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Tra boschi, borghi e abbazie: da Fabriano a Firenze in bicicletta
Scritto da liubavand
Ormai il Treciclo è una realtà. È passato un anno esatto dal primo viaggio in bicicletta di Mirko, Danilo e Alberto, tante cose sono cambiate, tra cui anche la nascita di un bimbetto, ma la partenza per una nuova avventura su due ruote non è stata mai in discussione. Più difficile è stato trovare il tragitto.
Dopo l’esperienza quasi coast to coast dello scorso anno, da Macerata all’Argentario, decine sono state le proposte partorite e discusse. Alla fine prevale l’idea di un viaggio quasi mistico nel cuore verde d’Italia, tra boschi, borghi e abbazie.
PARTENZA! 1° giorno: Fabriano - Umbertide
Partenza ormai classica dalla sede dell’associazione Ciclo Stile, tragitto in macchina fino a Fabriano e finalmente comincia il viaggio in bici! La prima destinazione scelta è il monastero di Fonte Avellana. Si passa per una bella strada che scorre accanto alla ferrovia dismessa Fabriano-Urbino. Dopo il gelo (anche la neve a quote collinari!) dei giorni precedenti si presenta una bella giornata.
Arriviamo a Sassoferrato e mentre stiamo visitando la parte alta del paese arriva la terribile notizia della morte di Michele Scarponi, un grande ciclista, un uomo straordinario, ucciso da un furgone mentre si stava allenando nella sua Filottrano. Il pensiero di Michele ci accompagnerà costantemente durante il viaggio, insieme alla rabbia per una situazione che non fa che peggiorare: le auto sono armi messe in mano a persone sempre più distratte, nervose, arroganti e la strage non ha mai fine. Da Sassoferrato scendiamo verso Serra Sant’Abbondio e finalmente troviamo la deviazione per Fonte Avellana.Entriamo in provincia di Pesaro-Urbino e percorriamo una bellissima strada, prima pianeggiante poi in salita fino ai 700 metri del monastero, in splendida posizione alle pendici boscose del Monte Catria.
Nel frattempo qualcuno sta già preparando pranzo….
Dal profano dei cowboy di casa nostra al sacro del monastero.
Una breve visita, merenda e poi ripartenza, destinazione Gubbio. Si prende la deviazione per Scheggia e la strada scelta è bellissima: passa per boschi, gole, valli incontaminate solcate dal torrente Sentino.
Incontriamo anche l’antica abbazia di Sitria, in questo periodo chiusa al pubblico. Nasce l’episodio più surreale del viaggio perché un indigeno che coltiva un piccolo orto proprio dietro la chiesa ce la descrive come fosse la cantina di casa sua: “romanica, mattoni…” Da lì in poi, di fronte a ogni meraviglia che incontreremo, sarà classificata come quattro case, qualche albero, una tela con un po’ di vernice sopra.
Entriamo attraversando una splendida gola, nella parte posteriore di Gubbio, stupenda città col suo centro interamente medievale (oddio medievale, di qualche anno fa...).
E dopo aver girato per le sue viuzze ripartiamo per Umbertide, destinazione della prima tappa. Ovviamente non ci accontentiamo di fare la strada ordinaria che scorre in pianura, ci dirigiamo verso le bellissime colline che guardano Gubbio.
Raggiungiamo di nuovo quota 800 metri, facciamo diversi tratti di sterrato ma alla fine, piuttosto affaticati, arriviamo a Molino di Camporeggiano e quindi alla Strada Statale 219 che porta a Umbertide.
Facciamo spesa per la cena e si va verso il nostro B&B che, per non farci mancare niente si trova in collina, per cui altra salita…
Dormire: B&B La collina dei fagiani, Umbertide. Appartamentino comodo, con cucina, colazione abbondante e fatta in casa, ambiente molto familiare e cordiale: 25 euro a testa.
2° giorno: Umbertide - Chiusi della Verna
Si riparte e si incontra subito il Tevere, ma purtroppo il tratto di bellissima ciclabile che gli scorre accanto si interrompe presto, per cui ci tocca salire verso Montone e ridiscendere a valle.
Raggiungiamo Città di Castello e facciamo alcuni dei pochissimi chilometri di pianura di tutto il viaggio. Entriamo in Toscana e raggiungiamo dei cicloturisti norvegesi che stanno dirigendosi come noi verso Anghiari, il paese della famosa battaglia che Leonardo dipinse per Palazzo Vecchio.
E’ in corso una bella fiera dell’artigianato e ci lasciamo tentare da un panino con la finocchiona, scelta che pagheremo con una certa arsura nella prossima scalata che affronteremo. La nostra destinazione è infatti il santuario de La Verna, situato a 1100 metri. Dopo essere passati per Caprese Michelangelo inizia la vera salita, piuttosto dura ma appagante per il paesaggio che possiamo ammirare.
Arriviamo a Chiusi e lasciamo le nostre borse al campeggio dove abbiamo prenotato. Si riparte subito per il santuario, situato tre chilometri e 200 metri sopra.
Luogo di grande misticismo, La Verna dovrebbe essere vissuto in modo pieno e non con una visita mordi e fuggi, ma il Treciclo non può fermarsi mai, per cui giusto per aumentare la difficoltà si ritorna in paese con un bel tragitto fuoristrada nel bosco.
Dormire: Camping Village La Verna. Bungalow comodo (anche se a 1000 metri di questi tempi non fa caldo), una cena strepitosa, colazione quasi meglio, tutto fatto in casa dai due gentili gestori (veneti) del campeggio: 20 euro a testa.
3° giorno: Chiusi della Verna - Greve in Chianti
In discesa verso Bibbiena, dove ci facciamo consigliare la strada dall’incantevole addetta dell’ufficio informazioni turistiche. Si oltrepassa il paese di Poppi e ci si dirige verso il passo della Consuma.
Fortunatamente non passano tante moto, per cui la salita anche se lunga non è troppo pesante. Si arriva al passo (1055 metri), merenda e breve discesa fino alla deviazione per Vallombrosa.
Probabilmente sono poche le strade più magiche, tra abeti altissimi, torrenti, luci e ombre. Arriviamo all’abbazia benedettina di Vallombrosa, che però è chiusa alle visite.
Dopo una stupenda e lunghissima discesa arriviamo a Reggello e poi a Figline Valdarno. Qui chiediamo consiglio per arrivare a Greve in Chianti e veniamo a sapere con un tremendo colpo al nostro morale che ci aspetta ancora una salita simile a quella della Consuma. Saranno i saliscendi molto duri, sarà la convinzione di dover arrampicarsi ancora a lungo, sarà che cominciamo a chiedere inutilmente ospitalità agli affittacamere che incontriamo, il paesaggio straordinario del Chianti che iniziamo ad attraversare ci passa quasi inosservato.
Comunque la salita è meno peggio di come ci era stata descritta e arriviamo verso le 19 a Greve.
Telefoniamo senza molte speranze a un B&B sulla bellissima piazza e ci dicono che c’è posto, siamo salvi!
Dormire: Nella Piazza Bed & Breakfast. Appartamento con finestre che danno sulla bellissima piazza di Greve, colazione abbondante e fatta in casa, grande cortesia e disponibilità: 30 euro a testa.
4° giorno: Greve in Chianti - Firenze
Il Chianti fiorentino, una delle zone più belle d’Italia.
E’ il 25 aprile, lungo la strada incontriamo e salutiamo centinaia di ciclisti a spasso per le colline, che si vuole di più! Raggiungiamo e sorpassiamo Impruneta ed entriamo trionfalmente a Firenze passando per Porta Romana. Il centro della città è pieno zeppo di turisti, per cui andare in bicicletta non è molto agevole.
Assistiamo a un pezzo di cerimonia della festa della Liberazione sotto Palazzo Vecchio, ascoltiamo un partigiano di 92 anni che riesce a farci venire i brividi e parliamo con una signora del luogo che ci racconta come la città sia quasi divenuta invivibile per i suoi abitanti, stretti dall’assedio del turismo mordi e fuggi. Decidiamo di fuggire anche noi, usciamo dal centro e ci facciamo l’ennesima salita, questa volta breve, verso Piazzale Michelangelo. Il panorama è straord…. quattro case, una cupola….
E’ ora di ripartire, tempo per una breve visita alla chiesa di Santa Maria Novella e si sale sul treno regionale che ci porta a Foligno e da lì a Fabriano dove riprendiamo l’auto e ritorniamo a casa e alle nostre famiglie.
Bilancio: quattro giorni di libertà piena, abbiamo percorso strade bellissime, fatto molti chilometri senza incrociare auto, incontrato tante persone cordiali, visitato paesi e città che il mondo ci invidia. È il cuore d’Italia, ci appartiene completamente, in bicicletta lo assapori con tutti i sensi. Lentamente, con il sorriso in bocca, gli occhi aperti ad ammirare il bello che la natura e l’uomo hanno saputo realizzare. È piacevole e giusto rientrare alla base, ma il pensiero riparte già per la prossima avventura del Treciclo...
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico