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Dolomiti Friulane gravel al rifugio Maniago in val Zemola
Erto e Casso sono conosciuti in Italia per il tragico evento del Vajont che causò migliaia di morti nel 1963, ma i due paesini sono incastonati in un paesaggio arcigno ma appagante, ai piedi delle Dolomiti Friulane. Questo itinerario gravel si spingerà in val Zemola, fino al rifugio Maniago, per scoprire i dintorni della diga e salire in quota alla ricerca del fresco e della tranquillità.
In questo articolo
Da Erto a Casera Mela
Il paese di partenza di questo itineario è Erto, principale paese della zona e teatro della tragedia del Vajont del 1963, quando dal monte Toc si staccò una parete immensa che finì nel bacino idrico appena riempito, causando la morte di 1918 persone di cui 347 tra Erto e Casso.
Il giro che avevo pianificato prevedeva anche un anello sulla frana e attorno alla diga ma il caldo soffocante nel periodo estivo in cui ho effettuato il giro mi ha consigliato di chiuderlo una volta rientrato a Erto senza proseguire oltre.
Dal paese di origine di Mauro Corona, ci si alza subito e repentinamente di quota, procedendo inizialmente tra le case della zona "nuova" e imboccando infine via Val Zemola che conduce sopra il paese, con panorama che si apre anche sulla ferita ancora visibile del monte Toc.
Le indicazioni verso il rifugio Maniago sono già presenti qui e l'unica via di accesso rende difficile sbagliare strada appena si devia a destra per dirigersi proprio verso la gola che porta in val Zemola. La strada è asfaltata ma le pendenze sono comunque impegnative e richiedono un po' di sforzo per portarsi in quota.
Dove la valle si restringe, la strada si aggrappa alla roccia e diviene in parte sterrata, addolcendo le pendenze e regalando un passaggio suggestivo. Il tragitto fino alla Casera Mela è aperto al traffico e i mattini dei weekend estivi molti escursionisti raggiungono i parcheggi presenti sotto alla Casera per partire a piedi un po' più in quota quindi si dovrà avere pazienza per il traffico.
Dopo il passaggio roccioso, il tracciato rientra nel bosco e sale nuovamente su asfalto pendente, con un paio di tornanti conclusivi prima di raggiungere proprio Casera Mela che domina il panorama sulla sinistra.
Salita tosta verso Cava Bruscada
Al bivio, per proseguire spediti verso la meta, si può continuare sulla strada principale mentre noi in questo caso deviamo a sinistra, raggiungendo la Casera Mela e proseguendo verso Cava Bruscada, su una strada più sconnessa e impegnativa. Il tragitto rientra nel bosco ma sale a strappi fino alla stazione di base della teleferica che conduceva alla ex-cava di marmo ramello rosso di Erto.
L'edificio dove un tempo dormivano i lavoratori impiegati nella cava, oggi è stato riadattato e divenuto un rifugio, ma in questo percorso non lo raggiungeremo, infatti poco più avanti lasciamo il tragitto che continua a salire per deviare a destra e iniziare una breve ma veloce discesa che riporterà verso la forestale principale della valle.
Ancora salita e single trail finale verso il rifugio Maniago
Ritroviamo presto il tracciato che conduce verso le alte vette delle Dolomiti Friulane anche se le prime pedalate sono in piano e concedono un po' di respiro. Non appena si guada il torrente che dà il nome alla valle, la strada riprende a far male, salendo con pendenze impegnative per guadagnare gli ultimi metri di quota.
Nei pressi di una piccola radura, la strada finisce e inizia un sentiero di circa seicento metri che nella prima parte andrà percorso a spinta per poi diventare panoramico e divertente, fino a raggiungere la conca dove domina il rifugio Maniago, meta di questo itinerario, a 1730 m.
Ci troviamo ai piedi del gruppo del Duranno, 2652m, la più alta cima del Parco delle Dolomiti Friulane.
Il rientro, se sei in bici gravel, andrà fatto dallo stesso tracciato di andata mentre in MTB puoi seguire il sentiero 374 che taglia la strada.
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Leo
ITA - Cicloviaggiatore lento con il pallino per la scrittura e la fotografia. Se non è in viaggio ama perdersi lungo i mille sentieri che solcano le splendide montagne del suo Trentino e dei dintorni del lago d'Iseo dove abita. Sia a piedi che in mountain bike. Eterno Peter Pan che ama realizzare i propri sogni senza lasciarli per troppo tempo nel cassetto, ha dedicato e dedica gran parte della vita al cicloturismo viaggiando in Europa, Asia, Sud America e Africa con Vero, compagna di viaggio e di vita e Nala.
EN - Slow cycle traveler with a passion for writing and photography. If he is not traveling, he loves to get lost along the thousands of paths that cross the splendid mountains of his Trentino and the surroundings of Lake Iseo where he lives. Both on foot and by mountain bike. Eternal Peter Pan who loves realizing his dreams without leaving them in the drawer for too long, has dedicated and dedicates a large part of his life to bicycle touring in Europe, Asia, South America and Africa with Vero, travel and life partner and Nala.
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico