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Moena, passo Lusia e località Penia in MTB
Scritto da Gotico
In una giornata di inizio luglio che promette acqua ho il piacere di tornare in Val di Fassa, per la precisione a Moena, per una due giorni di fuoco. Il primo percorso MTB in Val di Fassa mi farà tornare su strade e sentieri che mi videro protagonista nel lontano 1995/96 a quella che un tempo si chiamava Rampilonga ed oggi, con qualche cambiamento, si chiama Val di Fassa Bike. Paradiso per i ciclisti, ma dovrò sfatare anche alcuni miti mio malgrado
Da Moena al passo Lusia
La partenza avviene da Moena. Mia guida, esperto biker, sarà Ezio Zeni, facente parte del gruppo di maestri di mountain bike ed organizzatori di eventi Racing Team. Con Ezio si instaura da subito un ottimo feeling cosicché quasi non sentirò la temuta salita di passo Lusia.
I primi chilometri sono su asfalto, infatti si deve percorrere la strada Statale 346 che porta a passo San Pellegrino che con alcuni tornati già ci porta in alto. Dopo poco sulla destra si nota l'erta sterrata con tanto di indicazione per passo Lusia – Le Cune a quota 2200. È una salita che non dà tregua, uno sterrato che sale prima nel bosco poi ricalca alcune verdi piste da sci. Solo presso malga Pozze si tira il fiato e così ci fermiamo per bere, fare foto e dare un'occhiata alla struttura appena riaperta. Meravigliosa la vista sul Catinaccio incorniciato dalle nubi.
Come detto ho il piacere di avere una guida della zona che oltre ad illustrarmi il paesaggio coi vari percorsi desidera trasmettermi la propria sincera passione per questo modo di vivere. Paradossalmente ci sono molte persone, soprattutto all’interno delle istituzioni pubbliche, che non recepiscono questo valore aggiunto quindi anche nel nostro paradisiaco Trentino ed in Val di Fassa, bisogna lottare per sensibilizzare e cambiare in meglio.
Tornando a noi, a chiacchiere quasi non mi accorgo di arrivare in cima, in località Le Cune. Il passo Lusia si trova poco più sotto ed in gara non ci avevo fatto caso, tanto ero concentrato nell’affrontare il tratto erto in discesa che dalle Cune porta al passo e rifugio Lusia, ma da qui si ha una panoramica super sulle Pale di San Martino ed il Lagorai. Il contrasto fra i due tipi di rocce è una favola. Al Passo conosco Gianfranco, presidente della società Racing Team, vera testa d’ariete nella promozione a 360° della bici a Moena e nella valle.
Discesa a Moena e risalita
Dopo aver pranzato prendiamo il sentiero 202 che in sostanza è il nuovo tracciato della Val di Fassa Bike che con tratti veloci ed altri più tecnici ci riporta in Val de Sèn Pelegrin. La scelta si era fatta obbligata viste le nubi e l’accenno di pioggia, poi invece, una volta scesi il cielo si è aperto dando calore e chiarore. Scendiamo su asfalto sino all’abitato di Someda quindi gentilmente risaliamo la valle lungo la strada del Termen, una via per il passeggio delle famiglie, sino a Soraga. Di qui passiamo sulla destra orografica dell’Avisio in direzione sud verso Moena. Non ancora sazi di pedalate, iniziamo a salire sempre su asfalto sino a Malga Roncac, delizioso punto panoramico su Moena. Di qui si entra di nuovo nel bosco seguendo il segnavia 203 e poi svoltando a sinistra secondo il segnavia 202.
Si alternano tratti di asfalto e tratti di terra battuta, pianori e salitelle. Arrivati a malga Panna la strada inizia a salire con maggiore convinzione. Dall’oscurità del bosco all’improvviso si passa alla distesa di campi della piccola località Penia. Mi piacciono molto questi chiaroscuri. Il giro non poteva che finire col botto. Ezio desidera mostrarmi l’anfiteatro del Latemar e per questo dobbiamo superare due impegnativi muri e proseguire lungo la strada forestale. Si entra in Valsorda e dopo l’ennesima curva si apre in tutta la sua maestosità il gruppo del Latemar.
Ritorniamo veloci dalla stessa strada sino al rifugio Panna e quindi scendiamo spediti a Moena concludendo la nostra giornata.
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Gotico
Trentino D.O.C., vivo nella splendida conca del Garda, che adoro. Appassionato di MTB e montagna, arte e cultura. Mi diletto ad esplorare il nostro Trentino, non solo dall'alto della sella di una bicicletta. Non disdegno nemmeno visitare moste e musei d'arte.
In una sola espressione: amo la libertà.
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico