Si è conclusa anche la quarta e ultima tappa del
Dolomiti Lagorai bike, anello MTB che percorre forestali e mulattiere del Trentino orientale e che abbiamo avuto la fortuna di percorrere in questi giorni. Lascio ad un resoconto futuro il compito di descrivere l'itinerario nel suo complesso mentre oggi ci concentriamo sul tragitto odierno da Fiera di Primiero a Levico Terme.
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Dolomiti Lagorai bike | Trentino
I dati che trovi qui sotto sono riferiti al tour da noi affrontato, senza la tappa in val di Fassa e con due trasferimenti da Cavalese a Pampeago e da Fiera di Primiero al rifugio Refavaie.
DETTAGLI ITINERARIO
Partenza/Arrivo |
Levico Terme
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Tempo |
4 giorni
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Dislivello |
Tappa 4: 1630 m
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Lunghezza |
Tappa 4: 60 km
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Quest'oggi un provvidenziale transfer ci catapulta in
Val Vanoi in mezz'oretta, evitandoci ore ed ore di pedalate sulle strade asfaltate del fondovalle. Il caffè al
rifugio Refavaie è l'ultimo energetico prima di iniziare l'ascesa lungo una strada forestale immersa nel verde bosco che copre i
pendii del Lagorai. Alla nostra destra il
monte Cauriol, teatro di epiche battaglie durante la Grande Guerra, sorveglia l'incedere di questi strani personaggi a due ruote: lenti, affaticati, avanzano senza conoscere la loro prossima destinazione.
Funghi di tutti i colori e le misure sorgono ai piedi dei larici e dei faggi che si stanno lentamente preparando a tingere la montagna in una tavolozza multicolore. La strada sale dolce ed inizia una serpentina tortuosa ed attorcigliata che avvolge la montagna.
Più in alto qualche radura svela le vette all'orizzonte: le
dolomiti bellunesi da una parte e
Cima d'Asta dall'altra. Il cielo panna è quello dei migliori inverni londinesi e l'umidità penetra nelle ossa facendo sudare anche il telaio della bici.
Le radure prative ci preannunciano il superamento di quota 2000 m ed il cielo festeggia il nostro traguardo riversandoci qualche goccia di pioggia sulla testa. Quattro gauchos alpini passano a cavallo, salutando calorosamente. Il
passo cinque Croci è segnalato con un'opera che appare come un candelabro. A lato, tra le nuvole, Cima d'Asta si svela a piccole dosi: uno sperone roccioso a destra, qualche parete granitica a sinistra. C'è il tempo per uno scatto tutti insieme prima che la nebbia avvolga tutto, in quel suo grigiore ovattato che rende il mondo tutto uguale.
Inforchiamo nuovamente i nostri cavalli d'acciaio, liberiamo le forcelle che avranno pane per i loro denti e ci tuffiamo a capofitto verso la
val Campelle. Il nostro volo planato dura poco e in qualche minuto raggiungiamo
malga Conseria dove ci attendono una stufa accesa e due giganteschi
canederli alle ortiche ricoperti con granella di noci ed ettolitri di burro fuso: un vero pranzo da atleti.
Ripartire è un'impresa titanica che rimandiamo il più possibile ma una luce diversa dal solito ci consiglia una rapida risalita in bici... il sole non può essere accolto se non in sella! Le fatiche sono concluse, ora non ci resta che lasciarci trasportare fino a valle. Una discesa lunga e veloce in cui lasciamo scorrere le ruote, ci fa raggiungere la
Valsugana dove non possiamo che festeggiare il ritorno alla civiltà con un'ultima sosta caffè.
La chiusura dell'anello è lasciata alla pista ciclabile percorsa anche il primo giorno. Il silenzio cala su di noi ed ognuno rivive a modo suo, intimamente, gli ultimi giorni: i panorami, gli incontri, le sensazioni si confondono con le pedalate inerziali degli ultimi chilometri. Levico ed il suo lago sono il teatro all'interno del quale facciamo calare il sipario dello spettacolo a cui abbiamo assistito. Il bike tour in MTB tra Lagorai e Dolomiti ci ha regalato emozioni che solo la montagna e la fatica della conquista sanno dare.
Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico