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Fat bike in Bondone, una bella scommessa per la montagna di Trento
Scritto da Gotico
La fat bike in Bondone, una nuova risorsa per la montagna di Trento. La conca soleggiata delle Viote, a quota 1565 metri, è famosa per gli amanti dello sci nordico in quanto considerata un piccolo paradiso dello sci da fondo, compreso fra il monte Palon e le Tre Cime.
Questa pregiata ambientazione, dove le zone di pericolo sono ridotte a zero, vede naturalmente di buon occhio lo sci d’alpinismo, il trekking con le ciaspole e l’evoluzione della mountain bike sulla neve con le fat bike.
In bici sulla neve
Ho sempre amato andare in bici nella neve, meglio se durante una fitta nevicata. Quand’ero piccolo in inverno nevicava spesso ed io non aspettavo altro che uscire con la mia sgangherata bici e correre su e giù lungo le vie del paese (che erano poche) e per i campi innevati, per poi frenare, “derapare” e spesso cadere.
Gli anni sono passati, ma la passione per la mountain bike non è scemata. La tecnologia invece ha fatto passi da gigante e la bici si è trasformata per venire incontro alle più variegate esigenze. La fat bike appunto è la risposta ad una di queste necessità. La sezione maggiorata dello pneumatico permette una notevole aderenza e la minor pressione di gonfiaggio consente alla bici di “galleggiare” su superfici morbide (come neve, fango e sabbia) o particolarmente sconnesse.
Ovviamente per riuscire a pedalare la neve deve essere battuta o comunque “dura” altrimenti il rischio è quello di sprofondare, ma certo qui subentrano varie questioni e ragionamenti.
Il mio punto di vista, condivisibile o meno, è il seguente:
la fat bike è uno mezzo per divertirsi e stare nella natura, lontano dalle strade trafficate, per vivere un’esperienza rigenerante e strappare qualche buon sorriso cadendo rovinosamente nella neve.
Con la fat bike alle Viote sulla neve
Alle Viote sul monte Bondone tutto questo è possibile in quanto presso la scuola italiana sci da fondo le si possono noleggiare.
Innanzitutto esiste un breve anello dedicato ai pedoni ed alle fat bike della lunghezza di due chilometri e mezzo che permette di prendere confidenza con questo tipo di bici e regala un bel colpo d’occhio sulla conca delle Viote. Presa dimestichezza o comunque per i più avventurosi esistono altre bianche possibilità.
Avventure in fat bike sul monte Bondone
Dalla scuola di sci di fondo, la cui struttura ricordo essere dotata di servizi con docce e spogliatoi, parcheggio, ristorante, bar, area giochi per bambino, si "intuisce" il sentiero 607, in quanto essere ora un’ampia, bianca e battuta pista pedonale, la quale interseca più volte le piste dedicate al fondo (sulle quali è vietato transitare). Attraversata così l'ampia Torbiera delle Viote e lasciata a sinistra malga Fragari si inizia a salire lungo la val d’Eva.
La salita per giungere al valico Bocca di Vaiona è breve e piuttosto erta. Diverse persone vi passeggiano con ciaspole o sci e tutte rimangono meravigliate dal mio passaggio in fat bike. La bici, si sà, fa sempre buonumore e simpatia, inoltre la fat bike è percepita ancora come un mezzo esotico. Ci sta pure una componente di stupore e rispetto in quanto fatica sulla neve in salita se ne fa tanta (a tal proposito è possibile ridurre lo sforzo procurandosi una fat bike elettrica).
Nella prima uscita in fat bike sul Bondone assieme alla amico Radim, vista la scarsità di neve siamo riusciti a salire in sella sino alla malga di Cavedine, quindi con pazienza e notevole sforzo abbiamo trasportato in spalla le bici lungo il crinale erboso per svariati metri per arrivare sulla cresta di accesso al Cornetto. Siamo riusciti a fare ciò in sicurezza perché di neve ce ne era poca. Tale tratto è ripido ed esposto su di un lungo canalone che precipita verso la valle del Sarca (ovest). Per questo motivo bisogna prestare molta attenzione e valutare attentamente la stabilità del manto nevoso in quanto spesso da qui partono valanghe.
Tornando a noi abbiamo visto sfilare un corposo gruppo di camosci che a distanza controllava la nostra ascesa.
La lunga costa dei Cavai è una cresta affilata che separa la val del Merlo coi canaloni che danno appunto sulla valle dei Laghi. La vista è naturalmente spettacolare ed il Cornetto sembra talmente vicino da riuscire a toccarlo. La corsa sulla cresta è assai rapida quindi zigzaghiamo fra pini mughi appesantiti dalla neve per tornare alla Bocca di Vaiona.
Un altro percorso riguarda La Rosta ovvero il colle che si affaccia sulla valle dei Laghi. Lo si consegue da Bocca di Vaiona intraprendendo tre brevi ma ripide salide intervallate da pianeggianti prati (sentiero 618). Anche in questo caso la quantità e lo stato della neve fanno la differenza. Durante la mia seconda uscita in solitaria ho dovuto spingere a lungo la bici in una mare di neve ancora fresca.
Il panorama sulla mia valle, la valle dei Laghi è maiuscolo, con le Dolomiti di Brenta e l’Adamello a fare da cornice.
Se le condizioni lo consentono anziché scendere dalla stessa si può proseguire per il sentiero SAT 618 che si insinua in una valletta boscosa. Attraversata la faggeta si raggiunge una radura dove il sentiero gira repentinamente a sinistra. Si lascia il 618 e si seguono le indicazioni di destra per il sentiero del Strengiator quindi si finisce su una stradella che conduce verso la strada provinciale, la quale corre parallela a quota più bassa, fino ad incontrarla. La fat bike non è adatta all'asfalto allora il prima possibile ci si riporta sulla neve, si aggira la boscaglia di conifere e si torna alla torbiera delle Viote ed al nostro punto di partenza.
L’ultima proposta consente di vedere il Palon da un punto di vista anomalo quanto unico.
Lambendo la strada provinciale in direzione Passo Vason si scorge a destra una stanga chiusa e si prende la pedemontana, ora ridotta a sentiero battuto dalle ciaspole, margine estremo del bosco di conifere che si addossa sul Palon. Una volta arrivati alla vista delle caserme austroungariche, in basso a destra, il sentiero inizia a salire nel bosco ed il silenzio torna ad avvolgermi.
La salita non è impegnativa ma per lunghi tratti devo spingerla in quanto non trovo la giusta aderenza. La stradella termina al Dos de la Merenda, e da questo nuovo ed esclusivo punto panoramico si scorgono le placche del Palon, la valle dell’Adige, il Lagorai e le Dolomiti.
Il rientro è dalla stessa, questa volta però totalmente in sella.
Ho trascorso così due giornate meravigliose, vissute come sempre vorrei vivere: felice ed in libertà, grazie alla fat bike in Bondone.
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Gotico
Trentino D.O.C., vivo nella splendida conca del Garda, che adoro. Appassionato di MTB e montagna, arte e cultura. Mi diletto ad esplorare il nostro Trentino, non solo dall'alto della sella di una bicicletta. Non disdegno nemmeno visitare moste e musei d'arte.
In una sola espressione: amo la libertà.
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Ultimi commenti
Oggi con una ebike si possono fare dei percorsi impegnativi fisicamente (per una bici senza motore) ma per quanto riguarda la tecnica non tutti possono fare dei giri tecnicamente difficili.
Io, con i miei 67 anni, cerco giri fino a 1500 m di dislivello, ma non troppo difficili tecnicamente per potermi gustare pienamente i paesaggi e i posti, senza dover rischiare su single trail esposti.
Grazie Enrico