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Pedalata sul dito: fuga greca a Cape Malea
Il dito più orientale, quello più esposto e selvaggio, meno noto ma non per questo meno affascinante: la penisola di Capo Malea. È ricaduta qui la nostra scelta per trascorrere quattro giorni in bici in Grecia, nel Peloponneso. Un anello articolato e contorto di 140 km circa per scoprire Monemvasia e dintorni, perfetto se hai a disposizione pochi giorni di fuga dalla routine.
Come raggiungere Monemvasia dall'Italia
Il punto di partenza di questo anello di quattro giorni in bici sulla penisola di Cape Malea nel Peloponneso è Monemvasia. La città fortificata che si trova sull'isola omonima, oggi collegata alla terraferma da un ponte, è raggiungibile tramite auto o bus che ferma nella dirimpettaia Gefira. Gli aeroporti più comodi e serviti da collegamenti diretti dall'Italia sono quello di Kalamata e Atene.
Dalla capitale è poi possibile raggiungere Monemvasia con il bus in un viaggio di circa 5 ore anche se l'opzione più semplice è quella di noleggiare un'auto e imboccare l'autostrada verso Corinto e Sparta prima di affrontare alcune strade statali e giungere a destinazione.
Monemvasia, patria della Malvasia
Monemvasia in italiano viene tradotto in Malvasia e se sei un appassionato di vino questo nome non ti suonerà nuovo. Il vino prelibato che oggi spopola anche in Italia è nato in questa zona e grazie ai veneziani ha raggiunto i nostri territori. Sì, perché Monemvasia fu un importante porto proprio quando i veneziani dominavano i commerci nel mediterraneo.
Oggi della cittadina sull'isola, protetta da alte mura, resta integra e viva solo la parte più bassa che sorge sul mare mentre tutta la parte alta che sorgeva sulle alture dell'isola è stata abbandonata. Si può comunque fare una bellissima passaggiata per raggiungere la panoramica zona sopra alla cittadina e visitare le rovine della chiesa di Santa Sofia che tuttora dominano il promontorio.
Se puoi, ti consiglio di dormire in una delle tante strutture della città vecchia perché alla sera e al mattino, la quiete tra i vicoli è davvero impagabile. Noi ci siamo fermati tre giorni e ci siamo goduti davvero il borgo, i suoi vicoli ciottolati, la quiete e le passeggiate al faro e alla città alta. Siamo anche riusciti a fare un giro a Portello, la spiaggetta sotto le mura, facendo un rapido tuffo nelle acque gelide (a Febbraio).
Agios Fokas, il castello di Vatika e Neapoli
Lasciata Monemvasia passando per colazione a Gefira, oltre il ponte, abbiamo imboccato la strada costiera verso sud, in direzione Neapoli. Il vento spesso sferza questo dito proteso nell'Egeo, ma i primi 10 chilometri pianeggianti ci hanno permesso di scaldare la gamba e prendere il ritmo. Passata Nomia, abbiamo tenuto la sinistra e con pochi saliscendi ci siamo avvicinati ad Agios Fokas.
Una sterrata che si stacca dalla strada principale ha svolto egregiamente il suo ruolo di diavolo tentatore e ci siamo fiondati in discesa, scoprendo solo in fondo di dover allungare parecchio la strada per tornare sull'asfalto. Il paradiso del gravel però è durato poco e ci siamo ritrovati di nuovo in salita sull'asfalto, poche centinaia di metri oltre al punto in cui lo avevamo abbandonato.
Da qui in avanti non ci sono alternative e la strada ampia sale dolce sulla dorsale che forma la penisola. Non serve arrivare troppo in alto perché appena oltrepassati i 250 m di quota si scollina e ci si trova in picchiata verso il lato occidentale di cape Malea. Questa sponda si affaccia sul golfo di Laconia, il più grande del Peloponneso.
Giunti nella piana di Neapoli, punteggiata da giganteschi ulivi e vaste distese di agrumi, pedaliamo una piccola e deliziosa strada parallela alla principale, proseguendo il nostro viaggio in bici verso sud. Ben presto il percorso diventa sterrato e torna a salire dolcemente verso le rovine del castello di Vatika. Un pastore ci saluta, imitato dal suo fedele amico a quattro zampe che ci corre incontro abbaiando. Nala si rintana nel suo carrellino ma ben presto capisce l'andazzo e scende a giocare.
La prima giornata si conclude con una picchiata nella principale cittadina della zona, Neapoli, dove ci concediamo una birra al tramonto prima di proseguire un paio di chilometri verso sud lungo la costa e raggiungere il piccolo promontorio dove sorge la chiesetta di Agia Paraskevi. La collina ci ripara dal vento forte e così campeggiamo alle sue pendici, proprio di fronte al porto.
Estremo sud alla foresta pietrificata
La seconda giornata si apre con un sole splendente e un vento pungente. Sarà una continua lotta contro Eolo ma anche una ricerca costante di vie alternative all'unica strada asfaltata che raggiunge l'estremo lembo meridionale della penisola dove si trova la foresta pietrificata di Agia Marina Paralia e il geoparco di San Nicola.
Al mattino imbocchiamo una strada sterrata strepitosa che entra ed esce da decine di piccole baie paradisiache. Un paio di goffi tentativi di evitare l'asfalto ci fanno finire prima in una sorta di ginepraio e poi in una strada che man mano si trasforma in un sentiero impraticabile. Risaliamo il pendio e ci rassegnamo a passare una prima volta da Agios Nikolaos, un piccolo borgo appeso alla collina che sembra abbandonato in questo periodo dell'anno. Tornati presto sul mare, torniamo anche a solcare meravigliose gravel roads fino a uscire al geoparco.
Siamo costretti a ridurre al minimo la passaggiata per ammirare i fossili a causa del vento davvero forte che spira oggi. Nala disapprova, dato che ha fatto la piacevole conoscenza di un gigantesco cane pastore, docile e già innamorato al primo sguardo. Lasciamo i piccioncini a giocherellare un po' mentre ci rifocilliamo prima di imboccare l'asfalto, tirato a liscio, per rientrare verso Agios Nikolaos e Neapoli. Il rientro sarebbe molto più tranquillo, con pochi saliscendi, se non fosse che la brezza è diventata ventaccio e ci respinge. Avanziamo a non più di 4-5km/h sulla salita oltre Agios Nikolaos e solo al tramonto ci ritroviamo a Neapoli.
Stavolta decidiamo di concederci addirittura una cena prima di tornare a campeggiare nei pressi dello stesso promontorio della sera precedente, anche se siamo costretti a fare un paio di chilometri nella direzione opposta a quella che dovremo prendere domani. La spiaggia di Amitsa, sull'altro lato della baia, si rivela ancor più bella e tranquilla.
Panorami su Elafonisos
Dopo un ennesimo passaggio da Neapoli con colazione annessa, proseguiamo verso nord, stavolta salutandola definitivamente. Costeggiando il mare, una bella sterrata ci fa restare lungo la spiaggia che è piacevole ma purtroppo invasa da plastiche portate dal mare.
Le anemoni fiorite ci fanno pregustare la primavera ancora lontana, ma le nuvole all'orizzonte ci riportano con i piedi per terra. Visto il meteo non dei migliori, decidiamo di non imbarcarci verso l'isola di Elafonissos, conosciuta soprattutto per le spiagge paradisiache. Ce la lasciamo alla nostra sinistra proseguendo su una strada che si inerpica subito in cemento. Un gregge ci fa alzare l'attenzione e i 5 cani a protezione dello stesso ci individuano subito. Il pastore non dorme e li tiene a bada mentre noi facciamo salire Nala sul carrellino e passiamo senza inghippi.
Dopo aver oltrepassato una sorta di discarica a cielo aperto, il paesaggio si apre maestoso e la strada diventata sterrata ci entusiasma.
Gravel roads tra il golfo di Laconia e il mar Egeo
Si scende verso Platanias con panorami su una torre d'avvistamento isolata e solitaria. Ritroviamo l'asfalto e Marathias riusciamo a scucire anche un caffè in un bar chiuso per ferie. Riprendiamo a salire e da qui in avanti, fino a sera, continueremo a farlo. Inizia qui la traversata di ritorno verso Gefira e Monemvasia.
Passiamo Elika e proseguiamo verso Lira ma non la raggiungeremo. La strada è isolata e remota nonostante il fondo sia asfaltato. Passano pochissime auto e man mano che saliamo di quota entriamo nelle nuvole. Le quattro case di Agios Mamas sembrano abbandonate e anche la temperatura, all'imbrunire, si abbassa notevolmente. Qualche chilometro di salita ci conduce allo scollinamento poco sotto i 500m di quota. Nella conca sotto di noi, invisibile nella nebbia, si trova Lira mentre al valico ci fermiamo nei pressi di una chiesetta che sarà la nostra salvezza per questa notte.
Ci accampiamo qui, protetti dal vento gelido.
L'indomani il cielo continua a essere grigio e minaccioso. Sulla sinistra poco avanti si stacca una bella sterrata che decidiamo di seguire per allungare un po' una giornata che altrimenti sarebbe brevissima. La scelta si rivela azzeccata sia perché il meteo regge senza pioggia, sia perché la strada è una meraviglia, deliziosamente incastonata nella macchia mediterranea sale e scende fino all'ennesimo paesello che si chiama Agios Nikolaos: da queste parti sono particolarmente devoti al santo turco.
In una taberna aperta riusciamo a bere un ottimo caffè greco e a scaldare un po' le membra, godendoci anche la messa cantata celebrata nella vicinissima chiesetta, una vera e propria perla architettonica. Solo le strade di paese sono asfaltate e poco oltre torniamo a pedalare sullo sterrato, infilandoci in un canyon divertente e panoramico che ci conduce di nuovo verso la costa orientale della penisola di Capo Malea. Chiudiamo l'anello in bikepacking a Nomia, qualche chilometro più a sud di Gefira e Monemvasia. Una pasticceria sulla costa ci regala un pasto divino prima di finire la pedalata e goderci un'altra notte nel borgo fortificato.
- Monemvasia, il meravigioso borgo fortificato e la sua isola attaccata alla costa orientale della penisola di Capo Malea
- Il castello di Vatika, in rovina ma suggestivo da aggirare prima di raggiungere Neapoli
- Il geoparco di Agios Nikolaos con i suoi sentieri affacciati sul golfo di Laconia e la foresta pietrificata
- L'isola di Elafonissos se il meteo è clemente più che con noi, allora potrebbe valer la pena esplorare le sue spiagge
Quale valuta si utilizza in Grecia?
- La Grecia è parte dell'Unione Europa e utilizza l'euro
Quali sono i documenti necessari per viaggiare in Grecia?
- Ai cittadini italiani ed europei l'ingresso in Grecia è permesso con la carta d'identità. Se viaggi con il cane dovrà essere dotato di passaporto e di vaccinazione contro la rabbia effettuata nell'anno in corso.
Come posso raggiungere Monemvasia?
- Il mezzo più comodo per raggiungere Monemvasia è il bus o l'auto a noleggio da Atene che è ben collegata con l'Italia tramite numerose rotte aeree.
Come sono le strade?
- La penisola di Capo Malea è poco trafficata fuori stagione e quindi le strade, anche principali, sono tranquille mentre in alta stagione si potrebbe trovare un po' di traffico sulla strada costiera tra Monemvasia e Neapoli. Le vie secondarie sono in genere ben tenute così come gli sterrati descritti in questo itinerario!
In Grecia ci sono tanti cani randagi?
- Si, capita spesso di incontrare cani randagi in Grecia mentre si viaggia in bicicletta, ma non sulla penisola di Monemvasia dove ne abbiamo incontrati davvero pochissimi. In ogni caso, in caso di incontro, basta comportarsi con prudenza, seguendo qualche piccolo espediente come spruzzare loro un po' di acqua con la borraccia, urlare più forte che si può guardandoli negli occhi e gesticolando ma soprattutto rallentare fino a fermarsi senza farsi prendere dal panico, mettendo la bici tra la tua persona e il cane.
Qual è il periodo migliore per visitare la penisola di Capo Malea?
- Visto il clima caratterizzato da estati molto calde e inverni tiepidi, il consiglio è quello di pedalare questa penisola del Peloponneso tra l'autunno e l'inizio della primavera, evitando l'estate
Lungo il percorso si trovano fontane e acqua potabile?
- Lungo il nostro itinerario abbiamo incontrato poche fonti d'acqua ma svariati punti di rifornimento quali market o bar
- Le strutture turistiche sono concentrate nelle due cittadine principali che si attraversano, cioè Monemvasia (e Gefira appena di fronte all'isola) e Neapoli anche se qualche struttura si trova sparsa sulla costa. Per i viaggiatori dell'Europa Occidentale viaggiare in Grecia è piuttosto economico (soprattutto se si evita l'estate e l'alta stagione) e gli alloggi sono in genere di alto livello qualitativo. Non abbiamo notato campeggi in zona ma può darsi che fossero chiusi nel periodo in cui siamo passati (febbraio)
- Campeggiare liberamente in Grecia è facile se lo fai fuori stagione, anche sulle spiagge, mentre in estate e in generale in alta stagione cerca di trovare luoghi isolati e remoti che passerai in questo itinerario. Per saperne di più leggi il nostro articolo sul Cicloturismo in Grecia,in particolar modo il paragrafo dedicato al campeggio. Mi raccomando, se deciderai di campeggiare liberamente, non lasciare traccia del tuo passaggio. Un'alternativa al campeggio libero è quella di chiedere la possibilità di piantare la tenda in giardini o proprietà private: a nessuno si nega un posto tranquillo per dormire!
- Esistono in zona anche alloggi alternativi come gli appartamenti su airbnb che puoi trovare scontati se non sei ancora registrato.
- La gastronomia greca è tipicamente mediterranea con largo uso di verdure, olio d'oliva, formaggio, in particolare feta, ed erbe aromatiche. Un buon piatto cucinato su tutto il territorio è la moussakà, una sorta di parmigiana. Prova le insalate nelle numerose varianti, il pesce fresco nelle località costiere, il pita gyro che ricorda il più conosciuto kebab, i Souvlaki, una sorta di spiedini, e per dolce la baklava o i ravani.
- In Grecia esiste anche una tradizione legata alla produzione di vino e Monemvasia è la patria della Malvasia. Se sei amante assaggia anche la Retsina. Infine non perdere la degustazione di Ouzo nelle tipiche Ouzerie e il caffè greco
- Visit Greece (in inglese): il sito ufficiale del turismo con tante informazioni per organizzare un viaggio in Grecia.
- Alcuni libri da leggere per rendere ancora più speciale un viaggio in Grecia in bici:
- Un uomo di Oriana Fallaci,
- I miti greci: Gli dei e gli eroi della Grecia antica di Federica Bernardo
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Leo
ITA - Cicloviaggiatore lento con il pallino per la scrittura e la fotografia. Se non è in viaggio ama perdersi lungo i mille sentieri che solcano le splendide montagne del suo Trentino e dei dintorni del lago d'Iseo dove abita. Sia a piedi che in mountain bike. Eterno Peter Pan che ama realizzare i propri sogni senza lasciarli per troppo tempo nel cassetto, ha dedicato e dedica gran parte della vita al cicloturismo viaggiando in Europa, Asia, Sud America e Africa con Vero, compagna di viaggio e di vita e Nala.
EN - Slow cycle traveler with a passion for writing and photography. If he is not traveling, he loves to get lost along the thousands of paths that cross the splendid mountains of his Trentino and the surroundings of Lake Iseo where he lives. Both on foot and by mountain bike. Eternal Peter Pan who loves realizing his dreams without leaving them in the drawer for too long, has dedicated and dedicates a large part of his life to bicycle touring in Europe, Asia, South America and Africa with Vero, travel and life partner and Nala.
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico