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Anello cicloturistico del monte Tomba-Possagno: in bici fra arte e storia
L'anello cicloturistico del monte Tomba - Possagno ha il suo punto di partenza nel paese di Vas sul Piave e gravita tra le province di Belluno e Treviso, in un territorio ricco di storia ed arte.
La salita al monte Tomba, punta sud orientale del Grappa
Parto dalla Locanda Solagna, nel centro di Vas, al cospetto della chiesa di San Leonardo, in un'assolata e frizzante giornata di inizio febbraio.
Per raggiungere il paese di Quero mi devo immettere sulla strada provinciale SP1 verso sud, attraversare il grande ponte sul Piave e percorrere un piccolo tratto della statale Feltrina. Sono arterie trafficate perciò bisogna porre attenzione. A 500 metri dal ponte salgo a destra per la zona industriale arrivando al centro di Quero. Seguendo in discesa Via Nazionale arrivo al ponte sul torrente Tegorzo, svolto a destra ed inizio a salire nella Valle di Alano.
In poco tempo sopraggiungo al paese omonimo da dove seguo le chiare indicazioni per il monte Tomba. La strada si restringe e scende nella piccola forra scavata dal torrente Ornic. Attraversatolo, un cartello indica l’inizio della salita, con una pendenza media del 9%. I primi tre chilometri circa, ovvero sino al terzo tornante, si sviluppano sul versante nord all’ombra. In estate immagino sarà un sollievo, oggi invece c’è la brina ma resisto grazie alla mia pedalata costante.
Dal terzo al quinto tornate il sole riappare per la mia gioia e le pendenze si fanno più dolci, poi dal quinto sino alla cima ripiombo nell'ombra ma su asfalto nuovo. Durante la salita sono avvolto dal silenzio, occasionalmente interrotto dagli echi di lavori nei boschi in quota. Per ben due volte vedo spiccare in volo due grandi rapaci, ipotizzo falchi oppure aquile reali.
Il monte Grappa ha una forma che assomiglia al dorso di una mano sinistra, da cui partono cinque dorsali come fossero cinque dita. Sulla sua cima il Sacrario, maestoso e silente, domina lo skyline del massiccio, un monumento alla memoria che ci invita a ricordare gli orrori di ogni guerra ed il valore della pace.
Il monte Tomba, che segna il confine fra le province di Belluno e Treviso, è la dorsale sud orientale del Grappa, dalla quota massima di 868 metri. Da esso si ha una notevole vista sulle vette feltrine, la pianura, le colline asolane ed il Piave. Peccato che oggi ci sia un po’ di foschia.
Non ho tempo ma esiste un percorso storico che mi avrebbe accompagnato alle trincee della prima guerra mondiale del Doc e del Palon, e al diroccato castel Cesil. Vista la sua posizione fu molto ambito dagli schieramenti italiani ed austriaci. In questo luogo passava la linea difensiva del Grappa e del fiume Piave dopo la rotta di Caporetto, cosicchè diventò uno dei punti di maggiore frizione fra i contendenti. A lungo contesa, anche attraverso violenti attacchi di artiglieria e combattimenti metro per metro, la dorsale tornò definitivamente italiana nel giugno del 1918 con la battaglia del solstizio.
Il Tomba e l’intero Grappa sono spazi carichi di memoria da scoprire a passo lento. Come si vede dalle foto la neve latita; purtroppo, mi si dice, non solo da quest’anno. La malga è chiusa, mentre all’incrocio la trattoria è aperta. Per un attimo riposo, recupero calore e chiedo informazioni. Non svolto a sinistra (alternativa per scendere subito in valle) ma salgo di altri 500 metri circa per imboccare la discesa verso la pianura (la mulattiera non presenta indicazioni, o almeno io non ne vedo). Nella parte iniziale, come in qualche altro tratto, il fondo è sterrato, non difficile ma a volte attraversato da grandi canali in cemento per lo scolo delle acque. A tali avvallamenti bisogna prestare attenzione. Per il resto scendo tranquillo su asfalto sconnesso sino al.
Possagno e l'eredità di Antonio Canova
Le pendici del monte Grappa sono uno scrigno di capolavori artistici ed architettonici. Infatti si incontrano città come Asolo, Bassano, Feltre e Possagno, quest’ultima mia meta a fine discesa.
La chiesa della Santissima Trinità, nota ai più come Tempio Canoviano, è uno dei gioielli di Possagno. Essa riassume, in una superba sintesi, l’arte greca, romana e cristiana. Al suo interno si trova la tomba di Antonio Canova.
Amo la bellezza, ed adoro quando riesco ad unire l’arte e la storia con la bici, mezzo gentile quanto sostenibile. In questa calda ed azzurra giornata di inizio febbraio non ci sono molte persone in visita quindi godo di una sorta di “sospensione temporale"; mi sembra quasi di essere l’unico protagonista in un quadro metafisico di De Chirico.
Di fronte alla facciata scendo lungo il viale per giungere all’altro gioiello di Possagno, il museo di Canova, ovvero la Gipsoteca, che permette al visitatore di fare un viaggio straordinario attraverso l’opera del più grande esponente del neoclassicismo. Curioso ed appassionato la visitai in due occasioni, rimanendo commosso dalla delicata bellezza trasmessa dai modelli originali in gesso. In prossimità dell’ingresso un pannello multimediale permette all’ospite di raccogliere preziose informazioni sull’artista, il paese, il museo ed il territorio.
Il quieto rientro a Vas
Ora manca la parte più facile dell’anello, ma non per questo la meno interessante. Col sole radente alle spalle, che getta sull’asfalto un’ombra sempre più marcata, calco senza dubbi la strada ai piedi del monte Tomba, in direzione est, che attraversa con dolci sali e scendi i paesi di Caniezza, Pieve, Cavaso, Granigo, Virago sino a Pederobba. Sono borghi tranquilli, che trasmettono serenità e familiarità. All’incrocio con la Feltrina, sulla sponda destra del Piave, è posizionato l’ossario militare francese.
Esso accoglie i resti di mille soldati francesi appartenenti alla 37ª divisione francese che il 30 dicembre 1917 riuscì a riconquistare il monte Tomba. Voluto dal Maresciallo Petain il sacrario ricorda la fratellanza militare italo – francese durante il primo conflitto mondiale. Le due maestose statue rappresentano le personificazioni della Francia e dell'Italia che reggono un caduto francese sulle ginocchia quali madri addolorate ma orgogliose del figlio caduto che torna nel loro grembo. Simbologie forti, che stridono col rumore ed il passaggio veloce e distratto delle macchine sulla vicina statale.
All’incrocio attendo paziente il mio turno per inserirmi in statale e così risalire la bassa Feltrina. La via è di grande transito ma per fortuna c’è un ampio spazio ciclabile, che mi dà un buon margine di sicurezza, al di là della linea che sottende la carreggiata. Grazie all'imponente ponte di Fener mi sposto sulla sinistra orografica del fiume.
Per non insistere sulla provinciale (Via Europa) entro nel paese di Segusino che taglio nella sua totalità. Per qualche metro ritorno sulla provinciale ma naturalmente non entro in galleria, bensì mi sposto a sinistra, sempre con estrema attenzione, per rilassarmi sulla vecchia strada, un po’ sgarrupata, compresa fra il crinale boscoso ed il corso d'acqua.
In tal modo posso ammirare il “carattere” del Sacro fiume alla Patria, così definito in virtù degli avvenimenti storici accaduti sulle sue sponde durante la grande guerra.
Ancora pochi colpi di pedale lungo Via Europa e finalmente sono a Vas.
Locanda Solagna
Dormire a Vas
La Locanda Solagna, adagiata nel tranquillo borgo di Quero-Vas, presenta un forte legame con le sue radici locali, dalla cucina all'architettura; allo stesso tempo è attenta alle nuove sfide e sensibilità odierne. Dista a opochi metri dal fiume Piave, in posizione perfetta per inoltrarsi alla scoperta delle Dolomiti Bellunesi o per percorrere i dolci pendii delle colline del prosecco di Valdobbiadene.Log in con ( Registrati ? )
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Gotico
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