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Di qui passò Francesco: da Valfabbrica ad Assisi

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16 km e il treno alle 13.17, due numeri che per oggi devono quadrare. La media classica del Cammino è di quattro chilometri orari, sedici chilometri uguale a quattro ore di cammino. Cerchiamo però di includere nella giornata il tempo per una visita ad Assisi. Forse non sono proprio sedici, forse la cifra è più bassa di qualche centinaio di metri, ma dubito che siano 10 chilometri come indicava il cartello visto ieri. Prevediamo di partire alle sette di mattina. Iniziamo la nostra ultima giornata lungo il Cammino Di qui passò Francesco con qualche minuto di ritardo perché la colazione ci impegna molto, come la cena di ieri sera. Diamo il dovuto per la nostra permanenza: 33 Euro! Per cena, notte e colazione. Il cielo è nuvoloso, qualche scorcio di un flebile azzurro appare qua e là...
 
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Ore contate... verso Assisi!

 
Il primo tratto di strada è dritto e leggermente in salita, iniziamo a camminare sull’asfalto. Al bivio, dopo un chilometro e mezzo dalla partenza, imbocchiamo il sentiero sulla destra. Quando ci sono passato la scorsa volta era messo molto male, spero che sia stato sistemato, anche se temo sia piuttosto rovinato e scavato dai solchi delle ruote. Abbiamo i minuti contati per arrivare ad Assisi e forse sarebbe meglio stare sull’asfalto per evitare il rischio di ritardo. So che in alcuni tratti il sentiero è scivoloso, una volta, sotto una pioggia battente, sono riuscito ad avanzare in salita solo grazie al blocco delle ruote del carrello. Tiravo il carrello per pochi centimetri, mi assicuravo che le ruote fossero ben piazzate e mi appoggiavo al carrello stesso per riposizionare i piedi e non scivolare indietro. Ero andato avanti così per alcuni tratti. Purtroppo il sentiero è ancora malconcio, in molti punti i solchi sono profondi e bisogna fare attenzione a dove appoggiare i piedi. Ci ricongiungiamo con la strada asfaltata, avremmo potuto arrivare fino a qua più velocemente, ma non crediamo di essere in ritardo rispetto alle nostre previsioni.
La nebbia non sembra abbia intenzione di alzarsi.
 

Arrivo ad Assisi, la città di San Francesco

 
assisiArrivando ad Assisi la prima cosa che si nota da lontano è la basilica, ma se la nebbia non si dissolve rischiamo di trovare davanti a noi solo un muro di fumo grigio, c’è ancora tempo per arrivare e speriamo di non avere brutte sorprese. La strada costeggia campi di ulivi, diamo un’occhiata all’orologio e vediamo che i tempi di marcia ci consentiranno di fare tutto in tempo. La nebbia non se ne va, scendiamo di quota e arriviamo alla statua di Padre Pio. Non si può nascondere la delusione di non riuscire a vedere nulla dopo un settimana di marcia. Possiamo passare a salutare Angela Seracchioli, colei che ha iniziato il cammino “Di qui passò Francesco” scrivendo la guida per l'editore Terre di Mezzo. Le faccio un colpo di telefono e la trovo a casa, un saluto veloce perché abbiamo i minuti contati.
Saliamo verso la città giusto in tempo per fare un giro nella basilica e risalire il viale che porta in piazza. Visitiamo e diamo un’occhiata in giro.
Ora però dobbiamo muoverci e cercare la strada per andare verso Santa Maria degli Angeli. Dobbiamo raggiungere la scala che ci porterà all’inizio della camminata , quella che unisce Assisi e Santa Maria degli Angeli. Incontriamo una signora sulla quarantina: «Scusi, Ci può indicare la strada per andare in stazione a Santa Maria degli Angeli?». «Non ci potete andare, è troppo lontana!». «Non ci preoccupiamo della distanza, ci può dire come raggiungere la scala che porta alla strada?». «No, non fate in tempo, è troppo lontana!».
“Non fate in tempo a fare cosa!!!”. Non le abbiamo detto a che ora passa il treno che ci interessa, me lei insiste nel dire che è lontana e che non facciamo in tempo. «È troppo lontana, non ci potete andare a piedi, saranno almeno 2 km» «Non è un problema, ci può dire come arrivare alla scala?».
Siamo ormai decisi ad andarcene un po’ nervosi senza aver le informazioni che ci servono, la signora sembra proprio convinta che non si possa arrivare a piedi e quindi non ci da indicazioni. Alla fine però si convince e ci dice da dove passare. Ringraziamo e ripartiamo.
Al secondo incrocio dobbiamo chiedere ancora una volta indicazioni, ma finalmente raggiungiamo la scala. Siamo in tempo, ma non vogliamo correre rischi, teniamo quindi un passo sostenuto. La strada è dritta. La stazione in fondo a sinistra. Arriviamo al binario con una ventina di minuti d’anticipo.
Il nostro cammino, purtroppo finisce qui...
 

Cammina oggi, cammina domani

 
Oggi i cammini sono in crescita, questo itinerario fra Toscana e Umbria offre paesaggio, storia, arte, cultura, religione e tanto altro ancora.
È un cammino più impegnativo della via classica verso Santiago e anche della via Francigena. I posti in cui passare la notte sono meno e questa cosa porta a dover percorrere più chilometri ogni singolo giorno di quanti se ne percorrono verso Santiago. Il cammino però si sta sviluppando e forse in futuro aumenterà la disponibilità di posti tappa. Grazie a quelli forse sarà possibile definire diversamente le distanze secondo le proprie possibilità e magari ritagliarsi meglio il tempo per visitare tutto il bello che abbiamo ereditato in queste zone.
Se vi siete persi la sesta e penultima tappa del Cammino Di qui passò Francesco percorso da Girumin e dai suoi amici, da Gubbio a Valfabbrica potete leggerla qui. Se volete tornare alla prima tappa invece, ricominciate qui a viaggiare con Girumin.
 
 
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Girumin

La mia voglia di camminare parte dall’esigenza di vivere il rapporto con la natura. Ho avuto la fortuna di camminare su lunghi percorsi e di viaggiare in diversi paesi, anche meno conosciuti dal turismo tradizionale e ho vissuto alcune esperienze internazionali.
Sono forse stato inesorabilmente spinto dall’istinto naturale che porta a muoversi, a esplorare e a conoscere. Attratto dal bisogno di esserci in prima persona, di arrivare da qualche parte con le mie gambe. Qualche volta ho cercato di giocare con idee meno consuete e magari non sempre garantite.
Penso che il viaggio non sia solo andare lontano geograficamente, ma sia l’occasione per provare ad affrontare le cose in maniera diversa. Spesso per trovare il nuovo basta guardare le cose da un altro punto di vista.

Apprezzo la tecnologia più recente, ma anche le tecniche tradizionali e credo più nella voglia di fare che nella strumentazione più sofisticata.

Partendo da questa idea mi piace preparare un viaggio anche con le mani, per i lunghi cammini ho realizzato dei carrelli per portare il bagaglio e ho fatto qualche giretto con una Graziella e un carrello, ho poi sistemato una vecchia bici da uomo e ho costruito un altro carrello. Cerco idee nuove, ma esploro tecniche del passato come i bastoni di legno.

Nel corso del tempo ho raccolto molti appunti su equipaggiamento, abbigliamento, abitudini, tecniche ed esperienze varie che ho inserito in un libro scritto per la casa editrice “Terre di mezzo”.