiana Jones?
Nonostante l’emozionante aspetto cinematografico siamo in Italia ed è un po’ triste constatare lo stato di abbandono cui versa questo sito rupestre, che annovera il maggior numero di tipi tombali etrusche, come quella a forma di dado; ad ogni modo tutto può essere recuperato e migliorato.
La risalita al piano coltivato è un po’ complicata dato che la strada è parecchio rovinata a causa profondi canaloni e sassi sconnessi. Anche qui sono costretto a spingere la bici per alcuni metri.
Il finale di questo giro è una lunga cavalcata su strade secondarie, praticamente piane, sino a Vetralla, la quale si staglia in bella vista all’orizzonte. La via risulta suggestiva in quanto consente un colpo d’occhio d’insieme sulla Tuscia; a distanza riesco pure a vedere Viterbo. La vecchia strada è cinta da alberi che mi scortano per chilometri e mi proteggono dal sole che sta calando: un bel sollievo!
Un itinerario questo più faticoso del percorso verde lungo la Via Francigena ma escludendo i due passaggi a spinta appare godibile e piacevolmente vario nel suo svolgimento.
C'è molta voglia di fare per la promozione della Tuscia in bici fra workshop, conferenze, incontri con nutrizionisti... e se lo merita!
Albergo Da Benedetta
Dormire a Vetralla

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